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l'europa e la cina
Di cosa parliamo in questa pagina.

Europa, abbi coraggio: la nuova vita della seta è l’unica possibilità per cambiare la Cina
Malgrado l’ennesima gaffe politica, il governo italiano non firmerà il memorandum per l’adesione alla nuova via della Seta. Ma il punto è che l’Europa, sulle strategie globali, non c’è. E invece dovrebbe, perché l’accordo con la Cina potrebbe farle molto bene. Basta che ci sia un vero scambio
L’occasione di cronaca è data dall’ennesima gaffe politica e diplomatica del governo rosso-bruno, ovvero l’annunciata, poi smentita, poi confermata, ovvero l’annunciata, poi smentita, poi confermata, poi... firma del memorandum d’adesione alla proposta cinese di partecipazione alla iniziativa nota come Belt and Road. A dire il vero, grazie alla trasparenza del nostro governo ed alla professionalità dei media nazionali, ancora non sappiamo se sia un memorandum d’adesione, una lettera d’intenti o solo l’esagerazione di un eccessivamente avventuroso sottosegretario...(...)

L'ing. Claudio Piga: Aristide de Nusquamia:
la Boldrina, le donne con gli attributi  e le iperclitoridee
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Che il custode delLa Latrina di Nusquamia sia afflitto dall'invidia della “fica” questo è ormai patrimonio dell'umanità  (che lo legge) però il tipo è assai più subdolo dell'apparente bulleria fatta di copia-incolla di antichi testi porno (in tema ciascuno ha le proprie preferenze…).
I suoi scritti vanno interpretati sempre al contrario. Basta ascoltare il breve dibattito sulla 7 per capire come il custode delLa Latrina di Nusquamia abbia completamente falsificato il senso del dibattito e proprio a confermare la doppiezza dello stesso mirante a sputtanare la Gruber e la Boldrini- il giorno successivi  aggiunge: ”Quel che conta, ai fini della discussione innescata dalla Boldrina, è prendere atto che esiste, in senso proprio e non metaforico, il fenomeno della donna con gli attributi (fisici veri ndr) , e realizzare che tale fenomeno è presente nella donna iperclitoridea, tanto che il clitoride è per lei motivo di orgoglio e vanto, usato come strumento di piacere preferibilmente con le donne, anziché con i maschi (con i quali, ai fini dell'eccitazione clitoridea, sarebbe preferibile, l'accoppiamento more ferarum che, tra l'altro, come scrive Lucrezio, è più idoneo a fecondare la donna).

Finora  nella battaglia tra le nazioni ha sempre vinto chi ha la popolazione maggiore.
4 miliardi di persone e l’Europa a 28 ne ha mezzo milione. Sono già 13 i Paesi dell'Unione europea che hanno siglato un memorandum di intesa con la Cina, mentre un altro, oltre all'Italia, lo sta negoziando. È quanto si apprende da fonti europee in relazione al progetto cinese di una Nuova via della Seta, o Belt and Road Iniatiative (Bri). I Paesi che hanno già sottoscritto un memorandum sono Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Slovenia. Lussemburgo è invece in trattativa. Chi l’avrebbe detto del Lussemburgo!?. L’India ha suppergiù la stessa popolazione della Cina. C’è quindi un rapporto della popolazione tra Cina India ed Europa di uno a tre. Questo ci dice come andrà a finire.
Nel bel mezzo del Trump first America, della Brexit che non si sa cosa ne sortirà e di una Cina che rallenta ecco che via via i polli europei vanno nelle fauci della volpe cinese partendo dall’alta auto considerazione che loro faranno la pelle alla volpe (cinese).(...)













  mah!?






















Alecio de Andrade 1970  Louvre










































Europa, abbi coraggio: la nuova vita della seta è l’unica possibilità per cambiare la Cina


Malgrado l’ennesima gaffe politica, il governo italiano non firmerà il memorandum per l’adesione alla nuova via della Seta. Ma il punto è che l’Europa, sulle strategie globali, non c’è. E invece dovrebbe, perché l’accordo con la Cina potrebbe farle molto bene. Basta che ci sia un vero scambio
L’occasione di cronaca è data dall’ennesima gaffe politica e diplomatica del governo rosso-bruno, ovvero l’annunciata, poi smentita, poi confermata, ovvero l’annunciata, poi smentita, poi confermata, poi... firma del memorandum d’adesione alla proposta cinese di partecipazione alla iniziativa nota come Belt and Road. A dire il vero, grazie alla trasparenza del nostro governo ed alla professionalità dei media nazionali, ancora non sappiamo se sia un memorandum d’adesione, una lettera d’intenti o solo l’esagerazione di un eccessivamente avventuroso sottosegretario...
Ma fa lo stesso, perché il punto non è se l’Italia, in aperto contrasto con i suoi alleati occidentali, firmerà o non firmerà il memorandum con la Cina da sola: non lo firmerà ed il governo delle pagliacciate se ne inventerà altre di nuove per far finta di non essere quello che è, un governo che fa pagliacciate. Il punto, piuttosto, è che questioni di tale portata esplodano all’improvviso senza che opinione pubblica e classe politica abbiano mai provato a discuterne seriamente. Anzi, senza che il 99,9% della popolazione italiana abbia la più pallida idea di cosa si tratti. Questo non vale solo per l’Italia, ma per l’Unione Europea nella sua interezza. Come giustamente ha sottolineato ieri Francesco Cancellato, la questione del memorandum su B&R ha messo in evidenza che l’Europa, sulle grandi questioni strategiche di politica globale, proprio non c’è. Le responsabilità per questo fatto sono molteplici e non è questo il luogo per dibatterle: ciò che rileva è che questa assenza/divisione è altamente dannosa all’Europa tutta ed ai suoi paesi più deboli in particolare.
Fra questi, non nascondiamocelo, c’è da tempo l’Italia; in modo particolare durante l’ultimo anno. Recessione di nuovo in corso, debito al galoppo, tassi d’interesse in crescita, sostegno della Bce in via di esaurimento, grandi e straccioni piani di spesa... la lista delle criticità italiane è lunga e questo, in Cina, lo sanno. Molti hanno visto nella B&R solo una forma di imperialismo delle infrastrutture e – come argomentiamo più avanti – questa è una visione pregiudiziale ed incompleta dell’iniziativa stessa. Ma, senza dubbio, ne caratterizza anche un aspetto cruciale: la Cina sta usando le enormi risorse accumulate durante gli ultimi decenni e la sua capacità d’indebitarsi sui mercati finanziari internazionali (finché dura) per offrire un aiuto economico peloso a paesi in difficoltà. Su questo non vi sono dubbi e, punto uno, a questa strategia occorrerebbe saper rispondere con mosse strategiche altrettanto coraggiose e lungimiranti.

L’iniziativa B&R può essere letta in due maniere. La prima, quella dell’imperialismo via infrustrutture, è palese ma ne esiste un’altra che non dobbiamo ignorare. Ovvero l’opportunità di dire al governo cinese "Molto bene, volete costruire ferrovie, strade, porti e quant’altro per far arrivare le vostre merci nei mercati occidentali e nei paesi del dimenticato mondo–stan? Potremmo discuterne nella misura in cui sarete disposti ad usare quelle infrastrutture anche per muovere liberamente persone e capitali non solo dalla Cina al resto del mondo ma anche dal resto del mondo alla Cina»

È questa infatti la prima ragione per cui, alle proposte/tentazioni cinesi, occorre dare una risposta comune in quanto europei. Sia perché l’unione fa la forza (come ha chiaramente scritto Cancellato) ma anche perché B&R non è solo neo-imperialismo cinese ma anche qualcos’altro di diverso e potenzialmente positivo. Cosa? Un segnale di debolezza economica strategica, anzitutto, e una richiesta di aiuto/commercio/interazione da parte di una classe dirigente (quella cinese) che, dietro all’apparente sicurezza, a volte persino spavalderia, in realtà non sa bene che strada prendere nei prossimi decenni.
La B&R va infatti letta in un contesto più ampio che include (i) la scelta di Xi Jinping di assegnarsi un ruolo secondo solo a quello di Mao Zedong nella storia della RPC, (ii) la lotta alla “corruzione” nel partito e nel paese, (iii) gli enormi investimenti in innovazione e gli sforzi per competere con l’occidente sulla frontiera tecnologica, (iv) il dibattito interno al PCC sul rallentamento della crescita e gli strumenti di politica economica da usare affinché non si trasformi in stagnazione. Tutto questo (ed altro) ammonta all’esplicito riconoscimento che la prima e la seconda fase del processo di sviluppo economico cinese son finiti ed occorre trovare altre strade per migliorare il livello di vita della popolazione cinese che, nonostante i miracoli post-1980, è ancora decisamente basso. Le élite cinesi hanno compreso che il meccanismo dell’accumulazione primitiva – produrre di tutto a basso costo per esportarlo ovunque forsennatamente – ha dato ciò che poteva dare e non è più in grado di continuare a far crescere il paese a ritmi sostenuti. E la popolazione cinese chiede che il miglioramento delle condizioni di vita continui.
Detto altrimenti: anche se non sembra, la Cina in realtà sente la crisi e sa che deve fare qualcosa ma i suoi gruppi dirigenti sono divisi sul da farsi. Questo implica, focalizzandoci sull’iniziativa B&R, che essa può essere letta in due maniere. La prima, quella dell’imperialismo via infrustrutture, è palese ma ne esiste un’altra che non dobbiamo ignorare. Ovvero l’opportunità di dire al governo cinese “Molto bene, volete costruire ferrovie, strade, porti e quant’altro per far arrivare le vostre merci nei mercati occidentali e nei paesi del dimenticato mondo–stan? Potremmo discuterne nella misura in cui sarete disposti ad usare quelle infrastrutture anche per far arrivare le nostre merci e servizi da voi, per permettere un’equa condivisione di costi e benefici, per muovere liberamente persone e capitali non solo dalla Cina al resto del mondo ma anche dal resto del mondo alla Cina”. Perché la globalizzazione, per funzionare e durare, deve essere una strada con traffico in entrambe le direzioni.
Questa la rilevanza, per noi europei, dell’iniziativa B&R a fronte della quale la risposta americana, versione Trump, è non solo insufficiente e miope ma anche contraria ai nostri interessi. Perché noi europei non ci guadagniamo nulla ad ingaggiare una nuova guerra fredda per la supremazia mondiale, mentre abbiamo tutto l’interesse a commerciare con una Cina che non torni indietro ma permetta alle sue forze “liberali” (che esistono, se intese cum grano salis) di emergere. Paradossalmente, l’ennesima pagliacciata del governo rossobrunato offre un’opportunità per riflettere sul ruolo innovativo, forse persino dirompente, che l’Europa potrebbe assumere nello stantio e miope gioco degli imperi in lotta che Trump e Xi vorrebbero imporci.

ing. Claudio Piga: Aristide de Nusquamia
la Boldrina, le donne con gli attributi  e le iperclitoridee


Il custode delLa Latrina di Nusquamia, l'ing. Claudio Piga, adbuano di origini sardAgnole con ascendenze garibaldine in ValCamonica ecc.ecc. dedica un post ad una comparsata  sulLa7 dedicata al “sessismo al governo” [  *** ] del quartetto Gruber (conduttrice) Laura Boldrini (ex presidente della Camera, invitata), Chiara Gamberale scrittrice e  Luigi Amicone scrittore e giornalista italiano, fondatore del settimanale Tempi. Alla pericolosa domanda della Gruber ad Amicone: “da che cosa è minacciata la famiglia tradizionale?” Luigi Amicone: “siccome c'è il DOC sul taleggio e sul gorgonzola, potremmo dire che famiglia è una cosa che si chiama uomo e donna, poi ci sono i…” e qui Amicone fa il gesto di aprire le braccia, come dire che di modelli ce ne sono mille. Il resto potete immaginarlo o rivederlo sul collegamento che diamo. Il custode delLa Latrina di Nusquamia trascrive. Amicone: «La regina Teodolinda, Isabella di Castiglia: donne con gli attributi, che hanno guidato popoli interi» Boldrina: «Vuol dire che mia donna vale se ha gli attributi, se somiglia a un uomo? Io devo sperare di avere dei genitali per essere in gamba? Amicone: «Quando io parlo di attributi, parlo di carattere, di personalità». Boldrina: «E allora di' "carattere": esprimiti propriamente!». Amicone: «In italiano "attributo" è una metafora per dire forza di temperamento». A questo punto Dietlinde (la Gruber) tronca, sopisce e impone la mordacchia, in modalità serrana. Il custode delLa Latrina di Nusquamia non può perdersi l'occasione di sboronare la sua cultura e stando nel suo genere preferito eccone la prosa: Vorrei dire, cara Boldrina e cara Dietlinde, che non soltanto ci sono donne che si fanno vanto di avere gli attributi — sono le donne cosiddette, per metafora, "cazzute", le donne "determinate" — ma che ci sono donne dotate di attributi assai simili a quelli maschili: sono queste le donne iperclitoridee, sulle quali ci intrattiene Ludovico Maria Sinistrali, dell'Ordine dei Francescani, professore di Teologia e Filosofia all'Università di Pavia, che ebbe fama di uomo erudito e brillante, perciò da tutta Europa accorrevano gli studenti, per dissetare con lui il proprio desiderio di conoscenza”. Diciamo che non accorrevano solo degli studenti del XVI secolo ma pure il custode delLa Latrina di Nusquamia ne è un seguace cultore: nel suo trattato di criminologia secondo il diritto canonico, si affronta il tema della sodomia, definita come "peccato muto". In particolare al comma 19 si discute della possibilità che una donna possa esercitare sodomia usando il clitoride: «Feminae, praeditae clytoride, sodomiam possunt exercere». Il discorso è preceduto da un riferimento alla lettera XCV scritta da Seneca a Lucilio : "Le donne, dacché hanno pareggiato gli uomini nella libidine sregolata (licentia), diventano uguali agli uomini anche nei vizi che sono propri di corpi maschili (corporum virilium vitia)". A mio parere, non è detto che Seneca alludesse alla possibilità di penetrazione mediante clitoride, ma non è questo il punto. Qui interessa considerare l'interpretazione di padre Sinistrali”. Andiamo avanti per arrivare alla brillante precisazione del custode delLa Latrina di Nusquamia: "Alcune donne, fornite dunque di un tale clitoride, recano molestia ad altre donne, soprattutto le fanciulle; né mancano quelle che penetrano perfino i maschi. E ho saputo da un confessore, più che degno di fede, che gli era capitato il caso, appreso in confessione, in cui una donna di nobile condizione nutriva particolare predilezione per un efebo, che aveva in casa in qualità di paggio. Lo possedeva”. Ohibo! un efebo in casa che faceva  il paggio e se  faceva il cuoco?  Un confessore degno di fede in confessione gli avrebbe raccontato che.
Che il custode delLa Latrina di Nusquamia sia afflitto dall'invidia della “fica” questo è ormai patrimonio dell'umanità  (che lo legge) però il tipo è assai più subdolo dell'apparente bulleria fatta di copia-incolla di antichi testi porno (in tema ciascuno ha le proprie preferenze…).
I suoi scritti vanno interpretati sempre al contrario. Basta ascoltare il breve dibattito sulla 7 per capire come il custode delLa Latrina di Nusquamia abbia completamente falsificato il senso del dibattito e proprio a confermare la doppiezza dello stesso mirante a sputtanare la Gruber e la Boldrini- il giorno successivi  aggiunge: ”Quel che conta, ai fini della discussione innescata dalla Boldrina, è prendere atto che esiste, in senso proprio e non metaforico, il fenomeno della donna con gli attributi (fisici veri ndr) , e realizzare che tale fenomeno è presente nella donna iperclitoridea, tanto che il clitoride è per lei motivo di orgoglio e vanto, usato come strumento di piacere preferibilmente con le donne, anziché con i maschi (con i quali, ai fini dell'eccitazione clitoridea, sarebbe preferibile, l'accoppiamento more ferarum che, tra l'altro, come scrive Lucrezio, è più idoneo a fecondare la donna).
Finora  nella lotta tra le nazioni ha sempre vinto chi ha la popolazione maggiore


4 miliardi di persone e l’Europa a 28 ne ha mezzo milione. Sono già 13 i Paesi dell'Unione europea che hanno siglato un memorandum di intesa con la Cina, mentre un altro, oltre all'Italia, lo sta negoziando. È quanto si apprende da fonti europee in relazione al progetto cinese di una Nuova via della Seta, o Belt and Road Iniatiative (Bri). I Paesi che hanno già sottoscritto un memorandum sono Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Slovenia. Lussemburgo è invece in trattativa. Chi l’avrebbe detto del Lussemburgo!?. L’India ha suppergiù la stessa popolazione della Cina. C’è quindi un rapporto della popolazione tra Cina India ed Europa di uno a tre. Questo ci dice come andrà a finire.
Nel bel mezzo del Trump first America, della Brexit che non si sa cosa ne sortirà e di una Cina che rallenta ecco che via via i polli europei vanno nelle fauci della volpe cinese partendo dall’alta auto considerazione che loro faranno la pelle alla volpe (cinese). Almeno quindici anni di polemica contro l’immigrazione clandestina delle persone di pelle differente dalla nostra che hanno fatto gridare le destre contro la disintegrazione dalla razza bianca e della civiltà giudaico cristiana ed ecco che l’UE si presenta all’appuntamento coi Cinesi con le mani nude e con qualche puttanella che s’é già venduta o è stata costretta a svendersi per merito di mamma Merkel e papà Junker. I 13 paesi dell’est UE che hanno già sottoscritto l’accordo con la Cina non sono esattamente degli stati sovrani ma sono sostanzialmente delle colonie della Germania merkeliana. Pezzi di Cina in UE a portata di mano. Perchè è evidente che i paesi mediterranei la cui infrastrutture (portuali) sono finite in mano ai cinesi sono i frutti della politica imperialistica e criminale della coppia Merkel-Junker contro Grecia o Portogallo o Spagna. Ma i cinesi in UE ci sono dappertutto e il tema 5G-Huawei è forse il minore: in UE chiunque abbia voluto fare affari e guadagnare coi cinesi non si è indietro. Si pensi al bidone che il cavaliere ha tirato ai cinesi col Milan. Adesso  sono gli Italiani ad accordarsi probabilmente coi cinesi e questo se accadrà  nelle attuali condizioni  darà una indicazione chiara su come ci giudica l’Ue: ormai siamo dei rottami come quei 13paesi