VITTORIO VENETO BAGNA IL NASO A QUELLI DI CURNO
LE NOSTRE MADAMINE VANNO A RIPULIRE DELLAPLASTICA IL FIUME MA FANNO
FINTA DI NON VEDERE CHE L’ASILO È APPOLLAIATO SUL PALO DI UN
SEMAFORO DELL’INCROCIO PIÙ TRAFFICATO DEL PAESE: NON É L’ORA DI
DARGLI UN POSTO MENO INQUINATO?
Nel Comune di Vittorio Veneto un'azienda agricola ha acquistato un
terreno CONFINANTE con un asilo (scuola materna) e l'ha piantumato a
vite (nella preziosa zona del Prosecco). Il Sindaco di Vittorio Veneto
Roberto Tonon (...) «RITENUTO, in un'ottica di contemperamento degli
interessi in gioco, di tutelare il prevalente interesse alla salute
pubblica, rispetto all'interesse economico privato, che comunque non
viene compromesso dall'adozione del presente provvedimento, posto che,
in ragione del recentissimo impianto, possono essere attivate
coltivazioni recanti minore impatto alla salute e compatibili con il
contesto urbano antropizzato in cui l'area è inserita e di cui all'atto
dell'acquisto il proprietario era a conoscenza;
(...) ordina ai soci legali rappresentanti della società Tenuta Agricola San Martino s.s., (...), di procedere alla:
-coltivazione della vite con metodo biologico certificato, in adesione
allo specifico disciplinare dettato dal Protocollo Viticolo del
Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG;
-adozione di sistemi di recupero durante il trattamento della vite, al
fine di evitare, soprattutto, rischi irritativi derivanti dalla
dispersione di prodotti fitosanitari contenenti zolfo;
-lavorazione del vigneto e delle pertinenze in esclusive fasce orarie e
giorni “esterni” all'attività della scuola materna in parola, per
evitare, soprattutto, dispersione di polveri e rumori» (...).
Il Comune di Curno non è proprietario di una scuola materna in quanto
per demerito della Lega ha perso quella che era la scuola materna
all'incrocio tra via Roma e Buelli. Adesso quella scuola è diventata
una FONDAZIONE e come tale si è iscritta dal 2006 nel
Registro Regionale delle Persone Giuridiche Private e come tale è un
soggetto privato i cui beni nel caso si sciogliesse finiranno in mano
regionale (invece che comunale com'era prima). La scuola materna San
Giovanni Bosco (di via Roma- via Buelli) nasce nel 1914 come ente
morale e diventa IPAB nel 1977, successivamente nel 2001 viene
dichiarata scuola paritaria.
Con questa scuola materna il Comune ha in atto una convenzione,
esattamente identica a quella delle Suore Orsoline di via Abruzzi
aperta nel 1972 diretta filiazione dell'antica scuola della
Merena di Ponte san Pietro sempre delle Orsoline. La costruzione
di via Abruzzi è inserita nell'inventario del patrimonio di Lombardia
Beni Culturali.
Va anche detto che la “privatizzazione” della S.G.B. va anche vista
come mezzo per creare un centro di assunzioni clientelari
controllati dalla politica visto che i CdA sono appunto nominati dalla
politica.
Così come la “gonfiatura” dei costi o investimenti nei c.d. Piani del
Diritto allo Studio seguono tre indirizzi fondamentali: (1)
sollevare la scuola pubblica di impegni per alleggerire il lavoro delle
insegnati pagate dallo stato (2) affidare a clientele private i lavori
succedanei in modo da creare tutte le occasioni di scambio politico
(infatti sono soldi che vanno tutti a onlus e privato sociale e cogli
appalti esterni sostanzialmente Non esiste concorrenza a vantaggio del
Comune) (3) privatizzare vieppiù la scuola per un guadagno
economico ai danni del Comune e delle famiglie e conservare una grinfia
di controllo ideologico.
Curno non ha MAI avuto un edificio “comunale” destinato a scuola
materna e succedanei per (i motivi detti sopra, di carattere nazionale)
ma anche per la solita storica bega tutta interna alla DC e al PCI
circa la localizzazione delle scuole che “dovevano “stare sempre e
soltanto sulla direttrice di via Roma, Piazza della Chiesa e
Largo Vittoria per consentire ai bottegai ed ai baristi di quelle vie –
dove avevano bottega i due massimi rappresentanti bianchi e rossi dei
bottegai medesimi- di uccellare senza problemi genitori e
ragazzini diretti alle scuole.
Una “mezza” idea di origine “sinistra” di creare una scuola
materna in via Marconi tra le vie Turati e Pertini era strenuamente
osteggiata sia dalla parrocchia (proprietaria del terreno) che dalla DC
(uno dei suoi ras teneva bottega in Largo Vittoria) e quindi non se ne
fece nulla pareggiando l'appoggio e il finanziamento a scopo di
uccellagione elettorale le due scuole materne la dove si trovavano.
La “ferocia” con la quale le varie Morelli Serra ea desso Gamba
difendono l'attuale “status” delle scuole materne che vedono il
Comune “in balia” di un SOLO privato per un servizio fondamentale
ai cittadini è dettata in primis dai suoi partiti azionisti e viene
malamente mascherata asserendo che “il comune non può più gestire una
scuola materna comunale”. Che è una solenne cazzata dal momento che il
problema non è quello.
Il problema però é che l'edificio tra le vie Roma/ Buelli
dimostra tutti i suoi anni ma ha anche un GRAVISSIMO HANDICAP: è
appollaiato sui pali del semaforo di uno degli incroci più trafficati
del centro abitato, è ombreggiato massicciamente dal fabbricato sull'ex
Cine 2000 e sostanzialmente non ha un giardino.
Poi i suoi 120 anni li dimostra tutti –per di più costruito nel pieno
della crisi economica durante la prima guerra mondiale…- nonostante i
salti mortali degli attuali amministratori di metterci e tenerci
“pezze” dappertutto.
La decisione del sindaco piddino Tognon di Vittorio Veneto non è quindi
qualcosa di originale e modaiolo o opportunistico sotto il profilo
elettorale in una regione ormai invivibile nei periodi di trattamento
delle viti (che per ovvii motivi coincidono visti che sono “governati”
dall'andamento meteo) ma costituiscono una salutare lezione per
il consiglio comunale di Curno che ha relegato la scuola materna in un
edificio posto proprio sull'incrocio più trafficato nel centro del
paese. Alla faccia dell'inquinamento e della salute dei bambini.
Curno avrebbe i soldi e le strutture posizionate in siti riparati e
bene organizzati per disporre di un edificio da destinare, previo
appalto ad un gestore privato, esattamente come adesso a scuola materna
e contorno. Il Comune ha la vecchia Rodari ormai abbandonata e non ha
nemmeno uno straccio di idea e soldi per farci qualcosa: infatti è
affittata a casaccio a chi ci sta. Tra l'altro questa scuola
è dotata di ampio giardino che va da via DeAmicis a via IV
Novembre(la parrocchia ha messo a disposizione il suo terreno) e
basterebbe meno di un milione di euro per ristrutturarlo ad hoc.
Scambiando con un contratto di affitto stilato da menti e mani esperte
oneste e capaci (non del genere pescato sul mercato al minor costo
possibile che poi dimenticano che le rotonde stradali debbono essere
anche illuminate…)l'edificio ristrutturato della vecchia Rodari può
ospitare il nuovo asilo mentre l'attuale rudere in piazza può ospitare
un centro anziani e prelievi. In buona sostanza il Comune da in affitto
e prende in affitto al costo simbolico di UN euro i due edifici e
poi li assegna alle due funzioni. In sostanza cambiano solo i posti (e
migliorano per il servizio che dovrebbero rendere alla cittadinanza) e
il Comune ci dovrebbe mettere un investimento che COMUNQUE dovrà fare
sugli edifici di sua proprietà. Che ormai sono troppi rispetto alle
risorse necessarie per mantenerli: a partire dalla follia elettorale
della stalletta di via Gamba.
Comunque i Curnesi possono stare certi che non cambierà niente perché
l'equilibrio elettorale degli interessi consolidati che reggono i vari
partiti di centrodestra come di centrosinistra sono identici e quindi
nulla ha da spostarsi. Il bilancio comunale nel settore scuola è
costruito proprio ed esclusivamente non per dare un reale servizio ai
bambini (quella è la solita giustificazione: sempre “colpa” dei
bambini) ma perché l'intero sistema funzioni perchè gli insegnanti
siano sollevati dal troppo lavoro, il privato sociale ciucci la sua
grande parte, i partiti abbiano il “giusto” ritorno elettorale, i
bottegai abbiano assicurato il giusto profitto quotidiano, le
lezioni private abbiano il giusto spazio esentasse. Tutto questo in
fondo va benissimo anche ai genitori per i quali- nella stragrande
maggioranza-la scuola non è mai un investimento ma una scocciatura e un
costo e quindi meno debbono sopportare i figli, meglio é.
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LASCOPERTA DELL'ACQUA CALDA 1
IL TERRITORIOPRODUTTIVO SI SPOSTA A SUD VERSO LA BREBENI E L'AV-AC
Un articolo di 5 colonne sul Corriere Bergamo dal titolo:”Con la
tangenziale aperta nel 2010 più traffico sulle strade nord-sud. Così la
Treviolo-Zanica ha modificato gli spostamenti. II sindaco di Verdello:
in 13 anni da 16 mila a 40 mila auto”accompagnato da uno schema viario
inequivocabile nella lettura. E' la scoperta dell'acqua calda e la
conferma di una nostra idea.
Il territorio produttivo si sposta verso le zone più infrastrutturate
coinvolgendo le bretelle dentro lo stesso. Si abbandona la città
serrata dalla ferrovia e dall'A4 e si va verso sud, verso l'alta
velocità e verso l'autostrada della bassa. Il territorio produttivo ha
deciso la morte lenta della città e del suo interland lasciandolo al
commercio dando per scontato che entro un decennio sarà dimezzato da
quello on line. Meraviglia quindi la “meraviglia” di quei paesi che
fino ieri se la sono goduta degli attraversamenti passivi ed ora si
trovano davanti alla decisone di dotarsi di trasporti e piani del
traffico e una viabilità (costosissima!) tutta o quasi a loro carico.
C'è quindi la necessità di provvedere a deviare l'A4 da Dalmine sulla
“circonvallazione sud” facendone un'autostrada a pedaggio zero fino a
reinnestarsi nella A4 dalle parti di Grassobbio Seriate.
Parimenti bisogna spostare la ferrovia dalla sede attuale deviando da
Stezzano in sopraelevata sullaA4 che verrebbe abbandonata (come
strada) per rientrare in sede FFSS dalle parti di Palazzolo S.O.
mettendo la stazione di Bergamo al Caravaggio e collegando la città in
metropolitana sulla Morla e sotto il via Papa Giovanni, sotto Città
Alta per uscire nella piana di Almè.
Il territorio produttivosi sta connettendo orizzontalmente lungo
la ferrovia di AV-AC daMilano a Brescia e la Brebemi lasciando la
fascia pedemontana come forma di territorio produttivo residuale da
abbandonare entro i prossimi venti anni. Territorio produttivo non
morto ma altamente residuale.
Ovvio che occorrono molti euro sia agli enti locali che a provincie e
regioni.Ma i soldi sono il problema minore: il problema maggiore
saranno la capacità e la volontà di fare progetti di forte impatto
ambientale culturale e sociale. Come non sono l'AV-AC attuali e nemmeno
la Brebemi
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LA SCOPERTA DELL'ACQUA CALDA 2
LASCUOLA INSEGNA CAZZATE ALIMENTARI
Quanto allo stile di vita alimentare degl'italiani, è certamente
sbagliato: qui sono d'accordo con Franco Berrino (Franco Berrino e
Daniel Lumera: La via della leggerezza. Perdere peso nel corpo e
nell'anima). Ma non sono d'accordo nella sua analisi. Mi spiego. La sua
analisi è parziale, perché bisognerebbe considerare che lo stile di
vita alimentare è parte di uno stile di vita generale, che ci è imposto
dal culto superstizioso della modernità. O per essere precisi, dalla
paura di non essere moderni, non abbastanza moderni o anche, come si
dice, “superati”.
Così parlò uno che ha fatto il classico in un liceo dei preti e il
Politecnico milanese. Franco Berrino ed anche il nostro che ha fatto il
classico non fanno una semplice riflessione. Fino all'arrivo dei
frigoriferi (non solo quelli casalinghi) e dell'acciaio inox la gente
pativa la fame più per la grande quantità di alimenti che andavano in
malora (o intossicavano i malcapitati) che per una vera mancanza di
cibo. Inoltre quelli che lavoravano manualmente abbisognavano fino a
5-6-8milacalorie giornaliere quando oggi ne bastano duemila anche a un
ragazzo schiavo nei magazzini Amazon di Piacenza o Casirate. Le
necessità caloriche (quando fossero state soddisfate al minimo) dei
46milioni di italiani nel 1950 basterebbero oggi per 150 milioni di
persone ed invece siamo solo 62milioni. Forse. Nel sistema
caseario nel 1950 veniva sprecato un quarto della potenzialità
nutritiva del latte e derivati; si buttava altrettanto della
carne. Una buona terza parte dei cereali veniva buttato per
cattiva conservazione. Si viveva di quel che dava la terra e l’animale
al momento perché non riuscivano a conservare quasi nulla.
Nella mattinata della Pasqua 2018 tre operai di una ditta trevigliese
sono morti per lo scoppio di un'autoclave che sterilizzava carni e
sangue di animali da destinare non sapremo mai se far imbottire in
parte gli hamburger o fabbricare crocchette per il bobi oppure
ingrassare pesci allevati nelle gabbie artificiali in mezzo al
Mediterraneo.
No, oggi uno non mangia hamburger contenenti quella roba che si
stava sterilizzando nell'autoclave assassina per essere moderno ma
perché l'è gnurant. E' ignorante. Perché non sa da cosa-dove provengono
le proteine della carne che mangia. Non tutte ovviamente: ma siccome
quando comperi un mucca da macellare paghi anche il sangue il
pelo la bergna gli zoccoli, bisogna inventarsi qualcosa perchè non si
butti via niente di tutto quel… ben di dio. Che poi la TV ti faccia
credere che se non mangi l'hamburger di petto di pollo italiano non sei
moderno, è vero: basterebbe che la scuola ti facesse sapere che in
quell'hamburger ci può essere anche un po' di sangue di quel pollo
“italiano”. Basterebbe proibire alla Tv di raccontare le cazzate di
quanto è buono il pollo del contadino allevato con lo stesso mangime
del pollo industriale allevato coi residui dei polli già macellati. Una
volta si mangiava meno rispetto al bisogno, si mangiava
cibo più elementare e si pativa la fame perchè si sprecava un sacco di
buoi alimenti. Riavvolgiamo il nastro.
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