A-GUARDARE-ALLE-COLLINE-940





Di cosa parliamo in questa pagina.

SEI CITTADINI SONO TRATTATI COME BURATTINI
Nella homepage  del Comune di Curno c'é (ancora) il seguente avviso: Commissione Sport e Tempo Libero - apertura termini presentazione candidature. Pubblicata il 01/03/2019. Avviso ai cittadini. Dal 4 al 16 marzo 2019 sono aperti i termini per la presentazione delle candidature alla Commissione temporanea e speciale “sport e tempo libero”,
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Oggi compare la seconda parte dello scherzo: giovedì 14 marzo è convocato il Consiglio Comunale che approverà al punto 5. Impianto sportivo Centro Vivere Insieme 2 (CVI2). Indirizzi in ordine alla forma della concessione per la gestione e approvazione relazione ex art. 34 comma 20 del ddl 179/2012.
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OGNI CITTADINO HA IL SUO BREMBO
Il rapporto delle generazioni post belliche col fiume Brembo è del tutto differente da quello che c'era prima: le due immagini ne sono in qualche modo il simbolo. A sinistra c'è il Brembo a valle della soglia di Ponte san Pietro, con la sua prepositurale ancora priva del campanile che verrà ultimato nel 1960. A destra i volontari che sabato scorso ne hanno ripulito in parte la sua sponda sinistra. Il Brembo a valle di Ponte  fino alla fine dell'800 correva verso est (dalla parte della sua sponda sinistra) a raccogliere le acque del Quisa e quindi verso valle.(...)

IN ITALIA SI FABBRICANO LAUREATI INUTILI PER I CITTADINI E LORO STESSI
Si chiama “skill mismatch” ed è una delle maledizioni italiane. Soprattutto per i giovani. Sì perché, come ha confermato tra gli altri di recente lo studio “New Skills at Work” condotto da JpMorgan e Bocconi, il nostro Paese è il terzo al mondo con il più alto disallineamento tra le discipline di studio scelte dai giovani e le esigenze del mercato del lavoro. Un recente studio realizzato da Anpal e Unioncamere ha rivelato come il 31% delle aziende riscontri «difficoltà di reperimento» per 1,2 milioni di contratti programmati nei primi tre mesi del 2019.
E pensare che l’Italia ha anche la più bassa percentuale di laureati in Europa: questa scarsità però non si traduce in un vantaggio nel mercato del lavoro per i nostri “dottori”. I tassi di disoccupazione dei nostri laureati, comparabili a quelli dei diplomati, sono molto più alti di quelli di Paesi dalla struttura economica simile al nostro: negli ultimi 15 anni, per esempio, la disoccupazione dei laureati tedeschi nella fascia d’età 25-39 (...)




































































SEI CITTADINI SONO TRATTATI COME BURATTINI

Nella homepage  del Comune di Curno c'é (ancora) il seguente avviso: Commissione Sport e Tempo Libero - apertura termini presentazione candidature. Pubblicata il 01/03/2019. Avviso ai cittadini. Dal 4 al 16 marzo 2019 sono aperti i termini per la presentazione delle candidature alla Commissione temporanea e speciale “sport e tempo libero”, i cui obiettivi sono: 
1-Sviluppare un approfondito confronto riguardo a valori e significati che devono caratterizzare la missione e orientare le scelte operative delle società sportive che operano sul territorio di Curno ed in particolare di chi utilizza spazi pubblici per lo svolgimento di tali attività
2-Contribuire alla stesura di un documento condiviso, un vero e proprio Piano di Diritto allo Sport da aggiornare annualmente, che fra le altre cose evidenzi l'attenzione a garantire la presenza di questi due elementi di fondo: A) accompagnamento alla crescita delle giovani generazioni; B) azione orientata a promuovere coesione sociale nella comunità di Curno
3-Definire nuovi criteri e condizioni da suggerire all'Amministrazione Comunale al fine di poter attuare quanto previsto nel Piano di Diritto allo Sport. Tali criteri e condizioni dovranno in particolare agevolare in forma prioritaria la partecipazione dei cittadini di Curno all'attività sportiva
4- Creare le condizioni per un rapporto di duratura collaborazione e di reciproco aiuto fra le diverse società sportive e con l'Amministrazione Comunale
5- Suggerire azioni e modalità per diffondere la pratica sportiva e stili di vita sani.
La commissione avrà funzioni consultive, organizzative e di supporto all'Amministrazione, secondo quanto previsto dal regolamento approvato dal Consiglio comunale.

Oggi compare lo scherzo: giovedì 14 marzo è convocato il Consiglio Comunale che approverà al punto 5. Impianto sportivo Centro Vivere Insieme 2 (CVI2). Indirizzi in ordine alla forma della concessione per la gestione e approvazione relazione ex art. 34 comma 20 del ddl 179/2012.

L' Art.  34 comma 20 e 21 del DL 179/2012 recita:
20. Per i servizi pubblici locali di rilevanza economica,  al  fine di assicurare il rispetto della disciplina europea,  la  parita'  tra gli operatori, l'economicità della gestione e di garantire  adeguata informazione alla collettivita'  di  riferimento,  l'affidamento  del servizio e' effettuato sulla base di apposita  relazione,  pubblicata sul sito internet dell'ente affidante, che da' conto delle ragioni  e della sussistenza dei requisiti previsti dall'ordinamento europeo per la forma  di  affidamento  prescelta  e  che  definisce  i  contenuti specifici degli obblighi di servizio pubblico e servizio  universale, indicando le compensazioni economiche se previste.

Qui la prima gaffe della sindaca Gamba: la relazione di cui NON è stata pubblicata sul sito del Comune PRIMA della seduta consigliare di approvazione della delibera.
La seconda gaffe, o per essere  più chiari: una presa per i fondelli- da parte della giunta Gamba è che la commissione sport sarà nominata “dopo” l'approvazione da parte del consiglio comunale degli indirizzi di gestione e affidamento del CVI2 e quindi la commissione che semmai doveva ragionare prima “del come perché quanto e per quando e per quanto” si dovrebbe operare col CVI2 viene messa davanti a delle scelte cui deve confermarsi. A che serve allora la Commissione sebbene sia consultiva?

Già immaginiamo che adesso la Gamba spiegherà menando fendenti che la commissione dovrà interessarsi di certi aspetti e problemi mentre la delibera del consiglio tratta d’altro. Certo già!.
Come se causa ed effetti non fossero correlati l’una agli altri.

Che la convenzione delle società sportive per la gestione dei CVI avese una scadenza certa è nota da anni e comunque sicuramente dalla pubblicazione del DL179/2012 e pertanto già con la sindaca Serra ed anche con la Gamba c'era tutto il tempo sufficiente per un ampio e compiuto dibattito sul tema-problema mentre adesso la giunta Gamba para il suo modo di governo autoritario  con una “relazione” di un soggetto esterno (pagato dalla giunta: però...) che non conosce la realtà curnese e che probabilmente stilerà una relazione come quella dell'arch. Ponti sul TAV Torino Lione: buona idea a livello europeo pessima idea tra Torino e Lione. O come quella dell’arch.Magioni sulla soluzione in house della rumenta comunale.
 
Si tratta di onestà trasparenza e correttezza politiche. Aggettivo –quel “politiche”- che per la Gamba e la sua giunta non ha ancora un significato ben chiaro  per cui invitiamo tutta la giunta a rileggersi TUTTO il dibattito parlamentare che portò all'approvazione della Costituzione repubblicana. Che è poi - questo metodo autoritario di governo- tutta la cifra sia dell'amministrazione Serra ieri che della Gamba oggi. Formalmente tutto a posto –vedi p.e. la meravigliosa storia del progetto e dell'appalto della rotonda fuori la nuova Rodari: un esempio da studio- concretamente una presa per il c**o sia nei confronti dei cittadini che della sostanza della legge. Certi modus operandi della giunta Gamba ci ricordano quel paziente cui il medico aveva prescritto: basta bere vino!. E lui s'era messo a bere grappa.
OGNI CITTADINO C'HA IL SUO BREMBO

Il rapporto delle generazioni post belliche col fiume Brembo è del tutto differente da quello che c'era prima: le due immagini ne sono in qualche modo il simbolo. A sinistra c'è il Brembo a valle della soglia di Ponte san Pietro, con la sua prepositurale ancora priva del campanile che verrà ultimato nel 1960. A destra i volontari che sabato scorso ne hanno ripulito in parte la sua sponda sinistra. Il Brembo a valle di Ponte  fino alla fine dell'800 correva verso est (dalla parte della sua sponda sinistra) a raccogliere le acque del Quisa e quindi verso valle. L'imponente processo di industrializzazione che coinvolse Ponte san Pietro con la costruzione della Legler e degli stabilimenti aeronautici Caproni unitamente all'artigianato che questa industrializzazione portava al seguito oltre l'edilizia residenziale che Ponte attraeva naturalmente come uno dei due centri economici dell'Isola (l'altro era Calusco) dettero  forte impulso al cavamento della sabbia dal fiume e la draga che vedete al centro della foto favorì la deviazione del corso del fiume verso la sponda destra che negli anni trenta sarebbe stata difesa dalle bisacce di sassi che vedete in fotografia. I terreni agricoli dell'Isolotto che erano irrigati deviando con una filaressa l'acqua del fiume (quando scorreva verso est) con la deviazione imposta al corso verso ovest dovettero essere irrigati mediante acqua pompata: l'impianto era situato dove  sta ora il pozzo artesiano comunale sull'Isolotto. Anche in territorio curnese nel fiume c'era una filaressa –all'altezza dello spiazzo erboso dove stava il cassone della monnezza  negli anni '70- per deviare le acque del fiume nella roggia che via via irrigava Curno Roncola Dalmine finchè in territorio di Dalmine –dove adesso c'è una centralina elettrica nel Brembo- si univa ad un'altra derivazione verso Osio Boltiere Pontirolo.
Leggendo la produzione illustrativa messa in campo dai promotori storici del c.d. Parco del Basso Brembo rispetto alla “Storia del Brembo” dalla soglia di Ponte alla sua foce nell'Adda ci pare di leggere delle barzellette che com'è proprio delle barzellette c'è anche del vero salvo che manca il 999/1000. Il bello è che non c'è nulla di nascosto (tranne la documentazione delle opere ripariali sul fiume che nei traslochi dell'archivio della CCCIA si sono persi chissà dove) e il parco invece che il forte motore culturale ed economico che è stato, appare come un'icona minuscola, un vasettino di fiori comprati al supermercato. Addirittura gli “scienziati” che rinvennero delle orchidee sull'Isolotto (ma non videro ne cercarono le sorelle lungo tutti i magredi) le credettero endemismi mentre invece venivano tutti dalle nostre montagne. Semi trascinati a valle dalle piene del fiume. Un salto nei primi anni '70. La nostra famiglia ottenne il permesso di pompare acqua  per l'irrigazione dal fiume piazzando la pompa davanti alla foce del Quisa per irrigare i campi dove adesso c'è il cantiere della Vitali e le campagne ad ovest. Si irrigava a pioggia il mais destinato come trinciato sia all'alimentazione del bestiame da latte. I campi di mais erano piazzati tutti a nord dell'abitato tra le vie Monte Grappa e una brutta estate nel paesino cominciano a manifestarsi delle infezioni di tifo. Pochi casi. Scatta subito l'allarme e i primi esami puntano all'acqua potabile della zona ma subito si accerta che l'acqua non è inquinata e le abitazioni non hanno pozzi propri. Durante una visita del medico condotto ad una famiglia di via Monte Grappa questo viene investito dall'acqua di irrigazione nebulizzata e quindi sospinta dal vento e ne raccoglie un campione che, analizzato, rivela la presenza della salmonella. Ulteriori esami indicano che l'acqua del fiume è inquinata e quindi non può essere usata per l'irrigazione a pioggia ma solo per scorrimento. Smessa l'irrigazione a pioggia cessano anche le infezioni. Per quell'evento da quel momento la nostra famiglia decide di abbandonare quelle terre a fine del contratto d'affitto. Ecco com'è che vedere gente che va nel fiume a raccogliere monnezza ci lascia interdetti
IN ITALIA SI FABBRICANO LAUREATI INUTILI PER I CITTADINI E LORO STESSI

Si chiama “skill mismatch” ed è una delle maledizioni italiane. Soprattutto per i giovani. Sì perché, come ha confermato tra gli altri di recente lo studio “New Skills at Work” condotto da JpMorgan e Bocconi, il nostro Paese è il terzo al mondo con il più alto disallineamento tra le discipline di studio scelte dai giovani e le esigenze del mercato del lavoro. Un recente studio realizzato da Anpal e Unioncamere ha rivelato come il 31% delle aziende riscontri «difficoltà di reperimento» per 1,2 milioni di contratti programmati nei primi tre mesi del 2019.
E pensare che l’Italia ha anche la più bassa percentuale di laureati in Europa: questa scarsità però non si traduce in un vantaggio nel mercato del lavoro per i nostri “dottori”. I tassi di disoccupazione dei nostri laureati, comparabili a quelli dei diplomati, sono molto più alti di quelli di Paesi dalla struttura economica simile al nostro: negli ultimi 15 anni, per esempio, la disoccupazione dei laureati tedeschi nella fascia d’età 25-39 ha oscillato tra il 2 e il 4%, quella degli italiani tra l’8 e il 13%.

Come è possibile che i nostri (relativamente pochi) laureati non riescano a soddisfare le esigenze delle imprese? L’errore avviene al momento della scelta delle scuole superiori o dell’università?
LA SCELTA DELL’UNIVERSITÀ
Secondo Massimo Anelli, economista della Bocconi, questa situazione è legata a un’informazione inadeguata sugli esiti lavorativi e retributivi delle diverse facoltà, che porta a una scelta basata sulle sole preferenze individuali. Anche la Germania registra una percentuale di laureati nettamente più bassa della media europea e inferiore di 10-15 punti percentuali rispetto a quella di Francia e Spagna, ma la composizione per disciplina è completamente diversa da quella italiana. La Germania laurea molti più giovani in informatica, ingegneria ed economia e management, mentre l’Italia doppia la Germania per laureati in scienze sociali e in discipline artistiche e umanistiche.
Utilizzando un database unico, sviluppato grazie al programma VisitInps scholars, Anelli ha seguito il percorso lavorativo di tutti i laureati di una grande città italiana fino a 25 anni dopo la laurea, calcolando il ritorno economico della scelta universitaria (depurato dalle capacità degli studenti e dalla loro condizione socio-economica). Il risultato? Le lauree che rendono di più (tra il 70 e il 100% più di una laurea umanistica) sono, nell’ordine, economia e management, giurisprudenza, medicina e ingegneria. Proprio le facoltà che registrano il deficit di laureati più alto rispetto alla Germania, quindi, a parte medicina.
UN DOPPIO PROBLEMA: SOVRAQUALIFICATI E SOTTOQUALIFICATI
In Italia, inoltre, esistono contemporaneamente un problema di sotto-qualifica e un problema di sovra-qualifica della forza lavoro, come spiegano bene Francesco Galletti e Francesco Gualdi nello studio di Action Institute “Skills Mismatch in Italia. Analisi e scelte di policy in uno scenario in rapida evoluzione”. Da una parte la carenza di laureati rende l’offerta di lavoro italiana sottoqualificata, ma dall’altra “l’alta percentuale di sovra-qualificati (circa il 20% della forza lavoro) è legata a caratteristiche strutturali del sistema produttivo italiano, con micro-imprese con produzioni a basso valore aggiunto. La particolarmente alta percentuale di sovra-qualificati tra i laureati “Stem” (in discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche), dotati di skills particolarmente ricercate in economie ad alto valore aggiunto, indica precisamente un ritardo strutturale del sistema produttivo del Paese”.

La tradizionale concentrazione dell’economia italiana in produzioni a minore valore aggiunto e a basso grado di innovazione, ma anche la dimensione contenuta delle imprese (con oltre il 95% delle aziende italiane che ha meno di dieci dipendenti), sono fattori che possono contribuire a spiegare l’alto numero di sovraqualificati, in modo particolare tra i laureati “Stem”.
IL MOMENTO CRUCIALE DELLA SCELTA DELLE SUPERIORI
Fondamentale è anche il momento della scelta delle superiori. Un’interessante ricerca di Pamela Giustinelli e Nicola Pavoni (“The Evolution of Awareness and Belief Ambiguity in the Process of High School Track Choice”, Review of Economic Dynamics, Volume 25, April 2017) ha studiato il processo di raccolta delle informazioni rilevanti per la scelta della scuola superiore in Italia, attraverso un sondaggio su circa 900 studenti di terza media e sui loro genitori. L’indagine registra, a partire dall’inizio dell’anno scolastico fino al momento della scelta, l’evoluzione della conoscenza delle alternative disponibili da parte di studenti e genitori.
In sostanza, nella scelta della scuola superiore le famiglie sono troppo focalizzate su aspetti di breve termine (il gradimento dello studente, l'impegno necessario, la qualità percepita dell'istituto) e troppo poco sugli aspetti di lungo periodo, come le prospettive in termini di mercato del lavoro o accesso all’università.
In generale, la conoscenza delle scelte possibili da parte di studenti e genitori all’inizio dell’ultimo anno di scuole medie inferiori è piuttosto limitata, e il processo di raccolta delle informazioni tende a concentrarsi su quelle che, già all’inizio, erano le alternative preferite. Tali alternative dipendono molto dal background socio-economico delle famiglie e, in parte, dai risultati ottenuti dallo studente. In particolare, gli studenti nelle condizioni più disagiate sembrano prendere in considerazione pochissime alternative.
L’IMPORTANZA DELL’ISTRUZIONE PROFESSIONALE
Per affrontare su tutti questi problemi, occorre lavorare su entrambi i lati del mercato del lavoro, spiegano ancora Galletti e Gualdi nello studio di Action Institute. Da un lato, è necessario innalzare la qualità della domanda di lavoro delle imprese, promuovendo investimenti che facciano crescere il livello tecnologico delle produzioni. Dall’altro, bisogna adeguare la formazione della forza lavoro in base alle competenze richieste dal mercato.
E soprattutto bisogna spingere il pedale dell’acceleratore sull’attrattività e la comprensione di programmi di vocational training, puntando sulla formazione professionale più efficace e su politiche attive del lavoro. Solo in questo modo sarà possibile sconfiggere lo “skill mismatch”.

Enrico Marro