MORTI ED AMMAZZAMENTI DELLA SETTIMANA. CERTO E' CHE I BERGAMASCHI AMANO SFIDARE LA FORTUNA
Bergamaschi coraggiosi. Non c'è molto da aggiungere. Basta leggere la
prima pagina del bugiardino on line per capire che quando c’è da
rischiare la pelle, ci mettiamo
sempre in prima fila.
Primo pezzo.
Giornata di lutto lunedì 25 marzo per Treviglio. La città nel
pomeriggio darà l'addio a due giovani: il campione di nuoto Stefano
Iacobone, 31 anni, morto in un incidente stradale nella notte tra
giovedì 21 e venerdì 22 marzo sulla strada provinciale 42 tra Arcene e
Treviglio, e Leonardo Ghilardi, 20 anni, deceduto venerdì 22 marzo dopo
una lunga e coraggiosa lotta contro una devastante malattia, il sarcoma
osseo.
Secondo pezzo.
Cade dal muro dietro casa. Trovato morto dalla moglie L'uomo, un 70enne
di Taleggio, è morto a seguito dei traumi riportati dopo essere
precipitato da un muro molto alto mentre stava effettuando la pulizia
del verde. Ha destato profondo cordoglio, in Val Taleggio, la scomparsa
improvvisa di Ermenegildo Murachelli, pensionato di 70 anni che viveva
a Pizzino. L'uomo è morto a seguito dei traumi riportati dopo essere
precipitato da un muro molto alto mentre stava effettuando la pulizia
del verde. Ad accorgersi dell'accaduto la moglie, Patrizia, che,
chiamando verso mezzogiorno il marito per avvisarlo del pranzo pronto,
non ha avuto risposta. La donna è uscita allora in giardino dove ha
fatto la tragica scoperta.
Terzo pezzo.
Auto nel dirupo a Carona La vittima è Elio Midali - L'uomo,
legale rappresentante della cooperativa «San Pantaleone», è rimasto
ucciso nel grave incidente di domenica 24 marzo nella zona del borgo di
Pagliari. È Elio Midali, 68 anni, di Branzi, l'uomo rimasto ucciso nel
grave incidente nelle prime ore di domenica 24 marzo a Pagliari di
Carona. Midali era il legale rappresentante della cooperativa «San
Pantaleone», a Carona. Era al volante della sua jeep quando e stava
salendo lungo la strada che porta al rifugio Calvi, poco dopo il borgo
di Pagliari, quando, con ogni probabilità a causa del ghiaccio, ha
perso il controllo del mezzo, che è uscito di strada ed è finito in
fondo a una valletta.
Quarto pezzo.
Monasterolo, precipita col parapendio. Portato in elicottero al «Papa Giovanni»
L'incidente nel primo pomeriggio di domenica 24 marzo, le condizioni
del ferito sarebbero gravi. Una persona è precipitata con il parapendio
nel primo pomeriggio di domenica 24 marzo a Monasterolo del Castello.
L'incidente è accaduto in una zona impervia da raggiungere. Sul posto
sono intervenuti i carabinieri di Casazza e l'eilcottero del 118. Le
condizioni del ferito sarebbero gravi, è stato ricoverato all'ospedale
«Papa Giovanni» di Bergamo.
Spazzolando la settimana appena finita abbiamo potuto leggere.
Quinto pezzo.
Si accascia a terra in via Castello Muore un 59enne a Castione
Si è accasciato a terra colto da un malore: sono intervenuti subito i
soccorsi ma non c'è stato nulla da fare. Si è accasciato a terra in via
Castello, non lontano dal ponte nella zona dell'ex Colonia della
Dalmine, a Castione della Presolana e non si è più ripreso: è morto per
un malore nel primo pomeriggio di domenica 24 marzo un uomo di 59 anni.
Sul posto è intervenuta subito l'auto medica e l'ambulanza del Corpo
Volontari Presolana ma non hanno potuto fare altro che constatare il
decesso dell'uomo. Dalle prime testimonianze sembra che l'uomo stava
parlando con altre persone quando si è accasciato a terra. I conoscenti
hanno allertato subito i soccorsi.
Sesto pezzo.
Giovane muore nel frontale contro l'auto di un amico. Tragedia a Paratico: vittima 20enne di Foresto, grave ragazza di Villongo.
Settimo pezzo del 19 marzo.
Scivola sul ghiaccio nei pressi del Curò, muore 61enne. Tragedia a poca
distanza dal rifugio Curò in territorio di Valbondione, in Alta Val
Seriana. Poco dopo le 11 del mattino Dario Balduzzi, 61 anni,
originario di Clusone poi trasferitosi a San Lorenzo di Rovetta, è
precipitato da un sentiero ed è morto sul colpo. Sul posto sono
intervenuti il soccorso alpino e l'elicottero del 118, ma non c'è stato
nulla da fare. L'uomo stava percorrendo il sentiero che porta al Curò
insieme ad un amico e si trovava a pochi minuti dal rifugio, in zona
Tagliamento, quando è scivolato sul ghiaccio cadendo per circa duecento
metri sotto gli occhi dell'altro escursionista che ha immediatamente
lanciato l'allarme prima di essere riaccompagnato a valle dagli
operatori del Soccorso alpino di Valbondione. Dario Balduzzi,
professione macellaio, soprannominato "Pina", era appassionato di
parapendio e soprattutto un grande esperto di montagna tanto che aveva
quasi completato l'ascesa di tutte le cime delle Orobie: era molto
conosciuto e apprezzato a Clusone per la sua attività nel mondo del
volontariato. Viveva da solo, lascia un fratello e una sorella.
Morale della favola?. In fondo basta una scopata anche riuscita male che se ne mette al mondo
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ALLE REGIONALE DELLA BASILICATA ILPD HA FATTO DI TUTTOPER AFFONDARE. E NON C'E' NEMMENO RIUSITO!
Certo è che solo un partito di rimbambiti nell’anno di (dis)grazia 2018
può incappare in una vicenda come quella di Marcello Pittella
allora presidente della regione Basilicata. Regione che -diciamolo per
avere idea del come cosa quanto- conta 570mila abitanti nel 2017)
a fronte per esempio della Provincia di Bergamo che ne contava
1.113.170.
Basilicata uguale neanche a mezza Bergamasca.
Pittella finisce nel casino a metà 2018 (ovviamente) per la
sanità che è stato proprio il settore epicentro dell’inchiesta
che ha portato a 30 misure cautelari, tra cui due arresti in carcere e
20 ai domiciliari: soprattutto dirigenti e commissari di aziende
sanitari le persone colpite dal provvedimento del tribunale di Matera.
Pittella, in particolare, accusato di abuso d’ufficio e falso, è stato
definito dal giudice come il “deus ex machina di questa distorsione
istituzionale” che portava a manipolare concorsi e gestire con
raccomandazioni le aziende sanitarie locali.
Resterà cinque mesi sulla graticola. Le motivazioni della
sentenza con cui, il 26 novembre, la Cassazione ha cancellato le
esigenze cautelari (che erano state confermate dal tribunale del
riesame) nei confronti dell’ex presidente della Basilicata Marcello
Pittella sono piuttosto interessanti. Pittella era stato accusato di
aver istigato i funzionari della sanità lucana a pilotare i concorsi e
le nomine in modo da favorire candidati a lui graditi. Già il reato,
una specie di istigazione ad associazione per delinquere, concretizzata
in “concorso morale” e “dolo eventuale” è piuttosto stravagante. La
Cassazione infatti osserva che il tribunale del riesame “non ha
individuato elementi indiziari dai quali desumere che Pittella abbia
fatto sorgere o rafforzato il proposito criminoso nei coindagati”. Non
solo non ci sono prove, ma neppure “elementi indiziari”. Per quel che
riguarda specificamente le condizioni necessarie per emettere ordinanze
di misure cautelari, si osserva che il pericolo di inquinamento delle
prove non è motivato e che il pericolo di reiterazione del reato,
attribuito dal riesame alla possibilità che in futuro Pittella ottenga
altri incarichi elettivi, la Cassazione sentenzia che non si può
“ritenere adeguata una misura cautelare per comprimere l’esercizio del
diritto costituzionale di elettorato passivo”.
Della serie: pure la magistratura fa politica.
Fatta la prima il PD non poteva farne una seconda nella scelta del
candidato alle regionali e chi scegliere se non un genio che con la
massima nonchalance a pochi giorni dal voto dichiara candido
candido che lui Carlo Trerotola (un cognome che da solo è uno
scioglilingua) “farmacista di strada” non ha mai fatto politica, ma è
figlio di uno storico dirigente lucano del Msi: lui stesso durante la
campagna elettorale, ha ammesso di ascoltare comizi di Giorgio
Almirante ma di non aver mai avuto la tessera missina. «Non ho mai
fatto politica. Non sono mai andato ai comizi, tranne quando c'era
Almirante. Ogni tanto lo ascolto ancora, anche se non è una scelta
politica». Geniale!. La foto della tessera era stata pubblicata dal
secoloditalia.it, ma Trerotola ha replicato «con fermezza e in piena
sincerità» dicendo di non aver «mai richiesto nessuna tessera a nessun
partito». Anche al più ingenuo dei fascisti verrebbe in mente, a fronte
di tale affermazioni dell’ingarbugliato Trerotola di combinare una
fotoscioppata di una tessera missina ad hoc.
A Curno fanno le lettere anonime con la fotocopia delle firme degli
avversari anche su documenti del comune e c’è pure chi la beve.
Il neo presidente della Regione Basilicata è Vito Bardi, sposato da 35
anni, due figli, ha intrapreso la carriera militare quando aveva 16
anni, nel 1967, ottenento l'ammissione alla scuola militare
Nunziatella. È l'inizio di una lunga carriera durante la quale, tra le
altre cose, Bardi ottiene quattro lauree: Economia e commercio,
Giurisprudenza, Scienze internazionali e diplomatiche e Scienze della
sicurezza economica e finanziaria. Ha inoltre un master alla Bocconi in
Diritto Tributario dell’Impresa ed è abilitato alla professione
forense. A livello di carriera, è Tenente già nel 1974, Capitano nel
1979, Maggiore nel 1986 e Colonnello nel 1995. La nomina a Generale
arriva nel 2005 e, nel 2013, è Comandante. Il ragazzo insomma c’ha gli
attributi giusti: oggi è in pensione. Bardi è stato al cuore di uno dei
passaggi più drammatici e delicati di quella fase che segnò l'inizio
della fine dell'avventura politica di Silvio Berlusconi. Fu l'alto
ufficiale che per primo conobbe, in un pomeriggio di giugno del 2009,
quando poteva essere ancora depotenziato, l'affaire di Patrizia
D'Addario, Gianpaolo Tarantini e della sua scuderia di ragazze per
"l'utilizzatore finale". Silvio Berlusconi, appunto. Un segreto,
quello, che Bardi ha custodito per anni anche davanti ai magistrati di
Lecce che, quando gli chiesero come fossero andate le cose, si
sentirono rispondere soltanto un elenco infinito di "non so" e "non
ricordo". In effetti invecchiando la memoria peggiora.
Bardi poco dopo diventò vice comandante generale della Finanza,
esponente di quella corrente di generali dalle ottime relazioni
(Niccolò Pollari, Michele Adinolfi, per non parlare di Emilio
Spaziante, arrestato per tangenti nell'inchiesta del Mose) che ha
scritto la pagina nera degli ultimi anni delle Fiamme gialle in Italia.
E che anche tanti polveroni giudiziari ha sollevato, seppur come nel
caso di Bardi poi finiti nel nulla: il generale è finito per due volte
- nell'inchiesta sulla P4 e in quella sulle corruzioni di alcuni
finanzieri - nel registro degli indagati del pm John Henry Woodcock. Ha
subito perquisizioni violente e onte mediatiche. Ma è stato vittima di
due errori giudiziari: per lui la procura ha dovuto poi sempre chiedere
l'archiviazione. Quelle inchieste bloccarono però inevitabilmente la
sua carriera nell'arma. Ora, dieci anni dopo, grazie al Cavaliere, è
arrivato il tempo della politica. Gli amici non si dimenticano.
a.
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CHI COSTRUISCE A CURNO?
SEMBRANO TUTTI EX EREDI DELLA DC
Facendo un giro per il paese si fanno delle scoperte inattese. Alla
faccia della sindaca che ha avvisato minacciosa i partecipanti
dell'assemblea pubblica alla Marigolda che lei viene sempre a sapere
tutto, comprese le fake news messe in giro da chi le vuole male. Magari
si domandasse se non pecchi in comunicazione coi cittadini, errore che
è davvero grave di questi tempi.
In tempo di crisi nera del mercato edilizio residenziale, “tirano solo”
le ville a schiera o bipedi e gli appartamenti quasi single da mezzo
milione di euro in su. Il fatto accade anche a Curno. Per esempio in
via Lungobrembo sono in promessa costruzione di tre ville su un
terreno di fortissimi democristiani ieri ed oggi sostenitori di Vivere
Curno. Non si è compreso ancora per merito di quale miracolo quel
lotto sia diventato edificabile senza nemmeno un piano di lottizzazione.
Sempre di un antico democristiano, quand'era giovine fu anche
presidente dei Coltivatori Diretti curnesi, tra via Curnasco e via
Pertini sorgeranno altre ville lussuosissime. Non sappiamo (ma lo
speriamo) che sia ancora vivo con le sue brave vacchine nella antica
stalla di via C. Battisti. Non sappiamo se lui o qualche suo erede sia
nel frattempo transitato nel governo, nel maggiore azionista del
governo (locale) oppure dalle parti del Capitano. Costruiranno seguendo
un piano di lottizzazione.
In fondo a via Curnasco in una stradina fondo chiuso stanno costruendo
–anche qui senza piano di lottizzazione- un maxi condominio sia in
altezza che in spanciata. Il primo proprietario del terreno era un
dirigente ACLI, sempre democristiano, poi di quelle cose strane che
sono state le giunte di CSX a Curno finchè il buondio l'ha voluto
a se. Fortunati gli eredi.
Dalle parti di via Mascagni e Donizzetti è partito un altro cantiere.
Pare che il proprietario sia un affezionato delle assemblee
piddine e un sabato mattina stava parcheggiato con la sua vettura sugli
stalli del carico&scarico di Largo Vittoria e distribuiva
sacchetti e cassettine di verdure ai cittadini riscuotendo il dovuto.
Insomma un “fai da te” di quelli che piacciano tanto alla madamine
curnesi e non . Peccato che nel porticato di lato ci stia
una fruttivendola che bestemmiava come una spartana (notoriamente gli
spartani maschi e femmine bestemmiano di brutto contro gli
ateniesi…) contro il personaggio accusandolo senza mezze misure di
“mache comunalla“ col governo del paese. Boh.
In via Lungobrembo angolo via Puglia c'é uno spiazzo verde con delle
alberature cresciute di loro spontanea volontà. Originariamente quello
spazio era tutto destinato a parcheggio e per quel che ne sappiamo la
proprietaria si lamentava perchè il comune lo acquistasse per
farne appunto parcheggio. Nell'ultimo PRG vigente quell'area era
destinata parte a verde (circa i 2/3 a nord) e parte (circa 1/3 su via
Puglia) a parcheggio. Non si era mai compreso come mai avevano messo un
parcheggio „proprio“ li. Bastava vedere di chi era la casa subito a
nord del pezzo per capirlo. Era pure quella di un democristiano e
segretario del PD.
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