LA DISTRUZIONE DELLA PARTECIPAZIONE
La sindaca Luisa Gamba, la segretaria comunale Maria Grazia Criscuoli e
il dirigente dell’ Ufficio Lavori Pubblici Massimo Mastromattei non
perderebbero tempo se leggessero l’articolo “Scale mobili rotte e
stazioni chiuse. Alcune riflessioni su come è stato fatto l'appalto”
del 6 maggio 2019 alla pagina web: http://www.romafaschifo.com/
coniugandolo con i recenti appalti tenuti dal Comune. Specie i quattro
maggiori: beni comunali, rumenta, illuminazione e rotonda della
new Rodari. Siamo invece sicuri che non lo leggeranno perché Roma non
ha certo qualcosa da insegnare a Curno e tantomeno questo blog può
permettersi di suggerire qualcosa a questi quattro importanti
personaggi curnesi. Noi non ne abbiamo a male ma ricordiamo loro
il destino politico di un arrembante e intelligente amministratore
curnese quale fu l’avv. Roberto Arnoldi. Politico di sette spanne più
grande di tutti i suoi successori(;-)). Forse loro non sanno nemmeno
chi fu (per l’esattezza: non è ancora defunto…).
Del resto in un comune governato dal centrosinistra (comunque
camuffato) dove i maggiori appalti sono vinti da imprese di
proprietà o governate da leghisti o dal centrodestra è evidente un
“comune senza minoranza” dal momento che chi governa soddisfa
perfettamente chi sta all’opposizione. La rappresentazione politica
complessiva è comunque corretta dal momento che il centrosinistra ha
vinto formalmente le elezioni ma la maggioranza politica locale
appartiene al centrodestra ed alla Lega e solo per un inghippo della
legge elettorale c’è stato un risultato elettorale come accaduto.
Insomma tutto regolare. Formale vittoria politica del centrosinistra.
Concreto governo delle spese più sostanziose da parte del CDX+Lega.
Sostanziose briciole specie nel sociale e nella scuola alle coop e
onlus afferenti al centrosinistra.
In buona sostanza siamo un comune dove maggioranza ed opposizione
si scambiano di volta in volta i ruoli secondo l’operazione. E perché
tutto funzioni al meglio –inteso come rispetto formale delle regole di
cui non dubitiamo- è normale che il dirigente dell’ufficio lavori
pubblici sia un sindaco di centrodestra di altro comune.
Avete letto bene: non un diplomato o laureato qualsiasi assunto ad hoc
ma è proprio un sindaco di una maggioranza di centrodestra. Tutto
perfetto e legittimo: era già in quell’ufficio quando divenne sindaco.
Dal 26 maggiopv pare non sarà più sindaco effettivo ma sindaco emerito
nel suo comune. Esattamente come la Serra a Curno.
Che non è una novità dal momento che ha anticipato o riproduce
esattamente quel che accade a Roma nel governo nazionale. A Curno come
ha Roma le forze di governo hanno un totem cui sono obbligati:
“programma” o “contratto” sono incisi nel porfido e non si toccano.
Riflessioni che (ri)portano alla vicenda del CVI2 ed alla rottura tra i
volontari del GS Marigolda e il Comune. Quello che la sindaca Gamba e
questa amministrazione non hanno capito –e sarà difficile che lo
capiscano anche d’ora in avanti – è che se un gruppo di
volontari sta insieme da mezzo secolo riuscendo a superare
tutti i casini che possono accadere ha sviluppato al suo interno una
prassi di risoluzione dei problemi che questa maggioranza neppure si
sogna. Anche se magari qualcuno della giunta ha fatto qualche esame in
tema all’università. Cinquanta anni di “stare assieme”sviluppano un DNA
che è più forte di qualsiasi ragione. Se davvero il CVI2 è stato quella
“gallina dalle uova d’oro” che qualche ex amministratore ha
incautamente definito, c’è da avere qualche dubbio dal momento che
quando si sgraffigna scoppiano anche dei bei casini e
regolarmente i ladri si dividono.
Così non è accaduto mentre il Comune di Curno ieri ha preso la legnata
dalla sentenza Leggeri, poi quella della falsificazione (volontaria o
involontaria? Lo sa solo il buondio) della durata della convenzione col
CVI1 per di più a guida di un PD, ed oggi di punto in bianco sbaracca i
volontari del GS Marigolda dal CVI2 e gli ordina (sic!) di smontare la
prima “baracca” che venne costruita da ignari cittadini
addirittura prima del 1975. Una “baracca” che il Comune ha “consegnato”
al GS Marigolda fin dalla prima convenzione quando quei volontari
adesso sono tutti bisnonni.
Tutto questo – a Roma come a Curno- non accade per caso. Lo scrivevamo ieri.
Non c'è la costruzione positiva della partecipazione ragion per cui la
popolazione si sente partecipe di un disegno comune. Non tutti
ovviamente ma almeno una maggioranza. No. Per questa maggioranza i
cittadini sono utenti, sono spettatori. Te lo dicono in faccia nelle
sedute del consiglio comunale. I cittadini non sono protagonisti. A
questa maggioranza interessa solo lo scambio elettorale: io ti do
questo e ti mi dai il voto. Per loro i problemi si risolvono cercando
il professionista al minor prezzo sul mercato. Sigh. Semmai sarà
vero.
Una cosa comunque è li scritta, scolpita! nel marmo del marmo. L’idea
che la politica sia un compromesso positivo e di relazione e che si
moduli man mano nel tempo non esiste: consiglio e giunta sono come i
CdA delle imprese. I funzionari emettano a getto continuo
determinazioni per attuare il programma salvo poi far finta di nulla se
quelle… leggasi l’articolo nel link indicato all’inizio.
Vivere Curno e la sindaca Gamba hanno sostanzialmente abolito le
commissioni: li dentro non si propone. Al massimo –ma davvero al
massimo- si approva e si mette in pratica il contratto di governo
che loro (Gamba Serra Conti ecc.) eufemisticamente definiscono
programma.
Sono fermi ancora al 2000. Nella rumenta, nell'ambiente, nella raccolta
differenziata, nei trasporti, nella viabilità, nelle piste ciclabili.
Nella vicenda del Parco del Brembo si percepisce chiaramente che stanno facendo qualcosa ma non ne sono convinti.
Nella vicenda della biblioteca si percepisce chiaramente che stanno
facendo qualcosa per non incorrere in una causa di danno erariale ma
non ne sono convinti.
Nella questione dell’orto botanico e collegati non si muovono nemmeno
con la ruspa o perché vanno a toccare interessi di qualche importante
elettore o perché non ne sono convinti – esattamente come per il Parco
e la Biblioteca ”che col verde la cultura e l’ambientalismo non si
magna”.
Invece basta andare a vedere la raffica di determine che danno
incarichi per ogni cosa cosina cosuccia per capire come
l’operazione di costruzione del consenso sia giocata a tutto campo.
Per esempio sul Parco del Brembo crediamo che siano state emesse finora
almeno due dozzine di determine ma… non si è mosso un centimetro cubo
di lavori. Non si è aperta un centimetro di pista pedociclabile.
|
C'E' DEL MARCIO A MANDURIA
E NON E' IL PRIMITIVO
Come potete leggere nei due brevi articoli a distanza di poche
ore escono due notizie che danno un quadro significativamente
differente della tragedia. Dunque non solo c’era un gran numero
di cittadini “onorati” di Manduria (31mila abitanti) che avevano visto
i filmati degli otto delinquenti e sapevano poco o tanto della
vicenda ma non si sono mossi, ma addirittura la stessa polizia
era arrivata a casa dell’uomo proprio a seguito di una segnalazione di
alcuni vicini dell’uomo. Poi non era successo niente perché l’uomo non
aveva presentato denuncia: e c’è da crederci visto che non stava ne
bene e non era mai stato bene.
Cominciamo col dire che in questo periodo il Comune di Manduria non ha
un sindaco e un consiglio comunale ma è gestito (adesso) da tre
commissari in applicazione dell’art. 143 D.lgs. 18 agosto 2000,
n. 267 a seguito di scioglimento del consigli comunale conseguente a
fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso o
similare. Il consiglio comunale eletto a maggio 2013 è decaduto a
seguito della dimissioni di oltre la metà dei consiglieri comunali.
Leggendo la relazione dei tre commissari c’è da mettersi le mani nei
capelli. Senza entrare in particolari che la storia diverrebbe una
Bibbia, la politica mandriana è una sorta di sussidiario della
malapolitica italiana dove si intrecciano destra e sinistra ma il
vero collante dell’insieme è la mafia. Quindi Manduria non appare
proprio quella terra felice e pulita che vogliono descrivere. Peraltro
prima della nomina della commissione c’era già stata la nomina di un
commissario che dopo l’esame sommario della situazione aveva avvisato
il prefetto con la conseguente nomina della terna commissaria.
Si chiude con 38 condanne e 19 assoluzioni, decretate dal giudice
leccese Giovanni Gallo, il processo scaturito dall'inchiesta antimafia
«Impresa» che a luglio del 2017 si concluse con 27 misure restrittive.
Un'indagine basata su presunti rapporti d’affari tra clan e politica
nel versante orientale della provincia. Due gli amministratori
condannati: l’ex assessore allo Sport e spettacoli di Manduria
Massimiliano Rossano all’epoca finito in carcere con l’accusa di essere
affiliato al clan e condannato ieri a 7 anni e 4 mesi di reclusione e
l’ex presidente del consiglio comunale manduriano Nicola Dimonopoli,
medico del pronto soccorso, che fini ai domiciliari per scambio
politico-mafioso. Ieri è stato condannato a due anni.
A Manduria c’era-c’è un Ghetto degli Ebrei anche se non vi è più
un popolazione di tale religione. Lungo il mare del golfo ionico
tarantino c’è la Riserva naturale del Fiume Chidro un complesso di
sorgenti di acqua salmastra ubicato pochi km a est del piccolo abitato
di San Pietro in Bevagna (frazione di Manduria). L'enorme contenitore
delle sorgenti ha una forma imbutiforme molto simile a quella di un
cratere di un vulcano spento e allagato dalle acque provenienti dalle
falde carsiche. Le acque prodotte con una portata superiore ai 3000
litri/sec colmano il cratere profondo 12 metri e dopo aver seguito un
breve percorso di circa 500 metri lungo un canale (detto fiume) si
riversano in mare.
Di Manduria va anche ricordato il vino da uve di primitivo, di
cui esistono quattro vini a denominazione controllata e protetta. Era
il tipico vino meridionale in mescita nelle osterie del settentrione,
conosciuto soprattutto dopo la prima guerra mondiale quando polentoni e
terroni si conobbero al fronte.
Tornando alla tragedia c’è da ricordare come pochi giorni or sono il
tribunale di Milano ha inflitto oltre mille ore di lavori socialmente
utili assegnate, in seguito a patteggiamento, ai tre ragazzi che per la
durata di due anni si erano divertiti a imbrattare con i loro spray le
carrozze della metropolitana, a volte perfino quando erano in
movimento. Senza dimenticare il risarcimento in denaro (oltre ventimila
euro) cui sono stati condannati. Purtroppo le multe non toccano a loro,
ventenni verosimilmente nullatenenti, bensì ai genitori: i quali
ora saranno infuriati sì, e forse anche prodighi di punizioni, ma
difficilmente davvero educatori visto che l’educazione devono averla
trascurata prima, quando i loro figli per due lunghi anni si stavano
alacremente allenando nell’arte della sia pur piccola criminalità.
La notizia da Manduria degli otto provvedimenti di fermo (14 sono
invece gli indagati nel complesso) nei confronti di altrettanti
soggetti (di cui sei minori di età) ritenuti a vario titolo gravemente
indiziati in concorso dei reati di tortura, danneggiamento, violazione
di domicilio e sequestro di persona aggravati intervengono sulla triste
vicenda che ha visto vittima il povero S. A. C., il 65enne deceduto lo
scorso 23 aprile u.s. per “shock cardiogeno” presso il reparto di
rianimazione dell’Ospedale Giannuzzi di Manduria. “La misura della
custodia cautelare in carcere - scrive il gip del Tribunale ordinario
Rita Romano - appare sostanzialmente adeguata alla gravità dei fatti,
avendo gli indagati dimostrato notevole inclinazione alla consumazione
di reati, totale inafFidabilità e completa assenza di freni inibitori.
Né - rileva - vi è misura diversa meno grave rispetto a quella
anzidetta idonea a garantire le esigenze di tutela della collettività
stante la personalità dei due indagati” che “non offrono alcuna
garanzia certa di rispetto degli obblighi di una misura cautelare meno
afflittiva, dovendosi pertanto fortemente limitare la loro libertà di
movimento per impedire la ricaduta nel delitto”. Secondo il giudice, i
nuclei familiari dei due indagati “hanno dato prova di incapacità a
controllare ed educare i due giovani”, da qui la decisione di escludere
la concessione degli arresti domiciliari.
Proprio il quadro generale di Manduria città mi porta a suggerire
che può avere anche un senso mettere in galera i due maggiorenni e
spedire nel carcere minorile gli altri sei ancora minori ma forse
bisognerebbe mettere in galera ANCHE TUTTI i genitori di questi otto
delinquenti. E intanto metterli tutti la lavorare e studiare anche se
c’è da dubitare che una città siffatta, a parte la finta nelle parole
di cordoglio e stupore, abbia ancora qualche risorsa in grado di
prendere i mano otto delinquenti che hanno u
|