NUMERO 212 - PAGINA 1- SCONTRO DI CIVILTA' : 'SO PROBLEMI!











Aiutiamo gli islamici a trovare altre mogli




La Gerusalemme nascosta, una guida per la sessualità degli ultraortodossi













Puoi sposare due, tre o quattro donne. Ma se non puoi trattarle tutte allo stesso modo allora sposane una sola». È la sura 4:3 del Corano nonché motto di SecondWife, il sito d’incontri per musulmani fondato da Azad Chaiwala, imprenditore pachistano, per aiutare chi, come lui, è in cerca di una seconda moglie. Un’idea che non è passata inosservata. Soprattutto perché, in poco tempo, sono stati quasi 35mila gli inglesi di fede islamica a iscriversi al servizio. Un numero inatteso per una nazione in cui la poligamia è un reato punibile con il carcere fino a sette anni. Per Chaiwala però non c’è nulla di illegale: «È per chi il matrimonio lo prende seriamente». Per SecondWife bisogna compilare una scheda con le proprie informazioni, che verranno lette e interpretate dal motore di ricerca per far incontrare i partner. Bisogna indicare se si è già sposati, con quante mogli, qual è la religione di appartenenza e quanto spesso si prega. Per conoscersi tra loro i membri possono chattare privatamente, l’importante è che la conversazione non prenda mai direzioni “non halal”, cioè proibite dall’Islam. Gli utenti si controllano a vicenda denunciando situazioni poco piacevoli, mentre un team di esperti lavora per monitorare che le foto caricate sui profili o inviate in privato rispettino la decenza delle donne.
Secondo Chaiwala, quello offerto, è un servizio che richiama gli antichi valori della tradizione, promuove la fedeltà e aiuta le donne a non rimanere sole. Visione, la sua, che non mette d’accordo quasi nessuno. Tra i contestatori c’è chi, come Khalid Mahmood, parlamentare labourista, tenta di dissuadere le donne facendo leva sui rischi finanziari e legali, o chi, come Mariam Khan, rappresentate al Consiglio cittadino di Birmingham, denuncia l’utilizzo distorto dei precetti islamici. Anche su Twitter non sono mancate le polemiche, tra insulti e pregiudizi.
Il fenomeno però esiste. «Quelli che protestano sono ipocriti», commenta l’imprendore

L’ordinamento occidentale non riconosce i matrimoni islamici a meno che non vengano registrati. Così basta non comunicare una o più unioni — gli imam non hanno l’obbligo di segnalarle alle autorità — e la famiglia allargata è fatta. La conferma arriva da Javid, un utente che da Londra scrive: «Per le leggi dei Paesi europei è come se fossimo fidanzati». Anche lui, che in Pakistan ha già una moglie, utilizzerà questo espediente.
Il solo caso in cui l’unione poligama viene riconosciuta è quando è stata contratta in Paesi in cui è legale. Accade così nel Regno Unito e in Francia, ma non sempre in Italia, dove i giudici si sono espressi con sentenze contrastanti sia sulla validità del legame sia sulla possibilità di accettare

Spesso l'analisi politologica ci fa perdere di vista alcuni aspetti della società molto importanti e sui quali vale la pena soffermarsi. Questo ci permette di capire la complessità di una realtà che non è fatta solo di narrazione politica. Nel caso di Israele ci troviamo di fronte ad un caso tipico in cui il discorso politico domina tutti gli altri aspetti della società. Insomma, parliamo e scriviamo di Israele come se l'unico problema fosse il conflitto arabo-israeliano. Gli Israeliani in carne ed ossa, le loro storie i loro problemi, sono destinati ad essere assorbiti dalla narrazione più grande. Questa volta voglio parlarvi di un terapista, un sessuologo, David Ribner, che si è specializzato nell'aiutare la comunità degli ultraortodossi a superare i problemi sessuali che incontrano a causa di una concezione particolare e severa della religione.
L'ispirazione per questo post mi è venuta leggendo un lungo articolo diLe Monde a cui farò riferimento, corredando queste informazioni con altre fonti.















































Quanti sono gli ultraortodossi, gli aredi, oggi? Secondo il giornalista di “Le Monde”, nel 1948 erano solo qualche decina di migliaia sino a diventare, ai giorni nostri, 850.000 mila unità, un decimo della popolazione di Israele. La vulgata più comune a proposito degli aredi è che le coppie sposate ricorrono a un buco nelle lenzuola da permettere la penetrazione senza toccarsi o toccarsi il minimo indispensabile.
 In parte, questa pratica tende ad essere superata, anche se rimane un quadro della





















sessualità di coppia delirante. L'intimità tra marito e moglie è considerata come qualcosa di strumentale, rivolto cioè essenzialmente alla procreazione.
Secondo alcuni gruppi di aredi, l'accoppiamento può avere luogo due volte al mese; ancora più restrittive sono le regole in caso in cui la donna è incinta. A causa di questo stato di cose, e di altri comportamenti restrittivi, secondo il giornalista di “Le Monde”,da 1000 a 1300 lasciano ogni anno la comunità. Il dramma si palesa nei più giovani che arrivano al matrimonio, magari molto preparati nelle cose religiose, ma digiuni sul modo con cui esprimere la loro sessualità in un contesto culturale dominato da internet, dai social network, da una società dei consumi che preme alle porte delle comunità ultraortodosse.Ecco il successo del libro del sessuologo, David Ribner,  The Newlywed's


















Guide to Physical Intimacy; in esso sono contenuti alcuni consigli per la sessualità per gli ultraortodossi.
Ecco il successo del libro del sessuologo David Ribner, The Newlywed's Guide. to Physical Intimacy; in esso sono contenuti alcuni consigli per la sessualità per gli ultraortodossi.
Il libro contiene una busta sigillata in cui sono illustrate tre podizioni classiche con cui accoppiarsi, una specie di istruzione per l'uso per i più giovani che, come dicevamo,
















pachistano, mentre spiega che la religione musulmana consente di avere fino a quattro spose solo se, di volta in volta, c’è il consenso delle mogli con cui ha già convolato a nozze: la prima deve acconsentire per la seconda, entrambe per la terza e così via. «I siti — aggiunge Azad — sono pubblici proprio perché non c’è nessun invito a violare la legge. I Paesi occidentali proibiscono la poligamia, ma questi matrimoni non vengono registrati ufficialmente. Per essere vissuta, una relazione non ha bisogno di pezzi di carta». La poligamia è già praticata da alcuni muslmani che vivono in Europa.


il ricongiungimento familiare con le altre mogli a un marito poligamo che in Italia abbia ne abbia già portata una. È difficile sapere con esattezza quante famiglie poligame ci sono in ogni Paese d’Europa. Si stima che in Gran Bretagna e in Francia ve ne siano almeno 20mila. Mentre in Italia i matrimoni poligami sarebbero tra i 15 e i 20mila. Neppure troppo nascosti. E non tutti celebrati tra stranieri. Dice Azad: «La poligamia è un desiderio che va oltre l’Islam, anima uomini e donne di ogni credo». Motivo per cui ha aperto un secondo sito — Polygami.com — aperto a tutti. Ma su Twitter c’è già chi ironizza: «Ho difficoltà con una moglie, figuriamoci con quattro».

Valentina Ruggiu
La Repubblica, 21 giugno 2016

arrivano al matrimonio completamente digiuni di sesso. Spesso però, le spiegazioni manualistiche, non bastano e si sono verificati casi in cui la donna sposata , dopo alcuni anni, risultava ancora vergine perché né l'uno né l'altra sapevano come fare. Sembra paradossale se si pensa alle nostre madri del sud che, una volta, non più ora, istruivano le proprie figlie su come comportarsi la prima notte di matrimonio.
L'importanza della situazione non è sfuggita ai rabbini e la loro reazione, più accondiscendente nei confronti di coloro che fanno ricorso ai consigli di un sessuologo, così come nei riguardi del manuale pratico di Ribner, evidenzia una preoccupazione di possibile problemi sul funzionamento della comunità. Anche l'opposizione iniziale dei rabbini nei confronti della televisione ha subito un considerevole ridimensionamento. Ma, questa nuova situazione, non ha di molto modificato i problemi, molti dei quali derivano dagli stessi insegnamenti impartiti nella yeshivah (le scuole religiose), le quali si limitano a trattare il problema del sesso dando solo alcuni consigli di base come ad esempio quello della penetrazione che deve essere forte e veloce.
Si può capire il trauma che tali comportamenti possono causare ad una ragazza vergine e spesso molto giovane che deve confrontarsi per la prima volta con un corpo maschile. Mi domando quali sono le differenze con quell'altro mondo, quello arabo-musulmano, percorso dalle stesse fobie sul sesso, ma senza un manuale pratico su come fare l'amore.

Franco Rizzi
Il fatto Quotidiano, 21 giugno 2016