A VERONA NON C'ERA MONICA CAVAGNIS
Monica Cavagnis é un'operaia bergamasca morta sul lavoro "per colpa sua" questa settimana. Come lei non 'erano altre lavoratirici vive e morte sul lavoro.
Giovedi sera attendevo l'inizio della Conferenza del Comune di
Curno con la CARITAS locale dedicata alle “Vecchie e Nuove Povertà a
Curno” mentre la radio trasmetteva un servizio sull' WORLD CONGRESS OF
FAMILIES XIII a Verona dei 29-31 marzo successivi.
Nell'illustrare l'incontro di Curno, gli organizzatori hanno spiegato:
“Nel nostro paese ci sono tante oasi di generatività, associazioni,
gruppi che si spendono per il bene della comunità. Tutti insieme
possiamo affrontare la sfida di iniziare un percorso di riflessione,
condivisione e di connessione per diventare antenne sul territorio e
moltiplicatori di opportunità”. Scorrendo il volantino leggo che “al
centro dell'attenzione ci sono le criticità sociali. “Sono le fragilità
le vere povertà e sono motivo di vera preoccupazione: lavoro a basso
reddito per cui affitto, pagamento bollette, rette scuola materna
diventano problemi insormontabili; solitudine persone anziane con
pensioni minime; stati di debolezza psichica o psichiatrica; dipendenze
di varia natura (alcool, gioco, sostanze stupefacenti e, non ultimo,
dipendenza dai social); persone separate con effetti devastanti su
stili di vita e squilibri emotivi e relazionali; lavoro instabile o
sommerso e questione abitativa conseguente; culture diverse che fanno
ancora fatica a riconoscere il ruolo della donna e negano possibilità
di vera integrazione per sé e per le figlie. E ancora: quante persone
con fragilità non chiedono aiuto a nessuno? Come possiamo intercettarle
e aiutarle?”.
Intanto che ascoltavo e leggevo il volantino vedevo entrare un po'
del pubblico che avrebbe partecipato alla conferenza e
–conoscendo parecchie di quelle persone- le vedevo come potenziali
protagoniste del XIII° WCF di Verona. Poi mi sono chiesto : che
“patente” abbiano questi relatori per affrontare le “nuove fragilità”.
Vien da pensare che la Caritas e tutto il suo insieme, perso il lucroso
budget coi migranti, si stia riciclando portando avanti nei
confronti delle amministrazioni comunali (l'iniziativa di Curno non è
l'unica ne in provincia ne in Italia) il tema delle “nuove
fragilità” facendo presente alle varie amministrazioni un altro
argomento su cui costruire una rete di relazioni e conseguenti scambi
politici elettorali tipici del c.d. privato sociale. Bravissimo
nell'inventarsi temi e problemi che -sicuramente esistenti- sono
altrettanto minoritari ma vengono presentati e gonfiati come temi
fondamentali nell'attuale contesto sociale. In cascata ne deriveranno
una serie di determinazioni comunali per assegnare incarichi
sovvenzioni convenzioni -in altre parole: soldi e voti- ad una
miriade di soggetti che in questo modo si guadagnano un RdC senza alcun
controllo sull'efficacia della spesa-investimento che comuni provincie
e stato fanno.
Visto chi arrivava alla conferenza ce ne siamo andati a letto.
Meno male che questo fine settimana c'è sta l'evento veronese
altrimenti giornali e tivù sarebbero rimasti alle prime pagine bianche.
Esaurito l'ennesima puntata della telenovela brexit di cui ormai si
sono scassati tutti alla stampa non restava che buttarsi su Verona e
sulle presunte divisioni che ci sarebbero nel governo. In realtà il
gioco Salvini vs DiMaio è un gioco di squadra come vanno facendo
da quasi un anno per coprire simultaneamente ruoli di maggioranza
e di opposizione in quanto sanno entrambi benissimo, assieme alle
rispettive corti, che quei 30, 40, 50 miliardi che dovranno trovare da
qui a fine anno2019 … non sanno dove trovarli. Così come le opposizioni
non intendono domani aiutarli a trovarli e nemmeno prendersi la
responsabilità di scannare gli italiani. Ormai questo governo è
destinato a mandare a fondo l'Italia egli italiani perché sconfiggere
elettoralmente di colpo un insieme d forze politiche col 60% di
consensi è impossibile. C'é solo da sperare che non ci siano scontri di
piazza e spargimento di sangue.
La sinistra non sottovaluti il significato del XIII WCF perché li c'è
l'Italia profonda, la stragrande parte dell'Italia che normalmente è
nascosta e vota secondo convenienza, l'Italia che non manifesta il
proprio razzismo, la propria violenza, la propria omofobia, che assolve
ogni nefandezza compiuta da ogni genere di adulto verso ogni minore.
Ma che'l sia mia ol me scecc” ma se te paghet al'va a post.
L'Italia che “tu devi partorire anche se non lo vuoi perché quel figlio
sarà una mia rendita” sottinteso ma non dicibile. L'Italia che
coll'avvento dell'ISEE ha comprato oro e argento e l'ha messo nella
cassetta di sicurezza perché non c'è nell'ISEE eventuale.
L'Italia che fa la carità, che va alle conferenza della Caritas, che fa
i ravioli alle feste dell'oratorio, la messa alla domenica e poi “copai
tocc i nigher”. E simmetricamente c'è un'Italia che crede sempre che
certe conquiste siano definitive salvo scoprire che ogni terza ora
gliene segano via qualcuna. A partire dalle cure generali dentro gli
ospedali: che colpiscono tutti. A partire dalla sparizione dei medici
negli ambulatori locali e negli ospedali pubblici.
Il fatto è che “le fragilità le vere povertà (…) quante persone con
fragilità non chiedono aiuto a nessuno? Come possiamo intercettarle e
aiutarle?” non si possono affrontare con qualche bonus, con
qualche regalia, con una casa a fitto moderato.
Che é come pretendere o pensare di curare la calvizie da chemioterapia col bioscalin.
Che è poi quel che è la specialità del privato sociale: guadagnare
vendendo un bioscalin sociale facendo finta di non sapere quali siano
le cause. Arrivano gli immigrati: facciamoci dare un bel pacco di
soldi, rimettiamo in circolo i nostri edifici abbandonati e per il
momento teniamo sotto traccia il problema. Come in tutte le
faccende italiane dove girano soldi pubblici c'è l'onestà della
Caritas e ci sono le coop di Alfano ed anche mafia capitale. C'è di
tutto. Poi vedremo cosa succede: Salvini al 33%. Adesso terminata
formalmente quella operazione di messa in ombra ne aprono un'altra che
sarà assai più lucrosa con l'alibi del RdC.
|
DOVE SONO LE DONNE DEL PD?
di Beppe Severgnini
Nel momento in cui i diritti delle donne vengono messi in discussione —
pensate alla retromarcia parlamentare sulle porno-vendette, o alle
pericolose stramberie che arrivano da Verona — che cosa fa il Partito
democratico? Sceglie la trazione maschile. Proviamo a riassumere. Le
primarie sono state una questione tra uomini (Zingaretti, Martina,
Giachetti); il presidente è un uomo (Gentiloni). Maschi sono il sindaco
più popolare (Sala) e i presidenti delle principali regioni di
centro-sinistra (Chiamparino, Bonaccini, De Luca).
Uno pensa: adesso arrivano le elezioni europee, e il Pd lancerà le
donne che l'hanno aiutato a stravincere cinque anni fa! Manco per
sogno. Alessia Mosca, che ha fatto bene in Europa, non si ricandida;
Alessandra Moretti è consigliere regionale in Veneto. Pina Picierno e
Caterina Chinnici sembrano defilate. E la toscana Simona Bonafè (unico
segretario regionale donna!): sarà capolista? Sono state sondate Lucia
Annunziata e Susanna Camusso, non due esordienti; ma avrebbero
rifiutato. Il Pd, in Europa, punta su due uomini: Carlo Calenda e
Giuliano Pisapia.
Non è femminismo maschile, il mio: è perplessità unisex. Enrico Letta e
Matteo Renzi erano diversi come il giorno e la notte; ma entrambi hanno
dato spazio a donne, spesso giovani, che hanno portato aria nuova
(talvolta tempesta, la meteorologia politica non la esclude). Nomi?
Maria Elena Boschi, per cominciare. Federica Mogherini, che sta per
lasciare l'incarico europeo. Roberta Pinotti. Debora Serracchiani e
Marianna Madia, scomparse dal radar. I Democratici Usa stanno
rinascendo grazie alle giovani donne; e contano su una robusta classe
dirigente femminile. Le Nancy Pelosi non s'improvvisano; si coltivano.
Tutto questo mentre una parte importante dell'elettorato femminile
italiano sembra a disagio davanti alle sparate machiste della Lega e ai
contorcimenti del Movimento 5 Stelle in materie fondamentali per la
dignità femminile. La retromarcia sulle porno-vendette è grave: chi
mette in circolazione immagini/video sessuali del partner va punito.
Chi sono le vittime? Le donne. E in questo scenario il Pd rinuncia al
contributo femminile nello stato maggiore? Se Zingaretti intende farne
il principale partito d'opposizione, cambi rotta. Perché senza donne
non si va da nessuna parte: non solo in politica.
|
IL RADUNO MONDIALE DEL RANCORE
Da troppo tempo manca una ricerca di proposte comuni che non si
limitino a difendere conquiste che si sono indebolite o hanno tradito
le attese
Aurelio Mancuso
Attivista dei diritti civili per tutte e tutti
Non si fa fatica a scagliarsi contro le idee che circolano nel
congresso mondiale della famiglia. Un raduno del rancore mondiale
avverso a qualsiasi tipo di libertà, che vagheggia una società ideale
dove ogni soggetto trova il suo giusto posto nel presepe di un mondo
liberato dal conflitto dei generi, delle molteplicità degli
orientamenti sessuali, della secolarizzazione delle opinioni. È un
orizzonte ideale rassicurante, ipocrita e insensato, che attrae masse
sempre più numerose in tutti i continenti; dal crollo delle grandi
contrapposizioni politiche ed ideologiche e dal ritrarsi delle
religioni tradizionali (prima fra tutte quella cattolica) si è
organizzata una risposta planetaria, senza un'unica regia, ma con
parole d'ordine comuni in ogni dove, che chiede a gran voce: ordine.
Non ci si attardi a notare che alcuni leader (in special modo politici)
che affollano questo sgangherato pantheon sono divorziati, risposati,
pubblicamente omofobi; tutto questo sta nel mondo e non intacca la
potenza aggregante di certezze in corso d'opera. Chi si scandalizza per
il tremendo bambolotto feto distribuito nelle sale del convegno, non
rammenta che durante la campagna referendaria contro la legge 194, il
movimento per la vita teneva comizi dai pulpiti delle chiese italiane,
accompagnati da diapositive che accostavano le immagini di feti
abortiti al settimo mese con i carri di cumuli di scheletri dei campi
di concentramento nazisti.
La crudezza dello scontro fa assolutamente a meno della mitezza
evangelica, brandisce le sacre scritture come cappi per soffocare ogni
anelito di dissenso, soprattutto interno alle chiese, che siano
cattoliche, protestanti, ortodosse. La risposta a questo terrificante
copione che si vuole imporre grazie al sostegno politico e finanziario,
tra gli altri, di Trump, Putin, Orban, è per ora debole. Ha ragione chi
afferma che i diritti non sono per sempre garantiti, che questa forza
d'urto dell'internazionale nera, potrebbe avere la meglio. Di più
questa montagna di soldi, reti capillari di chiese e associazioni, ha
dalla sua alcuni oggettivi vantaggi. La stragrande maggioranza delle
dittature islamiche condividono il programma di Gandolfini e soci; nel
continente americano dai Tea party alle chiese evangelicali diffuse da
Ottawa e Buenos Aires, questa ondata vince elezioni e organizza la
rivolta sovranista. In Africa come in Asia, il congresso mondiale delle
famiglie si allea naturalmente con i tradizionali pregiudizi, molte
volte giustificati anche dalla sinistra come differenze culturali da
rispettare. La crisi mondiale finanziaria ed economica, che può esser
stata messa alle spalle dalle multinazionali, continua a mietere
vittime, moltitudini di disoccupati, accrescere la fame e deprime ogni
speranza.
|