NUMERO 211 - PAGINA 1- PUZZE DALLA LATRINA DI NUSQUAMIA






















La fatwa (?) della dott.ssa Serra
Un cittadino curnense, che abbiamo ragione di credere affine al gatto padano, nel senso lat. di affinis, cioè non consanguineo, si lamenta di aver ricevuto una fatwa da parte della dott.ssa Serra. Lo stralcio di epistola è pubblicato in un diario dove talvolta si accenna a Nusquamia come “la latrina di Nusquamia”; di tale diario non forniamo il nesso, per una ragione rintracciabile nella storia di Nusquamia, alla voce Gatto padano. Mi limito ad osservare che l'affine aspira al ruolo di mentore di Cavagna il Giovane, o forse lo è già.
Tanto più ci stupisce questo contrasto tra l'affine e la dott.ssa Serra, in quanto il gatto padano, sia durante la campagna elettorale del 2012, sia all'inizio dell'avventura serrana, si professò sostenitore sfegatato della dott.ssa Serra. Come dimenticare la sua indignazione per la pubblicazione, da parte nostra, di quella pagina pubblicitaria dell'Unità, quella voluta da Concita De Gregorio per il rilancio della testata, che secondo lui offendeva la dott.ssa Serra? Come dimenticare l'auspicio che la dott.ssa Serra imprimesse sulle facce di Gandolfi e Aristide sonori schiaffoni? Fu un grande amore da parte del gatto padano, che però il suo affine disconosce. Vero è che non sono consanguinei.
In questo stralcio di epistola pubblicata dall'affine, leggiamo:
Buonasera signor [omissis],
[omissis] Nessuno può impedirle di partecipare a un'assemblea pubblica: sappia che io abbandonerò la sala all'inizio di ogni suo eventuale prossimo intervento.
Ebbene, se la dott.ssa Serra scrive in questi termini, avrà avuto le sue buone ragioni. Evientemente ritiene l'affine responsabile di qualcosa di altamente riprovevole.
La migliore risposta a un attacco parziale (tale è la querula denuncia della fatwa), che prelude a chissà che, o lascia intendere chissà che cosa, è mettere tutto in chiaro: volendo, anche attraverso Nusquamia (che, però, com'è noto, ha il difetto di non contar niente, nel giro della Curno “bene” [?], del quale fa parte il Pedretti, fino a prova contraria). Così si ha la certezza di chiudere la partita, quale ch'essa sia. Perlomeno, io mi sono sempre attenuto a questo principio. Il gatto padano e il Pedretti ne sanno qualcosa, io non mi sono mai tirato indietro.

(Copia&Incolla dalla Latrina)
La latrina di Nusquamia riporta una notizia tolta dal nostro blog. Claudio Piga, spin doctor del “sindaco del buongoverno” Angelo Gandolfi e illustre tenutario della latrina deve essere  davvero in preda a dolorosi contorcimenti di pancia (in genere si va alla latrina proprio per quelli….) per dire e non dire fino ad adottare l'aggettivo “affine” attribuendoci una qualche relazione politica col consigliere leghista Cavagna: che conosciamo solo di faccia.
Meglio per lui.
Non apparteniamo alla lobby dei vecchi tromboni ( e trombone…)  che –anche in consiglio comunale- lo trattano come un ragazzino bugiardello quando invece è soltanto giovanilmente ignorante  della grammatica consigliare e con un pessimo suggeritore alle spalle.

Questa lezione l'abbiamo imparata oltre 50 anni or sono. Il sindaco Lodetti esordì  una volta dicendosi profondamente onorato e orgoglioso di essere anticomunista, comunisti e comunismo che disprezzava senza timore. Gli rispose un consigliere di minoranza, Mario Cavagna del PCI, operaio alla Breda poi due volte deputato, che gli ricordò che lui (Cavagna) in quel consiglio rappresentava dei Curnesi (non pochi, tra l'altro) e la dichiarazione di Lodetti era un'offesa verso quei cittadini, non certo per lui che poteva levare la voce a difendersi. C'è parecchia gente che a Curno usa questo aggettivo in politica, scambiando il consiglio comunale per un talkshow. Anche  nella Latrina di Nusquamia c'è questa abitudine.


Il problema però sta tutto nella doppiezza o falsità politica di cui la coppia Piga-Gandolfi imbottiscono la latrina. Salvo dare lezioni di giornalismo ai bugiardini indigeni. Prima hanno cercato di sminuire la notizia della segnalazione: “gherminella giuridica di Cavagna il Giovane a norma di cacata carta” poi quando hanno letto sul Corrierone il trafiletto hanno calato le braghe. La coppia ha cercato di prendere due piccioni con una fava.
Di sicuro non era sfuggito il ritardo della giunta Serra sull'approvazione del Bilancio – anzi: è abbastanza sicuro che qualcuno dall'interno dell'istituzione li avesse debitamente informati- ma hanno atteso che si facesse avanti quella che considerano la testa di legno. Se l'operazione falliva la sfottevano come fanno di solito.
Se l'operazione fosse andata in porto, avrebbero ottenuto su un piatto d'argento le dimissioni della maggioranza ed avrebbero giocato il ruolo di chi “ma tanto i bilanci si possono modificare ogni momento, quindi non sono  pochi giorni prima o dopo che fanno la differenza…”.

Per il resto quello che il tenutario della latrina non arriva a capire, che  mentre lui è culo&camicia col suo leader, nel PD ci sono  persone che sanno (quando) dire che il re è nudo. E questo gli brucia assai perché , proprio come la merda finisce tutta nella cisterna sottostante la latrina, per lui  è inconcepibile che altrove rispetto a lui non siano tutti… stronzi.