A GUARDARE ALLE COLLINE 973












Di cosa parliamo in questa pagina

DUE PESI
DUE MISURE
Due morti di via Lecco.
La nostra sindaca Gamba ieri ha trovato importante fare un comunicato assieme ad Hera annunciando di avere “Siglato oggi il contratto tra Hera Luce e il Comune di Curno per la gestione e riqualificazione dell'illuminazione pubblica. Prevista la sostituzione di 1.561 impianti luminosi obsoleti con nuove luci a LED, che porterà ad un risparmio energetico annuo del 68% pari a oltre 560 mila kWh e oltre 200 tonnellate di CO2 evitate nell'atmosfera”. Una medaglia che si è appuntata da sola sul petto che dimostra come da almeno vent'anni il Comune abbia trovato modo di finanziare ogni vizietto privato (ah! i bisogni! ah! il piano del diritto allo studio! ah! Le piste ciclabili!) dimenticandosi di ristrutturare, anno dopo anno, un pezzo dell'impianto di illuminazione pubblica fino ad arrivare al tracollo che succede regolarmente ad ogni goccia di pioggia ed anche di… asciutto. (...)

IL MEDITERRANEO ORIENTALE
È L’AGO DELLA BILANCIA DELLA
POLITICA ENERGETICA UE
Come mai l’Europa è ai margini del grande risiko del gas stretta tra la morsa russa e dei paesi emergenti della sponda est del Mare Nostrum
I giacimenti di gas del Mediterraneo orientale si candidano a essere sempre più ago della bilancia della politica energetica europea. A scapito della Russia e della sua eccessiva predominanza nelle forniture al Vecchio Continente. L’ultimo paese che sta cercando di allentare la morsa da Mosca è la Bulgaria. Il ministro bulgaro dell’Energia Temenuzhka Petkova ha ribadito in settimana che Sofia è interessata ad acquistare gas naturale dai due giacimenti israeliani di Tamar e Leviathan. La decisione finale dipende, ha detto il ministro, dal completamento dell’Interconnettore Grecia-Bulgaria (IGB), un progetto da 220 milioni di euro, lungo 182 chilometri e destinato a collegare il sistema greco di trasporto del gas nella zona di Komotini a quello bulgaro intorno a Stara Zagora. La decisione sul gasdotto  mostra la chiara volontà della Bulgaria di allontanarsi dalla quasi totale dipendenza dal gas russo. (...)

POCHE DOMANDE PER IL REDDITO DI CITTADINANZA
USATI SOLO META' DEI FONDI
In base ai dati dell’Osservatorio Statistico del Reditto di Inclusione ) nel 2018 ne hanno beneficiato 413.646 nuclei famigliari per complessive 1.159.220 persone ed hanno ricevuto mediamente al mese 289,45 euro per famiglia.
Enrico Marro scrive oggi sul Corriere che “Ieri l’Inps, cui spetta di verificare se le domande di Rdc corrispondono ai requisiti previsti dalla legge (il più importante è l’Isee non superiore a 9.360, ma ce ne sono tanti altri), avrebbe accettato il 72% delle domande lavorate (680.965 su 806mila presentate). Un altro 2% è stato accantonato per ulteriori verifiche e quindi l’Inps ritiene ragionevole che alla fine il tasso di accoglimento delle domande sarà «intorno al 75%», come anticipato dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, nell’intervista pubblicata domenica dal Corriere. Questo significa che per raggiungere gli obiettivi del governo, che nella relazione tecnica al provvedimento prevede di erogare il Rdc a un milione 248 mila famiglie, dovrebbero essere presentate un milione 665 mila richieste (il 75% fa appunto un milione 248 mila). Ma finora ne sono arrivate meno della metà e non è pensabile che altrettante ne arrivino nei prossimi mesi perché il grosso di coloro che ha i requisiti di povertà ha già presentato domanda.”(...)

L'ING. CLAUDIO PIGA STIA AL SUO POSTO (3)
E' divertente begare col custode delLa Latrina di Nusquamia, l'ing. ClaudioPiga, abduano di origini sardAgnole ecc. ecc. Lui d'abitudine fa come il lupo e l'agnello. Noi scriviamo volutamente che l'ing. Claudio Piga avrebbe frequentato (a pagamento?) un liceo dei preti (i gesuiti). La faccenda è semplice. Quello stesso edificio  funzionò come collegio di preti, poi come liceo classico dove studiò anche Antonio Gramsci, ed  a un certo periodo ci stette come allievo il Claudio Piga prima di migrare dall'Isola a cercare fortuna in continente.
Il liceo classico di Bergamo venne creato nel 1803  ed era ospitato presso la sede della Misericordia Maggiore di via Arena. Pochi anni dopo verrà spostato  in un convento di suore in Piazza Rosate (attuale) che verrà demolito e sostituito da una nuova costruzione di un nuovo edificio aperto alla scuola nel 1844 poi intitolato a Paolo  Sarpi  nel 1865.
Noi abbiamo scritto che mentre lui a Cagliari ha studiato proprio nello stesso edificio fisico che già fu dei preti, quello di Bergamo è qualcosa del tutto differente dal Collegio Mariano (collegamento con S.Maria Maggiore) e dei barnabiti gestori di quella scuola di via Arena.
L'ing. Claudio Piga sostiene l'esistenza di un filo rosso che collega il Collegio Mariano (di via Arena) al liceo classico Sarpi costruito ex novo dopo avere demolito un vecchio convento di suore. Basta guadare le date per capire che gli insegnanti di via Arena erano già tutti defunti e lombricati quando apre il Sarpi.(...)
















https://www.thenational.ae/world/mena/the-orphans-of-isis-innocent-children-forsaken-in-hellish-syrian-camps-1.849314






é una balla pazzesca




































(https://www.inps.it/docallegatiNP/Mig/Dati_analisi_bilanci/Osservatori_statistici/Osservatorio_REI/Report_gennaio-dicembre_2018.pdf



DUE PESI
DUE MISURE


Due morti di via Lecco.
La nostra sindaca Gamba ieri ha trovato importante fare un comunicato assieme ad Hera annunciando di avere “Siglato oggi il contratto tra Hera Luce e il Comune di Curno per la gestione e riqualificazione dell'illuminazione pubblica. Prevista la sostituzione di 1.561 impianti luminosi obsoleti con nuove luci a LED, che porterà ad un risparmio energetico annuo del 68% pari a oltre 560 mila kWh e oltre 200 tonnellate di CO2 evitate nell'atmosfera”. Una medaglia che si è appuntata da sola sul petto che dimostra come da almeno vent'anni il Comune abbia trovato modo di finanziare ogni vizietto privato (ah! i bisogni! ah! il piano del diritto allo studio! ah! Le piste ciclabili!) dimenticandosi di ristrutturare, anno dopo anno, un pezzo dell'impianto di illuminazione pubblica fino ad arrivare al tracollo che succede regolarmente ad ogni goccia di pioggia ed anche di… asciutto.
I cittadini hanno invece notato lo scandaloso silenzio della nostra amministrazione comunale che nei confronti dei due ammazzati di via Lecco –bastavano quattro righe di condoglianze sulla pagina web- e si sono convinti di come le nostre madamine adottino due pesi e due misure a seconda del sesso ragion per cui una moglie ammazzata dal marito incautamente maritato merita una panchina ri-dipinta di rosso con improbabili versetti di poesia da strapaese oltre una gran cassa mediatica mentre due maschi, uno giovanissimo ed uno adulto, morti ammazzati per una “svista” di un'automobilista donna [chissà perché dei due defunti le gazzette hanno raccontato (quasi) tutto mentre per l'investitrice non hanno detto nulla (che sia una con qualche aggancio?] neanche un RIP.
E' una scommessa senza senso ma ci vuole nel caso: immaginiamo se fosse stato un maschio ad investire due donne…
Fossi nella famiglia del signore di 59 anni investito ed ammazzato dallo sbandamento nell'altra corsia da parte dell'investitrice, farei causa al Comune perché la larghezza di quella strada è assurda e la mancanza di adeguato cordolo o jersey a separare le due corsie (vista l'ampiezza della carreggiata) non ha fermato la corsa delle vettura sulla corsia opposta a quella di marcia. Ma al di la delle beghe legali che sicuramente le assicurazioni, con quel che dovranno sborsare per la morte di un ragazzo di 16 anni e quella di un uomo poche settimane prima della pensione, metteranno in piedi versus l'investitrice e il comune, fossi nella sindaca Gamba troverei in 48 ore i soldi per fare istallare un cordolo alto almeno 30 cm e largo a mezzo metro in maniera che dallo stop ad est del quadrifoglio sulla via Lecco fino all'estremità ovest dei jersey di plastica giallo rossi presso la gelateria impedirebbero finalmente le svolte pericolose a 180 gradi obbligando chi sale a percorrere mezzo quadrifoglio in sicurezza oltre a impedire incidenti come quello attuale. Tra l'altro basta transitare regolarmente sul posto per verificare come chi scende dal bus ,non utilizza il sottopasso ma attraversa rischiosamente la strada: per questo un cordolo non basta ma occorre un jersey che diventa non scavalcabile anche dai pedoni.
Ci fosse stato in mezzo alla via un jersey del genere “almeno” una vittima non ci sarebbe stata. Diciamo che quella vittima si poteva risparmiare con meno di 50mila euro di cordolo da cima a fondo: ma siccome della zona ovest del paese alla maggioranza frega zero, che volete che spendano per un cordolo o un jersey che poi quella dozzina di attività che ci sono si mettono a vociare che il comune vuole farle fallire? Meglio un paio di morti piuttosto che i clienti allunghino di qualche centinaio di metri il percorso.
Bastava risparmiare quella cazzata di pista ciclabile davanti al centro Gamba per avere quel cordolo: ed er
IL MEDITERRANEO ORIENTALE
È L’AGO DELLA BILANCIA DELLA
POLITICA ENERGETICA UE

Come mai l’Europa è ai margini del grande risiko del gas stretta tra la morsa russa e dei paesi emergenti della sponda est del Mare Nostrum
I giacimenti di gas del Mediterraneo orientale si candidano a essere sempre più ago della bilancia della politica energetica europea. A scapito della Russia e della sua eccessiva predominanza nelle forniture al Vecchio Continente. L’ultimo paese che sta cercando di allentare la morsa da Mosca è la Bulgaria. Il ministro bulgaro dell’Energia Temenuzhka Petkova ha ribadito in settimana che Sofia è interessata ad acquistare gas naturale dai due giacimenti israeliani di Tamar e Leviathan. La decisione finale dipende, ha detto il ministro, dal completamento dell’Interconnettore Grecia-Bulgaria (IGB), un progetto da 220 milioni di euro, lungo 182 chilometri e destinato a collegare il sistema greco di trasporto del gas nella zona di Komotini a quello bulgaro intorno a Stara Zagora. La decisione sul gasdotto  mostra la chiara volontà della Bulgaria di allontanarsi dalla quasi totale dipendenza dal gas russo. Attualmente Gazprom è l’unico esportatore di gas in Bulgaria e fornisce quasi il 90 per cento del consumo annuale del paese balcanico ma dal 2009, quando una controversia russo-ucraina bloccò gli approvvigionamenti, sta cercando di diversificare. La produzione bulgara copre meno del 13% del consumo interno. Il resto è coperto appunto dalla Russia, con i volumi che oggi passano completamente attraverso l’Ucraina. Gazprom da parte sua, ha coerentemente coordinato i suoi piani di transito del gas con un occhio agli interessi geostrategici di Mosca e per questo è accusata di “affamare” selettivamente i paesi della regione per sottoporli a pressioni politiche. Dal canto suo, il governo del primo ministro bulgaro Boyko Borissov ha espresso l’auspicio che la costruzione del gasdotto IGB inizi entro il 28 giugno, alla fine del semestre di presidenza bulgara del Consiglio dell’Unione europea, ma sembra improbabile che ciò accada.

EASTMED E’ LONTANO E LA RUSSIA NON MOLLA LA PRESA SULLA BULGARIA
Nel frattempo il gasdotto EastMed che dovrebbe collegare Israele con l’Europa continentale potrebbe richiedere 6-7 anni per essere realizzato secondo uno studio commissionato dalla stessa Israele. Il percorso prevede un tratto offshoredi 1.300 km e un tratto onshore di 600 km con una capacità massima di 20 miliardi di metri cubi di gas all’anno che dovrebbero arrivare nel Vecchio Continente entro il 2030 quando il fabbisogno europeo di gas aumenterà a 100 miliardi di metri cubi all’anno in base alle previsioni. Secondo lo studio israeliano, inoltre, si stima che al largo delle acque del paese potrebbero trovarsi riserve per oltre tre volte quelle degli attuali giacimenti valutati in mille miliardi di metri cubi di gas.
Mosca per il momento tiene duro con la Bulgaria. Alcuni analisti hanno ridimensionato le possibilità del progetto di andare avanti e suggeriscono che il Cremlino non abbandonerà facilmente il suo vecchio alleato strategico, nonostante il fallimento del piani di realizzare una pipeline – il South Stream – nella regione. Dello stesso avviso l’ex sindaco di Sofia Georgi Kadiev che a Deutsche Welle ha dichiarato: “Occorre ignorare la notizia. Quello che il ministro dell’Energia ha detto è che la Bulgaria è interessata all’importazione di gas da Israele ma si può o importare Gnl, per il quale però non abbiamo alcun porto, o utilizzare il gasdotto Israele-Cipro-Creta-Bulgaria, che per ora è solo un’idea e non verrà realizzato prima dei prossimi 20 anni”. Secondo altri analisti il Cremlino non avrebbe rinunciato a mantenere salda la presa sulla Bulgaria. “L’elezione dell’ex generale filo-russo, Rumen Radev come presidente della Bulgaria è stata accolta da Mosca come una nuova finestra di opportunità e in occasione di una recente visita in Ungheria, Vladimir Putin ha menzionato l’idea di ripartire con il progetto sul gas con la Bulgaria – ha detto Jan Mus, esperto dell’Europa sudorientale dell’Università della Vistola di Varsavia a Deutsche Welle –. Costruire un gasdotto attraverso la Bulgaria richiederà anche anni. L’acquisto di gas che può eventualmente essere venduto sul mercato globale non preclude la possibilità di fare affari con la Russia e di acquistare gas russo”.

EGITTO E CIPRO PRONTE A REALIZZARE UN GASDOTTO CON LA BENEDIZIONE UE
Sempre sul fronte orientale del Mediterraneo il ministro egiziano del Petrolio Tarek el Molla ha dichiarato che prima della metà del 2018 vi sarà la firma di un accordo con l’Unione europea per la costruzione di un gasdotto Cipro-Egitto,affermando che proprio l’Ue sarà il principale beneficiario delle forniture. Durante la sua partecipazione alla conferenza “Petroleum Week” a Londra, il ministro ha annunciato che è stato firmato un accordo preliminare con il governo cipriota per la realizzazione della pipeline e che sono in corso ulteriori negoziati tra i due governi. Inoltre, Egitto e Grecia lavoreranno a stretto contatto nel settore del petrolio e del gas attraverso vari accordi. Molla ha sottolineato, inoltre, la stretta cooperazione con Egitto, Giordania e Iraq nello stesso settore, annunciando che il Cairo ha concluso un accordo con loro per il trasporto di petrolio e gas. Infine ha affermato che la trasformazione dell’Egitto in un hub di gas e petrolio – grazie alla sua posizione geografica strategica, al Canale di Suez, a infrastrutture ben consolidate per il trasporto, lo stoccaggio e la vendita di petrolio e gas – sarà un passo importante per tutti gli attori coinvolti, compresa l’Europa, che è interessata a garantire la sua quota di energia dopo il 2020, quando il divario tra domanda e offerta dovrebbe aumentare. Egitto e Cipro hanno forti legami nel settore dell’energia, avviati nel 2009: recentemente si sono svolte diverse visite ufficiali tra i due paesi, oltre a tre vertici tripartiti nel 2014, 2015 e 2017, in cui Cipro, Egitto e Grecia hanno discusso l’ampliamento dei loro legami in diversi settori, soprattutto energetici. Nell’ultima riunione tenutasi a Nicosia, i tre paesi hanno affrontato il tema dello sviluppo delle riserve di idrocarburi nel Mediterraneo orientale e discusso di progetti energetici reciprocamente vantaggiosi.

L’EUROPA SEMPRE PIU’ AI MARGINI NEL GRANDE RISIKO DEL GAS
In questo contesto l’Unione europea sta diventando sempre più irrilevante per quanto riguarda il suo ruolo nel settore gas, almeno secondo alcuni esperti. “L’Ue non sarà in grado di ridurre la dipendenza dal gas russo nel prossimo futuro – ha dichiarato l’analista slovacco Petr Toth, a DW -. Se la stabilità in Europa dipende dalle buone relazioni tra Francia e Germania, la stabilità nell’Eurasia settentrionale dipende dalle buone relazioni tra Germania e Russia”.

Sebastiano Torrini

POCHE DOMANDE PER IL REDDITO DI CITTADINANZA
USATI SOLO META' DEI FONDI


In base ai dati dell’Osservatorio Statistico del Reditto di Inclusione ) nel 2018 ne hanno beneficiato 413.646 nuclei famigliari per complessive 1.159.220 persone ed hanno ricevuto mediamente al mese 289,45 euro per famiglia.
Enrico Marro scrive oggi sul Corriere che “Ieri l’Inps, cui spetta di verificare se le domande di Rdc corrispondono ai requisiti previsti dalla legge (il più importante è l’Isee non superiore a 9.360, ma ce ne sono tanti altri), avrebbe accettato il 72% delle domande lavorate (680.965 su 806mila presentate). Un altro 2% è stato accantonato per ulteriori verifiche e quindi l’Inps ritiene ragionevole che alla fine il tasso di accoglimento delle domande sarà «intorno al 75%», come anticipato dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, nell’intervista pubblicata domenica dal Corriere. Questo significa che per raggiungere gli obiettivi del governo, che nella relazione tecnica al provvedimento prevede di erogare il Rdc a un milione 248 mila famiglie, dovrebbero essere presentate un milione 665 mila richieste (il 75% fa appunto un milione 248 mila). Ma finora ne sono arrivate meno della metà e non è pensabile che altrettante ne arrivino nei prossimi mesi perché il grosso di coloro che ha i requisiti di povertà ha già presentato domanda.”
Seguendo questo ragionamento si passerebbe dalle 413mila famiglie che fecero domanda e percepirono il Rei all’incirca al doppio ( domande  concretamente accettate e poi pagate) quindi tra le 800mila e le 900mila. Più probabile la prima cifra.
Vedremo a luglio  quanto comunicherà di avere pagato in media nel primo trimetre di RdC per ciascuna famiglia, vale a dire  quanto saliranno  dagli attuali 289 euro del Rei per famiglia.
Per il Rdc si dovrebbero spendere, secondo gli stanziamenti di legge 7,1 miliardi nel 2020 (perché il sussidio verrà pagato per 12 mesi e non per 9 come quest’anno), 7,3 miliardi nel 2021 e poi 7,2 miliardi l’anno a partire dal 2022. Sulla base dei sussidi che dovrebbero essere pagati tra aprile e maggio (poco più di 600 mila, cioè il 75% delle 806 mila domande) e dell’importo medio di ognuno di essi, che Tridico ha rivelato essere di 520 euro al mese, si può calcolare che la spesa già impegnata per quest’anno è di circa 2,8 miliardi, anche qui la metà rispetto ai 5,6 miliardi stanziati per quest’anno.
In teoria dovrebbe accadere che tra i percettori del RdC ci dovrebbe essere una consistente (?) variabilità mese dopo mese in quanto  man mano i “navigator” dovrebbero trovare un lavoro ai percettori del RdC e nel contempo accadrà che altre famiglie aggiungano la loro domanda in quanto cadute nelle condizioni stabilite  per il RdC.
Considerati tutti questi aspetti il governo  conclude che una bella fetta dei 2,8 miliardi non ancora impegnati nel 2019 verranno risparmiati e DiMaio qualche giorno fa ha concluso seraficamente: «Stiamo vedendo dalle stime che sicuramente avanzerà qualche centinaio di milioni di euro dal reddito di cittadinanza», aggiungendo la promessa che quelle risorse (avanzate)  saranno utilizzate «per gli aiuti alle famiglie che fanno figli».
Da adesso in avanti si cominciano a fare i conti con gli esborsi veri e propri anche se si sta già delineando una situazione di caos piuttosto forte dal momento che man mano il diritto di percezione del RdC verrà via via controllato (forse…) più a fondo ne uscirà un buon contenzioso. Resta il problema che nello spazio di un anno bisognerà trovare almeno un milione di posti di lavoro: ma questi non si possono  comprare o creare con 520 euro al mese.
L'ING. CLAUDIO PIGA STIA AL SUOPOSTO (3)



E' divertente begare col custode delLa Latrina di Nusquamia, l'ing. ClaudioPiga, abduano di origini sardAgnole ecc. ecc. Lui d'abitudine fa come il lupo e l'agnello. Noi scriviamo volutamente che l'ing. Claudio Piga avrebbe frequentato (a pagamento?) un liceo dei preti (i gesuiti). La faccenda è semplice. Quello stesso edificio  funzionò come collegio di preti, poi come liceo classico dove studiò anche Antonio Gramsci, ed  a un certo periodo ci stette come allievo il Claudio Piga prima di migrare dall'Isola a cercare fortuna in continente.
Il liceo classico di Bergamo venne creato nel 1803  ed era ospitato presso la sede della Misericordia Maggiore di via Arena. Pochi anni dopo verrà spostato  in un convento di suore in Piazza Rosate (attuale) che verrà demolito e sostituito da una nuova costruzione di un nuovo edificio aperto alla scuola nel 1844 poi intitolato a Paolo  Sarpi  nel 1865.
Noi abbiamo scritto che mentre lui a Cagliari ha studiato proprio nello stesso edificio fisico che già fu dei preti, quello di Bergamo è qualcosa del tutto differente dal Collegio Mariano (collegamento con S.Maria Maggiore) e dei barnabiti gestori di quella scuola di via Arena.
L'ing. Claudio Piga sostiene l'esistenza di un filo rosso che collega il Collegio Mariano (di via Arena) al liceo classico Sarpi costruito ex novo dopo avere demolito un vecchio convento di suore. Basta guadare le date per capire che gli insegnanti di via Arena erano già tutti defunti e lombricati quando apre il Sarpi.
L'affermazione del custode delLa Latrina  di Nusquamia ing. Claudio Piga non è così semplice come  potrebbe leggersi. Se esiste “un filo rosso che collega il Collegio Mariano col Paolo Sarpi” è ovvio che esista un filo rosso che collega la scienza dei Gesuiti col liceo statale dove studiò Gramsci e più tardi pure il custode delLa latrina di Nusquamia l'ing. Claudo Piga.
Cari miei, questo è sangue blu sia nella scienza che nella cultura del latino rum e del greco rum oltre che nella politica (Gramsci:mica l'ultimo della classe assieme ad Occhetto!) se vi par poco avere il cervello collegato dal filo rosso dei Gesuiti e del Gramsci com'è capitato all'allievo Claudio Piga. Noi qui ci dobbiamo definire sconfitti. Atterrati. Accoppati.

A proposito di fili rossi tra il passato e il presente c'è venuto in mente un filo rosso personale che ci ha leggermente ghiacciato la schiena. La nostra famiglia aveva l'usanza di portare le vacche al pascolo in montagna e praticava anche la soccida con bestiame altrui. Quindi nei mesi estivi le famiglie abitavano per 3-4 mesi nelle caselle in montagna dove avevano affittato i prati pascoli.  Finita la guerra avanzammo all'avv. Motta del CLN provinciale  una richiesta di risarcimento per l’»esproprio» subito sui pascoli di Branzi dal 1945 in poi e ci dettero in affitto i prati di Selvino dove d’estate pascolavano i cavalli dell'esercito destinati all'artiglieria pesante campale. In quei venti ettari di prati c'erano due caselle e c'era anche una chiesa dedicata alla “Madonna della Neve” dove veniva celebrata la messa ogni domenica per i pastori (e i militari e loro famiglie che venivano in ferie dalla pianura). Raccontava mio padre –ricordando come fossi sempre stato il rompicoglioni che capitava nei momenti meno opportuni- che proprio a mezzogiorno quando la campana cominciò a suonare io io decisi di venire al mondo. Che ci potevo fare? Mica lo decisi io.
Al tempo era in vigore l'usanza –illegale ma tollerata- che quando un figlio nasceva  con la famiglia al pascolo (quindi in un altro comune)   la sua nascita poteva essere registrata nel comune di residenza della famiglia fino a fine stagione e così avvenne che sono nato da una parte ma sono registrato da un'altra nella logica della comodità per la leva e i certificati. La famiglia ricevette l'escomio da quella azienda quando avevo sei anni e mezzo e in quella casa vi tornai solo a fine scuola media. Fu allora che scoprii che sulla facciata a levante della casa “c.d. natale” c'era una lapide che ricordava   la nascita del vescovo Mons. Camillo Carrara  (1871-1926) nato Giuseppe da  Giovanni e Teresa Moroni abitanti nella “Cà di Capelù”, cappuccino e vescovo di Asmara dove morì per un “colpo apoplettico”.Oh, gente, per un mese non c'era nato anch'io!. E che filo rosso mi ritrovo adesso…