A GUARDARE ALLE COLLINE 953







Di cosa parliamo in questa pagina.

Delle elezioni regionali in quella minuscola Regione che é la Basilicata dove il governatore Pdé finito in un pasticcio che lo demerita anche se non ha rubato un euro e nemmeno fatto qualche gabola grossolana.Ma che un governatore caschi come un pero in certe situazioni nel 2018... meglio cambi mestiere.
Non contento di quella scelta, il PD ha cercato e trovato un altro elemento come candidato presidente che se non fa ridere fa sicuramente piangere. Ha confessato di ascoltare e ispirarsi anche ai discorsi del Duce.Pace all'anima sua (di Trerotola).

Uno sguardo alle gazzette bergamsche della settimana appena  trascorsa ci da un quadro allucinante di quanti morti per ragioni del tutto assurdo si siano succedute. Pare proprio che ai bergamaschi piaccia un sacco sfidare la vita e la fortuna anche se ci lasciano quasi sempre la pelle. Uno al giorno. Come le pastiglie della pressione.

In questo momento Curno  freme di cantieri di edilizia residenziale di lusso siperlussuoso. Indubbiamente c'é ancora qualcuno che ha molti soldi per la villa da mezzo milione di euro e passa e ci sono pure le banche che rischiano i nostri risparmi con questi nuovi fortunati.
Del tutto casualmente queste iniziative cadono tutte su aree di ex DC. Della serie: mica dappertutto grandina quando grandina.
Per fortuna che l'ass. Conti aveva promesso severità e difesa dell'ambiente. Dal centro commerciale alle megaville di lusso, una difesa STRENUA dell'ambiente.























































MORTI ED AMMAZZAMENTI DELLA SETTIMANA. CERTO E' CHE I BERGAMASCHI AMANO SFIDARE LA FORTUNA

Bergamaschi coraggiosi. Non c'è molto da aggiungere. Basta leggere la prima pagina del bugiardino on line per capire  che quando c’è da rischiare la pelle, ci mettiamo
sempre in prima fila. 
Primo pezzo.
Giornata di lutto lunedì 25 marzo per Treviglio. La città nel pomeriggio darà l'addio a due giovani: il campione di nuoto Stefano Iacobone, 31 anni, morto in un incidente stradale nella notte tra giovedì 21 e venerdì 22 marzo sulla strada provinciale 42 tra Arcene e Treviglio, e Leonardo Ghilardi, 20 anni, deceduto venerdì 22 marzo dopo una lunga e coraggiosa lotta contro una devastante malattia, il sarcoma osseo.

Secondo pezzo.
Cade dal muro dietro casa. Trovato morto dalla moglie L'uomo, un 70enne di Taleggio, è morto a seguito dei traumi riportati dopo essere precipitato da un muro molto alto mentre stava effettuando la pulizia del verde. Ha destato profondo cordoglio, in Val Taleggio, la scomparsa improvvisa di Ermenegildo Murachelli, pensionato di 70 anni che viveva a Pizzino. L'uomo è morto a seguito dei traumi riportati dopo essere precipitato da un muro molto alto mentre stava effettuando la pulizia del verde. Ad accorgersi dell'accaduto la moglie, Patrizia, che, chiamando verso mezzogiorno il marito per avvisarlo del pranzo pronto, non ha avuto risposta. La donna è uscita allora in giardino dove ha fatto la tragica scoperta.

Terzo pezzo.
Auto nel dirupo a Carona La vittima è Elio Midali -  L'uomo, legale rappresentante della cooperativa «San Pantaleone», è rimasto ucciso nel grave incidente di domenica 24 marzo nella zona del borgo di Pagliari. È Elio Midali, 68 anni, di Branzi, l'uomo rimasto ucciso nel grave incidente nelle prime ore di domenica 24 marzo a Pagliari di Carona. Midali era il legale rappresentante della cooperativa «San Pantaleone», a Carona. Era al volante della sua jeep quando e stava salendo lungo la strada che porta al rifugio Calvi, poco dopo il borgo di Pagliari, quando, con ogni probabilità a causa del ghiaccio, ha perso il controllo del mezzo, che è uscito di strada ed è finito in fondo a una valletta.

Quarto pezzo.
Monasterolo, precipita col parapendio. Portato in elicottero al «Papa Giovanni»
L'incidente nel primo pomeriggio di domenica 24 marzo, le condizioni del ferito sarebbero gravi. Una persona è precipitata con il parapendio nel primo pomeriggio di domenica 24 marzo a Monasterolo del Castello. L'incidente è accaduto in una zona impervia da raggiungere. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Casazza e l'eilcottero del 118. Le condizioni del ferito sarebbero gravi, è stato ricoverato all'ospedale «Papa Giovanni» di Bergamo.

Spazzolando la settimana appena finita abbiamo potuto leggere.

Quinto  pezzo.
Si accascia a terra in via Castello Muore un 59enne a Castione
Si è accasciato a terra colto da un malore: sono intervenuti subito i soccorsi ma non c'è stato nulla da fare. Si è accasciato a terra in via Castello, non lontano dal ponte nella zona dell'ex Colonia della Dalmine, a Castione della Presolana e non si è più ripreso: è morto per un malore nel primo pomeriggio di domenica 24 marzo un uomo di 59 anni. Sul posto è intervenuta subito l'auto medica e l'ambulanza del Corpo Volontari Presolana ma non hanno potuto fare altro che constatare il decesso dell'uomo. Dalle prime testimonianze sembra che l'uomo stava parlando con altre persone quando si è accasciato a terra. I conoscenti hanno allertato subito i soccorsi.

Sesto pezzo.
Giovane muore nel frontale contro l'auto di un amico. Tragedia a Paratico: vittima 20enne di Foresto, grave ragazza di Villongo.

Settimo pezzo del 19 marzo.
Scivola sul ghiaccio nei pressi del Curò, muore 61enne. Tragedia a poca distanza dal rifugio Curò in territorio di Valbondione, in Alta Val Seriana. Poco dopo le 11 del mattino Dario Balduzzi, 61 anni, originario di Clusone poi trasferitosi a San Lorenzo di Rovetta, è precipitato da un sentiero ed è morto sul colpo. Sul posto sono intervenuti il soccorso alpino e l'elicottero del 118, ma non c'è stato nulla da fare. L'uomo stava percorrendo il sentiero che porta al Curò insieme ad un amico e si trovava a pochi minuti dal rifugio, in zona Tagliamento, quando è scivolato sul ghiaccio cadendo per circa duecento metri sotto gli occhi dell'altro escursionista che ha immediatamente lanciato l'allarme prima di essere riaccompagnato a valle dagli operatori del Soccorso alpino di Valbondione. Dario Balduzzi, professione macellaio, soprannominato "Pina", era appassionato di parapendio e soprattutto un grande esperto di montagna tanto che aveva quasi completato l'ascesa di tutte le cime delle Orobie: era molto conosciuto e apprezzato a Clusone per la sua attività nel mondo del volontariato. Viveva da solo, lascia un fratello e una sorella.

Morale della favola?. In fondo basta una scopata  anche riuscita male che se ne mette al mondo
ALLE REGIONALE DELLA BASILICATA ILPD HA FATTO DI TUTTOPER AFFONDARE. E NON C'E' NEMMENO RIUSITO!

Certo è che solo un partito di rimbambiti nell’anno di (dis)grazia 2018 può incappare in una vicenda come quella di Marcello Pittella  allora presidente della regione Basilicata. Regione che -diciamolo per avere idea del come cosa quanto-  conta 570mila abitanti nel 2017) a fronte per esempio della Provincia di Bergamo che ne contava 1.113.170.
Basilicata uguale neanche a mezza Bergamasca.
Pittella finisce nel casino a  metà 2018  (ovviamente) per la sanità  che è stato proprio il settore epicentro dell’inchiesta che ha portato a 30 misure cautelari, tra cui due arresti in carcere e 20 ai domiciliari: soprattutto dirigenti e commissari di aziende sanitari le persone colpite dal provvedimento del tribunale di Matera. Pittella, in particolare, accusato di abuso d’ufficio e falso, è stato definito dal giudice come il “deus ex machina di questa distorsione istituzionale” che portava a manipolare concorsi e gestire con raccomandazioni le aziende sanitarie locali.
Resterà cinque mesi sulla graticola.  Le motivazioni della sentenza con cui, il 26 novembre, la Cassazione ha cancellato le esigenze cautelari (che erano state confermate dal tribunale del riesame) nei confronti dell’ex presidente della Basilicata Marcello Pittella sono piuttosto interessanti. Pittella era stato accusato di aver istigato i funzionari della sanità lucana a pilotare i concorsi e le nomine in modo da favorire candidati a lui graditi. Già il reato, una specie di istigazione ad associazione per delinquere, concretizzata in “concorso morale” e “dolo eventuale” è piuttosto stravagante. La Cassazione infatti osserva che il tribunale del riesame “non ha individuato elementi indiziari dai quali desumere che Pittella abbia fatto sorgere o rafforzato il proposito criminoso nei coindagati”. Non solo non ci sono prove, ma neppure “elementi indiziari”. Per quel che riguarda specificamente le condizioni necessarie per emettere ordinanze di misure cautelari, si osserva che il pericolo di inquinamento delle prove non è motivato e che il pericolo di reiterazione del reato, attribuito dal riesame alla possibilità che in futuro Pittella ottenga altri incarichi elettivi, la Cassazione sentenzia che non si può “ritenere adeguata una misura cautelare per comprimere l’esercizio del diritto costituzionale di elettorato passivo”.
Della serie: pure la magistratura fa politica.
Fatta la prima il PD non poteva farne una seconda nella scelta del candidato alle regionali e chi scegliere se non un genio che con la massima nonchalance a pochi  giorni dal voto dichiara candido candido che lui Carlo Trerotola (un cognome che da solo è uno scioglilingua) “farmacista di strada” non ha mai fatto politica, ma è figlio di uno storico dirigente lucano del Msi: lui stesso durante la campagna elettorale, ha ammesso di ascoltare comizi di Giorgio Almirante ma di non aver mai avuto la tessera missina. «Non ho mai fatto politica. Non sono mai andato ai comizi, tranne quando c'era Almirante. Ogni tanto lo ascolto ancora, anche se non è una scelta politica». Geniale!. La foto della tessera era stata pubblicata dal secoloditalia.it, ma Trerotola ha replicato «con fermezza e in piena sincerità» dicendo di non aver «mai richiesto nessuna tessera a nessun partito». Anche al più ingenuo dei fascisti verrebbe in mente, a fronte di tale affermazioni dell’ingarbugliato Trerotola di combinare una fotoscioppata di una tessera missina ad hoc.
A Curno fanno le lettere anonime con la fotocopia delle firme degli avversari anche su documenti del comune e c’è pure chi la beve.

Il neo presidente della Regione Basilicata è Vito Bardi, sposato da 35 anni, due figli, ha intrapreso la carriera militare quando aveva 16 anni, nel 1967, ottenento l'ammissione alla scuola militare Nunziatella. È l'inizio di una lunga carriera durante la quale, tra le altre cose, Bardi ottiene quattro lauree: Economia e commercio, Giurisprudenza, Scienze internazionali e diplomatiche e Scienze della sicurezza economica e finanziaria. Ha inoltre un master alla Bocconi in Diritto Tributario dell’Impresa ed è abilitato alla professione forense. A livello di carriera, è Tenente già nel 1974, Capitano nel 1979, Maggiore nel 1986 e Colonnello nel 1995. La nomina a Generale arriva nel 2005 e, nel 2013, è Comandante. Il ragazzo insomma c’ha gli attributi giusti: oggi è in pensione. Bardi è stato al cuore di uno dei passaggi più drammatici e delicati di quella fase che segnò l'inizio della fine dell'avventura politica di Silvio Berlusconi. Fu l'alto ufficiale che per primo conobbe, in un pomeriggio di giugno del 2009, quando poteva essere ancora depotenziato, l'affaire di Patrizia D'Addario, Gianpaolo Tarantini e della sua scuderia di ragazze per "l'utilizzatore finale". Silvio Berlusconi, appunto. Un segreto, quello, che Bardi ha custodito per anni anche davanti ai magistrati di Lecce che, quando gli chiesero come fossero andate le cose, si sentirono rispondere soltanto un elenco infinito di "non so" e "non ricordo". In effetti invecchiando la memoria peggiora.
Bardi poco dopo diventò vice comandante generale della Finanza, esponente di quella corrente di generali dalle ottime relazioni (Niccolò Pollari, Michele Adinolfi, per non parlare di Emilio Spaziante, arrestato per tangenti nell'inchiesta del Mose) che ha scritto la pagina nera degli ultimi anni delle Fiamme gialle in Italia. E che anche tanti polveroni giudiziari ha sollevato, seppur come nel caso di Bardi poi finiti nel nulla: il generale è finito per due volte - nell'inchiesta sulla P4 e in quella sulle corruzioni di alcuni finanzieri - nel registro degli indagati del pm John Henry Woodcock. Ha subito perquisizioni violente e onte mediatiche. Ma è stato vittima di due errori giudiziari: per lui la procura ha dovuto poi sempre chiedere l'archiviazione. Quelle inchieste bloccarono però inevitabilmente la sua carriera nell'arma. Ora, dieci anni dopo, grazie al Cavaliere, è arrivato il tempo della politica. Gli amici non si dimenticano.
a.

CHI COSTRUISCE A CURNO?
SEMBRANO TUTTI EX EREDI DELLA DC

Facendo un giro per il paese si fanno delle scoperte inattese. Alla faccia della sindaca che ha avvisato minacciosa i partecipanti dell'assemblea pubblica alla Marigolda che lei viene sempre a sapere tutto, comprese le fake news messe in giro da chi le vuole male. Magari si domandasse se non pecchi in comunicazione coi cittadini, errore che è davvero grave di questi tempi.
In tempo di crisi nera del mercato edilizio residenziale, “tirano solo” le ville a schiera o bipedi e gli appartamenti quasi single da mezzo milione di euro in su. Il fatto accade anche a Curno. Per esempio in via Lungobrembo sono in promessa costruzione di tre  ville su un terreno di fortissimi democristiani ieri ed oggi sostenitori di Vivere Curno. Non si è  compreso ancora per merito di quale miracolo quel lotto sia diventato edificabile senza nemmeno un piano di lottizzazione.
Sempre di un antico democristiano, quand'era giovine fu anche presidente dei Coltivatori Diretti curnesi, tra via Curnasco e via Pertini sorgeranno altre ville lussuosissime. Non sappiamo (ma  lo speriamo) che sia ancora vivo con le sue brave vacchine nella antica stalla di via C. Battisti. Non sappiamo se lui o qualche suo erede sia nel frattempo transitato nel  governo, nel maggiore azionista del governo (locale) oppure dalle parti del Capitano. Costruiranno seguendo un piano di lottizzazione.
In fondo a via Curnasco in una stradina fondo chiuso stanno costruendo –anche qui senza piano di lottizzazione- un maxi condominio sia in altezza che in spanciata. Il primo proprietario del terreno era un dirigente ACLI, sempre democristiano, poi di quelle cose strane che sono state le giunte di CSX a Curno finchè il buondio  l'ha voluto a se. Fortunati gli eredi.
Dalle parti di via Mascagni e Donizzetti è partito un altro cantiere. Pare che il proprietario sia un  affezionato delle assemblee piddine e un sabato mattina stava parcheggiato con la sua vettura sugli stalli del carico&scarico di Largo Vittoria  e distribuiva sacchetti e cassettine di verdure ai cittadini riscuotendo il dovuto. Insomma un “fai da te” di quelli che piacciano tanto alla madamine curnesi e non . Peccato che  nel porticato  di lato ci stia una fruttivendola che bestemmiava come una spartana (notoriamente gli spartani maschi e femmine  bestemmiano di brutto contro gli ateniesi…) contro il personaggio accusandolo senza mezze misure di “mache comunalla“ col governo del paese. Boh.
In via Lungobrembo angolo via Puglia c'é uno spiazzo verde con delle alberature cresciute di loro spontanea volontà. Originariamente quello spazio era tutto destinato a parcheggio e per quel che ne sappiamo la proprietaria si lamentava perchè il comune lo acquistasse  per farne appunto parcheggio. Nell'ultimo PRG vigente quell'area era destinata parte a verde (circa i 2/3 a nord) e parte (circa 1/3 su via Puglia) a parcheggio. Non si era mai compreso come mai avevano messo un parcheggio „proprio“ li. Bastava vedere di chi era la casa subito a nord del pezzo per capirlo. Era pure quella di un democristiano e segretario del PD.