SIAMO UN PAESE IGNORANTE.E NON CE NE VERGOGNAMO. ANZI: CI VANTIAMO PURE
Siamo una società ignorante. E non ce ne vergogniamo. Anzi, ce ne
vantiamo pure, come se la cultura fosse roba da signorotti, da élite,
da professoroni. E invece siamo il Paese più ignorante d'Europa, dopo
la Romania.
Nella popolazione tra i 15 e i 64 anni solo il 16,5 per cento ha un
titolo di istruzione terziaria contro una media UE del 28 per cento e
di fronte al 39,6 per cento dell'Irlanda, oppure il 38,8 per cento del
Regno Unito o il 36,8 per cento di Svizzera e Norvegia. Una disfatta.
Una sconfitta internazionale per un Paese che sulle arti ha costruito
la propria riconoscibilità mondiale.
Anche se la Costituzione recita "i più capaci e meritevoli, anche se
privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli
studi", gli atenei del sud hanno perso nell'ultimo anno quasi 200.000
iscritti (dico, avete idea di quante siano duecentomila persone in fila
a rinunciare al proprio futuro?) mentre dal 2008 ad oggi le tasse
universitarie sono aumentate del 18 per cento.
Classifica dei popoli più ignoranti: l'Italia è prima in Europa. Un
Paese ignorante che vede l'istruzione come costo piuttosto che come
investimento è un Paese morto, con un futuro ipotecato dalla
faciloneria con cui i poco istruiti possono essere convinti, erosi
dalla retorica, resi docili dalla propaganda.
Tra il 2015 e il 2017 l'importo medio delle tasse universitarie è
aumentato di 95 euro, da 1.080 a 1.175. La contribuzione media cresce
più al nord ma la forbice si sta riducendo sempre di più.
Eppure ogni studente che si laurea dovrebbe essere una ricchezza in più
per un Paese che non voglia concorrere in Europa (e nel mondo) solo per
il basso costo del lavoro. Si tratta di valorizzare i talenti: è, se ci
pensate, la famosa meritocrazia su cui ci hanno scassato per anni
convincendoci che fosse l'unica via percorribile per uscire dalla crisi.
E invece niente. E invece per le università i problemi aumentano di
anno in anno, tra rette e affitto. L'affitto, appunto. Tra i 400 ai 500
euro al mese per stare in stanze condivise che non hanno nemmeno la
dignità di case e in più c'è la spesa per il materiale scolastico:
nelle grandi città gli affitti salgono normalmente del 4 per cento e
nessuno si preoccupa di questo rovinoso lento declino.
Del resto una base elettorale istruita starebbe ben lontana dalle palle
che negli ultimi mesi ci hanno propinato i diversi governi, convinti
che ancora oggi nel 2019 valga quel diritto di delega che permette alla
classe dirigente di agire deliberatamente senza nemmeno la
preoccupazione del controllo.
Siamo un Paese ignorante. E non ce ne vergogniamo. Odiamo anzi gli
istruiti come se facessero parte di una parte di popolo che non ci
appartiene e odiamo i professori che provano semplicemente a svelarci
le bugie attraverso il ragionamento e i numeri.
In Europa ridono del nostro grado medio di istruzione e noi ridiamo di loro. E sembra che vada bene così.
Giulio Cavalli
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COME LA RUSSIA VEDE LA LIBIA
Il generale Haftar, le cui forze sono in movimento verso Tripoli, è
l'uomo giusto per l'Occidente per nutrire i loro appetiti petroliferi -
ma è anche colui che può cambiare rapidamente le parti, gli analisti
hanno detto a RT.
Le forze leali al generale Khalifa Haftar avanzano costantemente verso
Tripoli, dove il governo di accordo nazionale (GNA), riconosciuto
dall'ONU, chiede aiuto e si prepara frettolosamente a difendere la
difficile capitale libica. Ma le potenze occidentali, che hanno
stabilito legami formali con la GNA, sono anche in contatto con la loro
rivale, solo perché controlla un bene che decide quasi tutto nel paese
devastato dalla guerra.
"Garantire l'accesso al petrolio e la protezione del petrolio - questo
è ciò che Haftar intende fare", ha detto a Bruno Alessandro Bruno, un
analista politico indipendente e esperto libico.
Ha spiegato che questo olio è generalmente di alta qualità, ed è
principalmente trasformato in raffinerie in Italia e Francia - i due
paesi della NATO fortemente coinvolti nelle turbolenze libiche da
quando hanno aiutato a rovesciare il colonnello Muammar Gheddafi nel
2011.
Il petrolio è tutto in Libia, ha poco altro.
Ciononostante, non controlla le finanze della Libia e la compagnia
petrolifera nazionale, che ha un quartier generale a Tripoli, ha
spiegato Grigory Lukyanov, docente presso la Higher School of Economics
di Mosca.
"Tutti i trasferimenti di denaro relativi al petrolio libico - anche il
petrolio che viene trivellato nelle parti controllate dalla Haftar
della Libia - passano per Tripoli", il che rende estremamente difficile
incassare.
Non sorprende che le risorse naturali dominino gran parte delle
discussioni tra Haftar e le maggiori potenze. Questa settimana, il
presidente Donald Trump ha salutato il "ruolo significativo della
persona forte libica nella lotta contro il terrorismo e la messa in
sicurezza delle risorse petrolifere della Libia" in una telefonata.
La mossa sembra indicare che gli Stati Uniti stanno oscillando in favore di Haftar, ritiene Bruno.
"Sicuramente suggerisce che Trump non ostacolerà la spinta di Haftar a
Tripoli come sperava il primo ministro [della GNA] Fayez al-Sarraj", ha
detto. Sarraj è considerato debole "e Trump non ama i deboli ... anche
lui è sostenuto dalle Nazioni Unite e Trump non ama le Nazioni Unite".
Nel frattempo, la Francia, che ha interessi di lunga data nelle ex
colonie africane, vuole che diventi colui che può influenzare le cose a
Tripoli.
Giovedì il Gna ha accusato Parigi di aver dato il proprio peso alle
spalle di Haftar, affermando di aver reciso di conseguenza "accordi
bilaterali di sicurezza". Mentre la Francia ha negato le accuse di
"appoggio implacabile" per il generale, fa comunque del suo meglio per
renderlo un giocatore politico legittimo, ha aggiunto Lukyanov.
Politica a parte, la Francia ha anche aiutato l'esercito nazionale
libico di Haftar (LNA). Allo stesso modo, Parigi spera che Haftar
promuoverà gli interessi francesi nella regione, che si tratti di
vendite di armi o di trivellazioni petrolifere.
I consiglieri militari francesi aiutarono a gestire il personale
dell'LNA, fornirono informazioni e addestrarono le sue truppe
all'interno della Libia.
Ma mentre l'Occidente ha riposto le sue speranze per Haftar, ci sono
una serie di battute d'arresto. Il generale "ha 75 anni, non è
completamente sano", ha osservato Bruno. Età a parte, la sua
affidabilità come partner può anche essere un problema. "Quanto è
affidabile Haftar? Questa è una grande domanda," si chiedeva l'esperto.
La sua storia personale mostra [che è qualcuno] che cambia la lealtà
molto rapidamente ... Forse è più affidabile per gli americani.
Alla fine degli anni '80, Haftar e 300 dei suoi uomini furono catturati
durante un breve conflitto con il Ciad, e furono successivamente
rinnegati da Gheddafi. Ciò lo portò a dedicare i successivi due decenni
della sua vita a rovesciare il defunto leader libico.
Fino al 2011, viveva in esilio in Virginia, e la vicinanza al quartier
generale della CIA a Langley diede vita a voci su stretti legami con la
comunità di intelligence degli Stati Uniti. "Forse, è una risorsa della
CIA", ha commentato Bruno.
Alla fine, "i libici saranno i perdenti" perché non ci sarà alcuna
prospettiva di pace da quando Khaftar "è determinato a prendere il
potere con m
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POLENTA. TROPPI CAMBI NEI NEGOZI DI CITTA' ALTA. PERCHE?
Città Alta celebra la riapertura di un locale che non pareva proprio
destinato a gran successo visto che esponeva nelle vetrine di alimenti
piuttosto sfatti. Diciamo che era un buco prima ed è rimasto tale
adesso. Naturalmente sarà una novità non fosse altro perché l'annuncia
il titolare. Anche questo sarà un posto moltissimo intimo: se sei
abbastanza agile riesci a mangiare dal tuo piatto ed anche da quello
del vicino. Attenzione che non ti restituisca il favore. Come nella
maggior parte dei posti di città alta: i clienti sono ammassati come i
polli in batteria e come polli sono spennati da improbabili menù lunghi
come wikipedia. Stanno finendo anche i lavori dell'ex albergo
ristorante con la fontana davanti. Ignoti i tempi. Pure la pasticceria
si sta ristrutturando e dovrebbe comparire un nuovissimo B&B a
diciotto stelle. Grande trovata quella di lasciare trasformare decine
di appartamenti abbandonati da vecchi stanchi di fare scale altissime
scomodissime perigliose a nuovi B&B: così hai sempre
via Colleoni e Gombito con le centinaia di macchinone di puttanoni
russi e todeschi (todeschi con la O) che ovviamente hanno i soldi per
andare a dormire nel B&B di via Acquila Nera piuttosto che Colleoni
o Gombito a 18 stalle. Probabile che questo autunno riapra anche il
megaristorante di Piazza Vecchia, malamente chiuso. Ci spiace e
speriamo di rivedere i suoi camerieri con le braghe da ruba polli, le
capigliature scapigliate e annusare il parfum de ces nell'androne della
Torre che danno direttamente sulle cucine. Noi siamo lombrosiani e in
genere osserviamo molto le facce e l'insieme di camerieri e cameriere.
Queste ultime sono ancora presentabili mentre i camerieri e no, quelli
sono nerovestiti come becchini con taglio dei capelli da far rizzare
non solo i capelli ma anche i peli del buco del culo (scusate).
Leggiamo infine dentro una cornicetta che “il cuoco S. R. è andato alla
ricerca della miglior polenta e alla fine è approdato in Piazza Vecchia
dove lo chef M. B. ha messo a cuocere (con un filo d'olio, «come mi ha
insegnato la nonna») un mix di farine: 70% bramata e 30% integrale”.
Commovente che lo chef M.B. aggiunga un filo d'olio. M.B. e sua
nonna debbono essere molto giovani, di quelli cresciuti quando c'era la
scuola dell'obbligo e i comuni adottavano già i piani del diritto allo
studio. M. B. e sua nonna si sono accorti che non facevano la polenta
con la farina ma con della segatura arancione. Ecco mister chef, compri
un mulino elettrico, compri la granella del mais spinato o del
quarantino, macini il mais intero e conservi la farina nel congelatore.
Non la faccia durare qualche mese: due tre settimane. Faccia la polenta
con quella cuocendola almeno mezzora e vedrà che l'è öna polenta e non
della segatura cotto con l'olio. Quando uno si siede a tavola e vi
lascia cento euro di una cena che lo lascia affamato, merita qualche
sacrificio.
Ah, ecco, dimenticavamo. Mica che per caso tutto questo turnover di
aperture chiusure aperture non accompagni un po' di riciclaggio? E
l'AdE col controllo degli affitti com'è messa? Tutto bene ovviamente:
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UNA STORIA NERA
Il pezzo sul rapimento di Mirko Panattoni non è uscito bene. Il sistema
che trascrive il parlato non è stato usato adeguatamente. L’abbiamo
ristrutturato.
Quando venne rapito il 21 maggio 1973 Mirko Panattoni eravamo in pieno
del terrorismo nero nazionale. Tanto per comprendere il “clima
nazionaleenon” basta questo elenco:
30 gennaio: morte di Roberto Franceschi
12 aprile: Giovedì nero di Milano: uccisione dell'agente di polizia Antonio Marino.
16 aprile: rogo di Primavalle (2 civili uccisi).
17 maggio 1973: strage della Questura di Milano (4 morti e 52 feriti);
28 maggio 1974: strage di piazza della Loggia a Brescia (8 morti e 102 feriti);
8 luglio: morte di Adriano Salvini
9 luglio: rapimento di Paul Getty Junior a Roma
2 agosto: morte di Giuseppe Santostefano.
11 settembre: colpo militare in Cile
2 dicembre embargo petrolifero
17 dicembre: strage di Fiumicino (34 morti)
Il colore e la matrice politica e gli scarsi esiti processuali di
queste stragi e rapimenti non hanno bisogno di troppe spiegazioni. Era
un periodo in cui accadeva molto spesso che di notte parecchi compagno
dormissero in altro posto piuttosto che in casa dal momento che sotto
casa di troppi militanti circolassero auto “sconosciute”.
Si era cominciato nel 1970 con l'attuazione delle Regioni e i grandi
disordini in Calabria provocati dai fascisti del “boia chi molla” , lo
Statuto dei lavoratori (20.05.1970) e la legge Fortuna-Baslini (01
dicembre 1970) che istituisce il divorzio. Nel 1973-74 i "decreti
delegati" istituiscono gli organi collegiali tuttora in vigore nella
scuola. Profonde modifiche subisce il diritto familiare; la riforma del
1978 istituisce io servizio sanitario nazionale, universalizzando
l'assistenza medica pubblica. Nello stesso anno vedono la luce la legge
180 che abolisce i manicomi e rivoluziona il trattamento del disagio
psichico e la legge 194, che permette anche in Italia l'interruzione
volontaria di gravidanza.
Nel primo ventennio 1953-1973 la Marianna di Colle Aperto aveva preso
la forma e la consistenza attuale ma la potenza penetrativa dell’Enrico
Panattoni era ancora confinata in Colle Aperto.
Sulla venuta dei Panattoni-Fabbri ci sono due narrazioni. Quella
popolare e quella ufficiale rilasciata dagli attori: che ovviamente
divergono in maniera sensibile.
Enrico Panattoni arriva a Bergamo da Altopascio di Lucca assieme
alla moglie Oriana Fabbri da Pescia di Pistoia. Chi conosce la zona
conosce l’infilata dell’A11 Lucca Altopascio Montecatini Pistoia mentre
la vecchia statale da Lucca saliva a Pescia –a nord di Altopascio per
scendere a Montecatini. Quando finisce la seconda guerra
Panattoni arriva a Bergamo ha 18 anni. Cercava un posto per fare
il castagnaccio e gli avevano indicato Brescia. Una volta in città
contattò un amico di suo padre che però lo sconsigliò di restare in
quella città e gli indicò Bergamo. Così arrivò qui e si rivolse ad
un'agenzia di affari per cercare una bottega. L'agenzia non aveva nulla
da proporgli, ma il caso volle che una persona presente lo indirizzasse
da un avvocato in via Paglia, curatore della vendita di una
fiaschetteria in via Colleoni. Il locale era piccolo, ma gli piacque e
così iniziò la sua avventura, prima come produttore di castagnaccio e
poi di gelati e dolci».
Narra invece la vichipedia cittadina che il Panattoni
–probabilmente sulla scorta di avvenimenti successivi: il legame con
Tremaglia/MSI e i casini sindacali nella propria struttura- e dal fatto
che Montecatini fosse stato uno dei centri della borghesia
fascista- che lui fosse un repubblichino scappato a Bergamo per
evitare guai coi partigiani.
La vichipedia di città alta racconta che la coppia abbia
acquistato un casetta addossata a Porta S. Alessandro dove una
contadina dei colli vendeva il latte delle proprie vacche: la sciura
s’era anche messa a fabbricare e vendere il gelato finchè le capitò di
intossicare involontariamente qualche clienti –fatto non
nuovo che accadeva a quasi tutte le gelaterie del tempo- e
dovette vendere l’esercizio che venne comprato appunto dal Panattoni e
signora.
Che è che non è certo è che l’Enrico Panattoni, dato come un maschio di
notevole fortune femminili, aveva un cognato bergamasco doc di
città alta che per decenni ha lavorato come uomo di fiducia nel locale.
Enrico Panattoni nei primi lustri della sua attività ebbe contenziosi
sindacali fortissimi e ferocissimi in quanto comandava il
personale con non troppa grazia. Dire Marianna a un cameriere qualsiasi
significava dirgli di scappare.
Le relazioni della famiglia Panattoni coi fascisti della città
costituirono da sempre una leggenda bergamasca. Enrico Panattoni era
della stessa classe dell’avvocato che seguì la vicenda del rapimento fu
Tremaglia, classe 1927, più volte deputato dell’MSI e di tutte le
sigle che seguirono quella.
Quando a maggio 1973 ci fù il rapimento di Mirko Panattoni a
sinistra la voce corrente fu che i rapitori appartenessero a formazioni
fasciste extraparlamentari collegate direttamente coi servizi segreti .
Rapimento “fatto in casa” per autofinanziamento della banda fascista
per la certezza di una gestione la “più pulita e sicura possibile”,
senza troppe interferenze della forze dell’ordine. Questa certezza
venne confermata sostanzialmente dal fatto che le gazzette spendevano
come voce ufficiale che il rapimento “si sarebbe risolto alla
svelta”. Rapito il 23 maggio il 5 giugno viene versato il
riscatto e il bambino liberato due giorni dopo. Non venne raccolto
dalle forze dell’ordine ma recuperato direttamente dal padre e
dall’avvocato fascista Tremaglia.
In quel periodo non esistevano sfumature politiche: c’era solo due
colori e così quell’evento venne considerato dalla sinistra come un
affare interno al fascismo e tale etichetta venne anche appiccicata
–giusta o errata che fosse- al PM incaricato delle indagini che non
conclusero nulla, confermando di nuovo a sinistra della congiunzione di
interessi comuni dei neri parlamentari coi neri extraparlamentari.
Adesso pare che si siano riaperte le indagini ma se è vera la matrice,
abbiamo qualche dubbio che se ne cavi la verità. Sepolta assieme alle
troppe stragi di stato di quel periodo.
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