A GUARDARE ALLE COLLINE 986





Di cosa parliamo in questa pagina.

Pare che la giunta Gamba si troverà il pollaio vuoto. Ci riferiamo al CVI2 da cui se ne stanno andando tutte le squadre ed anche molti soci  si  stanno o si iscriveranno altrove. Le squadre che debbono fare riferimento a delle federazioni sportive verticali se ne sono già andate. Avanti di questo passo il centro resterà vuoto perchè col solo bar e qualche occasionale sportivo, sarà difficile che qualcuno ci investa 150mila euro per sette mesi.
La giunta Gamba vuole svenare il fortunato concorrente che ci metteràpiede ma forse sarà la giunta a dovere scendere ad aprire il posto il primo giugno.
A meno che la giunta voglia creare la situazione talmente messa male da assegnare il tutto alla solita coop od onlus.
Pare che per compire l'opera abbia  ingiunto al GS Marigolda di sbaraccare la capanna di legno ma il GS Marigolda é arrivato DOPO la costruzione e quindi ... non sbaracca quel che non ha messo in piedi.
Insomma un casino totale con un'amministrazione ed una  commissione sport che non si sa cosa stia combinando.

GLI SLOGAN DELLA TRUFFA
Una velenosa miscela di inganni sta riducendo la campagna elettorale per il nuovo Parlamento europeo a una mistificante truffa collettiva. Accade anche altrove, ma in nessun Paese il fenomeno ha raggiunto i livelli tossici che si registrano in Italia. Dove i pifferai del governo giallo-verde sono impegnati a lisciare il pelo degli elettori propinando una lettura dei problemi del tutto distorsiva della realtà dei fatti.
L'esempio più allarmante riguarda l'affermazione, ossessivamente ripetuta, secondo cui nelle urne sarebbe in gioco l'opportunità di sciogliere l'Italia da quei vincoli del rigore contabile sui quali si scarica ogni responsabilità per i guai finanziari del Paese. Che il famigerato "fiscal compact" abbia ingabbiato la politica economica dell'Unione con la sua astratta e ottusa idolatria del pareggio di bilancio è un dato di fatto non contestabile. Ma è altrettanto un fatto che la testimonianza più corposa dei suoi limiti funzionali è offerta proprio dall'Italia che, in barba ai vincoli europei, nulla di serio ha fatto per impedire la crescita senza freni di quel fattore esiziale di instabilità che è il nostro abnorme debito pubblico.(...)


























































GLI SLOGAN DELLA TRUFFA



Una velenosa miscela di inganni sta riducendo la campagna elettorale per il nuovo Parlamento europeo a una mistificante truffa collettiva. Accade anche altrove, ma in nessun Paese il fenomeno ha raggiunto i livelli tossici che si registrano in Italia. Dove i pifferai del governo giallo-verde sono impegnati a lisciare il pelo degli elettori propinando una lettura dei problemi del tutto distorsiva della realtà dei fatti.
L'esempio più allarmante riguarda l'affermazione, ossessivamente ripetuta, secondo cui nelle urne sarebbe in gioco l'opportunità di sciogliere l'Italia da quei vincoli del rigore contabile sui quali si scarica ogni responsabilità per i guai finanziari del Paese. Che il famigerato "fiscal compact" abbia ingabbiato la politica economica dell'Unione con la sua astratta e ottusa idolatria del pareggio di bilancio è un dato di fatto non contestabile. Ma è altrettanto un fatto che la testimonianza più corposa dei suoi limiti funzionali è offerta proprio dall'Italia che, in barba ai vincoli europei, nulla di serio ha fatto per impedire la crescita senza freni di quel fattore esiziale di instabilità che è il nostro abnorme debito pubblico.
Raccontare che licenziando i "tecnocrati" di Bruxelles e i loro parametri si spalancherebbero le porte del bengodi significa prendere gli italiani per babbei e avviarli a una prossima mattanza contabile di dimensioni catastrofiche. Se ne sono viste le avvisaglie negli ultimi mesi durante la caotica fase di rodaggio dell'attuale governo, quando il fatidico "spread" saliva di pari passo con le minchionate in libera uscita dalle bocche degli esponenti giallo-verdi. Concentrare la battaglia politica contro Bruxelles serve soltanto a nascondere una verità scomoda ma ineludibile: che ad assolvere o condannare la nostra politica di bilancio non sono e non saranno tanto i pur occhiuti giudici dell'Unione quanto quelli — ben più severi e soprattutto decisivi — che operano sui mercati finanziari. Alle sentenze di vita o di morte dei quali, piaccia o non piaccia, è comunque appeso il Paese con il suo debito pubblico al 132 per cento del Pil, per giunta con tendenza a crescita ulteriore.
Quello in corso non è un "derby" fra Italia ed Europa — come direbbe Matteo Salvini — ma fra l'Italia e il resto del mondo, dove si muovono gli ingenti capitali necessari al finanziamento del nostro debito. Far finta di non vedere che questo è il campo di gioco dove si svolge la vera partita significa raddoppiare i termini dell'inganno politico. Perché così si rovescia la comprensione della realtà al punto da far passare come principale nemica agli occhi degli italiani proprio l'unica istituzione — l'Unione europea — che ha ragioni assai solide per aiutarci a non soccombere nella sfida sulla tenuta del debito. Se non altro in forza del comune interesse degli Stati dell'euro a evitare che nelle mani dei dilettanteschi sovranisti nostrani l'Italia finisca per mettersi al servizio delle mire geopolitiche di Mosca o di Pechino.
E qui siamo al nodo cruciale della grande truffa in atto. La servitù del debito è tale da non lasciare scampo alla politica italiana. I mercati sono già pronti a far suonare la fine della ricreazione. A quel punto l'alternativa sarà secca: accettare la pur parziale tutela dell'Europa oppure vendere/svendere la nostra pretesa sovranità a uno di quei grandi feudatari che sanno concepire i rapporti fra Paesi soltanto in termini di vassallaggio.
Tertium non datur.

Massimo Riva
NUOVA GESTIONE DEL CVI2
LA GIUNTA RIMANDA DI 7+5 MESI
UNA RETROMARCIA MASCHERATA?

Chi è disposto a regalare al Comune per sette mesi di gestione del CVI2 così com’è e “le spese delle utenze relative a luce, acqua e gas rimarranno a carico del Comune per l’intera durata della concessione” basta che offra almeno € 123.500,00 al netto dell’IVA per il periodo 01.07.2019 - 31.01.2020, elevabili a € 173.800,00 al netto dell’IVA  compresi gli altri (eventuali) cinque mesi.
La giunta Gamba inanella quindi il primo flop politico visto che  l’assegnazione del CVI2 ai sensi delle leggi europee ed assunte dall’Italia doveva iniziare il primo luglio p.v. quando terminava la convenzione col GS Marigolda.
E’ evidente del come la Giunta- via la funzionaria delegata in materia - avendo fissato la data perentoria di presentazione delle offerte al 9 maggio p.v. col bando pubblicato il 30 aprile fa capire anche ai sordi ed ai ciechi che esiste già  il vincitore.
E non solo perché sarà maggiorenne e quindi non nasce dopo il 30 aprile 2019.
Non fosse altro che 150 mila euro di bigliettoni  (quelli nuovi o sono ancora buoni anche quelli vecchi?) non si scopano per strada.

Certo è che fissare in meno di dieci giorni il tempo per decidere ed offrire, non è un buon esempio di governo della cosa pubblica e di trasparenza verso i cittadini e le imprese.
In genere quando un’impresa viene messa in vendita o in affitto accade che gli operatori interessati sono ammessi previa una certa procedura ad “accedere ai conti” (l’esempio più eclatante  sono state Alitalia ed ILVA) ma siccome  il GS Marigolda non ha un bilancio PUBBLICO certificato,  era necessario mettere a disposizione almeno il calendario di occupazione degli impianti in maniera che  i concorrenti potessero farsi un piano.
Pare che esista un PEF (piano economico finanziario) preparato da uno che non ha mai visto gli impianti funzionare nemmeno in cartolina ma nel bando non c’è scritto che sia disponibile PRIMA dell’offerta. Quindi non esiste o è la solita esercitazione speculativa.

La procedura di aggiudicazione sfrutta tra l’altro quanto prevede il Decreto Legge   aprile 2019 n. 32/2019 che modifica l’art. 36 del Codice Appalti sui contratti sotto le soglie comunitarie (adesso portate da 40mila fino a 200mila euro).
Il criterio di selezione utilizzato per l’aggiudicazione della concessione sarà quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa ex art. 95, comma 2, D. Lgs. 50/2016 sulla base sulla base del miglior rapporto qualità / canone offerto all’Amministrazione secondo i criteri che ci si riserva di definire in dettaglio con la lettera d’invito.
Verrà esperita procedura negoziata ex art. 36, comma 2, lett. b), D. Lgs. 50/2016, a cui verranno invitati almeno cinque operatori economici ove esistenti tra quelli che abbiano manifestato interesse entro il termine e con le modalità sopra specificate.
Qualora il numero di manifestazioni di interesse fosse superiore a cinque, ferma restando la facoltà di invitare tutti i candidati e nel rispetto del criterio di rotazione, si procederà a sorteggio nel luogo e nella data che verrà indicata successivamente.
Si rende noto che il servizio sarà affidato anche in presenza di una sola offerta purché essa sia ritenuta valida e congruente con l’interesse pubblico.

Noi siamo maliziosi ma questa operazione prepara una serie di rimandi partendo dai 7+5+…+… +…. ha da venì Baffone!.
 
Il quadro d’insieme dimostra ancora una volta come il paese sia sempre stato governato all’insegna del “volemose bene che siamo tutti bravi volenterosi ed onesti  e nessuno si permetta di dubitarlo!” dimenticando che la trasparenza sta alla base di qualsiasi rapporto pubblico privato. Noi  stiamo dicendo da almeno un quarto di secolo che le società che gestiscono impianti e servizi per il Comune debbano presentare dei bilanci certificati da dei professionisti, uno dei quali debba essere nominato dal Comune. Fosse stata applicata questa regola da almeno ventanni adesso i Curnesi avrebbero in mano la situazione dei due CVI specchiate nei bilanci e nella descrizione-valutazione degli impianti in termini di fruibilità.
Questo avrebbe aiutato il volontariato a crescere  nella gestione dei due centri e sarebbe stato lievito madre per futuri professionisti e non speranzosi imprenditori.