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Di cosa parliamo in questa pagina.

(...) L'algoritmo é sacro anche se fa più morti dell'ISIS e dei suprematisti bianchi

L’impressione è che gli algoritmi ( algoritmo è una sequenza di istruzioni per risolvere un problema o raggiungere un determinato obiettivo) facciano più vittime .umane e materiali- dell’ISIS  e dei suprematisti bianchi. Ma l’algoritmo è un feticcio intoccabile altrimenti ci vanno di mezzo le azioni. La Boeing aveva perso il 12 % del valore delle proprie azioni dopo l’incidente indonesiano e anche stavolta la batosta s’è ripetuta, specie perché ormai quasi tutti i paesi del mondo hanno messo a terra quel modello di velivolo del quale se ne producono tuttora una cinquantina al mese e pare ci siano ordini dieci volte superiori.
L’algoritmo è quella cosa per cui io vado in ferie low cost ma è quello che dopo avere memorizzato che io sono un consumatore ricco (cioè spende per cose di costo alto o altissimo) che non mi presenta il biglietto aereo da 20 euro ma quello da 80 euro minimo sulla medesima tratta ora giorno.
Poi si scopre che per qualche approssimazione nell’algoritmo la metropolitana ogni tanto fa una frenata e i viaggiatori si ammucchiano per terra. Oppure finiscono sbrindellati pronti per i corvi  o per i pesci in una buca o in un oceano.
Ma l’algoritmo è sacro invece quelli dell’ISIS e i suprematisti sono dei dannati.


(...)
Gli sbarchi di clandestini continuano
Solo che adesso sono un segreto di stato. Anche per questo Lega e 5S hanno  conquistato la TV.
Nascondere la realtà. Banalmente. Semplicemente. In modo criminale, ovviamente, senza nessuna etica verso i cittadini.
E così ci si accorge che nella pagina del ministero su sbarchi e accoglienza in realtà Lampedusa non viene calcolata. Sapete cosa significa? Che l'isola praticamente è stata cancellata. Non esiste.
E allora quanto potrebbero essere affidabili quei dati che vengono continuamente sventolati come una delle vittorie più importanti di questo governo? Niente. Zero.
Lo spiega benissimo il sindaco Martello: «Il fatto che siamo stati cancellati dal cruscotto del ministero dell'Interno ha due chiavi di lettura: dimostrare agli italiani che non ci sono più sbarchi e toglierci i fondi che ricevevamo in quanto eravamo tra i comuni italiani interessati dagli sbarchi. Dal 2011 – prosegue Martello – avevamo ricevuto la sospensione delle tasse che era inserita nel decreto Milleproroghe, un'esenzione che è stata abolita per il 2018 e il 2019, quindi fra qualche giorno a tutti gli imprenditori lampedusani arriveranno le cartelle esattoriali e saranno falliti. Su questo abbiamo informato il governo, abbiamo scritto a Tria, al ministero dell'Interno, a Conte, ma nessuno si è fatto vivo. Un governo che si definisce del popolo non può non rispondere a un'istituzione che rappresenta il popolo, siamo un'isola mortificata dallo Stato».
Ora decidete voi. Quanto vi farebbe incazzare litigare su dati che non esistono?
Ecco tutto.



















































L'ALGORITMO E' SACRO ANCHE SE FA
PIùMORTI DELL'ISIS E DEI SUPREMATISTI BIANCHI


Leggete questo post con estrema attenzione per non fraintenderne il contenuto. Non stiamo scherzando ne coi morti ne col terrorismo di qualsiasi origine. E’ solo un ragionamento sul modo occidentale di considerare vita tecnologia progresso medicina sicurezza che sono in buona parte anche collegate ma questo collegamento non risolve nulla.
L’ottobre scorso un Boeing 737Max8  é scomparso dai cieli dell’Oceano Indiano dalle parti dell’Indonesia portando con se 189 passeggeri. Tuttora sono ignote le cause della tragedia. Allora il ministero dei Trasporti indonesiano dichiarò che l'aereo si era schiantato 13 minuti dopo il decollo dalla capitale indonesiana, avvenuto verso le 6:20. I dati del sito di monitoraggio aereo FlightAware mostrarono che il velivolo aveva raggiunto un'altitudine di soli 5.200 piedi (1.580 metri). L'agenzia indonesiana per la gestione dei disastri Bnpb  pubblicò su Twitter foto di detriti tra cui smartphone, libri, borse e parti della fusoliera dell'aereo raccolti dalle navi di ricerca e soccorso che hanno raggiunto l'area. Non furono mai trovarti i corpi delle vittime.
Caso Etiopian air
In Etiopia il volo era decollato da Addis Abeba, diretto a Nairobi, con a bordo passeggeri di 33 diverse nazionalità. L’ aereo è caduto facendo 157 morti. L'incidente è avvenuto la mattina alle 8.44 locali: l'aereo era decollato alle 8.38 dall'aeroporto di Bole diretto a Nairobi, in Kenya, ed è precipitato in un'area che si trova a circa 60 chilometri a sud-ovest dalla capitale etiopica, vicino a Bishoftu, nella regione di Debre Zeit . Dopo il decollo da Addis Abeba, il Boeing 737 aveva «una velocità verticale instabile», ha riferito il sito Flightradar24. Il pilota aveva allertato i controllori di volo segnalando di «aver avuto difficoltà» e di voler tornare indietro, dopo esser partito da pochi minuti dalla capitale etiope. Aveva avuto l'autorizzazione a rientrare. In attesa di conoscere le cause dello schianto, questa informazione sembra indicare che l'aereo avesse dei problemi. L'aereo era un velivolo nuovo, consegnato alla compagnia aerea a metà novembre.

Danilo Recine, esperto di Anpac, l’associazione professionale dei piloti italiani spiega: “È presto per dare un’interpretazione dell’incidente in Etiopia o fare dei paralleli tra i due casi, ma possiamo sicuramente dire che qualcosa, in questo dialogo uomo-macchina, non ha funzionato costringendo i piloti a effettuare delle scelte che hanno cercato di contrastare le manovre di correzione automatica messe in opera dai controlli dell’aereo”. Nelle indagini seguite al disastro della Lion Air Indonesiana è emerso che l’incidente potrebbe essere stato causato dal nuovo sistema di avionica installato su questo tipo di aerei. E’ presente un software di pilotaggio automatico elaborato per prevenire lo ” stallo” del velivolo, la situazione che prelude alla caduta.
Nel caso in cui nel software vengano inserite informazioni sbagliate (raccolte con errore automaticamente) su altitudine e angolo di volo, la macchina potrebbe reagire provocando un’improvvisa perdita di quota. Alcuni sindacati dei piloti hanno sostenuto che i loro colleghi comandanti non avrebbero ricevuto una formazione adeguata riguardo al cambio di software
“Nell’incidente della Lion Air erano errati alcuni parametri inviati in cabina, come velocità, altitudine. La macchina ha reagito mettendo in pratica delle contromisure per correggere qualcosa che nella realtà non stava accadendo. E cioè ha modificato l’assetto e la velocità pensando ad un evento che non si stava verificando. E a nulla sono valse le reazioni ‘in manuale’ dei piloti. Potremmo trovarci di fronte a qualcosa di simile”, spiega Recine.

Nel frattempo le scatole nere dell’aereo dell’Ehiopian Airlines precipitato domenica sono state portate in Francia per essere analizzate e sono iniziate a Parigi le indagini sulle cause dello schianto. Grande arrabbiatura non solod ella Boeing ma anche degli USA. “La delegazione etiope guidata dal capo investigatore dell'Accident Investigation Bureau è arrivata nella struttura delle Bea francese e le indagini sono iniziate a Parigi”, è quanto ha comunicato la compagnia aerea su Twitter. Le due scatole nere del velivolo sono state portate a Parigi giovedì dopo che la Germania ha declinato l’offerta dell’Etiopia di analizzarle per “mancanza del software necessario”. I due registratori di volo sono stati danneggiati nello schianto e l'estrazione dei dati appare complessa. L'Etiopia aveva annunciato di volerli inviare in Europa perché non dispone della tecnologia necessaria alla lettura dei dati.
Boeing aggiornerà entro dieci giorni il software del suo 737 max 8, il modello di aereo coinvolto nel tragico incidente avvenuto domenica scorsa in Etiopia in cui sono morte 157 persone. A scriverlo è l'Agence France Presse, citando fonti vicine all'azienda che già poche ore dopo il disastro aereo aveva detto di avere intenzione di aggiornare il software  dei suoi 737 Max. Una notizia in seguito alla quale il titolo della società ha riguadagnato un po' di terreno dopo le sedute negative degli ultimi giorni e alla chiusura delle contrattazioni in Europa guadagna oltre due punti. Dopo l’incidente aereo di domenica scorsa, prima la Cina, poi l'Europa, il Canada e infine gli Usa hanno ordinato a quella famiglia di aerei di restare a terra. Le sospensioni sono state decise per precauzione in seguito all’incidente in Etiopia del volo di Ethiopian Airlines, il secondo in cinque mesi che ha riguardato un Boeing 737 Max 8.

Un salto a terra e sempre in questi giorni ci sono stati diversi casi di feriti a seguito di frenate improvise da parte delle metropolitane milanesi.
Secondo i dati forniti da Atm, le frenate di emergenza sono state più di 300 negli ultimi quattro anni: 67 nel 2015, 79 nel 2016, 109 nel 2017 e 83 nel 2018. Quest’anno –due mesi e mezzo- finora sarebbero state quattro, secondo quanto riferito dall’azienda al Post. In sette casi su dieci si è trattato di un falso allarme. Le segnalazioni ora al vaglio della procura sono una cinquantina, spalmate sull’ultimo anno e mezzo. I casi più gravi sono quelli su cui sono state avviate le indagini.
I pm hanno aperto due fascicoli per lesioni colpose sugli episodi più gravi, quelli del 4 e del 9 marzo scorso, me se si scoprisse che la causa degli stop improvvisi ai convogli è una sola si potrebbe procedere per disastro colposo. L'Azienda trasporti si difende: nel primo caso errore umano, nel secondo il sistema aveva rilevato qualcosa sui binari. Per ora si indaga per lesioni colpose. Ma se si dovesse accertare che le brusche frenate della metropolitana di Milano sono dovute a un’unica causa, si potrebbe procedere per l’ipotesi più grave di disastro colposo. Dalla procura, per ora, fanno sapere che sono due i fascicoli aperti contro ignoti.
I pm Maura Ripamonti e Mauro Clerici, coordinati dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, dovranno stabilire le cause degli incidenti e capire se dietro ci sono responsabilità tra il personale Atm. Ad aiutarli come consulente tecnico ci sarà l’ingegnere Fabrizio Lucani, lo stesso che si è occupato del disastro ferroviario di Pioltello, in cui il 25 gennaio 2018 morirono tre persone.
La posizione di Atm. Per la società, dunque, gli incidenti in questione sono stati provocati da cause differenti. La scorsa settimana, il direttore generale, Arrigo Giana, ha però detto che un problema generale ci sarebbe e che starebbe nella “intensità” delle frenate. “Stiamo lavorando per rimodularla”, ha dichiarato in una conferenza stampa convocata ad hoc. Aggiungendo che, per il resto, “il nostro sistema ha sempre reagito in maniera corretta: individua un potenziale rischio e interviene fermando il treno”. Ancora venerdì 15 marzo l’azienda confermava questa versione: gli episodi finiti nei fascicoli della procura non sono casi correlati, ma accomunati solo dall’eccessiva intensità dell’arresto del convoglio. Il problema, dunque, potrebbe stare nel sistema che gestisce le frenate e i blocchi di emergenza. Risolverlo non sarà cosa rapida. Secondo l’assessore alla Mobilità del Comune di Milano, Marco Granelli, “servirà qualche mese per omologare il software dei treni più vecchi e lenti a quello dei mezzi nuovi e più veloci”. “Stiamo lavorando pancia a terra a tutti i livelli, anche con i nostri fornitori – conferma una portavoce di Atm a ilfattoquotidiano.it -. Ma bisogna considerare che una soluzione immediata non c’è”.
Non si sa ancora per quale reale motivo il Boeing 737 Max 8 della Ethiopian Airlines sia precipitato sei minuti dopo il decolloma il presidente americano Donald Trump, però, si è fatto un’idea: la colpa, a suo dire, è anche degli scienziati che costruiscono aerei troppo complessi.  Come sempre, The Donald ha espresso la sua opinione su Twitter. “Non bastano più i piloti, oramai per guidare un aereo servono gli ingegneri informatici del Mit (ndr. il Massachussets Institute of Boston, uno dei più importanti centri di ricerca al mondo). Lo vedo con tutti i prodotti. Si cerca sempre di fare meglio, di andare un passo oltre, quando spesso la versione vecchia e più semplice era molto meglio”, ha scritto. Bene bravo! America first! A piedi  però.

L’impressione è che gli algoritmi ( algoritmo è una sequenza di istruzioni per risolvere un problema o raggiungere un determinato obiettivo) facciano più vittime .umane e materiali- dell’ISIS  e dei suprematisti bianchi. Ma l’algoritmo è un feticcio intoccabile altrimenti ci vanno di mezzo le azioni. La Boeing aveva perso il 12 % del valore delle proprie azioni dopo l’incidente indonesiano e anche stavolta la batosta s’è ripetuta, specie perché ormai quasi tutti i paesi del mondo hanno messo a terra quel modello di velivolo del quale se ne producono tuttora una cinquantina al mese e pare ci siano ordini dieci volte superiori.
L’algoritmo è quella cosa per cui io vado in ferie low cost ma è quello che dopo avere memorizzato che io sono un consumatore ricco (cioè spende per cose di costo alto o altissimo) che non mi presenta il biglietto aereo da 20 euro ma quello da 80 euro minimo sulla medesima tratta ora giorno.
Poi si scopre che per qualche approssimazione nell’algoritmo la metropolitana ogni tanto fa una frenata e i viaggiatori si ammucchiano per terra. Oppure finiscono sbrindellati pronti per i corvi  o per i pesci in una buca o in un oceano.
Ma l’algoritmo è sacro invece quelli dell’ISIS e i suprematisti sono dei dannati.

GLI  SBARCHI CONTINUANO
SOLO CHE ADESSO SONO UN SEGRETO DI STATO


No, non è un'isola felice. È un'isola che prima stava su tutte le pagine dei giornali, nazionali e internazionali, e ci rendeva fieri in tutto il mondo. La Lampedusa di Giusi Nicolini era, a suo modo, quella solidarietà architrave della democrazia (parole del presidente Mattarella) che dimostrava al mondo come l'Italia non avrebbe mai permesso che ne sarebbe morto nemmeno uno nel Mediterraneo per colpa dell'inerzia della politica europea.
Oggi Lampedusa ha un nuovo sindaco, opposto a Giusi Nicolini, e in molti da quelle parti avevano creduto allo spot elettorale di chi continua a urlacciare stop agli sbarchi eppure finisce ogni giorno sepolto dalle sue bugie. Il nuovo sindaco, Totò Martello, non è un buonista e nemmeno di sinistra, anzi avrebbe voluto essere proprio di quella parte che prometteva di alzare muri, seppur simbolici, per tenere lontani gli stranieri.
E invece? E invece niente. Totò Martello dall'inizio dell'anno ha contato sette sbarchi (l'ultimo nella notte tra il 7 e l'8 marzo) quando sono arrivati in 46, tra cui sei donne e due bambini di tre anni. Non ne avete sentito parlare? No, vero? E no, perché non bisogna parlarne. Bisogna illudere e illudersi davvero che i porti chiusi (che non sono chiusi) siano una realtà e non solo un patetico slogan del ministro dell'Interno. E invece niente.
Ah, poi ci sono quelli del 2018: oltre 300 sbarchi per oltre 3500 persone, solo a Lampedusa, secondo i numeri dati dal sindaco stesso, attenzione, mica da qualche pericolosa Ong. E infatti il sindaco ha perso la pazienza e si è lasciato andare a parole pesantissime intervistato da Vita: «È evidente che tutto ciò che viene detto agli italiani non tiene conto di quanto accade a Lampedusa, che è stata cancellata moralmente e geograficamente da questo governo. Eppure negli anni abbiamo svolto un'azione non indifferente per l'Italia e per l'Europa».

Nascondere la realtà. Banalmente. Semplicemente. In modo criminale, ovviamente, senza nessuna etica verso i cittadini.
E così ci si accorge che nella pagina del ministero su sbarchi e accoglienza in realtà Lampedusa non viene calcolata. Sapete cosa significa? Che l'isola praticamente è stata cancellata. Non esiste.
E allora quanto potrebbero essere affidabili quei dati che vengono continuamente sventolati come una delle vittorie più importanti di questo governo? Niente. Zero.
Lo spiega benissimo il sindaco Martello: «Il fatto che siamo stati cancellati dal cruscotto del ministero dell'Interno ha due chiavi di lettura: dimostrare agli italiani che non ci sono più sbarchi e toglierci i fondi che ricevevamo in quanto eravamo tra i comuni italiani interessati dagli sbarchi. Dal 2011 – prosegue Martello – avevamo ricevuto la sospensione delle tasse che era inserita nel decreto Milleproroghe, un'esenzione che è stata abolita per il 2018 e il 2019, quindi fra qualche giorno a tutti gli imprenditori lampedusani arriveranno le cartelle esattoriali e saranno falliti. Su questo abbiamo informato il governo, abbiamo scritto a Tria, al ministero dell'Interno, a Conte, ma nessuno si è fatto vivo. Un governo che si definisce del popolo non può non rispondere a un'istituzione che rappresenta il popolo, siamo un'isola mortificata dallo Stato».
Ora decidete voi. Quanto vi farebbe incazzare litigare su dati che non esistono?
Ecco tutto.

Giulio Cavalli