CASINI NEL PAESE BELLO DA VIVERE
Lunedì mattino ero in posta dove c'è stata (da tempo) una
rivoluzione organizzativa per cui oggi “ogni” sportello aperto può fare
“tutte” le operazioni (mentre prima ogni sportello faceva una sola
funzione) ed incontro una delle menti più lucide della democristianeria
curnese oggi approdata nel PD e in Vivere Insieme e parlando del più e
del meno questo esce con quest'affermazione: “quelli della Marigolda si
sono arrabbiati con la sindaca Gamba perché sono convinti, dopo il tuo
intervento in assemble a, che la sindaca sia stata costretta a fare il
bando visto che tu ti sei schierato per il bando e lei teme una tua
denuncia”.
Quel famigerato bando (famige- rato perché fatto coi piedi)
venne approvato prima dell'assemblea e l'indirizzo per farlo fu della
maggioranza Vivere Insieme: afferma re quindi che la Gamba tema
una mia denuncia fa ridere due volte.
Conferisco telefonicamente con la dirigente dei servizi sociali
Caligiuri e le chie- do se hanno pubblicato l'elenco delle ditte
che hanno partecipato al bando per assumere la gestione per 7+5 mesi pv
del CVI2. Io sarò un ingenuo ma questo elenco doveva essere reso
pubblico (dal Comune) im- mediatamente dopo la chiusura del
termine di invio delle candi-
dature per una questione di tras- parenza. La dirigente del servizio se
ne esce con due affermazioni glaciali: “non si possono rendere noti i
nominativi in corso di gara perché non debbono conoscersi tra di loro e
nemmeno essere resi noti a giunta e consiglieri comunali tantomeno a
residenti fuori comune”.
A me pare che (1) figurarsi se in sede di associazione di categoria non
si sono riuniti per esaminare il bando e quindi non si sono conosciuti
tra di loro i potenziali concorrenti (2) la candidatura e le offerte è
ormai depositata e quindi non può essere modificata di una virgola (3)
sarebbe interessante sapere chi a capo del comune (segretario
comunale? sindaco? assessore?) ha dato l'ordine di non comunicare
informazioni che debbono essere pubbliche addirittura in ambito Ue ai
“residenti fuori comune”.
Che fa il paio con un'altra: i componenti della commis- sione sport non potevano risiedere fuori comune.
Integrazione di una notizia precedente. Il consigliere di minoranza
Locatelli ha chiesto con una interroga- zione alla sindaca di “cono-
scere il numero e l'importo economico degli incarichi assegnati a
professio- nisti, consulenti esterni e legali incaricati per il
supporto alla stesura del bando, per la redazio- ne del progetto per la
riqualifica- zione straordinaria delle strutture e i sistemi
impiantistici presenti all'interno del Cvi 2, e per cono- scere il
numero e relativo importo economico di eventuali futuri incarichi
professionali. Obiettivo Curno chiedeva inoltre quanto dovrà essere
corrisposto alla Centrale Unica di Committenza di Brescia per lo
svolgimento delle relative funzioni di Stazione Appaltante del bando”.
La sindaca, con la consueta simpatia che la caratteriz za, gli ha
risposto dettagliando la cifra di 50.530,28 euro.
Qualcuno abbastanza autorevole dentro il GS Marigolda, quando ha
conosciuto quella cifra ha detto che il gruppo aveva in mano un
preventivo dove per 40mila euro potevano rifare le caldaie dei
due palloni (che pare abbiano 20 anni di vita: le caldaie) e poi, in
merito alla cifra di 250mila euro per il rifacimento del fondo
del campo di calcio in materiale sintetico (come previsto dal comune),
che loro avevano in mano un preventi vo sui 150-160mila euro. Non
avessi visto (dopo) i due preven- tivi avrei considerato l'infor
-mazione alla stregua di battuta ma davanti a nome cognome e partita
iva degli offerenti mi sono venuti in mente tre pensieri. Uno riguarda
il costo della parcella staccata dal comune per la nuova Rodari e la
parcella che sarà staccata dal comune per la palestra (più o meno
100:50). Due che sarà pur vero che il Comune sceglie i professionisti
badando al minor costo ma poi i preventivi sono di 160: 250.
Terzo alla rotonda davanti alla nuova Rodari che da 100:72 il
costo di realizzazione tra il progetto e l'appalto.
E' arrivato dalla Provincia di Bergamo, Setto- re viabilità', il
“documento di fattibilità per la formazione nuova rotatoria su
svincoli sp ex SS4 70dir con via Lecco in Comune di Curno”. La
rotatoria avrà un diametro esterno di 48 mt ed una doppia corsia
interna di 10 mt con un'aiuola centrale di 28 mt.
Basta andare su una mappa in rete a confrontare la dimensione delle
rotatorie che stanno sulla via Fermi all'incrocio con via Carlinga
(diametro esterno 60 mt) e quella d'ingresso al centro commerciale ( 48
mt diametro esterno) e Curnasco (45 mt diame tro esterno) per farsi
un'idea. Ovviamente sulle misure non ci scommettiamo gli attributi ma
l'errore è compreso più o meno di un metro.
Adesso il Comune di Curno dovrà cercare un progettista per il proget to
definitivo e poi appaltare il tutto a meno che non faccia un'operazio
ne come fece a suo tempo (qualcu- no non era nemmeno nato…) la
Provincia con l'infausto allarga- mento della Curno-Paladina per cui
sia affidato mediante appalto sia il progetto che l'esecuzione ad
un'impresa che dia il minor costo complessivo, e saremmo messi bene.
Anzi benissimo.
La rotatoria per come è progettata è del tutto inutile da sola
perché se non si istalla al centro della carreggiata sulla Briantea a
partire dalla rotatoria fino alla gelateria Loca- telli (incrocio di
via Dorotina con la Briantea) un jersey SUCCEDE- RA' SEMPRE
che le auto usino i vari ingressi esistenti per fare inversio- ne di
marcia sulla Brian- tea, fatto che costituisce un grave pericolo vista
la larghezza della strada e la moltitudine di spazi di manovra.
Capisco che dal Comune di Curno sia arrivata alla Provincia “la
drit- ta” di mantenere lo status quo ad ovest della rotatoria in difesa
degli interessi di bar ristoranti distribu tori e residenti che
FANNO ABITUALMENTE PERICOLO- SISSIME deviazioni a 90°
attraversando la corsia opposta per accedere a quelle attività.
Non solo. In zona esiste un sottopasso pedonale alla via Lecco-Briantea
ma siccome non è adatto agli handicappati ed è perennemente sozzo
di escremen- ti, lo stesso non viene mai usato dai pedoni che scesi dal
bus ATB sul lato nord attraversano la Briantea per andare ai fabbricati
e attività sul lato sud (p.e. via Umbria Lombardia e Toscana di
Curno) della via Lecco-Briantea.
Il vostro progetto va quindi integrato prevedendo l'installa-
zione di un jersey (in modo che i pedoni non passino) dalla rotato- ria
fino alla gelateria Locatelli sopra indicata.
La lettura della relazione fa comprendere che la questione è stata
presa così da chi ha redatto lo schizzo mandato al Comune, al quale
adesso spetta l'onere di fare il VERO progetto e quindi tutto il resto,
che la Provincia stima in 542mila euro che scommettiamo è l'ammontare
messo a disposizione del Comune.
Diciamo che è un'opera da 300-350mila euro compreso progetto e tutti gli ammennicoli di contorno ma 542mila suona meglio.
Il bello sta tutto in quello che abbiamo messo all'inizio: la
dimensione delle rotatorie che stanno sulla via Fermi all'incrocio con
via Carlinga (diametro ester. no 60 mt); quella d'ingresso al
centro commerciale ( 48 mt diametro esterno) e quella all'in- crocio
con via Curnasco (45 mt diametro esterno) per farsi un'idea.
Chiunque abbia un minimo di lucidità si domanderà: mai possibile che
una rotonda sulla ex Briantea sia PIU' PICCOLA di quelle della via
Fermi con via Carlinga e all'ingresso del Centro
Commerciale. Si è possibile: lo dicono dei tecnici mica d
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ILMONDO E' CAMBIATO E LORO NON SE NE SONO ACCORTI
Chissà se Cavagna Conti Gamba e Serra si siano mai confrontati con tale
Mincione di WRM, tale Jean-Marc Jestin di Klepierre, tale
C.M. Slangen EuroCommercial e da ultimo Antonio Percassi per parlare
del destino della zona commerciale lungo via Fermi ed Europa. E chissà
se questi signori siano in grado di preparare un PEF come lo sanno fare
benissimo i colleghi della sindaca Gamba di un centro sportivo che non
hanno mai visto funzionare.
Così è la vita e nello stesso giorno in cui i quotidiani annunciano che
Unicredit si prepara a ingranare la marcia sul dossier Commerzbank e
l'istituto guidato da Jean Pierre Mustier avrebbe già ingaggiato gli
advisor - JpMorgan e Lazard- in vista della presentazione di
un'offerta. Italiani alla conquista di una banca tedesca, insomma. Il
sospetto che ormai viene coltivato nel “Sistema Italia” è che
l’operazione porti ad un impoverimento del tessuto creditizio del
nostro Paese. Nella sostanza che il polo italiano si strasformi di
fatto in una sorta di “bad bank” e che la parte “good” venga collocata
in Germania. Preoccupazioni acuite dalla circostanza che il 15 per
cento di Commerzbank è di proprietà del governo di Berlino.
Oggi si legge anche che a Parigi, tra i vertici di Psa, girerebbe un
appunto scritto dal numero uno Carlos Tavares di PSA che la dice lunga
sul destino di Fca. Una mail nella quale si suggerisce alla prima linea
di aspettare di vedere i dati di fine di anno di FiatChrysler per
capire se il futuro delle due case potrà essere comune. A Torino e
Detroit, la cosa non è stata molto gradita, anche perché fa capire come
Fca sia considerata una preda da spolpare invece di un partner per
un'alleanza paritetica. Il tutto mentre l'azienda fatica a delineare
anche la sua strategia commerciale.
A quanto trapela da Torino non è stata ancora attivata la macchina per
produrre nuovi modelli, mentre rallentano la costruzione delle nuove
linee negli stabilimenti di Pomigliano d'Arco per il grande Suv di Alfa
Romeo e l'ibridazione delle Jeep a Melfi. Ancora nebuloso il rilancio
tecnologico del gruppo, cosa che ha penalizzato non poco quando il
governo ha lanciato gli incentivi per le auto meno inquinanti tenendo
fuori la casa italoamericana. E su questo fronte le uniche certezze
sono la Cinquecento elettrica che dovrà essere assemblata a Mirafiori e
i certificati verdi che per una cifra molto alta (si parla di 1,8
miliardi di euro) si acquisteranno da Tesla.
Ma oggi si parla anche di cose “più nostrane” nel senso che Auchan
vende a Conad: nel ‘carrello’ 7 punti vendita e 700 lavoratori di
Bergamo. Auchan dismette tutte le attività in Italia: 46
ipermercati e circa 230 supermercati su quasi 1600 punti vendita (con
circa 20.000 addetti) della grande distribuzione con il marchio Auchan
e Simply. In possesso della multinazionale francese rimangono i 50
centri LillaPois, la catena di drugstore specializzati in bellezza,
cura della persona e igiene della casa.
Chi compra è Conad, che così lancia la sfida a Coop per diventare la
più grande catena della Grande distribuzione in Italia: la rete di
imprenditori del commercio al dettaglio ha chiuso oggi un accordo con
Auchan Retail per l’acquisizione della quasi totalità delle attività di
Auchan Retail Italia.
Lo annuncia direttamente Edgard Bonte, presidente di Auchan Retail, con
una lettera distribuita in ogni negozio e indirizzata “A tutte le
Collaboratrici e a tutti i Collaboratori”.
Commerzbank, la seconda banca tedesca, con circa 50 mila dipendenti e
462 miliardi di attivi. Fondata ad Amburgo nel 1870 dopo la
ristrutturazione degli ultimi anni il gruppo ha chiuso il 2018 in
positivo con un utile netto in crescita a 865 milioni di euro dai 128
milioni del 2017. Il 2018 è stato il secondo anno del piano industriale
Commerzbank 4.0 al 2020. Il monte cedole è di 250 milioni mentre, per
fare un paragone, quello della rivale Deutsche Bank è di 227 milioni.
Nel 2018 i ricavi di Commerzbank i ricavi sono scesi a 8,570 miliardi
dagli 8,764 miliardi del 2017. Come esiste un fiera opposizione dei
lavoratori di Commerzbank verso i piani di riduzione del personale
nella fusione con Deutsche Bank, altrettanto si prospetta per la
fusione con Unicredit: i sindacati parlano di 10mila dipendenti che
resterebbero a casa.
Per la prospettiva occupazionale per una FCA-PSA si parano momenti
altrettanto neri. «Gli effetti della mancanza di nuove vetture»,
denuncia Michele De Palma, segretario della Fiom con delega all'auto,
«hanno ripercussioni immediate sulla produzione negli stabilimenti
italiani: a Mirafiori, Grugliasco, Pomigliano, dove stanno per finire
gli ammortizzatori sociali, e Melfi dove metà del personale è in cassa
integrazione o contratto di solidarietà. A Cassino sta per tornare la
cassa, sui siti di Pratola e Cento, dove si fanno motori diesel, non
c'è chiarezza sul futuro. Di conseguenza, con l'azienda che non produce
più di 700 mila pezzi all'anno, se continua questa tendenza la metà
degli addetti potrebbe essere superflua. Intanto sta entrando in una
crisi quasi irreversibile il mondo della componentistica, dove molte
aziende non hanno rinnovato i contratti degli addetti assunti a tempo
indeterminato».
Sulla prospettiva di Auchan “Questa è la ritirata di Russia di Auchan,
aldilà dei toni enfatici e solenni che il presidenti usa verso i suoi
collaboratori – dice Alberto Citerio, segretario generale Fisascat Cisl
Bergamo: la dichiarazione di una sconfitta di cui bisogna prendere
atto. Intanto, non conosciamo ancora quale sarà l’impatto sulla forza
lavoro che coinvolge un numero notevole di dipendenti, a Bergamo sono
circa 700 persone su tre ipermercati (Bergamo, Curno e Antegnate) e su
quattro negozi Sma. Fisascat Cisl Bergamo sarà molto attenta alle sorti
di ogni negozio e di ogni posto di lavoro, che devono essere
salvaguardati, così come le eccezionali professionalità e esperienze
dei lavoratori. A nostro modo di vedere la soluzione con Conad è
l’unico modo per salvare queste attività. Questa vicenda – conclude
Citerio – interroga pesantemente su quello che oggi è lo stato del
settore della distribuzione a livello nazionale e in territori ricchi
come il nostro. Consumi fermi, un proliferare di nuove aperture e una
riduzione di redditività di ogni catena. Temiamo purtroppo che Auchan
sia solo l’inizio di un riassetto complessivo di tutto il settore, che
oggi non regge più”.
Dopo mesi di trattative Auchan ha quindi deciso di ritirarsi Oltralpe
con un assegno inferiore al miliardo, lasciando al gruppo guidato da
Francesco Pugliese (51%) e alla Wrm di Mincione (49%) l’onere di
risanare i 1.600 supermercati che bruciano cassa (lasciando fuori le
attività in Sicilia), ma anche la proprietà di molti degli immobili. E
così la Conad, che ha chiuso il 2018 con 13,8 miliardi di ricavi
tallonando la Coop (14,8 miliardi), balza in vetta grazie
all’acquisizione. Secondo le stime di Mediobanca si candida a
raggiungere quota 17,1 miliardi di fatturato e tante possibili sinergie
sui costi, stando comunque attenta all’occupazione. Grazie ad Auchan
Italia, la quota di mercato di Conad salirebbe infatti dal 13 al 19%.
Risuonano ancora le parole degli assessori Cavagna e Conti (in o.a.)
quando presentavano la variante TS1 dell’area commerciale curnese
(comprendente anche il centro commerciale che ospita Auchan) che ha
regalato agli operatori qualcosa tra i 300 e i 350mila metri cubi di
nuove volumetrie e lo scomputo totale delle opere di urbanizzazione
primaria e secondaria (anche) per salvare i duemila posti di
occupazione della zona dopo che per 40 anni i proprietari immobiliari
di tutti i complessi –passati da operatori commerciali e meri
immobiliaristi- si erano limitati a riscuotere sostanziosi affitti dei
loro ambienti senza mai investire un euro ne per il
risparmio energetico ne per migliorare complessivamente la zona e
renderla appetibile e concorrenziale con l’OrioCenter.
Noi abbiamo sostenuto che senza un grande progetto unitario fatto da
chi sapeva fare quel mestiere (e non sono proprio gli attuali
proprietari degli immobili ne i progettisti del Comune di Curno e
nemmeno i suoi consiglieri comunali) , magari anche aumentando le
volumetrie possibili, non era immaginabile un futuro per la zona
commerciale di via Fermi Europa.
Non si era ancora raffreddata la deliberazione sul TS1 che a metà
novembre 2018 Mediaworld si trasferisce a Verano Brianza dove
viene inaugurato anche il primo Retail Lab digitale d’Italia, che
integra quartier generale, negozio fisico ed ecommerce. Degli occupati
a Curno: 150 dipendenti, circa, hanno rinunciato a fare la spola tra la
bergamasca e Verano Brianza, mentre altri 300 hanno deciso di
affrontare il trasferimento brianzolo.
Intanto all’ampliamento dell’area food del centro commerciale lavora
l’Impresa Percassi che di centri se ne intende visto che ha nella sua
storia l’Oriocenter e se il buongiorno si vede dal mattino
avere a che fare con immobiliaristi del livello di un Percassi e la Wrm
di Mincione che è controllata da dalla holding di diritto
lussemburghese Time and Life sa, è attivo, attraverso le sue società
operative, nel private equity, activist investing, ristrutturazione
aziendale, investimenti immobiliari, NPL e gestioni patrimoniali.
Quindi oggi il centro commerciale di via Fermi ha due fondi stranieri
come proprietari degli immobili: la WRM lussemburghese dell’italiano
Mincione e l’EUROCOMMER- CIAL (olandese) che è ora uno degli
investitori immobiliari più esperti in Europa con un portafoglio di 28
centri commer- ciali per € 4,2 miliardi. L’Eurocommercial ha affidato
la gestione del Centro di Curno alla KLEPIERRE francese che
gestisce oltre 150 centri in tutta Europa.
No, dico: vi immaginate Cavagna, Conti e la Gamba che davanti a
Mincione WRM, Jean-Marc Jestin Klepierre, C.M. Slangen
Eurocommercial e da ultimo Antonio Percassi…
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