NUMERO 213 - PAGINA 1 - I MOSTRI NELLA PANCIA DELLE NOSTRE BANCHE




























































































































































































































sì della Ue alla garanzia statale su 150 miliardi di liquidità alle banche


i "mostri" in pancia alle banche italiane: provare a mandare in galera i cda?












































































































































































































La Commissione europea ha autorizzato lo schema di garanzie pubbliche per difendere la liquidità degli istituti di credito italiani «solvibili», che è stato approntato dal ministero dell’Economia di Pier Carlo Padoan.

L’istituzione di Bruxelles ha considerato questo strumento compatibile con le linee guida indicate nel 2013 per gli aiuti di Stato alle banche durante la crisi finanziaria.

L’autorizzazione è operativa per sei mesi fino al 31 dicembre 2016 ed è rinnovabile. Schemi di garanzie simili sono stati attuati in diversi Paesi membri a sostegno delle banche solvibili per aiutarle a raccogliere liquidità qualora si dovessero creare situazioni difficili. Di fatto servono anche per scoraggiare eventuali attacchi speculativi in momenti di tensioni sui mercati, come possono essere quelle innescate dalla vittoria della Brexit. La Commissione europea ha fatto sapere che l'Italia ha chiesto
l'autorizzazione di questo schema


Da almeno 6-9 mesi le banche sondano i clienti con pochi o tanti denari liquidi sul conto per proporre investimenti sostanzialmente... negativi.
Adesso sta succedendo qualcosa di strano che forse strano non lo è affatto.
Secondo i molti «si dice» le banche italiane sarebbero afflitte da circa 200 miliardi di NPL ( crediti con elevata difficoltà di essere riscossi) e nell’ultima settimana post BREXIT i loro titoli sono crollati in borsa.
I titoli bancari hanno infatti subito forti perdite in Borsa: Mps ha perso il 67% del suo valore dall'inizio del 2016, Unicredit il 60% e il comparto bancario nel suo complesso da inizio anno ha perso il 51,7%.
Domenica scorsa Renzi avrebbe ottenuto la possibilità di applicare lo schema di garanzie pubbliche per difendere la liquidità degli istituti di credito italiani «solvibili»: 150 miliardi spendibili in sei mesi.

Penso che ormai solo gli ingenui credano alle parole delle banche, del’Ue e di Renzi in tema perché ci siamo accorti che:
in Italia ci sono troppe banche e pochissimo professionalizzate; quindi meglio che si fondano tra di loro, in modo da «diluire» il peso degli NPL che hanno in pancia.
vista la generale crisi nel mondo anche il ricavo della finanza si è ridotto al lumicino. La DB che ha in pancia derivati pari a 11 volte il PIL della Germania se li picchia laddove non batte (quasi) mai il sole.
gran parte degli NPL in pancia alle banche derivano dalla compiacenza che le banche hanno prestato alla politica dei governi di centrodestra (la famosa teoria che quando tira il mattone, gira tutta l’Italia...).
  non c’è solo «corruzione politica» in senso lato nelle ban che verso il governo ma anche una professionalità nel fare credito assolutamente  a zero.










































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































di garanzie pubbliche per le banche solo «per motivi precauzionali» perché al momento «non c’è l’aspettativa che si  verificherà la necessità di utilizzarlo». Dal ministero dell’Economia hanno confermato che «davanti alle turbolenze dei mercati finanziari dei giorni scorsi, il governo ha ritenuto opportuno ipotizzare tutti gli scenari, anche i più improbabili».Indiscrezioni di stampa hanno stimato fino a 150 miliardi l’importo utilizzabile.

Una portavoce dell’istituzione presieduta dal lussemburghese Jean-Claude Juncker, Yizhou Ren, ha spiegato che «questa decisione e altre precedenti dimostrano che sono previste diverse soluzioni — applicabili in piena compatibilità con la normativa comunitaria — per affrontare le turbolenze dei mercati».
Nessun commento viene rilasciato sulle anticipa-











































































































































































































































































































































































































































































Le banche oggi sono stracolme di denaro (senza sapere che farne trarre finanziare il debito pubblico...) e lo possono ottenere a costi infimi dalla BCE: non si comprende quindi la ragione per cui hanno chiesto la possibilità di applicare questi 150 miliardi «ulteriori» al «pieno» già presente.

Il governo, stando a indiscrezioni, sta dunque continuando a trattare per provare a ottenere quel che la Ue continua a non voler concedere.
Cioè la possibilità per lo Stato di entrare in prima persona nella ricapitalizzazione delle banche. Il perché è piuttosto chiaro se si guarda alle quotazioni di alcuni degli istituti in maggiore difficoltà.

Basti pensare che il Monte dei Paschi di Siena, che un anno fa ha mandato in porto un aumento di capitale da 3 miliardi, ne vale oggi poco più di 1,1. Negli ultimi sei mesi il titolo ha perso il 68% del suo valore: oggi è scambiato a 0,38 euro.  La quota del Tesoro, azionista con il 4%, vale poco più di 40 milioni contro i 240 del luglio 2015.

Le banche erano perfettamente in grado di sapere che non si poteva  pompare soldi in un settore (edilizia) che per stare in piedi aveva bisogno di una crescita della popolazione dell’ordine del 10% in pochi anni.
lo stesso dicasi per altri settori come nel commercio oppure nell’enorme sviluppo di operatori virtuali nella distribuzione di servizi.
governo, banche, operatori e partiti debbono avere il coraggio di dire che non ci sarà più il livello di crescita come prima del 2008. Oggi gran parte dei paesi emergenti sono in grado di soddisfarsi da soli e quindi le esportazioni di basso livello non avranno più spazio.
un solo settore industriale ha delle prospettive di sviluppo: i medicinali. Il fatto è che se non c’è spesa pubblica il settore crolla.
la prospettiva per i prossimi anni per l’Occidente è la povertà materiale piuttosto che un benessere consumista generalizzato.
i 150 miliardi sono sostanzialmente l’ennesimo regalo che lo Stato fa alle banche.
è il caso che  si comincino a spedire a san Vittore gran parte dei CdA delle banche.
























































































































































































































































































































































































































-zioni di altri interventi del governo Renzi per la stabilizzazione del sistema bancario italiano finché non saranno ufficialmente comunicati a Bruxelles.

La linea della Commissione resta comunque aperta a valutare le necessità delle banche «caso per caso».
Il vicepresidente lettone di Juncker, Valdis Dombrovskis, ha rassicurato che «Commissione, Bce, altre banche centrali e altre autorità stanno cooperando strettamente per assicurare una risposta appropriata a qualsiasi turbolenza si possa presentare sui mercati nelle prossime settimane o mesi».

La Bce — scrive «Bloomberg» — starebbe poi studiando un allentamento dei criteri per l’acquisizione dei bond nell’ambito del Quantitative Easing a seguito delle ultime turbolenze. E nuovi stimoli monetari potrebbero arrivare anche dalla Bank of England.