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CASINI NEL PAESE BELLO DA VIVERE
Lunedì mattino  ero in posta dove c'è stata (da tempo) una rivoluzione organizzativa per cui oggi “ogni” sportello aperto può fare “tutte” le operazioni (mentre prima ogni sportello faceva una sola funzione) ed incontro una delle menti più lucide della democristianeria curnese oggi approdata nel PD e in Vivere Insieme e parlando del più e del meno questo esce con quest'affermazione: “quelli della Marigolda si sono arrabbiati con la sindaca Gamba perché sono convinti, dopo il tuo intervento in assemble a, che la sindaca sia stata costretta a fare il bando visto che tu ti sei schierato per il bando e lei teme una tua denuncia”.
Quel  famigerato bando (famigerato perché  fatto coi piedi) venne approvato prima dell'assemblea e l'indirizzo per farlo fu della maggioranza  Vivere Insieme: afferma re quindi che la Gamba tema una mia denuncia fa ridere due volte. (...)

ILMONDO E' CAMBIATO E LORO NON SE NE SONO ACCORTI
Chissà se Cavagna Conti Gamba e Serra si siano mai confrontati con tale Mincione di WRM, tale Jean-Marc Jestin  di Klepierre, tale  C.M. Slangen EuroCommercial e da ultimo Antonio Percassi per parlare del destino della zona commerciale lungo via Fermi ed Europa. E chissà se questi signori siano in grado di preparare un PEF come lo sanno fare benissimo i colleghi della sindaca Gamba di un centro sportivo che non hanno mai visto funzionare.
Così è la vita e nello stesso giorno in cui i quotidiani annunciano che Unicredit si prepara a ingranare la marcia sul dossier Commerzbank e l'istituto guidato da Jean Pierre Mustier avrebbe già ingaggiato gli advisor - JpMorgan e Lazard-  in vista della presentazione di un'offerta. Italiani alla conquista di una banca tedesca, insomma. Il sospetto che ormai viene coltivato nel “Sistema Italia” è che l’operazione porti ad un impoverimento del tessuto creditizio del nostro Paese. Nella sostanza che il polo italiano si strasformi di fatto in una sorta di “bad bank” e che la parte “good” venga collocata in Germania. Preoccupazioni acuite dalla circostanza che il 15 per cento di Commerzbank è di proprietà del governo di Berlino.(...)












altre grane cittadine










un regalo del SalviMaio





la sede dell'Eurocommercial ad Amsterdam



















sarà un modello originale o di importazione? siamo in Israele non a Curno.




































CASINI NEL PAESE BELLO DA VIVERE

Lunedì mattino  ero in posta dove c'è stata (da tempo) una rivoluzione organizzativa per cui oggi “ogni” sportello aperto può fare “tutte” le operazioni (mentre prima ogni sportello faceva una sola funzione) ed incontro una delle menti più lucide della democristianeria curnese oggi approdata nel PD e in Vivere Insieme e parlando del più e del meno questo esce con quest'affermazione: “quelli della Marigolda si sono arrabbiati con la sindaca Gamba perché sono convinti, dopo il tuo intervento in assemble a, che la sindaca sia stata costretta a fare il bando visto che tu ti sei schierato per il bando e lei teme una tua denuncia”.
Quel  famigerato bando (famige- rato perché  fatto coi piedi) venne approvato prima dell'assemblea e l'indirizzo per farlo fu della maggioranza  Vivere Insieme: afferma re quindi che la Gamba tema una mia denuncia fa ridere due volte.

Conferisco telefonicamente con la dirigente dei servizi sociali Caligiuri  e le chie- do se hanno pubblicato l'elenco delle ditte che hanno partecipato al bando per assumere la gestione per 7+5 mesi pv del CVI2. Io sarò un ingenuo ma  questo elenco doveva essere reso pubblico  (dal Comune) im- mediatamente dopo la chiusura del termine di invio delle candi-
dature per una questione di tras- parenza. La dirigente del servizio se ne esce con due affermazioni glaciali: “non si possono rendere noti i nominativi in corso di gara perché non debbono conoscersi tra di loro e nemmeno essere resi noti a giunta e consiglieri comunali tantomeno a residenti fuori comune”.
A me pare che (1) figurarsi se in sede di associazione di categoria non si sono riuniti per esaminare il bando e quindi non si sono conosciuti tra di loro i potenziali concorrenti (2) la candidatura e le offerte è ormai depositata e quindi non può essere modificata di una virgola (3) sarebbe interessante sapere chi  a capo del comune (segretario comunale? sindaco? assessore?) ha dato l'ordine di non comunicare informazioni che debbono essere pubbliche addirittura in ambito Ue ai “residenti fuori comune”.
Che fa il paio con  un'altra: i componenti della commis- sione sport non potevano risiedere fuori comune.

Integrazione di una notizia precedente. Il consigliere di minoranza Locatelli ha chiesto con una interroga- zione alla sindaca di “cono- scere il numero e l'importo eco­nomico degli incarichi assegnati a professio- nisti, consulenti esterni e legali incaricati per il supporto alla stesura del bando, per la redazio- ne del progetto per la riqualifica- zione straordinaria delle strutture e i si­stemi impiantistici presenti all'in­terno del Cvi 2, e per cono- scere il numero e relativo importo econo­mico di eventuali futuri incarichi professionali. Obiettivo Curno chie­deva inoltre quanto dovrà essere corrisposto alla Centrale Unica di Committenza di Brescia per lo svol­gimento delle relative funzioni di Stazione Appaltante del bando”. La sindaca, con la consueta simpatia che la caratteriz za, gli ha risposto dettagliando  la cifra di 50.530,28 euro.



Qualcuno abbastanza autorevole dentro il GS Marigolda, quando ha conosciuto quella cifra ha detto che il gruppo aveva in mano un preventivo dove per 40mila euro  potevano rifare le caldaie dei due palloni (che pare abbiano 20 anni di vita: le caldaie) e poi, in merito alla cifra di 250mila euro per il rifacimento  del fondo del campo di calcio in materiale sintetico (come previsto dal comune), che loro avevano in mano un preventi vo sui 150-160mila euro. Non avessi visto (dopo) i due preven- tivi avrei considerato l'infor -mazione alla stregua di battuta ma davanti a nome cognome e partita iva degli offerenti mi sono venuti in mente tre pensieri. Uno riguarda il costo della parcella staccata dal comune per la nuova Rodari e la parcella che sarà staccata dal comune per la palestra (più o meno 100:50). Due che sarà pur vero che il Comune sceglie i professionisti badando al minor costo ma poi i preventivi sono di 160: 250.  Terzo  alla rotonda davanti alla nuova Rodari che da 100:72 il costo di realizzazione tra il progetto e l'appalto.



E' arrivato dalla Provincia di Bergamo, Setto- re viabilità', il “documento di fattibilità per la  formazione nuova rotatoria su svincoli sp ex SS4 70dir con via Lecco in Comune di Curno”. La rotatoria avrà un diametro esterno di 48 mt  ed una doppia corsia interna  di 10 mt con un'aiuola centrale di 28 mt.
Basta andare su una mappa in rete a confrontare la dimensione delle rotatorie che stanno sulla via Fermi all'incrocio con via Carlinga (diametro esterno 60 mt) e quella d'ingresso al centro commerciale ( 48 mt diametro esterno) e Curnasco (45 mt diame tro esterno) per farsi un'idea. Ovviamente sulle misure non ci scommettiamo gli attributi ma l'errore è compreso  più o meno di un metro.
Adesso il Comune di Curno dovrà cercare un progettista per il proget to definitivo e poi appaltare il tutto a meno che non faccia un'operazio ne come fece a suo tempo (qualcu- no non era nemmeno nato…) la Provincia con l'infausto allarga- mento della Curno-Paladina per cui sia affidato mediante appalto sia il progetto che l'esecuzione ad un'impresa che dia il minor costo complessivo, e saremmo messi bene. Anzi benissimo.

La  rotatoria per come è progettata è del tutto inutile da sola perché se non si istalla al centro della carreggiata sulla Briantea a partire dalla rotatoria fino alla gelateria Loca- telli (incrocio di via Dorotina con la Briantea) un jersey  SUCCEDE- RA' SEMPRE  che le auto usino i vari ingressi esistenti per fare inversio- ne di marcia sulla Brian- tea, fatto che costituisce un grave pericolo vista la larghezza della strada e la moltitudine di spazi di manovra.
Capisco che dal Comune di Curno sia arrivata alla Provincia  “la drit- ta” di mantenere lo status quo ad ovest della rotatoria in difesa degli interessi di bar ristoranti  distribu tori e residenti che FANNO ABITUALMENTE  PERICOLO- SISSIME deviazioni  a 90° attraversando la corsia opposta per accedere a quelle attività.
Non solo. In zona esiste un sottopasso pedonale alla via Lecco-Briantea ma  siccome non è adatto agli handicappati ed è perennemente sozzo di escremen- ti, lo stesso non viene mai usato dai pedoni che scesi dal bus ATB sul lato nord attraversano la Briantea per andare ai fabbricati e attività sul lato sud (p.e.  via Umbria Lombardia e Toscana di Curno)  della via Lecco-Briantea.
Il vostro progetto va quindi  integrato prevedendo l'installa- zione di un jersey (in modo che i pedoni non passino) dalla rotato- ria fino alla gelateria Locatelli sopra indicata.
La lettura della relazione fa comprendere che la questione è stata presa così da chi ha redatto lo schizzo mandato al Comune, al quale adesso spetta l'onere di fare il VERO progetto e quindi tutto il resto, che la Provincia stima in 542mila euro che scommettiamo è l'ammontare messo a disposizione del Comune.
Diciamo che è un'opera da 300-350mila euro compreso progetto e tutti gli ammennicoli di contorno ma 542mila suona meglio.

Il bello sta tutto in quello che abbiamo messo all'inizio: la dimensione delle rotatorie che stanno sulla via Fermi all'incrocio con via Carlinga (diametro ester. no 60 mt);  quella d'ingresso al centro commerciale ( 48 mt diametro esterno) e quella all'in- crocio con via Curnasco (45 mt diametro esterno) per farsi un'idea.
Chiunque abbia un minimo di lucidità si domanderà: mai possibile che una rotonda sulla ex Briantea sia PIU' PICCOLA di quelle della via Fermi con  via Carlinga e  all'ingresso del Centro Commerciale. Si è possibile: lo dicono dei tecnici mica d
ILMONDO E' CAMBIATO E LORO NON SE NE SONO ACCORTI

Chissà se Cavagna Conti Gamba e Serra si siano mai confrontati con tale Mincione di WRM, tale Jean-Marc Jestin  di Klepierre, tale  C.M. Slangen EuroCommercial e da ultimo Antonio Percassi per parlare del destino della zona commerciale lungo via Fermi ed Europa. E chissà se questi signori siano in grado di preparare un PEF come lo sanno fare benissimo i colleghi della sindaca Gamba di un centro sportivo che non hanno mai visto funzionare.
Così è la vita e nello stesso giorno in cui i quotidiani annunciano che Unicredit si prepara a ingranare la marcia sul dossier Commerzbank e l'istituto guidato da Jean Pierre Mustier avrebbe già ingaggiato gli advisor - JpMorgan e Lazard-  in vista della presentazione di un'offerta. Italiani alla conquista di una banca tedesca, insomma. Il sospetto che ormai viene coltivato nel “Sistema Italia” è che l’operazione porti ad un impoverimento del tessuto creditizio del nostro Paese. Nella sostanza che il polo italiano si strasformi di fatto in una sorta di “bad bank” e che la parte “good” venga collocata in Germania. Preoccupazioni acuite dalla circostanza che il 15 per cento di Commerzbank è di proprietà del governo di Berlino.
Oggi si legge anche che a Parigi, tra i vertici di Psa, girerebbe un appunto scritto dal numero uno Carlos Tavares di PSA che la dice lunga sul destino di Fca. Una mail nella quale si suggerisce alla prima linea di aspettare di vedere i dati di fine di anno di FiatChrysler per capire se il futuro delle due case potrà essere comune. A Torino e Detroit, la cosa non è stata molto gradita, anche perché fa capire come Fca sia considerata una preda da spolpare invece di un partner per un'alleanza paritetica. Il tutto mentre l'azienda fatica a delineare anche la sua strategia commerciale.
A quanto trapela da Torino non è stata ancora attivata la macchina per produrre nuovi modelli, mentre rallentano la costruzione delle nuove linee negli stabilimenti di Pomigliano d'Arco per il grande Suv di Alfa Romeo e l'ibridazione delle Jeep a Melfi. Ancora nebuloso il rilancio tecnologico del gruppo, cosa che ha penalizzato non poco quando il governo ha lanciato gli incentivi per le auto meno inquinanti tenendo fuori la casa italoamericana. E su questo fronte le uniche certezze sono la Cinquecento elettrica che dovrà essere assemblata a Mirafiori e i certificati verdi che per una cifra molto alta (si parla di 1,8 miliardi di euro) si acquisteranno da Tesla.

Ma oggi si parla anche di cose “più nostrane” nel senso che Auchan vende a Conad: nel ‘carrello’ 7 punti vendita e 700 lavoratori di Bergamo.  Auchan dismette tutte le attività in Italia: 46 ipermercati e circa 230 supermercati su quasi 1600 punti vendita (con circa 20.000 addetti) della grande distribuzione con il marchio Auchan e Simply. In possesso della multinazionale francese rimangono i 50 centri LillaPois, la catena di drugstore specializzati in bellezza, cura della persona e igiene della casa.
Chi compra è Conad, che così lancia la sfida a Coop per diventare la più grande catena della Grande distribuzione in Italia: la rete di imprenditori del commercio al dettaglio ha chiuso oggi un accordo con Auchan Retail per l’acquisizione della quasi totalità delle attività di Auchan Retail Italia.
Lo annuncia direttamente Edgard Bonte, presidente di Auchan Retail, con una lettera distribuita in ogni negozio e indirizzata “A tutte le Collaboratrici e a tutti i Collaboratori”.

Commerzbank, la seconda banca tedesca, con circa 50 mila dipendenti e 462 miliardi di attivi. Fondata ad Amburgo nel 1870 dopo la ristrutturazione degli ultimi anni il gruppo ha chiuso il 2018 in positivo con un utile netto in crescita a 865 milioni di euro dai 128 milioni del 2017. Il 2018 è stato il secondo anno del piano industriale Commerzbank 4.0 al 2020. Il monte cedole è di 250 milioni mentre, per fare un paragone, quello della rivale Deutsche Bank è di 227 milioni. Nel 2018 i ricavi di Commerzbank i ricavi sono scesi a 8,570 miliardi dagli 8,764 miliardi del 2017. Come esiste un fiera opposizione dei lavoratori di Commerzbank verso i piani di riduzione del personale nella fusione con Deutsche Bank, altrettanto si prospetta per la fusione con Unicredit: i sindacati parlano di 10mila dipendenti che resterebbero a casa.

Per la prospettiva occupazionale per una FCA-PSA si parano momenti altrettanto neri. «Gli effetti della mancanza di nuove vetture», denuncia Michele De Palma, segretario della Fiom con delega all'auto, «hanno ripercussioni immediate sulla produzione negli stabilimenti italiani: a Mirafiori, Grugliasco, Pomigliano, dove stanno per finire gli ammortizzatori sociali, e Melfi dove metà del personale è in cassa integrazione o contratto di solidarietà. A Cassino sta per tornare la cassa, sui siti di Pratola e Cento, dove si fanno motori diesel, non c'è chiarezza sul futuro. Di conseguenza, con l'azienda che non produce più di 700 mila pezzi all'anno, se continua questa tendenza la metà degli addetti potrebbe essere superflua. Intanto sta entrando in una crisi quasi irreversibile il mondo della componentistica, dove molte aziende non hanno rinnovato i contratti degli addetti assunti a tempo indeterminato».

Sulla prospettiva di Auchan “Questa è la ritirata di Russia di Auchan, aldilà dei toni enfatici e solenni che il presidenti usa verso i suoi collaboratori – dice Alberto Citerio, segretario generale Fisascat Cisl Bergamo: la dichiarazione di una sconfitta di cui bisogna prendere atto. Intanto, non conosciamo ancora quale sarà l’impatto sulla forza lavoro che coinvolge un numero notevole di dipendenti, a Bergamo sono circa 700 persone su tre ipermercati (Bergamo, Curno e Antegnate) e su quattro negozi Sma. Fisascat Cisl Bergamo sarà molto attenta alle sorti di ogni negozio e di ogni posto di lavoro, che devono essere salvaguardati, così come le eccezionali professionalità e esperienze dei lavoratori. A nostro modo di vedere la soluzione con Conad è l’unico modo per salvare queste attività. Questa vicenda – conclude Citerio – interroga pesantemente su quello che oggi è lo stato del settore della distribuzione a livello nazionale e in territori ricchi come il nostro. Consumi fermi, un proliferare di nuove aperture e una riduzione di redditività di ogni catena. Temiamo purtroppo che Auchan sia solo l’inizio di un riassetto complessivo di tutto il settore, che oggi non regge più”.

Dopo mesi di trattative Auchan ha quindi deciso di ritirarsi Oltralpe con un assegno inferiore al miliardo, lasciando al gruppo guidato da Francesco Pugliese (51%) e alla Wrm di Mincione (49%) l’onere di risanare i 1.600 supermercati che bruciano cassa (lasciando fuori le attività in Sicilia), ma anche la proprietà di molti degli immobili. E così la Conad, che ha chiuso il 2018 con 13,8 miliardi di ricavi tallonando la Coop (14,8 miliardi), balza in vetta grazie all’acquisizione. Secondo le stime di Mediobanca si candida a raggiungere quota 17,1 miliardi di fatturato e tante possibili sinergie sui costi, stando comunque attenta all’occupazione. Grazie ad Auchan Italia, la quota di mercato di Conad salirebbe infatti dal 13 al 19%.


Risuonano ancora le parole degli assessori Cavagna e Conti (in o.a.) quando presentavano la variante TS1 dell’area commerciale curnese (comprendente anche il centro commerciale che ospita Auchan) che ha regalato agli operatori qualcosa tra i 300 e i 350mila metri cubi di nuove volumetrie e lo scomputo totale delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria (anche) per salvare i duemila posti di occupazione della zona dopo che per 40 anni i proprietari immobiliari di tutti i complessi –passati da operatori commerciali e meri immobiliaristi- si erano limitati a riscuotere sostanziosi affitti dei loro  ambienti senza mai investire un euro  ne per il risparmio energetico ne per migliorare complessivamente la zona e renderla appetibile e  concorrenziale con l’OrioCenter.

Noi abbiamo sostenuto che senza un grande progetto unitario fatto da chi sapeva fare quel mestiere (e non sono proprio gli attuali proprietari degli immobili ne i progettisti del Comune di Curno e nemmeno i suoi consiglieri comunali) , magari anche aumentando le volumetrie possibili, non era immaginabile un futuro per la zona commerciale di via Fermi Europa.

Non si era ancora raffreddata la deliberazione sul TS1 che a metà novembre 2018 Mediaworld si trasferisce a Verano Brianza  dove viene inaugurato anche il primo Retail Lab digitale d’Italia, che integra quartier generale, negozio fisico ed ecommerce. Degli occupati a Curno: 150 dipendenti, circa, hanno rinunciato a fare la spola tra la bergamasca e Verano Brianza, mentre altri 300 hanno deciso di affrontare il trasferimento brianzolo.
Intanto all’ampliamento dell’area food del centro commerciale lavora l’Impresa Percassi che di centri se ne intende visto che ha nella sua storia  l’Oriocenter e se  il buongiorno si vede dal mattino avere a che fare con immobiliaristi del livello di un Percassi e la Wrm di Mincione che è controllata da dalla holding di diritto lussemburghese Time and Life sa, è attivo, attraverso le sue società operative, nel private equity, activist investing, ristrutturazione aziendale, investimenti immobiliari, NPL e gestioni patrimoniali.
Quindi oggi il centro commerciale di via Fermi ha due fondi stranieri come proprietari degli immobili: la WRM lussemburghese dell’italiano Mincione e l’EUROCOMMER- CIAL  (olandese) che è ora uno degli investitori immobiliari più esperti in Europa con un portafoglio di 28 centri commer- ciali per € 4,2 miliardi. L’Eurocommercial ha affidato la gestione del Centro di Curno alla KLEPIERRE  francese che gestisce oltre 150 centri in tutta Europa.
No, dico: vi immaginate Cavagna, Conti e la Gamba che davanti a Mincione WRM, Jean-Marc Jestin  Klepierre, C.M. Slangen Eurocommercial e da ultimo Antonio Percassi…