UN GOVERNO CHE LASCIA LE COSE A META'
Reddito di cittadinanza, quota 100, autonomia,, cantieri: questo è il
governo delle opere incompiute e delle promesse non mantenute
Il reddito di cittadinanza e quota 100, più volte annunciati e
finanziati con la legge di bilancio del 30 dicembre, sono regolati da
un decreto legge del 28 gennaio. Ma quest’ultimo è ancora alla Camera
per essere convertito in legge. Per diventare realtà, bisognerà, poi,
che passi sotto le forche caudine delle amministrazioni statali e
regionali.
È dal momento della sua costituzione che il governo annuncia una
revisione del codice dei contratti pubblici. Sulle modifiche ha anche
svolto una consultazione pubblica. Aspettiamo ora che venga presentato
al Parlamento un disegno di legge di delega, che dovrà essere approvato
e seguito dai decreti delegati. Alle nuove procedure, poi, dovrà
abituarsi un’amministrazione oggi intimorita dai troppi controlli,
indebolita dall’assenza di tecnici e «sfiduciata» dal governo.
L’autonomia regionale differenziata è un altro dei cavalli di battaglia
dell’esecutivo. Per raggiungere intese preliminari con le tre regioni
interessate, sono state fatte 85 riunioni. Il governo si è reso ora
conto delle resistenze sia interne, sia esterne. Queste possono essere
superate solo se si dimostra che la maggiore autonomia concessa ad
alcune regioni non va a danno delle altre. Ma la commissione bicamerale
che deve valutare i maggiori oneri derivanti dalla differenziazione è
ferma, a causa dell’assenza del governo, convocato a riferire.
Il disegno di legge sulla semplificazione e codificazione, approvato
dal governo il 12 dicembre scorso, è stato «superato» da ben dieci
disegni di legge di semplificazione approvati nel Consiglio dei
ministri del 28 febbraio. Anche questi dieci disegni di legge
contengono deleghe al governo, e debbono quindi attendere il
completamento delle relative procedure.
Questa situazione di «impasse» generalizzato o di ritardo riguarda
politiche che sono in cima alla lista del governo. Figurarsi quelle che
non lo sono, come i patti per il Sud, che utilizzano i fondi
strutturali europei, dei quali abbiamo speso solo il 2 per cento.
La causa più evidente di questa situazione è la continua
contrapposizione delle due forze che siedono nel Consiglio dei
ministri, veri nemici in casa, l’uno che blocca l’altro per far andare
avanti il tema preferito, e che dànno l’impressione di due governi
diversi alla guida del Paese. Sulle infrastrutture, ad esempio, il
presidente del Consiglio dichiara che assumerà la responsabilità di
sbloccare i cantieri e porterà a Palazzo Chigi gli strumenti esecutivi
(Investitalia, Strategia Italia), mentre il sottosegretario alle
infrastrutture e ai trasporti annuncia la nomina di commissari
straordinari e l’ineffabile ministro dello stesso dicastero dichiara
che «in Italia non esistono opere pubbliche bloccate». Invece, la Lega
dà priorità all’autonomia per Lombardia e Veneto, mentre il M5S la dà a
«cantieri e lavoro».
Ma vi sono anche altre cause dei ritardi. I componenti del governo sono
più impegnati a dichiarare che a realizzare, confondono fare politica
con il proclamare, sono alla ricerca di sempre nuovi temi popolari per
farsi ascoltare e far prevalere la propria voce, allo scopo di
conquistare nuovi elettori.
Ci sono, poi, l’ansia di cambiamento, che porta a metter troppa carne
al fuoco; la costante difficoltà nel fissare priorità; l’inesperienza;
l’assenza di dibattito e di ponderazione interni, che dovrebbero
precedere la decisione. Da tutto questo discendono un certo
velleitarismo, costante disattenzione per gli obiettivi e per le tappe
intermedie, un continuo va e vieni delle decisioni, con il risultato di
scelte lasciate a metà.
Questo governo delle opere incompiute e delle promesse non mantenute
non si rende conto che così coltiva illusioni rapidamente seguite da
delusioni, semina incertezza, genera sfiducia nei mercati.
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UNA CITTÀ E UNA PROVINCIA IN DECADENZA
ALLE PROSSIME AMMINISTRATIVE A BERGAMO
UN CENTRODESTRA FATTO DA RELITTI DELLA VECCHIA LEGA
NEL CENTROSINISTRA IL MENO PEGGIO CHE HANNO
La scelta di Stucchi come candidato sindaco di Bergamo per il
centrodestra a trazione leghista era sostanzialmente obbligata. Tutti
gli altri concorrenti si possono definire senza timore (politico)
neanche delle mezze cartucce ma delle cartucce bagnate. Salvini sapeva
bene come la Lega bossiana sia ancora molto solida –come riferimenti
personali e storici- in Bergamasca e quindi non disponendo di uomini di
sua fiducia ha dovuto accettare e l’ha fatto con intelligenza
tattica un uomo del passato. Come del resto ha fatto con Calderoli,
missus dominicus dell’operazione Stucchi a Bergamo. Salvini ha
rottamato senza fare il rottamatore. Basti pensare a come ha liquidato
addosso a Fointana la deputata terzi, un’abilissima avvocatessa degli
artigiani leghisti che era stata si eletta in Parlamento ma è stata
rispedita come assessore sfigato –dai morti di Pioltello alla chiusura
del Ponte di Calusco al caos sulle linee della bassa- nella giunta
Fontana. Se farà la brava –manifestando piena sottomissione politica al
Capitano senza nemmeno un movimento di sopracciglio verso il
passato- forse la prossima volta uno strapuntino di sottosegretaria
glielo trovano. Giacomo Stucchi, classe 1969, deputato a 28 anni ha
alle spalle 22 anni di mandato parlamentare nel suo ultimo incarico
il 6 giugno 2013 viene eletto presidente del Copasir, il Comitato
parlamentare per la sicurezza della Repubblica che è un organo del
Parlamento della Repubblica Italiana che esercita il controllo
parlamentare sull'operato dei servizi segreti italiani.
Dentro e fuori il Parlamento si mormora che Stucchi assieme a
Napolitano siano i due “vertici” dello Sato che conoscono il
destino dei 49 milioni spariti dai bilanci della Lega che sarebbero
stati indebitamente utilizzati dalla stessa mentre sarebbero stati il
prezzo pagato da Salvini (a Bossi) per acquistare definitivamente e
ritirare dal mercato il nome e il logo e il partito LEGA NORD.
Stucchi diventerà sindaco di Bergamo ne sull’onda di un programma
strabiliante ne sull’onda di una personale simpatia ma solo in
trascinamento dell’onda nazionale del Capitano. Semmai ci sarà ancora a
fine maggio. Certo conosce le regole i giochi i sotterfugi della
politica meglio di Gori ma tranne qualche solenne cazzata a imitazione
di quelle nazionali del suo capo, il suo programma non sarà granche
differente da quello di Gori. Del resto è ormai accertato che gli
elettori votano come quando comprano l’insalata e sanno che non durerà
che pochi giorni. Finchè ghe n’è viva ol rè. Del momento.
Gori non ha governato male ma l’é una volenterosa cacchina
politicamente freddina freddina. Circondato come il PD locale e
nazionale da una massa di sfigati e falliti che aspirano a fare
il Colleoni senza soldi e voti di un esercito mercenario e senza arte
(propria). Buona l’idea di Gori di dare un volto nuovo a molti
spazi pubblici della città salvo che sono costati l’ira di dio e i
risultati se non pessimi certamente non eclatanti. Da brividi i
risultati nelle varie piazze rammodernate. Da sghignazzare il
“belvedere” di Colle Aperto sula fognatura del seminario. Verde
colori fiori alberature sono temi che in cinque anni non sono esistiti
per Gori e la sua assessora competente (competente? ). Non parliamo poi
della trasformazione di città alta in una sorta di galleria di
oriocenter DUE assediata dalla monocultura depredatrice di un turismo
casuale in perfetta combinazione cogli interessi dei mille
bottegai e cianfrusagliai indigeni. Mica per nulla il suo capogruppo è
appunto un ristoratore di città alta. Addirittura folle l’idea di
conservare e sviluppare ancora in città una università sparsa
dappertutto quando -vedi Milano- le università vanno a cercare e
creare campus individuali così che non sono più “l’università della
città” ma un UNICUM dentro il mondo piuttosto che la metropoli. Cose
che contano. Per non dire di Astino-Longuelo, oppure del tram per Almè.
La fermata del treno del PapaGiovanni o le trovate dell’assessore
Zenoni uno che crede di governare una città come fosse la sua
legolandia.
Insomma una serie di occasioni sprecate su cui ci ha messo la ciliegina
l’assessore Gandi, quello che massacra di multe elettroniche perché i
vigili servono per distribuire uno stipendio di cittadinanza mentre non
vede città alta percorsa ad ogni ora del giorno e della notte da
veicoli di ogni sorta che potrebbero benissimo essere terroristi.
In mezzo a decine se non centinaia di migliaia di pedoni.
Gori e Stucchi riprenderanno in mano una città e una provincia
chiuse in se stesse, fisicamente e culturalmente. Una città serrata
dall’A4 e dalla ferrovia ai piedi di una collina come fossimo ancora
nel 1857 (ferrovia) e nel 1927 (A4). Una provincia che domani avrà le
sue valli svuotate di popolazione e di imprese. Una città con un centro
disabitato e inutile e cimiteriale. Una città e una provincia senza il
coraggio di scaraventare a valle A4 e ferrovia, di crearsi un campus
universitario e trasformare la sua scuola in una delle prime
lombarde. Una città e una provincia ricchissime che non riescono a
finire una galleria a Zogno o l’allargamento della circonvallazione
sud… ad ovest. Una provincia con in banca 23 miliardi di ricchezza
finanziaria. Ecco: Gori e Stucchi sono gente di questa gente. Bravi. E
incapaci.
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ORDINANZE (ECCESSIVE)
OBBLIGO AI CITTADINI DI TAGLIARSI L'ERBA SUI MARCIAPIEDI DAVANTI A CASA
La sindaca Gamba prosegue imperterrita nel guadagnarsi i voti per la
prossima rielezione. L'ultima trovata -imposta dalla ditta che
manutenziona i beni comunali o dal dirigente dell’ufficio?- è il
richiamo ai cittadini disordinati:”Ai sensi dell'articolo 26 del
Regolamento di Polizia Urbana si ricorda che i proprietari hanno
l'obbligo di provvedere ad estirpare l'erba lungo il fronte delle
proprie case, lungo i relativi muri di cinta, fino alla linea esterna
del marciapiede o per lo spazio di almeno un metro dal filo del muro
dove non esistono i marciapiedi stessi”.
Il quale regolamento é stato approvato con delibera del Consiglio
Comunale nr.29 del 14.06.2000 - Integrato delibera C.C. nr 15 del
21.02.2007 - Integrato delibera C.C. n. 89 del 30.09.2011. Tiè! Già che
ci siamo ecco cosa prevede per gli animali e i rispettivi padroni: E'
vietato lasciare vagare ed abbandonare qualsiasi specie di animali e,
senza autorizzazione, lasciare vagare su aree pubbliche animali da
cortile. E' vietata l'introduzione di animali nei parchi pubblici e nei
centri sportivi comunali. I cani a custodia di abitazioni, fabbricati o
giardini dovranno essere opportunamente segnalati ed essere tenuti in
modo da non recare disturbo alla quiete pubblica o molestie alle
persone che transitano sulla pubblica via. All'intemo delle proprietà i
cani di grossa taglia e di natura violenta devono essere custoditi in
luogo chiuso o recintato in modo che non possano recare danno alle
persone. E' fatto divieto di tenere cani in spazi angusti quali
cantine, solai, balconi, box inferiori ai metri 3,00 x 2,50 (che devono
essere aumentati proporzionalmente in base al numero), privi di acqua,
del cibo necessario e di un adeguato riparo dalle intemperie. Se gli
animali fossero a catena, che dovrà essere adeguata alla taglia
dell'animale, la lunghezza della stessa dovrà essere di almeno 4,00
metri e tale da consentire all'animale di poter raggiungere il proprio
riparo ed il contenitore dell'acqua e dei cibo. Tutti gli animali,
specialmente negli stabili in condominio, dovranno inoltre essere
sempre tenuti e accuditi in modo da non causare altre molestie, come la
caduta di escrementi, peli o altro sui balconi e ambienti sottostanti,
negli spazi di uso comune o sul suolo pubblico. Nei casi sopracitati la
Polizia Municipale oltre ad accertare la trasgressione a carico del
proprietario o del detentore, lo diffideranno ad allontanare l'animale
che abbia dato luogo all'infrazione o a porlo in condizione di non più
disturbare la quiete pubblica e privata. Ove la diffida non venga
osservata il Responsabile del Servizio potrà' disporre il sequestro
dell'animale, fino a un massimo di 60 giorni, e ('affidamento dello
stesso al Canile Municipale o convenzionato, nel qual caso le spese di
cattura e mantenimento verranno addebitate al proprietario a detent
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