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LA DISTRUZIONE DELLA PARTECIPAZIONE
La sindaca Luisa Gamba, la segretaria comunale Maria Grazia Criscuoli e il dirigente dell’ Ufficio Lavori Pubblici Massimo Mastromattei non perderebbero tempo se leggessero l’articolo “Scale mobili rotte e stazioni chiuse. Alcune riflessioni su come è stato fatto l'appalto” del 6 maggio 2019 alla pagina web: http://www.romafaschifo.com/ coniugandolo con i recenti appalti tenuti dal Comune. Specie i quattro maggiori: beni comunali, rumenta,  illuminazione e rotonda della new Rodari. Siamo invece sicuri che non lo leggeranno perché Roma non ha certo qualcosa da insegnare a Curno e tantomeno questo blog può permettersi di suggerire qualcosa a questi quattro importanti personaggi  curnesi. Noi non ne abbiamo a male ma ricordiamo loro il destino politico di un arrembante e intelligente amministratore curnese quale fu l’avv. Roberto Arnoldi. Politico di sette spanne più grande di tutti i suoi successori(;-)). Forse loro non sanno nemmeno chi fu (per l’esattezza: non è ancora defunto…). (...)

C'E' DEL MARCIO A MANDURIA
E NON E' IL PRIMITIVO
(...) Cominciamo col dire che in questo periodo il Comune di Manduria non ha un sindaco e un consiglio comunale ma è gestito (adesso) da  tre commissari in applicazione dell’art. 143  D.lgs. 18 agosto 2000, n. 267 a seguito di scioglimento del consigli comunale conseguente a fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso o similare. Il consiglio comunale eletto  a maggio 2013 è decaduto a seguito della dimissioni di oltre la metà dei consiglieri comunali. Leggendo la relazione dei tre commissari c’è da mettersi le mani nei capelli. Senza entrare in particolari che la storia diverrebbe una Bibbia, la politica mandriana è una sorta di sussidiario della malapolitica italiana dove si intrecciano destra e sinistra ma  il vero collante dell’insieme è la mafia. Quindi Manduria non appare proprio quella terra felice e pulita che vogliono descrivere. Peraltro prima della nomina della commissione c’era già stata la nomina di un commissario che dopo l’esame sommario della situazione aveva avvisato il prefetto con la conseguente nomina della terna commissaria.
Si chiude con 38 condanne e 19 assoluzioni, decretate dal giudice leccese Giovanni Gallo, il processo scaturito dall'inchiesta antimafia «Impresa» che a luglio del 2017 si concluse con 27 misure restrittive. Un'indagine basata su presunti rapporti d’affari tra clan e politica nel versante orientale della provincia. Due gli amministratori condannati: l’ex assessore allo Sport e spettacoli di Manduria Massimiliano Rossano all’epoca finito in carcere con l’accusa di essere affiliato al clan e condannato ieri a 7 anni e 4 mesi di reclusione e l’ex presidente del consiglio comunale manduriano Nicola Dimonopoli, medico del pronto soccorso, che fini ai domiciliari per scambio politico-mafioso. Ieri è stato condannato a due anni.
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neve di maggio

















http://www.romafaschifo.com/





















LA DISTRUZIONE DELLA PARTECIPAZIONE

La sindaca Luisa Gamba, la segretaria comunale Maria Grazia Criscuoli e il dirigente dell’ Ufficio Lavori Pubblici Massimo Mastromattei non perderebbero tempo se leggessero l’articolo “Scale mobili rotte e stazioni chiuse. Alcune riflessioni su come è stato fatto l'appalto” del 6 maggio 2019 alla pagina web: http://www.romafaschifo.com/ coniugandolo con i recenti appalti tenuti dal Comune. Specie i quattro maggiori: beni comunali, rumenta,  illuminazione e rotonda della new Rodari. Siamo invece sicuri che non lo leggeranno perché Roma non ha certo qualcosa da insegnare a Curno e tantomeno questo blog può permettersi di suggerire qualcosa a questi quattro importanti personaggi  curnesi. Noi non ne abbiamo a male ma ricordiamo loro il destino politico di un arrembante e intelligente amministratore curnese quale fu l’avv. Roberto Arnoldi. Politico di sette spanne più grande di tutti i suoi successori(;-)). Forse loro non sanno nemmeno chi fu (per l’esattezza: non è ancora defunto…).

Del resto in un comune governato dal centrosinistra (comunque camuffato) dove i maggiori appalti sono vinti da  imprese di proprietà o governate da leghisti o dal centrodestra è evidente un “comune senza minoranza” dal momento che  chi governa soddisfa perfettamente chi sta all’opposizione. La rappresentazione politica complessiva è comunque corretta dal momento che il centrosinistra ha vinto formalmente le elezioni ma la maggioranza politica locale appartiene al centrodestra ed alla Lega e solo per un inghippo della legge elettorale c’è stato un risultato elettorale come accaduto.
Insomma tutto regolare. Formale vittoria politica del centrosinistra. Concreto governo delle spese più sostanziose da parte del CDX+Lega. Sostanziose briciole specie nel sociale e nella scuola alle coop e onlus afferenti al centrosinistra.
In buona sostanza siamo un comune  dove maggioranza ed opposizione si scambiano di volta in volta i ruoli secondo l’operazione. E perché tutto funzioni al meglio –inteso come rispetto formale delle regole di cui non dubitiamo- è normale che il dirigente  dell’ufficio lavori pubblici sia un sindaco di centrodestra di altro comune.
Avete letto bene: non un diplomato o laureato qualsiasi assunto ad hoc ma è proprio un sindaco di una maggioranza di centrodestra. Tutto perfetto e legittimo: era già in quell’ufficio quando divenne sindaco. Dal 26 maggiopv pare non sarà più sindaco effettivo ma sindaco emerito nel suo comune. Esattamente come la Serra a Curno.
Che non è una novità dal momento che ha anticipato o riproduce esattamente quel che accade a Roma nel governo nazionale. A Curno come ha Roma le forze di governo hanno un totem cui sono obbligati: “programma” o “contratto” sono incisi nel porfido e non si toccano.
Riflessioni che (ri)portano alla vicenda del CVI2 ed alla rottura tra i volontari del GS Marigolda e il Comune. Quello che la sindaca Gamba e questa amministrazione non hanno capito –e sarà difficile che lo capiscano anche d’ora in avanti – è che se un gruppo di volontari   sta insieme da mezzo secolo riuscendo a superare tutti i casini che possono accadere ha sviluppato al suo interno una prassi di risoluzione dei problemi che questa maggioranza neppure si sogna. Anche se magari qualcuno della giunta ha fatto qualche esame in tema all’università. Cinquanta anni di “stare assieme”sviluppano un DNA che è più forte di qualsiasi ragione. Se davvero il CVI2 è stato quella “gallina dalle uova d’oro” che qualche ex amministratore ha incautamente definito, c’è da avere qualche dubbio dal momento che quando si sgraffigna scoppiano anche dei bei casini e  regolarmente i ladri si  dividono.
Così non è accaduto mentre il Comune di Curno ieri ha preso la legnata dalla sentenza Leggeri, poi quella della falsificazione (volontaria o involontaria? Lo sa solo il buondio) della durata della convenzione col CVI1 per di più a guida di un PD, ed oggi di punto in bianco sbaracca i volontari del GS Marigolda dal CVI2 e gli ordina (sic!) di smontare la prima “baracca” che venne costruita  da ignari cittadini addirittura prima del 1975. Una “baracca” che il Comune ha “consegnato” al GS Marigolda fin dalla prima convenzione quando quei volontari adesso sono tutti bisnonni.

Tutto questo – a Roma come a Curno- non accade per caso. Lo scrivevamo ieri.
Non c'è la costruzione positiva della partecipazione ragion per cui la popolazione si sente partecipe di un disegno comune. Non tutti ovviamente ma almeno una maggioranza. No. Per questa maggioranza i cittadini sono utenti, sono spettatori. Te lo dicono in faccia nelle sedute del consiglio comunale. I cittadini non sono protagonisti. A questa maggioranza interessa solo lo scambio elettorale: io ti do questo e ti mi dai il voto. Per loro i problemi si risolvono cercando il  professionista al minor prezzo sul mercato. Sigh. Semmai sarà vero.
Una cosa comunque è li scritta, scolpita! nel marmo del marmo. L’idea che la politica sia un compromesso positivo e di relazione e che si moduli man mano nel tempo non esiste: consiglio e giunta sono come i CdA delle imprese. I funzionari emettano a getto continuo determinazioni per attuare il programma salvo poi far finta di nulla se quelle… leggasi l’articolo nel link indicato all’inizio.
Vivere Curno e la sindaca Gamba hanno sostanzialmente abolito le commissioni: li dentro non si propone. Al massimo –ma davvero al massimo- si  approva e si mette in pratica il contratto di governo che loro (Gamba Serra Conti ecc.) eufemisticamente definiscono programma.
Sono fermi ancora al 2000. Nella rumenta, nell'ambiente, nella raccolta differenziata, nei trasporti, nella viabilità, nelle piste ciclabili.
Nella vicenda del Parco del Brembo si percepisce chiaramente che stanno facendo qualcosa ma non ne sono convinti.
Nella vicenda della biblioteca si percepisce chiaramente che stanno facendo qualcosa per non incorrere in una causa di danno erariale ma non ne sono convinti.
Nella questione dell’orto botanico e collegati non si muovono nemmeno con la ruspa o perché vanno a toccare interessi di qualche importante elettore o perché non ne sono convinti – esattamente come per il Parco e la Biblioteca ”che col verde la cultura e l’ambientalismo non si magna”.
Invece basta andare a vedere la raffica di determine che danno incarichi per ogni cosa cosina cosuccia  per capire come l’operazione di costruzione del consenso sia giocata a tutto campo.
Per esempio sul Parco del Brembo crediamo che siano state emesse finora almeno due dozzine di determine ma… non si è mosso un centimetro cubo di lavori. Non si è aperta un centimetro  di pista pedociclabile.
 

C'E' DEL MARCIO A MANDURIA
E NON E' IL PRIMITIVO
Come potete leggere nei due brevi articoli  a distanza di poche ore escono due notizie che danno un quadro significativamente differente della tragedia. Dunque non solo  c’era un gran numero di cittadini “onorati” di Manduria (31mila abitanti) che avevano visto i filmati degli otto delinquenti e  sapevano poco o tanto della vicenda ma non si sono mossi, ma addirittura la stessa polizia  era arrivata a casa dell’uomo proprio a seguito di una segnalazione di alcuni vicini dell’uomo. Poi non era successo niente perché l’uomo non aveva presentato denuncia: e c’è da crederci visto che non stava ne bene e non era mai stato bene.

Cominciamo col dire che in questo periodo il Comune di Manduria non ha un sindaco e un consiglio comunale ma è gestito (adesso) da  tre commissari in applicazione dell’art. 143  D.lgs. 18 agosto 2000, n. 267 a seguito di scioglimento del consigli comunale conseguente a fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso o similare. Il consiglio comunale eletto  a maggio 2013 è decaduto a seguito della dimissioni di oltre la metà dei consiglieri comunali. Leggendo la relazione dei tre commissari c’è da mettersi le mani nei capelli. Senza entrare in particolari che la storia diverrebbe una Bibbia, la politica mandriana è una sorta di sussidiario della malapolitica italiana dove si intrecciano destra e sinistra ma  il vero collante dell’insieme è la mafia. Quindi Manduria non appare proprio quella terra felice e pulita che vogliono descrivere. Peraltro prima della nomina della commissione c’era già stata la nomina di un commissario che dopo l’esame sommario della situazione aveva avvisato il prefetto con la conseguente nomina della terna commissaria.
Si chiude con 38 condanne e 19 assoluzioni, decretate dal giudice leccese Giovanni Gallo, il processo scaturito dall'inchiesta antimafia «Impresa» che a luglio del 2017 si concluse con 27 misure restrittive. Un'indagine basata su presunti rapporti d’affari tra clan e politica nel versante orientale della provincia. Due gli amministratori condannati: l’ex assessore allo Sport e spettacoli di Manduria Massimiliano Rossano all’epoca finito in carcere con l’accusa di essere affiliato al clan e condannato ieri a 7 anni e 4 mesi di reclusione e l’ex presidente del consiglio comunale manduriano Nicola Dimonopoli, medico del pronto soccorso, che fini ai domiciliari per scambio politico-mafioso. Ieri è stato condannato a due anni.


A Manduria c’era-c’è un Ghetto degli Ebrei anche se non  vi è più un popolazione di tale religione. Lungo il mare del golfo ionico tarantino c’è la Riserva naturale del Fiume Chidro un complesso di sorgenti di acqua salmastra ubicato pochi km a est del piccolo abitato di San Pietro in Bevagna (frazione di Manduria). L'enorme contenitore delle sorgenti ha una forma imbutiforme molto simile a quella di un cratere di un vulcano spento e allagato dalle acque provenienti dalle falde carsiche. Le acque prodotte con una portata superiore ai 3000 litri/sec colmano il cratere profondo 12 metri e dopo aver seguito un breve percorso di circa 500 metri lungo un canale (detto fiume) si riversano in mare.
Di Manduria va anche ricordato il vino  da uve di primitivo, di cui esistono quattro vini a denominazione controllata e protetta. Era il tipico vino meridionale in mescita nelle osterie del settentrione, conosciuto soprattutto dopo la prima guerra mondiale quando polentoni e terroni si conobbero al fronte.

Tornando alla tragedia c’è da ricordare come pochi giorni or sono il tribunale di Milano ha inflitto oltre mille ore di lavori socialmente utili assegnate, in seguito a patteggiamento, ai tre ragazzi che per la durata di due anni si erano divertiti a imbrattare con i loro spray le carrozze della metropolitana, a volte perfino quando erano in movimento. Senza dimenticare il risarcimento in denaro (oltre ventimila euro) cui sono stati condannati. Purtroppo le multe non toccano a loro, ventenni verosimilmente nullatenenti, bensì ai genitori:  i quali ora saranno infuriati sì, e forse anche prodighi di punizioni, ma difficilmente davvero educatori visto che l’educazione devono averla trascurata prima, quando i loro figli per due lunghi anni si stavano alacremente allenando nell’arte della sia pur piccola criminalità.

La notizia da Manduria degli otto provvedimenti di fermo (14 sono invece gli indagati nel complesso) nei confronti di altrettanti soggetti (di cui sei minori di età) ritenuti a vario titolo gravemente indiziati in concorso dei reati di tortura, danneggiamento, violazione di domicilio e sequestro di persona aggravati intervengono sulla triste vicenda che ha visto vittima il povero S. A. C., il 65enne deceduto lo scorso 23 aprile u.s. per “shock cardiogeno” presso il reparto di rianimazione dell’Ospedale Giannuzzi di Manduria. “La misura della custodia cautelare in carcere - scrive il gip del Tribunale ordinario Rita Romano - appare sostanzialmente adeguata alla gravità dei fatti, avendo gli indagati dimostrato notevole inclinazione alla consumazione di reati, totale inafFidabilità e completa assenza di freni inibitori. Né - rileva - vi è misura diversa meno grave rispetto a quella anzidetta idonea a garantire le esigenze di tutela della collettività stante la personalità dei due indagati” che “non offrono alcuna garanzia certa di rispetto degli obblighi di una misura cautelare meno afflittiva, dovendosi pertanto fortemente limitare la loro libertà di movimento per impedire la ricaduta nel delitto”. Secondo il giudice, i nuclei familiari dei due indagati “hanno dato prova di incapacità a controllare ed educare i due giovani”, da qui la decisione di escludere la concessione degli arresti domiciliari.


Proprio il quadro generale di Manduria città  mi porta a suggerire che può avere anche un senso mettere in galera i due maggiorenni e spedire nel carcere minorile gli altri sei ancora minori ma forse bisognerebbe mettere in galera ANCHE TUTTI i genitori di questi otto delinquenti. E intanto metterli tutti la lavorare e studiare anche se c’è da dubitare che una città siffatta, a parte la finta nelle parole di cordoglio e stupore, abbia ancora qualche risorsa in grado di prendere i mano otto delinquenti che hanno u