A GUARDARE ALLE COLLINE 948






Di cosa parliamo in questa pagina.

UN GOVERNO CHE LASCIA LE COSE A META'
Reddito di cittadinanza, quota 100, autonomia,, cantieri: questo è il governo delle opere incompiute e delle promesse non mantenute
Il reddito di cittadinanza e quota 100, più volte annunciati e finanziati con la legge di bilancio del 30 dicembre, sono regolati da un decreto legge del 28 gennaio. Ma quest’ultimo è ancora alla Camera per essere convertito in legge. Per diventare realtà, bisognerà, poi, che passi sotto le forche caudine delle amministrazioni statali e regionali.(...)

UNA CITTÀ E UNA PROVINCIA IN DECADENZA
ALLE PROSSIME AMMINISTRATIVE A BERGAMO
UN CENTRODESTRA FATTO DA RELITTI DELLA VECCHIA LEGA
NEL CENTROSINISTRA IL MENO PEGGIO CHE HANNO
La scelta di Stucchi come candidato sindaco di Bergamo per il centrodestra a trazione leghista era sostanzialmente obbligata. Tutti gli altri concorrenti si possono definire senza timore (politico) neanche delle mezze cartucce ma delle cartucce bagnate. Salvini sapeva bene come la Lega bossiana sia ancora molto solida –come riferimenti personali e storici- in Bergamasca e quindi non disponendo di uomini di sua fiducia ha dovuto accettare e l’ha fatto  con intelligenza tattica un uomo del passato. Come del resto ha fatto con Calderoli, missus dominicus dell’operazione Stucchi a Bergamo. Salvini ha rottamato senza fare il rottamatore. (...)

ORDINANZE (ECCESSIVE)
OBBLIGO AI CITTADINI DI TAGLIARSI L'ERBA SUI MARCIAPIEDI DAVANTI A CASA
La sindaca Gamba prosegue imperterrita nel guadagnarsi i voti per la prossima rielezione. L'ultima trovata -imposta dalla ditta che manutenziona i beni comunali o dal dirigente dell’ufficio?- è il richiamo ai cittadini disordinati:”Ai sensi dell'articolo 26 del Regolamento di Polizia Urbana si ricorda che i proprietari hanno l'obbligo di provvedere ad estirpare l'erba lungo il fronte delle proprie case, lungo i relativi muri di cinta, fino alla linea esterna del marciapiede o per lo spazio di almeno un metro dal filo del muro dove non esistono i marciapiedi stessi”. (...)


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UN GOVERNO CHE LASCIA LE COSE A META'



Reddito di cittadinanza, quota 100, autonomia,, cantieri: questo è il governo delle opere incompiute e delle promesse non mantenute

Il reddito di cittadinanza e quota 100, più volte annunciati e finanziati con la legge di bilancio del 30 dicembre, sono regolati da un decreto legge del 28 gennaio. Ma quest’ultimo è ancora alla Camera per essere convertito in legge. Per diventare realtà, bisognerà, poi, che passi sotto le forche caudine delle amministrazioni statali e regionali.

È dal momento della sua costituzione che il governo annuncia una revisione del codice dei contratti pubblici. Sulle modifiche ha anche svolto una consultazione pubblica. Aspettiamo ora che venga presentato al Parlamento un disegno di legge di delega, che dovrà essere approvato e seguito dai decreti delegati. Alle nuove procedure, poi, dovrà abituarsi un’amministrazione oggi intimorita dai troppi controlli, indebolita dall’assenza di tecnici e «sfiduciata» dal governo.

L’autonomia regionale differenziata è un altro dei cavalli di battaglia dell’esecutivo. Per raggiungere intese preliminari con le tre regioni interessate, sono state fatte 85 riunioni. Il governo si è reso ora conto delle resistenze sia interne, sia esterne. Queste possono essere superate solo se si dimostra che la maggiore autonomia concessa ad alcune regioni non va a danno delle altre. Ma la commissione bicamerale che deve valutare i maggiori oneri derivanti dalla differenziazione è ferma, a causa dell’assenza del governo, convocato a riferire.

Il disegno di legge sulla semplificazione e codificazione, approvato dal governo il 12 dicembre scorso, è stato «superato» da ben dieci disegni di legge di semplificazione approvati nel Consiglio dei ministri del 28 febbraio. Anche questi dieci disegni di legge contengono deleghe al governo, e debbono quindi attendere il completamento delle relative procedure.

Questa situazione di «impasse» generalizzato o di ritardo riguarda politiche che sono in cima alla lista del governo. Figurarsi quelle che non lo sono, come i patti per il Sud, che utilizzano i fondi strutturali europei, dei quali abbiamo speso solo il 2 per cento.

La causa più evidente di questa situazione è la continua contrapposizione delle due forze che siedono nel Consiglio dei ministri, veri nemici in casa, l’uno che blocca l’altro per far andare avanti il tema preferito, e che dànno l’impressione di due governi diversi alla guida del Paese. Sulle infrastrutture, ad esempio, il presidente del Consiglio dichiara che assumerà la responsabilità di sbloccare i cantieri e porterà a Palazzo Chigi gli strumenti esecutivi (Investitalia, Strategia Italia), mentre il sottosegretario alle infrastrutture e ai trasporti annuncia la nomina di commissari straordinari e l’ineffabile ministro dello stesso dicastero dichiara che «in Italia non esistono opere pubbliche bloccate». Invece, la Lega dà priorità all’autonomia per Lombardia e Veneto, mentre il M5S la dà a «cantieri e lavoro».

Ma vi sono anche altre cause dei ritardi. I componenti del governo sono più impegnati a dichiarare che a realizzare, confondono fare politica con il proclamare, sono alla ricerca di sempre nuovi temi popolari per farsi ascoltare e far prevalere la propria voce, allo scopo di conquistare nuovi elettori.

Ci sono, poi, l’ansia di cambiamento, che porta a metter troppa carne al fuoco; la costante difficoltà nel fissare priorità; l’inesperienza; l’assenza di dibattito e di ponderazione interni, che dovrebbero precedere la decisione. Da tutto questo discendono un certo velleitarismo, costante disattenzione per gli obiettivi e per le tappe intermedie, un continuo va e vieni delle decisioni, con il risultato di scelte lasciate a metà.

Questo governo delle opere incompiute e delle promesse non mantenute non si rende conto che così coltiva illusioni rapidamente seguite da delusioni, semina incertezza, genera sfiducia nei mercati.




UNA CITTÀ E UNA PROVINCIA IN DECADENZA
ALLE PROSSIME AMMINISTRATIVE A BERGAMO
UN CENTRODESTRA FATTO DA RELITTI DELLA VECCHIA LEGA
NEL CENTROSINISTRA IL MENO PEGGIO CHE HANNO

La scelta di Stucchi come candidato sindaco di Bergamo per il centrodestra a trazione leghista era sostanzialmente obbligata. Tutti gli altri concorrenti si possono definire senza timore (politico) neanche delle mezze cartucce ma delle cartucce bagnate. Salvini sapeva bene come la Lega bossiana sia ancora molto solida –come riferimenti personali e storici- in Bergamasca e quindi non disponendo di uomini di sua fiducia ha dovuto accettare e l’ha fatto  con intelligenza tattica un uomo del passato. Come del resto ha fatto con Calderoli, missus dominicus dell’operazione Stucchi a Bergamo. Salvini ha rottamato senza fare il rottamatore. Basti pensare a come ha liquidato addosso a Fointana la deputata terzi, un’abilissima avvocatessa degli artigiani leghisti che era stata si eletta in Parlamento ma è stata rispedita come assessore sfigato –dai morti di Pioltello alla chiusura del Ponte di Calusco al caos sulle linee della bassa- nella giunta Fontana. Se farà la brava –manifestando piena sottomissione politica al Capitano senza  nemmeno un movimento di sopracciglio verso il passato- forse la prossima volta uno strapuntino di sottosegretaria glielo trovano. Giacomo Stucchi, classe 1969, deputato a 28 anni ha alle spalle 22 anni di mandato parlamentare nel suo ultimo incarico il  6 giugno 2013 viene eletto presidente del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica che è un organo del Parlamento della Repubblica Italiana che esercita il controllo parlamentare sull'operato dei servizi segreti italiani.
Dentro e fuori il Parlamento si mormora che Stucchi assieme a Napolitano siano i due “vertici” dello Sato  che conoscono il destino dei 49 milioni spariti dai bilanci della Lega che sarebbero stati indebitamente utilizzati dalla stessa mentre sarebbero stati il prezzo pagato da Salvini (a Bossi) per acquistare definitivamente e ritirare dal mercato il nome e il logo e il partito LEGA NORD.
Stucchi diventerà sindaco di Bergamo ne sull’onda di un programma strabiliante ne sull’onda di una personale simpatia ma solo in trascinamento dell’onda nazionale del Capitano. Semmai ci sarà ancora a fine maggio. Certo conosce le regole i giochi i sotterfugi della politica meglio di Gori ma tranne qualche solenne cazzata a imitazione di quelle nazionali del suo capo, il suo programma non sarà granche differente da quello di Gori. Del resto è ormai accertato che gli elettori votano come quando comprano l’insalata e sanno che non durerà che pochi giorni. Finchè ghe n’è viva ol rè. Del momento.

Gori non ha governato male ma l’é una volenterosa cacchina politicamente freddina freddina. Circondato come il PD locale e nazionale da una massa  di sfigati e falliti che aspirano a fare il Colleoni senza soldi e voti di un esercito mercenario e senza arte (propria). Buona l’idea di Gori di dare un volto nuovo  a molti spazi pubblici della città salvo che sono costati l’ira di dio e i risultati se non pessimi certamente non eclatanti. Da brividi i risultati nelle varie piazze rammodernate. Da sghignazzare il “belvedere” di Colle Aperto sula fognatura del seminario.  Verde colori fiori alberature sono temi che in cinque anni non sono esistiti per Gori e la sua assessora competente (competente? ). Non parliamo poi della trasformazione di città alta in una sorta di galleria di oriocenter DUE assediata dalla monocultura depredatrice di un turismo casuale in perfetta combinazione cogli interessi dei  mille bottegai e cianfrusagliai indigeni. Mica per nulla il suo capogruppo è appunto un ristoratore di città alta. Addirittura folle l’idea di conservare e sviluppare ancora in città una università sparsa dappertutto quando  -vedi Milano- le università vanno a cercare e creare campus individuali così che non sono più “l’università della città” ma un UNICUM dentro il mondo piuttosto che la metropoli. Cose che contano. Per non dire di Astino-Longuelo, oppure del tram per Almè. La fermata del treno del PapaGiovanni o le trovate dell’assessore Zenoni uno che crede di governare una città come fosse la sua legolandia.
Insomma una serie di occasioni sprecate su cui ci ha messo la ciliegina l’assessore Gandi, quello che massacra di multe elettroniche perché i vigili servono per distribuire uno stipendio di cittadinanza mentre non vede città alta percorsa  ad ogni ora del giorno e della notte da veicoli di ogni sorta  che potrebbero benissimo essere terroristi. In mezzo a decine se non centinaia di migliaia di pedoni.

Gori e Stucchi  riprenderanno in mano una città e una provincia chiuse in se stesse, fisicamente e culturalmente. Una città serrata dall’A4 e dalla ferrovia ai piedi di una collina come fossimo ancora nel 1857 (ferrovia) e nel 1927 (A4). Una provincia che domani avrà le sue valli svuotate di popolazione e di imprese. Una città con un centro disabitato e inutile e cimiteriale. Una città e una provincia senza il coraggio di scaraventare a valle A4 e ferrovia, di crearsi un campus universitario e trasformare la sua  scuola in una delle prime lombarde. Una città e una provincia ricchissime che non riescono a finire una galleria a Zogno o l’allargamento della circonvallazione sud… ad ovest. Una provincia con in banca 23 miliardi di ricchezza finanziaria. Ecco: Gori e Stucchi sono gente di questa gente. Bravi. E incapaci.

ORDINANZE (ECCESSIVE)
OBBLIGO AI CITTADINI DI TAGLIARSI L'ERBA SUI MARCIAPIEDI DAVANTI A CASA


La sindaca Gamba prosegue imperterrita nel guadagnarsi i voti per la prossima rielezione. L'ultima trovata -imposta dalla ditta che manutenziona i beni comunali o dal dirigente dell’ufficio?- è il richiamo ai cittadini disordinati:”Ai sensi dell'articolo 26 del Regolamento di Polizia Urbana si ricorda che i proprietari hanno l'obbligo di provvedere ad estirpare l'erba lungo il fronte delle proprie case, lungo i relativi muri di cinta, fino alla linea esterna del marciapiede o per lo spazio di almeno un metro dal filo del muro dove non esistono i marciapiedi stessi”.
Il quale regolamento é stato approvato con delibera del Consiglio Comunale nr.29 del 14.06.2000 - Integrato delibera C.C. nr 15 del 21.02.2007 - Integrato delibera C.C. n. 89 del 30.09.2011. Tiè! Già che ci siamo ecco cosa prevede per gli animali e i rispettivi padroni: E' vietato lasciare vagare ed abbandonare qualsiasi specie di animali e, senza autorizzazione, lasciare vagare su aree pubbliche animali da cortile. E' vietata l'introduzione di animali nei parchi pubblici e nei centri sportivi comunali. I cani a custodia di abitazioni, fabbricati o giardini dovranno essere opportunamente segnalati ed essere tenuti in modo da non recare disturbo alla quiete pubblica o molestie alle persone che transitano sulla pubblica via. All'intemo delle proprietà i cani di grossa taglia e di natura violenta devono essere custoditi in luogo chiuso o recintato in modo che non possano recare danno alle persone. E' fatto divieto di tenere cani in spazi angusti quali cantine, solai, balconi, box inferiori ai metri 3,00 x 2,50 (che devono essere aumentati proporzionalmente in base al numero), privi di acqua, del cibo necessario e di un adeguato riparo dalle intemperie. Se gli animali fossero a catena, che dovrà essere adeguata alla taglia dell'animale, la lunghezza della stessa dovrà essere di almeno 4,00 metri e tale da consentire all'animale di poter raggiungere il proprio riparo ed il contenitore dell'acqua e dei cibo. Tutti gli animali, specialmente negli stabili in condominio, dovranno inoltre essere sempre tenuti e accuditi in modo da non causare altre molestie, come la caduta di escrementi, peli o altro sui balconi e ambienti sottostanti, negli spazi di uso comune o sul suolo pubblico. Nei casi sopracitati la Polizia Municipale oltre ad accertare la trasgressione a carico del proprietario o del detentore, lo diffideranno ad allontanare l'animale che abbia dato luogo all'infrazione o a porlo in condizione di non più disturbare la quiete pubblica e privata. Ove la diffida non venga osservata il Responsabile del Servizio potrà' disporre il sequestro dell'animale, fino a un massimo di 60 giorni, e ('affidamento dello stesso al Canile Municipale o convenzionato, nel qual caso le spese di cattura e mantenimento verranno addebitate al proprietario a detent