NUMERO 210 -PAGINA 1 - LE INTERVISTE DI BERSANI E D'ALEMA








Bersani ha 64 anni e D'alema ne ha 67. Leggendo le due interviste post-elezioni 2016 che riportiamo nelle pagine a seguire assieme a quella di Prodi, mi paiono le raccomandazione di due vecchie zitelle ai nipotini mascalzoncelli. Fate i bravi, date ascolto a quelli grandi, non alzate la voce cogli anziani, fate i fioretti, aiutate  le vecchiette e ai pensionati ad attarversare la strada.
E via raccomandando tutte cose ottimali.

Che poi queste raccomandazioni siano dirette a un Renzi di 41 anni che si batte con un Salvini di 43, un Di Maio di 27 anni, un Di Battista e una Raggi di 37  o una Appendino di 32 anni piuttosto che a Letta di 49 e un Alfano di 45 forse  appare secondario ai due grandi anziani del PCI-PD.

Probabilmente anche in politica vale il proverbio secondo il quale le buone raccomandazioni si danno quando non si possono più fare i peccati contrari.

In queste due interviste non compaiono mai riferimenti a dei  particolari importanti.
Per esempio che l'Italia ha 2330 miliardi di debito pubblico e  la ricchezza mobiliare (conti correnti, azioni, titoli di Stato, polizze, fondi comuni alla fine 2014) delle famiglie italiane era di 3.987 miliardi. Cui si aggiungono gli immobili e si detraggono i mutui.
Le interviste di Bersani e D'alema parlano a se stessi e di se stessi ma non parlano degli italiani.
Sopratutto fanno finta di non sapere che il PD non ha la maggioranza in Parlamento e non ce l'ha  di certo per via di queste ultime elezioni.

Nel settore energia (carburanti elettrico e gas) difatto non esiste concorrenza bensì cartello in gran parte in mano ai politici.
Nel settore elettrico non conta il costo dell’energia ma quello della distribuzione (in mano all’enel e delle imposte).
Nel settore artigiano di supporto alle famiglie le categorie  sfruttano le normative per saccheggiare stabilmente e senza nessuna garanzia e concorrenza -  siamo difatto a un cartello- le famiglie  sulle caldaie, sui condizionatori, sugli ascensori.
Folle poi l'idea di consentire a tutti i locali pubblici di diventare ristoranti sostanzialmente senza controllo di prezzi igiene qualità lavoro.
Da dimenticare la vicenda del cambio un euro il conseguente raddoppio dei prezzi al consumo.

Quel che il Renzi ha fatto non era e non è certamente  granche di sinistra ma quando Berlusconi Bersani e D'alema consegnano a Renzi il Parlamento che abbiamo, la maggioranza che abbiamo, la crisi che abbiamo e il default che incombe, c'è poco da sgallettare.

In Parlamento non c'è una maggioranza in grado di tosare la rendita – tanto poco, pochino- per abbassare il debito e fare investimenti ma nel paese c'è la certezza che quell'abbassamento sarebbe immediatamente assorbito di nuovo in pochi anni.

Il 5 per cento delle famiglie detiene oltre il 30 per cento della ricchezza complessiva.
Nel frattempo quattro pensionati su 10 prende meno di mille euro al mese, ma 13mila italiani.
Nel frattempo quattro pensionati su 10 prende meno di mille euro al mese, ma 13mila italiani ha redditi da pensione di oltre 10mila euro e 4 milioni di persone ha un doppio assegno previdenziale.
Nel 2014 il 22,3 per cento degli italiani, secondo lo studio di Palazzo Koch, era sotto la soglia di 9.600 euro.  Il 25,4% percepisce infatti due pensioni, si tratta di più di 4 milioni di individui. E c'è anche una quota, pari al 7,8%, che gode di tre o più pensioni.

Senza ingolfare ulteriormente numeri su numeri appare evidente come l'Italia sia fatta di tre grandi gruppi.
Quello che sta in alto, quelli che comunque hanno uno stipendio o una pensione e quelli che non lavorano e non hanno un euro di reddito.
 
I ragionamenti di Bersani e D'alema sono quelli classici che abbiamo sentito dal 25 aprile 1945 ma non hanno mai risolto le contraddizioni italiane. Bersani e  D'alema dimenticano di dire  come far crescere l'Italia e la ricettina che danno non smuoverà una vite o un diminuirà un disoccupato.

Perché un paese non può crescere soltanto col debito pubblico per mantenere chi non lavora o chi non investe in primis perché non sa neppure quale dovrebbe essere oggi il ruolo nazionale europeo internazionale della sua impresa.

Le privatizzazioni di Bersani si sono risolte in un grande spreco di denaro a vantaggio dei soliti noti (evasori: in gran parte).

Perché da qualche parte la grande ricchezza delle famiglie italiane deve pur venire se lavorano poco e prendono salari modesti.

Bersani e D'alema hanno la capacità di andare al governo e tosare del 20% quel 5% di famiglie italiane che hanno in banca un terzo della ricchezza finanziaria degli italiani?
No. Non ce l'hanno.

Non ce l'hanno e loro per primi comincerebbero il balletto dei distinguo mentre le loro “famiglie” comincerebbero ad immaginare come mettere le mani sulla lana tosata.

Poi tutte le interviste sono mirate esclusivamente alla auto conservazione ed al puro dibattito proprio della casta. Dei suoi giochi. Dei suoi scambi, della sua sopravvivenza.
Mai sentito Bersani o D'Alema parlare del futuro di EXPO? Mai sentito Bersani e D'Alema parlare se il medicale emiliano deve diventare una massa critica internazionale o restare un caso  regionale?

Mai sentito Bersani o D'Alema dire se dev'essere la Fiat a guidare il polo automobilistico nazionale oppure deve esserci un grande insieme di aziende che producono per le aziende auto di tutto il mondo?

Mai sentito Bersani o D'Alema dire: da adesso in avanti si cancella tutta l'edilizia in aggiunta e si procede solo alla sostituzione e rifacimento senza premi aggiuntivi.
Quando li ascolti alla fine ti rendi conto che parlano del loro futuro ma non del tuo. Che parlano della loro sopravvivenza in Parlamento piuttosto che dell’invalido che sopravvive con 570€ al mese.

Nella telefonia le ditte  vendono cellulari cinesi ma non investono granchè nella fibra. Ne basterebbero cinque e invece sono  oltre 500 in gran parte del tutto virtuali.
Nelle poste siamo al ridicolo che nella stessa via oggi passano 3-4-5- postini differenti pagati alla fame e consegnano ciascuno pochissima posta: quando ne basterebbe uno o due pagati meglio. In compenso in alcuni paesi la posta arriva a giorni alterni anche a tre.
 

Che parlano e contrattano una carica nel partito o nelle istituzioni ma importa zero che l'università abbia perso un quarto della sua popolazione e della sua qualità.

Le interviste di Bersani e D'alema parlano a se stessi e di se stessi ma non parlano degli italiani.















L'intervista di Bersani


L'intervista di D'Alema


L'intervista di Prodi