Questi due articoli contengono ragionamenti che non mi piacciono affatto per almeno tre motivi.
Mi inquietano anche se non sò scrivere puntualmente perché.
Il primo è che hanno una forte colorazione imperialista. Che è poi una
delle molteplici forme di razzismo mascherato elegantemente. Noi siamo
di qua ed abbiamo ragione. No, non è vero perchè ciascuno ha ragione a
casa propria.
Secondo: l’ISIS e i suoi molteplici seguaci colpiscono in massima parte
proprio i connazionali o gli arabi piuttosto che i cristiani o gli
occidentali. Terzo perché dire che internet è mezzo per costruire una
sorta di «unità d’azione» fecondata dalla comune fede è una solenne
stupidaggine. Il terrorismo è sempre stata una delle mille forme di
lotta delle minoranze (che si sentono offese od oppresse) verso gli
avversari. Non è un caso che in Europa siano state colpite in
massima parte nazioni che hanno avuto una lunga storia di crimini
imperialisti, proprio nel nord Africa e in medio Oriente. Non è un caso
che quei terroristi siano cittadini di nazioni europee se non della
stessa nazione colpita.
Sarebbe poi ora di smettere di celebrare le gesta dei criminali:
chi intende fare un attentato eclatante non va a far saltare in aria la
vecchietta sdentata di 99 anni che ricorda a malapena l’avemaria
pretendendo di recitare i versetti del Corano. Colpisce in aeroporto
dove poi si scopre sempre che i sistemi di vigilanza hanno mille
difetti (mica solo gli italiani tendono ad essere felloni). Colpisce
nel miglior ristorante di Dacca e non il povero venditore di frutta col
suo biroccino. Colpisce la birreria parigina citata tutte le
settimane sugli inserti dei quotidiani. Colpisce il maggior giornale
satirico per eccellenza e non l’ignoto blog della zitella brexit.
Sono intellettuali talmente lontani dalla realtà che si
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stupiscono dell’ovvio.
Del resto tutta la cristianità è uno straordinario fiume di sangue
contro gli stessi cristiani e contro gli infedeli: noi siamo stati
davvero dei «cattivi maestri» sia da cattolici romani che protestanti.
Poi quest’idea per cui il mondo sia «cosa nostra» (non in senso
equivoco...) dove qualcuno ha il diritto di circolare e seguire
impunemente secondo i
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propri
modelli -che si ritengono a priori giusti- anche quando si è casa
altrui. «A rendere difficile la nostra risposta (che deve essere
nello stesso tempo militare, di intelligence, politica e culturale:
smettiamola di pensare che una sola dimensione possa funzionare) è
proprio questa complessità del fenomeno, questo confluire di spinte
contrastanti, squilibri, frustrazioni, contese
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a
priori che siccome spendiamo 35 € pro die per chi arriva, questi siano
felici e contenti Perché male che vada- hanno la pelle salva.
Le parole degli intellettuali e dei sapienti spesso diventano pallottole.
Diventano filo spinato. Diventano sangue che scorre.
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