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Di cosa parliamo in questa pagina.

PRIMI  DATI SUL REDDITO DI CITTADINANZA
780 euro addio.
Un assegno su tre vale tra 300 e 500 euro. A tanto ammonta la maggioranza dei sussidi (il 29,2% del totale) accordati a chi, a partire dal 6 marzo scorso, ha fatto domanda per il reddito di cittadinanza. L'Inps ha reso note le cifre della misura fortemente voluta dal M5S, segnalando che a fronte di circa 800 mila richieste sono stati messi in pagamento finora 472 mila sussidi a beneficio di altrettanti nuclei familiari. Probabile che qualcuno sia rimasto deluso: meno di un beneficiario su cinque (il 21,4%) otterrà più di 750 euro, ossia un importo vicino ai 780 evocati dal vicepremier Luigi Di Maio come l'assegno garantito ai disoccupati e alle persone in condizioni di povertà. Non a caso, solo il 5,4% dei sussidi che verranno accreditati sulle card ricaricabili di Poste Italiane supera il valore di 1.000 euro.(...)

UNA STORIA NERA
Il rapimento di Mirko Panattoni
Contrariamente alla zuccherosa  ricostruzione di Marianna Berbenni e dei suoi colleghi sui giornali quando venne rapito il 21 maggio 1973 Mirko Panattoni eravamo in pieno del terrorismo nero nazionale. Tanto per comprendere il “clima nazionale e non”  basta  questo elenco:
30 gennaio: morte di Roberto Franceschi
12 aprile: Giovedì nero di Milano: uccisione dell'agente di polizia Antonio Marino.
16 aprile: rogo di Primavalle (2 civili uccisi).
17 maggio 1973: strage della Questura di Milano (4 morti e 52 feriti);
28 maggio 1974: strage di piazza della Loggia a Brescia (8 morti e 102 feriti);
8 luglio: morte di Adriano Salvini
9 luglio: rapimento di Paul Getty Junior a Roma
2 agosto: morte di Giuseppe Santostefano.
11 settembre: colpo militare in Cile
2 dicembre embargo petrolifero
17 dicembre: strage di Fiumicino (34 morti)
Il colore e la matrice politica e gli scarsi esiti processuali di queste stragi e rapimenti non hanno bisogno di troppe spiegazioni.(...)

L'ING.CLAUDIO PIGA STIA AL SUOPOSTO (3)
Spisigocc de pasqueta
Il custode delLa Latrina di Nusquamia, l'ing. Claudio Piga, abduano di origini sardAgnole con ascendenze garibaldine in Valcamonica, uno che ha fatto il classico in un liceo di preti frequentato pure dall'Antonio Gramsci e poi il Politecnico di Milano quando insegnava analisi matematica l'Ajroldi Vasconi, una che curava la toscagnina del figlio portandolo al Passo Brizio (3.149 mt) si lancia in previsioni  politiche sui cadaveri nostrani e nazionali. Leggiamo. È ragionevole pensare che la diversa collocazione di Toti (tra FI e Lega verso la Lega) sortisca, al tempo opportuno, analogo rimescolamento nel paese bello da vivere (Curno). Ovviamente, all'insegna del tutto cambi purché niente cambi, cioè garantendo che la politica — a dire il vero, la politichetta — continui ad essere prerogativa del sistema delle famiglie: i soliti noti, con tutt'al più qualche volto nuovo da mandare avanti, fermo restando che quel che conta sono le famiglie e il patto tra le famiglie.(...)
























































PRIMI  DATI SUL REDDITO DI CITTADINANZA


Un assegno su tre vale tra 300 e 500 euro. A tanto ammonta la maggioranza dei sussidi (il 29,2% del totale) accordati a chi, a partire dal 6 marzo scorso, ha fatto domanda per il reddito di cittadinanza. L'Inps ha reso note le cifre della misura fortemente voluta dal M5S, segnalando che a fronte di circa 800 mila richieste sono stati messi in pagamento finora 472 mila sussidi a beneficio di altrettanti nuclei familiari. Probabile che qualcuno sia rimasto deluso: meno di un beneficiario su cinque (il 21,4%) otterrà più di 750 euro, ossia un importo vicino ai 780 evocati dal vicepremier Luigi Di Maio come l'assegno garantito ai disoccupati e alle persone in condizioni di povertà. Non a caso, solo il 5,4% dei sussidi che verranno accreditati sulle card ricaricabili di Poste Italiane supera il valore di 1.000 euro. A beneficiarne saranno in tutto 25 mila famiglie. Mentre sono oltre 60 mila coloro che prenderanno tra 40 e 100 euro al mese, alimentando polemiche e recriminazioni soprattutto sui social. Tanto che il 58% delle prime 472 mila domande accolte risulta sotto i 500 euro.
L'Inps nella sua nota però evidenzia come oltre il 70% di quelle stesse domande abbia ottenuto almeno 300 euro o più, con un valore dell'assegno medio pari a 520 euro. Una lettura che non convince le associazioni dei consumatori. «La verità è che il governo aveva promesso i famosi 780 euro, mentre a raggiungere o superare quella cifra sono meno del 21,4% dei beneficiari», afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. «Infine, se sono arrivate solo 800 mila domande, quand'anche venissero tutte accolte, è evidente che saremmo ben lungi dal coprire tutte le famiglie in povertà assoluta, pari a 1 milione e 778 mila, più del doppio», dice Dona. Un quadro che spinge l'Inps a intervenire per tacitare le lamentele di chi riceverà poche decine di euro dalla nuova misura di integrazione e sostegno al reddito. Le polemiche sui bassi importi «creano sconforto», specifica il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico. «Girano tante falsità: solo il 7% di chi ha ottenuto il reddito ha tra 40 e 50 euro. Sono 30 mila persone», tiene a dire. Certo è che in molti sono stati fuorviati dagli slogan politici, trascurando che la cifra spettante per il reddito di cittadinanza è calcolata dall'Inps al netto delle prestazioni già spettanti.

Andrea Ducci


ASPETTA E  SPERA
Bisognerà aspettare almeno sei mesi prima di avere un primo quadro definitivo del risultato dell'introduzione del RdC (e delle pensioni di cittadinanza) per verificare ad esempio come si distribuisce regione per regione e provincia per provincia rispetto alla fasce dei disoccupati e non occupati del posto. Solo in questo modo si avrà un quadro esaustivo del Paese anche se avere cannato i numeri globali (quanti nuclei in povertà 1.778.000? rispetto al numero concreto 800-000' delle domande ricevute). Adesso è ora di smetterla di vendere i consueti stereotipi che non dicono ne risolvono nulla. Tra sei mesi il quadro sarà bene definito.
La prima impressione è che non valesse la pena di mettere in piedi tutto questo casino quando bastava estendere (modificandolo) il REI tanto così finalmente il RdC ha la sua vera o la più appropriata definizione. Il ritardo dei centri dell'impiego, la realtà sociale descritta dalle domande così concentrate nelle regioni del Sud, la sostanziale  mancanza di posti di lavoro di qualità aderentte a questo tipo di popolazione hanno fatto ammettere allo stesso presidente dell'Inps Tridico che l'obiettivo di sottrarre persone alla povertà conta di più che avviarle al lavoro: «Il primo obiettivo è propedeutico al secondo». Vero il primo molto incerto il secondo (scopo). L'inclusione sociale è condizione necessaria, anche se non sufficiente, per l'ingresso nel mondo del lavoro. È molto più difficile per chi non ha un'auto, un televisore, il riscaldamento o un pasto ricco di proteine, trovare lavoro. Ma ci sono povertà anche più moderne e più subdole. L'isolamento, una separazione, una malattia cronica, l'analfabetismo di ritorno. Il sentirsi scartato per una qualche ragione.
Restano di mezzo due  macigni. Prima di tutto non si creano posti di lavoro sufficienti e per quelli creati ci sono grosse difficoltà per le imprese a trovare personale adeguato, mentre in massima parte i lavoratori disoccupati non sono sostanzialmente professionalizzabili. Adesso ci troviamo dinanzi a qualche mese di caos politico per via della crisi di governo e delle prossime elezioni del Parlamento europeo ragione per cui, in attesa che si avverino i desiderata di Lega e 5S di ribaltare le attuali maggioranze nel Parlamento e cambiare radicalmente la politica dell'Ue, aspetta e spera che vien la primavera poi l'estate poi l'autunno.
L'ING.CLAUDIO PIGA STIA AL SUOPOSTO (3)

Il custode delLa Latrina di Nusquamia, l'ing. Claudio Piga, abduano di origini sardAgnole con ascendenze garibaldine in Valcamonica, uno che ha fatto il classico in un liceo di preti frequentato pure dall'Antonio Gramsci e poi il Politecnico di Milano quando insegnava analisi matematica l'Ajroldi Vasconi, una che curava la toscagnina del figlio portandolo al Passo Brizio (3.149 mt) si lancia in previsioni  politiche sui cadaveri nostrani e nazionali. Leggiamo. È ragionevole pensare che la diversa collocazione di Toti (tra FI e Lega verso la Lega) sortisca, al tempo opportuno, analogo rimescolamento nel paese bello da vivere (Curno). Ovviamente, all'insegna del tutto cambi purché niente cambi, cioè garantendo che la politica — a dire il vero, la politichetta — continui ad essere prerogativa del sistema delle famiglie: i soliti noti, con tutt'al più qualche volto nuovo da mandare avanti, fermo restando che quel che conta sono le famiglie e il patto tra le famiglie.
Mah. Il “patto tra le famiglie” è il patto tra i bottegai di centrodestra sostenuti dalle amiche del Gandolfi col negozio in Largo Vittoria (quelle cui il custode delLa Latrina di Nusquamia fa controllare la sua auto quando la parcheggia sotto la loro bottega) oppure dal pizzaiolo leghista sulla strada dove hanno investito e ammazzato due ciclisti oppure dall'inossidabile comunista col bar sempre in  Largo Vittoria. Viceversa l'edilizia residenziale era appaltata in gara tra un geometra e un architetto forzisti mentre l'architetto del PCI frenava a Curno per vendere le megaville progettate e fabbricate in via Gorizia ad Albegno. A Curno face e fa l'ambientalista mentre a Treviolo progetta  megaville. Comunque via Gorizia è bella: a Curno non c’è meglio. Ve be: non si può fare tutto. Il “patto edilizio tra le famiglie” semmai sia esistito (con la ferocia della concorrenza tra di loro…) va esaurendosi perché i lasciti immobiliari dei padri ormai sono in esaurimento e gli eredi sono senza soldi per crearsene di nuovi. In questo momento vengono avanti i nuovi soci piddini nella residenza e il grande commerciale nel… commerciale dove già compare all'opera l'impresa di Percassi creatore dell'Oriocenter. Se vi pare poco come prospettiva del centro commerciale di Curno…
Andiamo avanti a leggere. Sorte è soddisfatto di Locatelli? Sorte è andato a Roma per evitare che –nel caso venisse scoperta a scoppio ritardato qualche sua magagna in Regione, abbia le ampie spalle coperte e di Locatelli ormai gli importa zero- Dalla risposta a tale quesito dipenderà la collocazione di Locatelli. Locatelli –va be che ha cinquantanni come il Conti- ma appare  piuttosto anziano forzista della prima ora, con spesse venature alla Fontana (Lega) e dopo due esperienze non pare destinato a grandi successi politici. A sua volta, dalla collocazione di Locatelli dipenderà quella di Cavagna il Giovane, che ha avuto i suoi momenti di gloria paesana una legislazione fa, quando leggeva, male, dossier preparati da altri, all'insegna della sacralità della cacata carta, e tanto gli bastava per reputarsi uno statista. Quella di Cavagna è molto probabilmente l'ultima presenza dal consiglio comunale e non ci tornerà più.
Quanto al leggere male i dossier preparati da altri, resta memorabile l’autosputtanamento inflittosi dal Gandolfi quando lesse un megadocumento sul PGT cercando di sfotterlo dopo averlo preparato con Locatelli Cavagna Fassi. Mi sembra evidente che Cavagna il Giovane voglia rinverdire i fasti passati e cerchi uno spazio di agibilità mediatica tutto suo, considerato anche il non travolgente successo delle iniziative cinofile e — in linguaggio coglione — “under 25”. Vedi prima.
Andiamo avanti alla fine. Il gatto padano, che è titolare di una famiglia curnense (sic!), ancorché mononucleare, sarà sicuramente felice di passargli alcuni dei suoi dossier; con questi dossier in mano, Cavagna il Giovane potrebbe pensare di fare alla Lega una proposta da non rifiutare. Vedremo.
C'è poco da vedere. Il custode delLa Latrina di Nusquamia l'ing. Claudio Piga è talmente ignorante di cose amministrative (e politiche: ma fa sempre finta quando ci sono dimezzo dei dindini) che non  si rende neppure conto  della poca trasparenza  per dirla con un brodino di pollo sgrassato. Basta leggere i giornali e le riviste specializzate  e specchiarvi le delibere e le determine adottate dal comune per leggerle. AGUDAREALLECOLLINE lo leggerà probabilmente sia Locatelli che Cavagna ma anche  quelli della maggioranza (della serie: vediamo cosa ha scoperto e mettiamoci una pezza imparando per quella di domani. Copyright by Cacciari).
Si metta il cuore in pace il custode delLa Latrina di Nusquamia:morto il SalviMaio UNO ci sarà un SalviMaio DUE a parti invertite. Dopo la Gamba solo il buondio c’ha in mano il pallino. Noi no. Lui no.
UNA STORIA NERA

Contrariamente alla zuccherosa  ricostruzione di Marianna Berbenni e dei suoi colleghi sui giornali quando venne rapito il 21 maggio 1973 Mirko Panattoni eravamo in pieno del terrorismo nero nazionale. Tanto per comprendere il “clima nazionale e non”  basta  questo elenco:
30 gennaio: morte di Roberto Franceschi
12 aprile: Giovedì nero di Milano: uccisione dell'agente di polizia Antonio Marino.
16 aprile: rogo di Primavalle (2 civili uccisi).
17 maggio 1973: strage della Questura di Milano (4 morti e 52 feriti);
28 maggio 1974: strage di piazza della Loggia a Brescia (8 morti e 102 feriti);
8 luglio: morte di Adriano Salvini
9 luglio: rapimento di Paul Getty Junior a Roma
2 agosto: morte di Giuseppe Santostefano.
11 settembre: colpo militare in Cile
2 dicembre embargo petrolifero
17 dicembre: strage di Fiumicino (34 morti)
Il colore e la matrice politica e gli scarsi esiti processuali di queste stragi e rapimenti non hanno bisogno di troppe spiegazioni.
Si era cominciato nel 1970 con l'attuazione delle Regioni e i grandi disordini in Calabria provocati dai fascisti del “boia chi molla” , lo Statuto dei lavoratori (20.05.1970) e la legge Fortuna-Baslini (01 dicembre 1970) che istituisce il divorzio. Nel 1973-74 i "decreti delegati" istituiscono gli organi collegiali tuttora in vigore nella scuola. Profonde modifiche subisce il diritto familiare; la riforma del 1978 istituisce io servizio sanitario nazionale, universalizzando l'assistenza medica pubblica. Nello stesso anno vedono la luce la legge 180 che abolisce i manicomi e rivoluziona il trattamento del disagio psichico e la legge 194, che permette anche in Italia l'interruzione volontaria di gravidanza.

Il quei 20 anni  1953-1973 la Marianna aveva preso forma e consistenza ma la potenza penetrativa dell’Enrico Panattoni era ancora confinata in Colle Aperto.
Narra la vichipedia cittadina  che il Panattoni fosse una camicia nera rifugiatasi a Bergamo dalla zona di Montecatini per sfuggire alla rappresaglia dei partigiani. Narra invece l’Enrico  che lui era di Altopascio, provincia di Lucca, e Oriana di Pescia in provincia di Pistoia . Venne a Bergamo dal 1946 a 18 anni a cercare un posto per fare il castagnaccio e gli avevano indicato prima Brescia e poi Bergamo. Così arrivò qui e si rivolsi a un'agenzia di affari per cercare una bottega. L'agenzia non aveva nulla da proporgli, ma il caso volle che una persona presente lo indirizzasse da un avvocato in via Paglia, curatore della vendita di una fiaschetteria in via Colleoni. Il locale era piccolo, ma gli piacque e così iniziò la sua avventura, prima come produttore di castagnaccio e poi di gelati e dolci».
La vichipedia  di città alta racconta che la coppia abbia acquistato un casetta addossata a Porta S.Alessandro dove una contadina dei colli vendeva il latte delle proprie vacche: la sciura s’era anche messa a fabbricare e vendere il gelato finchè le capitò di intossicare   qualche cliente –fatto non nuovo  che accadeva regolarmente a quasi tutte le gelaterie del tempo- e dovette vendere l’esercizio che venne comprato appunto dal Panattoni e signora. Che è che non è certo è che l’Enrico Panattoni, dato anche come un maschio di notevole fortune femminili-  aveva un cognato di città alta che per decenni ha lavorato come uomo di fiducia nel locale.
Enrico Panattoni nei primi lustri della sua attività ebbe contenziosi sindacali fortissimi e ferocissimi  in quanto comandava il personale con non troppa grazia. Dire Marianna a un cameriere qualsiasi significava dirgli di scappare.
Le relazioni della famiglia coi neri della città costituirono da sempre una leggenda bergamasca. Enrico Panattoni era della stessa classe dell'avvocato che seguì la vicenda del rapimento fu Tremaglia, 1927, più volte deputato dell'MSI  e di tutte le sigle che seguirono quella.
Quando a maggio 1973 ci fù il rapimento di Mirko Panattoni  a sinistra la voce corrente fu che i rapitori appartenessero a formazioni fasciste extraparlamentare se non addirittura segrete collegate direttamente coi servizi segreti. Rapimento “fatto in casa” per la certezza di una gestione il “più pulita e sicura possibile per portare a casa i soldi” e questa certezza venne confermata sostanzialmente dal fatto che non vi furono ricerche o indagini ma correva voce ufficiale che il rapimento si sarebbe risolto alla svelta. Era voce comune che le trattative fossero in mano a un capitano dei carabinieri  ritenuto dalla sinistra in diretto contatto con le formazioni nere extraparlamentari. Niente poco di meno che. Infatti il 5 giugno viene versato il riscatto e il bambino liberato due giorni dopo. Non raccolto dalle forze dell'ordine ma recuperato direttamente dal padre e dall'avvocato nero Tremaglia.
Del resto in quel tempo non esistevano sfumature politiche: c'era solo due colori e così quell'evento venne considerato dalla sinistra come un affare interno al fascismo e tale etichetta venne anche appiccicata –giusta o errata che fosse- al PM incaricato delle indagini che non conclusero nulla, confermando di nuovo a sinistra della congiunzione di interessi comuni dei neri parlamentari coi neri extraparlamentari.