A GUARDARE ALLE COLLINE 981





ALGIDO&PIGA
L'effetto di chiedere la rimozione del post di Algido è stato quello della pallonata nella vetrinetta dove l'alcolista conserva le bottiglie di grappa.
O quella dell'esplosione della macchinetta in mano al ludopata.
Oppure, andando indietro di qualche anno, quando Pedretti scrisse nome cognome e indirizzo del custode delLa Latrina di Nusquamia: l'ing. Claudio Piga.
Il  custode delLa Latrina di Nusquamia e il suo cane da riporto Algido hanno fatto un maldestro tentativo di svicolare probabilmente perché si sono ricordati di qualche articolo del codice penale. Intanto lavorano gli avvocati a registrare la pagina delLa Latrina poi ci penseranno.
I due ultimi post del cane da riporto e del suo padrone testimoniano l'ipocrisia, la falsità, la doppiezza dei due personaggi. Nessuno aveva capito il gioco infantile da parte dell’ing. ClaudioPiga di associare gatto, felino e leone.
Non poteva mancare da parte del custode delLa Latrina di Nusquamia il gioco dello scorpione e della rana di cui é un esperto: peccato che nella sua intelligenza non abbia capito che meglio avere per vicino un'aspide che un Piga o un Algido.
Non dirò una novità ma il blog del custode delLa Latrina di Nusquamia altro non è che la versione scritta dei selfie. Ciascuno ha una propria story telling come si  dice. Foto di me che lecco il gelato, foto di me che mangio gli spaghetti, foto di me con la piazza sullo sfondo, foto di me che slimono (con la Isoardi: magari!). Speriamo che ci risparmino  l'erotismo da vecchi.
ClaudioPiga che sborona  cultura col copia incolla di latinorum e greco da wichipedia, citando a raffica la filmografia delle attricette del cinema neorealista, col neo-moroso Fusaro (capita  da vecchi di innamorarsi culturalmente di qualche giovinotto), con gli insulti alla Boldrini  Nussbaum Fedeli Serra Gamba, chiamando “madonna” la Boschi ( quando in Toscana la “madonna” non è proprio la Madonna, vabbe…) e forse ne ho dimenticato un'altra mezza dozzina.
Algido invece è  il cane da riporto del custode delLa Latrina di Nusquamia. Probabile non abbia fatto il classico, probabile nemmeno il Politecnico, probabile che non esca da una scuola di preti, probabile che abbia una laurea X e faccia un mestiere Y. Il custode delLa Latrina di Nusquamia fischia e Algido arriva scodinzolante ai suoi piedi. La sua specialità –in questo abbastanza simile a quella del suo padrone- sono le sommarie diagnosi da strizzacervelli studiate sugli inserti della domenica. Da perfetti reazionari non giudicano o commentano le azioni ma commentano la testa delle persone. Basta leggere il post di Algido.
In effetti è proprio vero: meglio avere un'aspide per vicina che la coppia Algido&Piga.


Di cosa parliamo in queste pagine.

KIM JPNG-UN IN RUSSIA
Mentre la velleitaria Unione Europea procede in ordine sparso e litigioso verso le incognite post-elettorali e le sfide sovraniste cui non è estranea l’ingerenza russa, Mosca porta avanti imperterrita la sua ambiziosa manovra a tenaglia: accerchiare l’Ue, indebolirla, disgregarla e contemporaneamente rafforzare il “progetto Eurasia”, ossia il grande disegno putiniano di uno spazio che vada dall’Atlantico all’Oceano Pacifico, una sorta di replica all’atlantismo di Bruxelles, un modo di rispondere – coi muscoli del riarmo e con l’integrazione economica dei Paesi ex-Urss ma non solo (vedi le alleanze in Medio Oriente e in Nordafrica) – a una sfida su scala planetaria in cui la Russia vorrebbe riesumare e legittimare il suo ruolo di Grande Potenza, ridimensionato dopo la caduta dell’impero sovietico. In questo quadro si inserisce l’incontro tra Putin e Kim Jong-un previsto questo 25 aprile a Vladivostok, presso l’Università federale dell’Estremo Oriente russo, non lontano dal confine con la Corea del Nord che si trova a circa 100 chilometri. Dettaglio non secondario: alla periferia della Russia asiatica, non nella capitale…(...)

PAROLA DI GANDI, IL MINNITI DE BERGHEM
Entro fine 2024 in città (Bergamo) ci saranno 200  agenti di Polizia locale rispetto ai 170 attuali. Il giornale che pubblica la notizia non dice se in quei 200 ci saranno anche quelli sostituiti perché van- no in pensione. E saranno pure duecento i punti di installazione di telecamere di cui, sempre nei prossimi cinque anni, il centrosi- nistra propone di dotare la città.
Quanto ai 200 vigili che saranno in azione entro il 2024 beh… alla maggioranza dei vigili di Bergamo varrebbe la pena di applicare il sistema Fiat adottato a Pomigliano d'Arcoma non si può altrimenti… E magari introdurre la regola che se sei sovrappeso viene licenziato(;-))

HANNO UN SACCO DI OPERE DA TERMINARE E NE METTONO UN'ALTRA IN CANTIERE.
PARTE LA T2?
Undici chilometri e mezzo per 180 milioni di spesa: tanto si svilupperà e costerà la linea tranviaria da Bergamo a Villa d'Almè sulla quale si sta fregando le mani la politica locale. Treni fabbricati da Ansaldo Breda, disegnati da Pininfarina e interni  design by Krizia. Aggiungiamo i 23 attraversamenti a raso automobilisti e pedonali, una velocità di 70km all'esterno e di 15 nell'abitato. I nuovi tram saranno 11, con una capacità massima di 239 passeggeri, e si integreranno ai 14 della T1 . Viaggeranno al massimo a 70 chilometri orari, che scenderanno a 50 nel tratto tra Ponteranica e Bergamo e a 15 vicino agli attraversamenti stradali. Lungo il nuovo tracciato, all'altezza della fermata Petosino, verrà realizzato un deposito per i tram. A Ranica resterà il Centro di controllo operativo, sede, deposito e officina della T1, che sarà il centro operativo di entram  be le linee. Si prevede una frequenza delle corse ogni 15 minuti, che scenderanno a 6/7 nelle ore di punta. Si stimano 15.064 passeggeri al giorno, 150 corse e 1.700 chilometri percorsi al giorno, per un totale di 500 mila chilometri all'anno. Affiancata alla tramvia, verrà realizzata una pista ciclopedonale. Volevo ben dire! (...)



























uno così se non ci fosse bisognerebbe inventarlo

































KIM JPNG-UN IN RUSSIA


Mentre la velleitaria Unione Europea procede in ordine sparso e litigioso verso le incognite post-elettorali e le sfide sovraniste cui non è estranea l’ingerenza russa, Mosca porta avanti imperterrita la sua ambiziosa manovra a tenaglia: accerchiare l’Ue, indebolirla, disgregarla e contemporaneamente rafforzare il “progetto Eurasia”, ossia il grande disegno putiniano di uno spazio che vada dall’Atlantico all’Oceano Pacifico, una sorta di replica all’atlantismo di Bruxelles, un modo di rispondere – coi muscoli del riarmo e con l’integrazione economica dei Paesi ex-Urss ma non solo (vedi le alleanze in Medio Oriente e in Nordafrica) – a una sfida su scala planetaria in cui la Russia vorrebbe riesumare e legittimare il suo ruolo di Grande Potenza, ridimensionato dopo la caduta dell’impero sovietico. In questo quadro si inserisce l’incontro tra Putin e Kim Jong-un previsto questo 25 aprile a Vladivostok, presso l’Università federale dell’Estremo Oriente russo, non lontano dal confine con la Corea del Nord che si trova a circa 100 chilometri. Dettaglio non secondario: alla periferia della Russia asiatica, non nella capitale…

Il summit, secondo alcune fonti, sarebbe stato sollecitato dal dittatore coreano e prontamente accettato dal Cremlino che ha colto al volo l’opportunità di inserirsi come co-protagonista nei negoziati internazionali con il regime di Pyongyang, più o meno due mesi dopo il fallimento dei colloqui organizzati ad Hanoi, in Vietnam, che hanno visto Trump e Kim, per la seconda volta, incapaci di concludere l’accordo sul destino dell’arsenale nucleare nordcoreano. Tuttavia, l’agenzia d’informazione ufficiale nordcoreana Kcna, ha sottolineato, nel diffondere uno scarno comunicato, che l’incontro segue un “invito del presidente Putin” e che lui e Kim “durante questa visita avranno delle discussioni”, senza precisarne i contenuti. Prudenza e circospezione: in fondo, si tratta del primo summit tra questi due leader. Otto anni fa, Kim Jon-il – il padre dell’attuale presidente nordcoreano – aveva incontrato in Siberia Dmitri Medvedev, allora presidente russo ed anni prima aveva visitato Vladivostok nel 2002, nel corso di uno dei suoi rari viaggi (sempre in treno) all’estero.


Il summit è guardato con ostilità dagli Usa. Per tante ragioni. Ma quella più importante è l’ennesima “mossa del cavallo”, così tanto cara al Cremlino: scavalcare l’avversario e rovesciare i ruoli. La Russia ha sempre mantenuto rapporti non ostili e cordiali con il regime di Pyongyang a cui fornisce soprattutto aiuti alimentari (e gas): ora vuole fare un salto di qualità, su questo fronte. Trasformare la Corea del Nord in partner strategico. Da qualche tempo, Putin ha infatti espresso la disponibilità ad incontrare Kim, anche perché aveva condannato le sanzioni internazionali contro la Corea del Nord sancite da Washington, sollecitandone la sospensione. Certo, quella coi norcoreani restava comunque un’amicizia “vigilata”. Mosca non ha mai nascosto la sua preoccupazione per un confinante capace di armare missili intercontinentali nucleari, un Paese guidato da un personaggio imprevedibile e politicamente spiazzante. Però, pur sempre un Paese destinato a condizionare i fragili equilibri internazionali, sollecitati dalle spettacolari piroette diplomatiche di Trump e Kim. Le loro pantomime hanno illuso il mondo promettendo, in nome della pace, intese che poi non ci sono state: perché, si sono detti al Cremlino, non sostituirci agli americani?

Un azzardo. Per mettere con le spalle al muro Mosca, gli Stati Uniti hanno accusato la Russia di aiutare la Corea del Nord a violare le sanzioni. Altrettanto ovviamente Mosca ha respinto tali accuse al mittente. Il gioco delle parti, un déja-vu (vedi la Crimea…). Però è certo che Kim auspica l’appoggio di Putin per aggirare le sanzioni occidentali, avviando e concludendo accordi commerciali, perché ora l’obiettivo è sviluppare l’economia della Corea del Nord. Washington non ci crede. Mosca gongola: perché terrebbe gli Usa sotto pressione, con la paura cioè che la potenziale alleanza russo-nordcoreana si traduca in assistenza militare e tecnologica. Un terreno insidioso, pieno di trappole. Putin lo sa e per il momento gli basta far predire ad altri l’evoluzione di simili patti… La sfida è duplice: beffare Trump laddove il presidente americano aveva creduto di sorprendere Cina e Russia, e creare le basi per sovvertire i piani di Washington. A piccoli passi. Il primo, proporre a Kim di entrare nell’orbita dell’Unione Eurasiatica, cercando di non urtare gli interessi cinesi. La complessità geostrategica nell’area Asia-Pacifica è cruciale, la convivenza con Pechino è oggettivamente complicata, le reciproche diffidenze pure, visto che Mosca cerca verosimilmente di ancorare il suo sviluppo economico in Asia. Un conflitto asimmetrico latente, tenuto a freno dal netto riavvicinamento cino-russo che di fatto contribuisce a limitare la capacità di irradiamento di Mosca nella grande Asia (anzi, grandissima Eurasia). Ma che non nasconde le profonde e persistenti divergenze strutturali. In Asia, la Russia ha nella Cina un rivale più che un affidabile partner, mi disse Boris Mentsov, l’economista ed ex premier del governo russo al tempo di Eltsin, assassinato a due passi dal Cremlino il 27 febbraio 2015.


Sia Mosca che Pechino stanno progettando grandi piani infrastrutturali per realizzare corridoi continentali e facilitare gli scambi regionali e le esportazioni delle ricchezze locali: i cinesi sono molto avanti, con la Via della Seta, quanto ai russi propongono una “Magistrala euroasiatica nord-russa” ferroviaria. Le suggestioni e le prospettive sono molto forti. Pyongyang vuol essere coinvolta in entrambe le piattaforme commerciali. Non a caso Kim ha visto quattro volte il presidente cinese Xi Jinping nell’arco di dodici mesi, e non solo per poter contare sul suo sostegno nel suo braccio di ferro con Washington.

Ai russi, tuttavia, Kim offre qualcosa che può ingolosirli: Possibilità di colossali investimenti e manodopera a costi bassissimi, nonché un ferreo controllo delle masse operaie. Una forza lavoro docile e capace, per gli oligarchi del cerchio putiniano più che un’opportunità… il pragmatico Kim può avvalersi di solidi punti di partenza per convincere Putin ed inquietare gli Stati Uniti.
In verità, lo scorso gennaio, il Washington Post rivelò che Mosca e Pyongyang avevano perfezionato un accordo segreto. La Russia voleva sostituirsi agli Stati Uniti e portare a termine i negoziati irrisolti con l’amministrazione Trump sui programmi nucleari nordcoreani. In cambio, offriva ai nordcoreani vantaggiosi accordi energetici, in barba alle sanzioni. Per il momento, dobbiamo accontentarci di immaginare lo scenario. Ricordando che Putin è una volpe, ma Kim non è un allocco.

Leonardo Coen



PAROLA DI GANDI, IL MINNITI DE BERGHEM


Entro fine 2024 in città (Bergamo) ci saranno 200  agenti di Polizia locale rispetto ai 170 attuali. Il giornale che pubblica la notizia non dice se in quei 200 ci saranno anche quelli sostituiti perché van- no in pensione. E saranno pure duecento i punti di installazione di telecamere di cui, sempre nei prossimi cinque anni, il centrosi- nistra propone di dotare la città.
Quanto ai 200 vigili che saranno in azione entro il 2024 beh… alla maggioranza dei vigili di Bergamo varrebbe la pena di applicare il sistema Fiat adottato a Pomigliano d'Arcoma non si può altrimenti… E magari introdurre la regola che se sei sovrappeso viene licenziato.

Attualmente i punti coperti da videosorveglianza sono 107, per un totale di 220 occhi elettronici: «Abbiamo fatto una vera rivoluzione tecnologica, adesso siamo pronti per ampliare il sistema», dice il Minniti de “noter de Berghem” al secolo l'ass. Gandi. Ancora non esiste una mappa precisa dei futuri punti di video sorveglianza e l'amministrazione ha ricevuto 60 richieste di nuove istallazioni: Gandi conta di pre- parare la mappa delle priorità, prima della fine del mandato». Il vicesindaco si dice pronto a speri- mentare novità introdotte dal go- verno, come i taser agli agenti e i droni e sta anche lavorando per integrare la videosorveglianza cittadina con il sistema Thor della Valle Seriana.
Dice l'assessore che i furti in appartamento, spaccio e truffe agli anziani provocano il maggiore allarme sociale e quindi orienteran no l'azione verso queste tre priori- tà. Ad esempio, creeranno le unità cinofile antidroga e nuovi bandi per incentivare gli interventi sulla sicurezza, non solo per i commer- cianti ma anche per i grandi condomini.
Basta una ricerca in rete sul sistema Thor della Valle Seriana per capire come sia un buco nell'acqua e nelle finanze dei comuni comunità regione e quindi di tutti gli italiani perché non esiste uno straccio di prova provata e controllabile della sua utilità rispetto al costo di creazione funzionamento efficacia e risultati.
Fato com'è fatto adesso  quel sistema è solo il frutto di logiche compiacenti verso le aziende istallatrici e di manutenzione senza alcun risultato.  Una sorta di costoso placebo –per com'è istallato e funziona- spacciato alla popolazione dopo che i media e il centrodestra hanno alimentato una paura nella popolazione che sostanzialmente non ha riscontro ed è in buona parte determinata dalla irresponsabilità dei cittadini medesimi. Addirittura folle l'idea di “incentivare gli interventi sulla sicurezza anche per i grandi condomini”. Vale a dire soldi ai privati per mettere impianti.
Il sistema di videosorveglianza così com'è messo  e funziona adesso , in mano solo agli agenti che controllano a posteriori quel che potrebbe dare qualche notizia, vuol dire comprare un bus per trasportare il solo autista. La video sorveglianza oltre questo minuto costrutto deve  dare l'idea che il territorio non è in mano “domani” a qualche agente ma è perenne- mente sotto gli occhi di uno cento mille centomila cittadini così che chi pensa di delinquere sa che può essere sotto gli occhi proprio del padrone della casa che vuole svali- giare e non “domani” essere forse probabilmente rivisto da una guardia se nel frattempo la telecamere  funzionava davvero.
HANNO UN SACCO DI OPERE DA TERMINARE E NE METTONO UN'ALTRA IN CANTIERE.
PARTE LA T2?
Undici chilometri e mezzo per 180 milioni di spesa: tanto si svilupperà e costerà la linea tranviaria da Bergamo a Villa d'Almè sulla quale si sta fregando le mani la politica locale. Treni fabbricati da Ansaldo Breda, disegnati da Pininfarina e interni  design by Krizia. Aggiungiamo i 23 attraversamenti a raso automobilisti e pedonali, una velocità di 70km all'esterno e di 15 nell'abitato. I nuovi tram saranno 11, con una capacità massima di 239 passeggeri, e si integreranno ai 14 della T1 . Viaggeranno al massimo a 70 chilometri orari, che scenderanno a 50 nel tratto tra Ponteranica e Bergamo e a 15 vicino agli attraversamenti stradali. Lungo il nuovo tracciato, all'altezza della fermata Petosino, verrà realizzato un deposito per i tram. A Ranica resterà il Centro di controllo operativo, sede, deposito e officina della T1, che sarà il centro operativo di entram  be le linee. Si prevede una frequenza delle corse ogni 15 minuti, che scenderanno a 6/7 nelle ore di punta. Si stimano 15.064 passeggeri al giorno, 150 corse e 1.700 chilometri percorsi al giorno, per un totale di 500 mila chilometri all'anno. Affiancata alla tramvia, verrà realizzata una pista ciclopedonale. Volevo ben dire!
«La T1 — dice il sindaco Giorgio Gori — ha cambiato la viabilità della parte bassa della Val Seriana e ridotto l'accesso delle auto in città. Deve accadere lo stesso su un altro asse, quello dalla Valle Brembana». Nessuno ovviamente conosce quanti residenti nei comuni da Bergamo a Villa d'Almè entrano in città stabilmente in auto e quindi si pensa useranno preferibilmente il T2. Uno si domanda: quanti sono quelli che scendono dalla Valle Brembana ed entrano stabilmente in città e saranno disposti a lasciare l'auto “da qualche parte” a Villa d'Almè e imbarcarsi sul T2? La popolazione da Bergamo ad Albino e quello spazio sono una delle parti economiche e popolate della Valle Seriana mentre quella coperta dalla T2 sono nemmeno un terzo. Boh. Che ragionamento ci sia dietro l'idea di realizzare questo tratto di T2 proprio non si capisce se non nell'ottica che 200 milioni sono una bella polpetta da controllare e  spartire.
Si poteva capire un investimento per allungare la T1 almeno fino a Ponte Nossa in modo da completare quel segmento per la Valle Seriana mentre con questo pezzettino di T2 si risolvono solo i problemi della città e circondario  ma non si risolvono ne quelli della Valle Brembana (e l' Imagna?).
Poi bisogna smetterla di affrontare i problemi solo  osservando l'ombelico di questo e di quello e soprattutto mirare in primis alla spartizione degli investimenti  tra le forze che governano hinc et nunc il territorio. Lo capiscono anche gli orbi che sopra la T2 ci sono gli occhi del PD e di Forza Italia e di qualche altro acciacco del centrodestra che fa capo a Gafforelli.
Riassumendo. In Bergamasca adesso ci sono in piedi (non finiti) i cantieri di RFI, quelli della galleria di Zogno (sperem!), laVilla d'Adda-Lecco (boh?) , quelli della Curno-Valbrembo (sperem!), la Valbrembo- Zogno (boh?) la criminale autostrada Bergamo-Treviglio e adesso mettono in piedi anche la T2.
Poveri bergamaschi che sognano che la Valle Brembana risorga col ciuf ciuf fino a Villa. Poveri Bergamaschi che sognano che l'Isola risorga col mezzo ciuf ciuf del raddoppio fino a Curno. Poveri Bergamaschi che sognano che la Valle Seriana risorga col ciuf ciuf che si ferma ad Albino. Qualcuno avverta i Bergamaschi che pure la loro vita media si allunga e corrono il rischio di seccare fuori a 90 anni (in media) senza vederne nessuna conclusa.