DAZI ALLA CINA: QUELLE DI TRUMP SONO TUTTE BALLE
VUOLE FAR FUORI L’EUROPA, NON PECHINO.
The Donald annuncia dazi più che raddoppiati verso la Cina. Ma il
protezionismo finora non ha fatto bene agli Usa. In ballo c'è altro. È
l'Europa che si trova in mezzo a una guerra commerciale (e presto anche
tecnologica). Auguri a noi
I due tweet con i quali Donald Trump ha messo a terra le borse mondiali
sono semplici, efficaci e bugiardi. È nella natura dei tweet, direte
voi lettori. Forse, certo lo è per quelli trumpiani. Eccoli qua. Primo
tweet: «Per 10 mesi, la Cina ha pagato dazi del 25% su 50 miliardi di
dollari di prodotti high-tech e del 10% su altre merci per 200
miliardi. Questi pagamenti sono parzialmente responsabili per i nostri
grandi risultati economici. Il 10% salirà al 25% venerdì prossimo».
Secondo tweet: «325 miliardi di dollari di altri prodotti cinesi
inviati negli Usa restano non tassati, ma lo saranno presto, al 25%. Il
negoziato per l'accordo commerciale con la Cina continua, ma troppo a
rilento, mentre loro cercano di ritrattare. No!».
Sono minacce perché finora nessuna decisione concreta è stata presa. E
non hanno interrotto il viaggio dei negoziatori cinesi verso
Washington. Viaggio lento, certo, com'è nella natura di un paese che è
registrato sul lungo periodo. Dunque potremmo dire che si tratta di
un'altra sparata, di un bluff, del mercanteggiamento che un uomo
d'affari diventato comandante in capo del paese più potente del mondo
ha adottato come propria tattica. Se gli storici in un prossimo futuro
parleranno di dottrina Trump dovranno guardare al paradigma suk, non
solo alla demagogia da social media. Eppure i mercati finanziari ieri
hanno tremato davvero. Come mai?
Vediamo innanzitutto dove sono le fake news. La frottola più eclatante
è che i dazi e le tariffe introdotti finora siano responsabili (più o
meno parzialmente), di questo boom americano che sta sorprendendo tutti
i congiunturalisti (crescita oltre il 3% in termini reali,
disoccupazione ai minimi da 49 anni e scusate se è poco). Un anno fa si
diceva che miracolosi erano stati i tagli fiscali, oggi è il
protezionismo. Nel primo caso Robert Barro uno dei maggiori economisti
americani, mercatista, e Jason Furman un liberal che era stato
consigliere capo di Barack Obama, hanno condotto uno studio bipartisan
il cui risultato è che la riforma fiscale introdotta nel 2017 ha
contribuito per lo 0,9%alla crescita nel 2018 con un trascinamento fino
a quest'anno. Niente male, ma è un terzo. E il resto? Il resto viene
dall'aumento della produttività. La Macroeconomic Advisers che si è
sempre distinta per le più accurate analisi congiunturali, calcola che
la produttività è salita del 2,3% rispetto allo stesso periodo del
2018. Se le stime sono corrette, sarebbe il risultato migliore dal 2010
quando la economia stava rimbalzando dopo la lunga e profonda
recessione dei due anni precedenti. Tra il 2010 e il 2017 la
produttività era cresciuta in media dell'un per cento l'anno, ciò
significa che l'economia americana è in piena accelerazione.
Ma se Trump non dice il vero allora perché i mercati lo hanno preso sul
serio? Perché il neo-protezionismo, per quanto parziale, imperfetto e
per lo più annunciato, ha già prodotto effetti pesantemente negativi,
non tanto sulla Cina quanto sui paesi più industrializzati, l'Europa e
lo stesso Nord America. Il Financial Times ha pubblicato un gran bel
reportage dallo Iowa, uno stato tra i maggiori produttori di semi di
soia che vengono esportati in tutto il mondo a cominciare dalla Cina,
perché l'Estremo oriente in genere consuma più soia di quanto produca e
si rifornisce dalle Americhe. L'export rappresenta solo un terzo della
produzione per i farmers dello Iowa, ma le tariffe sono state
sufficienti a mettere in ginocchio l'economia dello Stato. Quanto alla
Cina, si rifornisce dal Brasile e dall'Argentina che oggi sono i
maggiori esportatori mondiali di soia. Anche loro hanno rincarato i
prezzi per inseguire gli statunitensi, ma non si può dire che ci sia
scarsità.
Se le cose stanno così, perché l'opposizione Dem non cavalca una vera
campagna anti-protezionista? Se lo chiedono anche molti agricoltori,
scrive il Financial Times, che avevano votato Trump e oggi voterebbero
volentieri un Democrat anti-tariffe. La spiegazione è politica, anzi
geo-politica. “Facile a dirsi”, spiegano gli strateghi democratici,
“tutti sanno che dazi e tariffe fanno schifo, ma bisogna essere duri
con la Cina”. Il paradosso è che finora Washington ha picchiato
Pechino, ma ha colpito i suoi alleati e gli stessi Stati Uniti.
Trump, come per la verità la maggior parte dell'Occidente, usa la boxe
per contrastare i cinesi i quali invece padroneggiano alla perfezione
le arti marziali, le quali sono chiaramente più efficaci - sostiene
Kerry Brown, ex diplomatico britannico, professore di Chinese studies e
direttore del Lau China Institute at Kings College di Londra. Non solo.
La Cina ha un enorme mercato interno e l'attuale strategia di Xi
Jinping (finora riuscita solo in parte) consiste nel riconvertire
l'economia in senso domestico pur senza perdere la sua forza espansiva
e per questo serve la “nuova della seta”, la Belt and Road Initiative.
Il governo ha varato una serie di stimoli domestici che hanno
bilanciato l'impatto negativo del commercio estero. Si è visto, così,
che dopo un primo choc seguito alle sanzioni l'anno scorso, la crescita
è ripresa a un buon passo (6,4% nel primo trimestre), doppio rispetto a
quello americano e almeno triplo rispetto a quello europeo. Ciò non
vuol dire che i dazi siano punture di spillo, ma per piegare il dragone
ci vorrebbe molto di più, il che metterebbe a terra le stesse economie
occidentali. Insomma una strategia suicida.
La bilancia estera degli Usa è ancora passiva per il 2,6% del pil e non
ha dato segni di migliorare nell'ultimo anno, del resto gli Stati Uniti
consumano più di quel che producono. La bilancia cinese invece è
attiva, ma solo per lo 0,2% quindi c'è stato un netto ridimensionamento
segnale chiaro della conversione domestica dell'economia. È l'area Euro
a mostrare un surplus nettamente più ampio, pari al 3,2% del pil con
l'Olanda al 9,9, la Germania al 6,6 e l'Italia al 2,5 per cento.
L' Europa, con un mercato interno ricco, saturo e stagnante, dipende
dalle esportazioni, è chiaro che diventa la prima vittima del
protezionismo. È questo che vuole il presidente americano?
Probabilmente no, o meglio non del tutto; ma vuole certamente dare una
sonora sberla a una Unione europea che non ama e a paesi come la
Germania che considera recalcitranti se non proprio ribelli. Un ceffone
economico, dopo quello militare inferto in sede Nato chiedendo (e su
questo ha ragione) che i paesi europei contribuiscano di più alla
difesa comune.
C'è un altro motivo di profonda irritazione che riguarda l'intero
establishment americano, non solo l'attuale amministrazione, e ha a che
fare con la sicurezza da un lato e con il primato tecnologico
dall'altro. Per gli Usa sono due facce della stessa medaglia. E questo
gli europei non lo vogliono ammettere. Il braccio di ferro sul 5G e sul
ruolo di Huawei è diventato un vero e proprio casus belli tra le due
sponde dell'Atlantico, con Gran Bretagna, Germania e Italia che non
intendono seguire il veto Usa al colosso dei telefonini. Anche questo
pesa sul giudizio degli gnomi che manovrano i nostri soldi. Una guerra
commerciale sarebbe pessima, una guerra tecnologica sarebbe guerra tout
court, e nemmeno condotta con altri mezzi. Di qui l'allarme per quel
che sta accadendo e quel che potrebbe accadere in futuro. Ecco perché
s'è riaffacciato l'orso a Wall Street dove il toro finora l'ha fatta da
padrone.
LINKIESTA
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HANNO TROPPO DAFFARE
Abbiamo chiesto almeno cinque volte – verbalmente e per scritto- alla
sindaca un incontro per avere spiegazioni “politiche” su alcune
delibere di giunta e determinazioni e la sindaca ci ha chiesto
(diciamo: “pretende”) che le mandiamo l'elenco delle delibere e delle
determinazioni degli uffici. Noi le abbiamo risposto che… delibere e
determinazioni sono pubblicate all'albo pretorio e quindi perfettamente
disponibili anche alla sindaca. Almeno: lo speriamo. La palla è ferma a
centro campo. Hanno troppo daffare. Comunque ci consoliamo: anche Fazio
non può intervistare Salvino: mal comune gaudio mezzo.
La Centrale Unica di Committenza area vasta Brescia per gli
appalti presso la Provincia di Brescia (ai cui servizi aderisce il
Comune di Curno) verbalizza per l'appalto della rotonda davanti
all'ingresso della nuova Rodari che: “La soglia di anomalia è pari a
17,59350 e, poiché nella lettera d'invito non è prevista l'esclusione
automatica delle offerte anomale e le offerte ammesse sono inferiori a
10, primo classificato risulta essere l'operatore economico P. V.
strade srl (…) in RTI con la mandante A. L. & c. spa (…) che ha
offerto un ribasso pari al 23,890% corrispondente ad un valore
economico percentuale al lordo dei costi della sicurezza afferenti
l'attività svolta dall'operatore economico, dei costi del personale e
dei costi della sicurezza derivanti da interferenza, al netto di IVA.
(…)
Tale offerta risulta anomala e pertanto si procederà a chiedere
all'operatore economico le spiegazioni, come previsto dall'art.97, co.5
e dall'23, co. 16 del d.lgs n.50' 2016, (…) A seguito della verifica di
congruità delle offerte svolta dal RUP, l'Autorità di gara darà
riscontro dell'esito di tale verifica con seduta pubblica.
L'Autorità di gara dà lettura della nota di valutazione del RUP di
gara, geom. Massimo Mastromattei (asseverata al ns. protocollo generale
n. 1675/19 del giorno 04/01/2019) il quale accoglie le spiegazioni
dell'offerta presentata dall'operatore economico Pozzi Virginio Strade
srl; Pertanto, l'Autorità di gara propone l'aggiudicazione a favore
della concorrente P. V. strad srl (…) in RTI con la mandante A.L. &
c. spa (…) che ha offerto un ribasso di 23,890% (…).
Fine della citazione.Poichè nel verbale NON è riportata “la nota di
valutazione del RUP di gara, geom. Massimo Mastromattei il quale
accoglie le spiegazioni dell'offerta presentata dall'operatore
economico Pozzi Virginio Strade srl” noi abbiamo chiesto al geom.
Mastromattei di leggere tale “nota di valutazione del RUP di gara,
geom. Massimo Mastromattei il quale accoglie le spiegazioni
dell'offerta presentata dall'operatore economico”.
Questi ci ha risposto che -assunto pure il parere della segretaria
comunale Maria Grazia Criscuoli- ha dettato e fatto stilare alla
dattilografa dell'ufficio sia una risposta via mail che via
raccomandata in cui ci sfancula gentilmente: “chieda l'informazione
alla centrale unica di committenza di Brescia” ed aggiunge l'indirizzo
mail della CUC breciana.
Della serie Tizio conosce una informazione e l'ha anche
trasmessa a Caio e siccome Sempronio gli chiede –nel rigoroso rispetti
della norma per cui qualunque informazione può essere chiesta a chi la
conosce e la possiede- di conoscere tale informazione, Tizio escogita
l'idea (a) di chiedere informazione alla segretaria comunale), (b) di
stilare un testo (c) di ordinare alla dattilografa di fare una mail e
comporre una raccomandata (d) la mail andrà alla segretaria comunale ed
alla sindaca (e)la raccomandata andrà al protocollo (f) qualcuno
porterà la raccomandata alle poste per la spedizione (g) qualcuno
ritirerà copia della ricevuta della raccomandata.
Nessun commento per carità di patria.
In una delibera consigliare che corregge la delibera di approvazione
del PGT (fatto che fa rabbrividire appena lo si legge….) c'è scritto
che nel fare la tavole del PGT hanno “dimenticato” di inserire un
fabbricato che era stato autorizzato con un permesso di costruire
numero tale in data tale. Del tutto “casualmente “ il mappale (su cui
sorge l'edificio “dimenticato” in fase di approntamento delle tavole
del PGT) nell'arco di 20-25 anni è stato “lottizzato” via via SENZA che
il Comune abbia MAI imposto un piano di lottizzazione (reso
obbligatorio fin dal 1967). Per completare l'opera appare come oltre al
fabbricato “dimenticato” ci sia in giro in rete la pubblicità per
la vendita di altri tre fabbricati nella parte restante del loto
ancora libera, con progetto di un professionista che nel frattempo è
diventato RUP del RUP (responsabile unico del procedimento) per la
costruenda palestra delle nuova Rodari.
Domandiamo alla dirigente dell'ufficio urbanistica di sapere chi sia il
funzionario che ha rilasciato quel “permesso di costruire numero tale
in data tale”. La quale ci risponde e precisa che nella pagina
dell'amministrazione trasparente si trovano quelle informazioni. Il
problema è che –magari non siamo smanettoni- quella pagina funziona se
tutte le griglie di ricerca sono completate altrimenti nisba. E solo
con un numero e una data non si cava il ragno dal buco. No, dico: e
fare un elenco anno per anno coi numeri dei permessi di
costruire in sequenza,così uno li vede tutti uno per uno, non era più
semplice?.
Per dire. Basta confrontare l'albo pretorio di Curno e quello di
Bergamo per rilevare il livello di trasparenza e accessibilità dei due.
La sindaca di Curno aveva messo in cantiere il primo aprile 2019 il
primo numero di “Notizie in breve dall'Amministrazione Comunale”.
Un'informativa sintetica che periodicamente aggiornerà i cittadini
sulle azioni compiute dall'Amministrazione Comunale”. Finora è rimasto
l'unico numero. In compenso nel frattempo ci ha avvisati -6 aprile- di
avere chiesto lumi all'ENAC più altri cinque uffici perché “Negli
ultimi giorni abbiamo di nuovo assistito ad un incremento del numero
dei sorvoli sul nostro territorio (Cumo). Gli aerei sorvolano a bassa
quota proprio il centro del paese e la zona residenziale di Via
Curnasco causando seri disagi alla popolazione”. (Ovviamente) l'ENAC ha
risposto che tutto va per il meglio salvo che “Si rappresenta infine
che da una verifica svolta presso il gestore aeroportuale sui tracciati
radar registrati nel periodo segnalato (ultimi giorni di marzo e primi
giorni di aprile uu.ss.),si sono registrati sette episodi di sorvolo in
atterraggio del Comune di Curno per pista n.10, dovuti a condizioni
meteo avverse e nel rispetto delle procedure di sicurezza della
navigazione aerea”.
Magari noi ricordiamo male ma quando l'ENAC trasmise al Comune di Curno
(e questi lo inserì nel PGT) il piano di volo della rotta in direzione
da Merate verso il Caravaggio nessuno disse nulla. Il fatto è che nei
periodi in cui si intensificano i voli, anche questa direzione di
atterraggio (viene usata solo per questa manovra)viene s
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