A GUARDARE ALLE COLLINE 964






Di cosa parliamo in questa pagina.

Dopo la sentenza Leggeri e la vicenda della contraffazione della convenzione del CVI1 questo consiglio comunale é al capolinea.
La sindaca Serra, che non va dimenticato ha alle spalle (quasi) 17anni di consigliatura (prima assessora nella giunta Morelli, poi capogruppo dell'opposizione, poi sindaca, adesso consigliera delegata capogruppo di maggioranza) è stata segretaria provinciale del PD o come si chiamava prima ed anche assessore provinciale all'istruzione – quindi non proprio una politica di primo pelo nell'agone locale e provinciale-  ha lamentato sul settimanale di  Percassi che “«il gruppo di maggioranza Vivere Curno ammette di avere commesso un errore di man­cato controllo, un errore che brucia, ma che non ha causato alcun danno al Comune, né ai cittadini di Curno. Respinge con forza ogni accusa di di­sonestà e di ''furbizia" ed espri­me sconcerto di fronte ai pre­giudizi delle minoranze che, ri­petutamente, insinuano che l'azione amministrativa sia gui­data dal desiderio di favorire gli amici e di perseguitare i ne­mici».
Cattivoni!. Malpensanti!.(...)

LIBIA. DA HAFTAR UN ATTACO FRETTOLOSO MA L'ITALIA NON PUO' STARE A GUARDARE
Egitto, Russia e Francia provano a smarcarsi dalle mosse del Feldmaresciallo, gli Usa rinnovano l'impegno per trovare una soluzione con Roma. Intanto l'Eni ha evacuato il personale dagli stabilimenti libici e monitora le evoluzioni. (...)

CHE SIA UNA FUITINA D'AMORE?
Il custode delLa Latrina di Nusquamia, l’ing. Claudio Piga, un abduano di origini sardAgnole che ha frequentato un liceo classico dei preti dove già aveva studiato l’Antonio Gramsci (quindi per proprietà transitiva il genio dell’uno sarebbe passato all’altro),(...)
“Il filosofo Diego Fusaro, marxista immaginario, teorico di un pensiero che mescola «valori di destra e idee di sinistra», Gramsci e CasaPound, vuol diventare sindaco di Gioia Tauro: dalla turboteoria alla turbo prassi. La lista «Risorgimento Meridionale per l’Italia» lo descrive così, incurante dell’involontaria parodia: «Filosofo che ha contributo in maniera decisiva alla sedimentazione presso la pubblica opinione di un pensiero alternativo, in grado di demistificare in radice il racconto prevalente costruito a beneficio delle classi dominanti».
Alla presentazione c’era anche Giulietto Chiesa, campione del complottismo, irriducibile madurista, marxista immaginario anche lui. Avete presente Gioia Tauro, la situazione drammatica del porto,la’ndranghe ta? Ebbene Fusaro pensa che in quella terra sia stato commesso un errore filosofico: è prevalso l’interesse della collettività su quello dell’individuo. Urca! Adesso ci pensa lui, con la lotta al postmoderno, alla globalizzazione, al turbocapitalismo apolide, alla contronarrazione demofila, qualunque cosa voglia dire. Il suo ultimo libro s’intitola «Pensare altrimenti» (altrimenti ci arrabbiamo!).
Ecco come va la vita: uno si innamora di un neofilosofo e questo se la svigna a fare il sindaco. Come la Serra e la Gamba. Ecco perché il nostro è fuggito al mare.






































https://www.byoblu.com/2019/03/24/il-nuovo-risorgimento-riparte-da-gioia-tauro-con-diego-fusaro-sindaco-e-francesco-toscano/




























QUESTOCONSIGLIO COMUNALE E' AL CAPOLINEA


La sindaca Serra, che non va dimenticato ha alle spalle (quasi) 17anni di consigliatura (prima assessora nella giunta Morelli, poi capogruppo dell'opposizione, poi sindaca, adesso consigliera delegata capogruppo di maggioranza) è stata segretaria provinciale del PD o come si chiamava prima ed anche assessore provinciale all'istruzione – quindi non proprio una politica di primo pelo nell'agone locale e provinciale-  ha lamentato sul settimanale di  Percassi che “«il gruppo di maggioranza Vivere Curno ammette di avere commesso un errore di man­cato controllo, un errore che brucia, ma che non ha causato alcun danno al Comune, né ai cittadini di Curno. Respinge con forza ogni accusa di di­sonestà e di ''furbizia" ed espri­me sconcerto di fronte ai pre­giudizi delle minoranze che, ri­petutamente, insinuano che l'azione amministrativa sia gui­data dal desiderio di favorire gli amici e di perseguitare i ne­mici».
Cattivoni!. Malpensanti!.
Sia la consigliere Sa­ra Carrara sia il consigliere Giovanni Locatelli (i due capigrippo di minoranza) hanno espresso perplessità e hanno dichiarato di "non cre­dere al caso, né alle coinci­denze" insinuando che non si sia trattato di un errore in­volontario, ma di un'intenzio­nale "restituzione di favori" al Presidente della Polisportiva, sostanzialmente un voto di scambio. L'accusa, espressa in modo chiaro, ma con la cau­tela derivante dal timore di denunce per diffamazione, ri­vela quale sia il pensiero e il giudizio morale che i consi­glieri di minoranza nutrono nei confronti dei consiglieri di maggioranza, già manifestato in precedenti occasioni». Locatelli ha dato anche qualche pizzicotto da quel che si legge su BGPost: “qualche ma­ligno, ma noi non vogliamo crederci, ci ricorda anche che al momento della sottoscri­zione della convenzione, il presidente della Polisportiva è stato un fervido sostenitore della lista civica di sinistra, che aveva appoggiato in modo manifesto l'allora sindaco Serra durante la sua campa­gna elettorale e che, ci rife­riscono, aveva perfino attac­cato una lista di centrodestra di Curno, anche con uno spe­cifico volantino apposto nella bacheca della Polisportiva”.

Serra e Gamba sono sempre apparse nelle ultime due legislature come le due padrone del vapore abituate a sparate secche e senza tema di smentita, col supporto defilato dell'ass. Conti che va tenuto dacconto perché è quello che tramite i PGT procura i soldini per soddisfare clientele locali e la miriade di società varie chiamate a fare oratorio per conto della giunta. Leggere la sequela di determinazioni sull'albo pretorio.
Ce n'era già stato uno audace prima di loro che aveva governato brutalmente e senza esitazione la maggioranza del tempo. Quello era uno bello. Era uno ricco. Era uno laureato in una prima università nazionale e non in una modesta università provinciale. Veniva da una famiglia con suo padre fondatore di una primaria casa editrice nazionale di  libri scolastici.
Quello era davvero un gallo nel pollaio democristiano, uno che riuscì a fare arrivare a Curno il centro commerciale facendolo votare dalla DC, dal PSI e pure dalla  maggioranza dei PCI. Quello che mise i vasi delle verdure in piazza e regalava rose (non belledonne viola!) alle neodiciottenni al primo voto e –assieme al pci- “comprava” anche la lista del Verdi Per Curno. Quando hai il potere in mano puoi soddisfare tutti (e magari non annusi i tempi: era il 1990…) : dagli amici (della dc) e finti avversari pronti a dar via il culo per un posto di giardiniere al comune di Bergamo o un posto di dottore all'ASL dov'era presidente al tempo da un dottore della ValCavallina (dott. Borra) finito male per tangentopoli.  C'è in giro una foto dell'inaugurazione del campo sportivo del CVI dove figura il bell'avvocato, l'on. Bonalumi e il dott. Borra splendidi splendenti del loro potere. Non posiamo pubblicarla perchè compaiono anche due dipendenti comunali per la privatezza.  E chi non si lasciava comprare si minacciava il licenziamento. L'avvocato  scivolò sulla banalissima buccia di un finanziamento illecito alla dc: si fece pagare da una ditta sei milioni e mezzo (di lire) le brochures della campagna elettorale ed un suo “amico consigliere nella sua lista” che  anche per via delle rose regalate e della brochure stampata con soldi illeciti era stato eletto, lo denunciò e con la condanna –una cosa ridicola rispetto alla tangentopoli di quegli anni- terminò la sua carriera politica. Vatti a fidare degli amici!. Quello era un grande navigatore: soprannominato “il dentista urbanista” genererà poi le liste che via via hanno condotto in  consiglio la consigliera Carrara.
Fossimo  nella coppia di ferro Serra/Gamba staremmo  bene attente perché c'è sempre qualche buccia di banana che ti può atterrare. Altro che fingersi incazzate epperò ”l'errore nella convenzione non ha causato alcun danno al Comune, né ai cittadini di Curno”.
Non fecero danno ai cittadini di Curno nemmeno le rose regalate alle ragazzine diciottenni ne le brochures  pagate dalla ditta. C'è da scommettere che le rose finirono nel biologico e le brochures nella carta, tutto riciclato insomma.
Va dato  comunque atto che la coppia Srra&Gamba sanno resistere a delle botte che nella prima repubblica avrebbero atterrato pure i diplopochi.
L'anno scorso gli è arrivato di traverso la sentenza Leggeri che ha levato di botto al bilancio comunale quasi seicentomila euro. Un regalino pervenuto ai curnesi dopo quasi trent'anni per una delibera consigliare votata da TUTTI i partiti che oggi sono “azionisti” elettorali della maggioranza e della minoranza. L'ha schivata la Lega che poi s'è rifatta con la mega truffa politica sul compendio a nord di viaLega Lombarda e col doppio pagamento (uno restituito tre anni più tardi) di 300 milioni  per un pezzo di terra della zia di un consigliere leghista. Anche il quel caso si disse o si poteva recitare l'atto di scazzata contrizione della Serra:” l'errore non ha causato alcun danno al Comune, né ai cittadini di Curno”.
Salvo il fatto che a Curno la Polisportiva s'è potuta godere il CVI1 per un biennio ulteriore in barba dell'art. 90 “Disposizioni per l'attività sportiva dilettantistica”, comma 25, della legge 289/2002.
E – badate a quella data: 2002-  le delegittimazione del Consiglio Comunale  non data quindi dall'altro ieri ma in tema di convenzioni dei CVI la mala gestione politica dei rapporti tra Comune e società sportiva da DICIASSETTE anni or sono. Quindi maggioranza ed opposizione.
Altro che “inviare tutto il fascicolo alla Corte dei Conti sezione Lom­bardia» come richiesto dal consigliere di minoranza Locatelli. Quando la politica canna  nel proprio dovere a chi si rivolge? Alla magistratura: come il calciatore beccato in un fallo  tira il pallone fuori dal campo.

Non siamo così ingenui da credere che per le nostre posizioni questo consiglio comunale  rassegni le dimissioni di massa. Nel 1990 quel consiglio sopravvisse ben tre anni prima di essere mandato a casa anticipatamente.
Adesso però il vento ha fatto il suo giro e torna a soffiare..
LIBIA. DA HAFTAR UN ATTACO FRETTOLOSO MA L'ITALIA NON PUO' STARE A GUARDARE

Egitto, Russia e Francia provano a smarcarsi dalle mosse del Feldmaresciallo, gli Usa rinnovano l'impegno per trovare una soluzione con Roma. Intanto l'Eni ha evacuato il personale dagli stabilimenti libici e monitora le evoluzioni.
Ore frenetiche per il futuro della Libia sull'orlo della guerra civile. C'è un aspetto militare riferito agli scontri sul campo tra le truppe del Generale Khalifa Haftar in avanzamento verso Tripoli e ricacciate indietro dalle milizie fedeli a Serraj e poi, non meno importante, un ambito diplomatico che vede l'Onu, la Nato e i ministri degli Esteri riuniti in Francia per la ministeriale del G7 che obbliga ad una soluzione internazionale all'emergenza libica. Dalla sua il governo italiano, per uscire dall'impasse che si è venuto a creare, ha pure trovato il sostegno degli Usa. “Siamo impegnati a promuovere la stabilità nel Nord Africa e nel Sahel, inclusa la Libia che – ha spiegato all'Ansa un portavoce del Dipartimento di Stato americano – resta una priorità del dialogo strategico con l'Italia”.
Da registrare, pur se con cautela, un'ulteriore novità: l'attivismo di Russia ed Egitto – da sempre sostenitori di Haftar – nel richiedere ufficialmente una via d'uscita politica al caos che versa nel Paese. “Mosca sostiene la via politica per la risoluzione della crisi in Libia” – ha dichiarato il viceministro degli Esteri russo, Mikhail Bogdanov, nel corso di una telefonata con Haftar.
Unità d'intenti anche tra Francia e Italia che con i ministri degli Esteri, Le Drian e Moavero hanno provato a smussare le posizioni contrastanti degli ultimi mesi con i transalpini che a loro volta hanno appoggiato il Feldmaresciallo della Cirenaica. “Italia e Francia – ha detto Moavero – hanno a volte avuto uno sguardo diverso, ma ci siamo trovati assolutamente nel fare un appello concorde verso una soluzione che non preveda interventi militari che possono creare fatti compiuti e conflitti che non aiutano certamente la soluzione politica inclusiva”. Posizione condivisa dall'omologo francese mentre Ghassan Salamé, inviato Onu in Libia, ha tenuto a precisare che la conferenza di pace a Ghadames non è ancora saltata e farà il possibile per mettere ancora attorno a un tavolo le varie fazioni del Paese.
Dopo tante divisioni la comunità internazionale prova a giocare la carta del buonsenso, resta da capire se questa sarà la stessa strada che sceglierà di intraprendere Haftar nelle prossime ore. Gli analisti militari che studiano le mosse del Generale ritengono infatti che il Feldmaresciallo potrebbe aver fatto il passo più lungo della gamba con un attacco frettoloso, mal pianificato che non è possibile escludere possa persino ritorcersi contro di lui. È l'analisi anche di Mustafa Abushagur, ex vicepremier libico, che su Twitter ha scritto: “L'avventura di Haftar per controllare Tripoli era finalizzata a dimostrare ai suoi sostenitori e al mondo che solo lui poteva governare la Libia. Ma con la sua sconfitta a Tripoli finirà il suo ruolo politico in Libia e si affermerà con più forza il sostegno di chi vuole davvero bene al Paese”.
È chiaro adesso che le carte da giocare sono ancora tante da parte della comunità internazionale, l'incognita è se chi fino ad oggi ha soffiato alle spalle di Haftar avrà ora la forza per fermare realmente i piani di conquista del Generale. Per l'Italia una possibile conquista di Tripoli da parte del Feldmaresciallo della Cirenaica sarebbe un problema sia per gli aspetti commerciali che per la questione dei flussi migratori. Ieri intanto l'Eni ha confermato di aver evacuato una parte del personale che lavora all'interno dei propri stabilimenti in Libia, pur precisando che la situazione è pienamente sotto controllo e che non si registrano pericoli né per la produzione che per l'incolumità delle persone.
L'Italia paga comunque una sottovalutazione del dossier libico. Se fino allo scorso anno la catena di comando Minniti (ministro dell'Interno), Manenti (Aise) e Perrone (Ambasciata di Tripoli) aveva garantito un periodo di relativa tranquillità, ora con la sostituzione dell'intera filiera di gestione con altri uomini la situazione è precipitata. L'unica buona notizia è che gli Usa, nonostante le aperture italiane alla Cina, le ambiguità su Russia e Venezuela, hanno dimostrato vicinanza al governo per aiutare a gestire questa situazione di forte crisi. Cosa ne sarà di qui ai prossimi giorni lo si deciderà sul campo di guerra libico, ma soprattutto nelle sedi dei consessi internazionali. Ciò che accaduto nel 2011 con la destituzione di Gheddafi e il conseguente arrivo di oltre 700mila migranti in pochi anni sulle nostre coste rende ben chiara l'idea su quanto la Libia sia strategicamente fondamentale per il nostro Paese e per la salvaguardia del Mediterraneo.

Valentino di Giacomo
CHE SIA UNA FUITINA D'AMORE?

Il custode delLa Latrina di Nusquamia, l’ing. Claudio Piga, un abduano di origini sardAgnole che ha frequentato un liceo classico dei preti dove già aveva studiato l’Antonio Gramsci (quindi per proprietà transitiva il genio dell’uno sarebbe passato all’altro), si è laureato in ingegneria (mai saputo quale…) al Politecnico di Milano con l’Ajroldi Vasconi che insegnava analisi matematica (non a lui:lui la sapeva già tutta dal liceo dei preti), con un passato all’Olivetti di Olivetti, poi  libero prof con la Mondadori per  concludere come autore di importanti romanzi come  “le Vegliarde di Trezzo” oppure come socio  col suo amico Gandolfi nella Daedalus-Lab che si pubblicizzava senza indicare la partita iva ed aveva sede  nel negozio di fiorista del padre del socio. La daedalus-Lab ebbe grande successo nel confezionare carteglorie  come flayer pubblicitarie per le ditte e i privati. Insomma: la Casa leggio Associati è arrivata dopo. Abbiamo fatto una verifica sul web ed abbiamo appreso che la pagina della Daedalus-Lab è scomparsa ma voci paesane ci dicono che il comune abbia richiesto gli arretrati della tasse locali  per gli ultimi cinque anni. Dubitiamo che siano voci maliziose in quanto il suo socio era molto ammanigliato con la ragioneria del comune proprio perchè… sindaco. Dopo questa lunga menata introduttiva manifestiamo il nostro umile e corale sgomento per due motivi. Dalla lettura dell’ultimo post sulLa Latrina di Nusquamia nel quale il suo custode annuncia al mondo intero che sarà assente per alcuni giorni: “starò via qualche giorno, e per qualche giorno non aggiungerò articoli di varia umanità e commenti sulle nequizie della politiche. Semmai, se qualcosa di meritevole di un commento sarà accaduto, se ne parlerà dopo. Ma la nostra speranza, in generale, dunque non soltanto in relazione a questo breve intervallo di tempo, è che non succeda niente”. Che non è poco dal momento che così impegna pure Gesù Cristo a non disturbarlo. Conclude a pagina 123-124: “Al ritorno, penso che inaugurerò una nuova pagina, forse con sollievo di qualcuno. Sono indeciso se parlare ancora, e distesamente, del Nome della rosa o della figura di Ipazia (ecc. ecc.”. Che é una bella minaccia perché non solo ha fatto il classico ed è ingegnere (con tanto di cacata carta appesa al muro dello studio), ma addirittura si perita di latinorum et greco rum (di cui scrive legge  e traduce meglio che in italiano) ma senza cacate carte autorizzative, si perita di esperto e storico di cinema degli anni ’50-’60 quando le attricette  insegnavano alle pie cattoliche mogli italiane ad imparare il mestiere (di moglie e di amante: cosa pensate malfidenti?) per non dimenticare che lui é pure un espertissimo et  autodidatta di QuarkXpress e di macOS e successivi perché giustamente se non hai la mela sei ‘na merda.
Noi che siamo cattivoni pensiamo tre destinazioni del nostro. Che il custode delLa Latrina di Nusquamia sia andato a troie su qualche lago abduano – e vabbe, ci può stare anche a 75 anni- oppure sia sceso in Liguria a consolarsi delle ultime fatiche che ci aveva annunciato con qualche virgola di merda nei giorni precedenti. Era infatti “impegnato nella consegna di un libro alquanto complesso, per la ponderosità, per il contenuto e per l’impaginazione (testo latino a fronte, note al testo latino in giustezza e al testo italiano su due colonne”. Non è detto che sia andato a fare un conferenza auto promozionale (ovviamente) aggratis in Costa Azzurra e nel viaggiare si sia sollazzato sentendo un audiolibro. Ok.
Ma la botta doveva ancor arrivare. Il suo “amore” si sta candidando  quale sindaco di Gioia Tauro. Diego Fusaro, il suo moroso ( amante intellettuale: altrimenti si tratterebbe di pedofilia)l’ha annunciato in una intervista su Byoblu . Claudio Messora di Byoblu intervista per 28 minuti Fusaro in compagnia di Francesco Toscano. Ecco come il Corriere presenta la notizia: “Il filosofo Diego Fusaro, marxista immaginario, teorico di un pensiero che mescola «valori di destra e idee di sinistra», Gramsci e CasaPound, vuol diventare sindaco di Gioia Tauro: dalla turboteoria alla turbo prassi. La lista «Risorgimento Meridionale per l’Italia» lo descrive così, incurante dell’involontaria parodia: «Filosofo che ha contributo in maniera decisiva alla sedimentazione presso la pubblica opinione di un pensiero alternativo, in grado di demistificare in radice il racconto prevalente costruito a beneficio delle classi dominanti».
Alla presentazione c’era anche Giulietto Chiesa, campione del complottismo, irriducibile madurista, marxista immaginario anche lui. Avete presente Gioia Tauro, la situazione drammatica del porto,la’ndranghe ta? Ebbene Fusaro pensa che in quella terra sia stato commesso un errore filosofico: è prevalso l’interesse della collettività su quello dell’individuo. Urca! Adesso ci pensa lui, con la lotta al postmoderno, alla globalizzazione, al turbocapitalismo apolide, alla contronarrazione demofila, qualunque cosa voglia dire. Il suo ultimo libro s’intitola «Pensare altrimenti» (altrimenti ci arrabbiamo!).
Ecco come va la vita: uno si innamora di un neofilosofo e questo se la svigna a fare il sindaco. Come la Serra e la Gamba. Ecco perché il nostro è fuggito al mare.