La fatwa (?) della dott.ssa Serra
Un cittadino curnense, che abbiamo ragione di credere affine al gatto
padano, nel senso lat. di affinis, cioè non consanguineo, si lamenta di
aver ricevuto una fatwa da parte della dott.ssa Serra. Lo stralcio di
epistola è pubblicato in un diario dove talvolta si accenna a Nusquamia
come “la latrina di Nusquamia”; di tale diario non forniamo il nesso,
per una ragione rintracciabile nella storia di Nusquamia, alla voce
Gatto padano. Mi limito ad osservare che l'affine aspira al ruolo di
mentore di Cavagna il Giovane, o forse lo è già.
Tanto più ci stupisce questo contrasto tra l'affine e la dott.ssa
Serra, in quanto il gatto padano, sia durante la campagna elettorale
del 2012, sia all'inizio dell'avventura serrana, si professò
sostenitore sfegatato della dott.ssa Serra. Come dimenticare la sua
indignazione per la pubblicazione, da parte nostra, di quella pagina
pubblicitaria dell'Unità, quella voluta da Concita De Gregorio per il
rilancio della testata, che secondo lui offendeva la dott.ssa Serra?
Come dimenticare l'auspicio che la dott.ssa Serra imprimesse sulle
facce di Gandolfi e Aristide sonori schiaffoni? Fu un grande amore da
parte del gatto padano, che però il suo affine disconosce. Vero è che
non sono consanguinei.
In questo stralcio di epistola pubblicata dall'affine, leggiamo:
Buonasera signor [omissis],
[omissis] Nessuno può
impedirle di partecipare a un'assemblea pubblica: sappia che io
abbandonerò la sala all'inizio di ogni suo eventuale prossimo
intervento.
Ebbene, se la dott.ssa Serra scrive in questi termini, avrà avuto le
sue buone ragioni. Evientemente ritiene l'affine responsabile di
qualcosa di altamente riprovevole.
La migliore risposta a un attacco parziale (tale è la querula denuncia
della fatwa), che prelude a chissà che, o lascia intendere chissà che
cosa, è mettere tutto in chiaro: volendo, anche attraverso Nusquamia
(che, però, com'è noto, ha il difetto di non contar niente, nel giro
della Curno “bene” [?], del quale fa parte il Pedretti, fino a prova
contraria). Così si ha la certezza di chiudere la partita, quale
ch'essa sia. Perlomeno, io mi sono sempre attenuto a questo principio.
Il gatto padano e il Pedretti ne sanno qualcosa, io non mi sono mai
tirato indietro.
(Copia&Incolla dalla Latrina)
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La
latrina di Nusquamia riporta una notizia tolta dal nostro blog. Claudio
Piga, spin doctor del “sindaco del buongoverno” Angelo Gandolfi e
illustre tenutario della latrina deve essere davvero in preda a
dolorosi contorcimenti di pancia (in genere si va alla latrina proprio
per quelli….) per dire e non dire fino ad adottare l'aggettivo “affine”
attribuendoci una qualche relazione politica col consigliere leghista
Cavagna: che conosciamo solo di faccia.
Meglio per lui.
Non apparteniamo alla lobby dei vecchi tromboni ( e trombone…)
che –anche in consiglio comunale- lo trattano come un ragazzino
bugiardello quando invece è soltanto giovanilmente ignorante
della grammatica consigliare e con un pessimo suggeritore alle spalle.
Questa lezione l'abbiamo imparata oltre 50 anni or sono. Il sindaco
Lodetti esordì una volta dicendosi profondamente onorato e
orgoglioso di essere anticomunista, comunisti e comunismo che
disprezzava senza timore. Gli rispose un consigliere di minoranza,
Mario Cavagna del PCI, operaio alla Breda poi due volte deputato, che
gli ricordò che lui (Cavagna) in quel consiglio rappresentava dei
Curnesi (non pochi, tra l'altro) e la dichiarazione di Lodetti era
un'offesa verso quei cittadini, non certo per lui che poteva levare la
voce a difendersi. C'è parecchia gente che a Curno usa questo aggettivo
in politica, scambiando il consiglio comunale per un talkshow.
Anche nella Latrina di Nusquamia c'è questa abitudine.
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Il
problema però sta tutto nella doppiezza o falsità politica di cui la
coppia Piga-Gandolfi imbottiscono la latrina. Salvo dare lezioni di
giornalismo ai bugiardini indigeni. Prima hanno cercato di sminuire la
notizia della segnalazione: “gherminella giuridica di Cavagna il
Giovane a norma di cacata carta” poi quando hanno letto sul Corrierone
il trafiletto hanno calato le braghe. La coppia ha cercato di prendere
due piccioni con una fava.
Di sicuro non era sfuggito il ritardo della giunta Serra
sull'approvazione del Bilancio – anzi: è abbastanza sicuro che qualcuno
dall'interno dell'istituzione li avesse debitamente informati- ma hanno
atteso che si facesse avanti quella che considerano la testa di legno.
Se l'operazione falliva la sfottevano come fanno di solito.
Se l'operazione fosse andata in porto, avrebbero ottenuto su un piatto
d'argento le dimissioni della maggioranza ed avrebbero giocato il ruolo
di chi “ma tanto i bilanci si possono modificare ogni momento, quindi
non sono pochi giorni prima o dopo che fanno la differenza…”.
Per il resto quello che il tenutario della latrina non arriva a capire,
che mentre lui è culo&camicia col suo leader, nel PD ci
sono persone che sanno (quando) dire che il re è nudo. E questo
gli brucia assai perché , proprio come la merda finisce tutta nella
cisterna sottostante la latrina, per lui è inconcepibile che
altrove rispetto a lui non siano tutti… stronzi.
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