Di cosa parliamo in questa pagina.
Due articoli comparsi uno su BGnews che presenta un convegno tenuto da
Forza Italia a Treviglio per sostenere la costruzione dell'autostrada
tra Bergamo e Treviglio.
Potete leggerlo nell'inserto foto.
Un articolo del Fatto Quotidiano di Paolo Hutter -sempre in foto-
sul TAV Torino Lione che tratta due argomenti che ci sono parsi del
tutto sconclusionati.
Il nostro pezzo commenta e mette in relazione la parte comune dei due articoli.
Avete presente la credibilità dell'on Sorte che ha già mostrato tutta
la sua capacità nella gestione del trasporto regionale? Roba da
schiattare dal pianto piuttosto che dalle risate.
Comunque l'autostrada s'ha da fare ed ecco le conclusioni: "“Oggi
paghiamo quel bieco ambientalismo di 30 anni fa del 'non facciamo
perché inquiniamo' che ci ha riempiti di CO2, di stress e di problemi –
ha concluso poi Paolo Franco – Oggi il tema vero è cosa vuole fare la
Provincia, la Regione la sta aspettando. Dobbiamo essere determinati, e
noi come Regione Lombardia faremo la nostra parte”.
A chiudere l'incontro ci ha pensato Francesco Bettoni, che ha elencato
i benefici che l'autostrada E35 ha portato sul territorio bergamasco e
lombardo, ipotizzando gli stessi vantaggi anche per gli eventuali
territori interessati dalla Treviglio – Bergamo.
Invece Paolo Hutter scopre che anche gli autocarri potranno andare ad
idrogeno (e quindi non servirebbero altre ferrovie) ma bisogna
informarlo che anche i treni possono andare ad idrogeno e che ci
sono già. Pochi ed anche in Europa.
Poi scopre che anche i cantieri inquinano. Quindi meglio non
aprirne di nuovi: specie per il TAV Torino Lione. Peccato che pure le
opere esistenti siano un cantiere permanente e quindi inquinino anche
questi.
Paolo Huttere deve avere preso qualcosa di potente per scrivere queste cacchiate.
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Mettere
sullo stesso piano la “futura” autostrada tra Bergamo e Treviglio
e il TAV è scorretto e sproporzionato dal momento che la prima è ancora
in fase di progetto e quindi, coi tempi italiani, la vedranno i nostri
pronipoti mentre la seconda è costruita in buona parte e rimettere in
sesto la situazione ante in caso di fermo dell'opera sarà assai
costoso: problema che comunque non si pone visto che in Italia vige la
regola del mangia e fuggi e quindi semmai il TAV verrà fermato, tutto
quel territorio resterà per aria come adesso, Abbandonato e quella sua
bruttezza resterà per sempre inflitta a quelle popolazioni (che non
vogliono il TAV).
Quand'anche fosse ragionevole realizzare una bretella autostradale che
colleghi l'A4 con la Brebemi –quindi la scelta del trasporto su gomma:
che gli autocarri funzionino a gasolio metano idrogeno…- se si volesse
realizzare un intervento non distruttivo dello spazio attuale
costerebbe moltissimo: forse solo una galleria avrebbe senso vista la
densità dell'abitato e delle infrastrutture presenti. Solo lo
spostamento di acqua luce gas fibra ottica gasdotti privati
collegamenti auto e pedonali tra gli spazi che verrebbero frantumati
costerebbe l'ira di dio per la realizzazione e il mantenimento
negli anni a venire di una struttura viaria fuori terra.
Va poi detto che in questo momento non esiste uno studio che abbia
cultura e capacità tecnica per approntare in tempi ragionevoli un
progetto di tale grandezza e impegno scientifico tecnico e culturale.
Indubbiamente la necessità di migliorare i collegamenti di
persone e cose tra la pianura e il pedecollinare ha qualche ragione
(poche, però) ma nella situazione attuale merita maggiore attenzione il
potenziamento della rete stradale esistente con le correzioni
necessarie e la trasformazione della ferrovia in metropolitana (come
del resto GIA' dovrebbe essere la BG-Mi o la BG-BS).
Del resto basta osservare google maps per verificare come chi ha
progettato e realizzato le nuove arterie autostradali e il TAV-TAC
meriterebbero l'immediato internamento in Siberia visto che quei
progetti appaiono studiati apposta sia per aumentare i
costi di realizzazione dell'opera sia per distruggere quanto più
territorio possibile per giustificarne una successiva urbanizzazione.
Vicino a noi ci sono due casi-scuola : i tratti TAV-TAC e la Brebemi
tra MI e BS.
Ma anche il progetto del TAV Torino Lione segue la stessa logica. Per
esempio la galleria “GEOGNOSTICA” in corso di realizzazione una volta
TELT asserisce che servirà a verificare cosa c'è nella montagna
per migliorare le operazioni successive mentre un'altra volta, quando
viene fatto notare la sua dimensione standard, asserisce che parte di
quella galleria diverrà una delle due canne della linea ferroviaria
finale. Ma siccome i finanziamenti europei sono del 50% per la galleria
diagnostica mentre per le canne finali sono del 40% dei costi
finali traetene da soli la conclusione. Pare – ma sottolineo che per
adesso “pare”- che l'UE abbia deciso di finanziare tutte le opere al
50% probabilmente essendosi accorta che. Ma poi basta leggere il
materiale No-TAV anche senza i loro paraocchi per capire che grande
affare c'è nel fare & disfare che è quel cantiere rispetto ad una
logica più elementare ed efficace.
La stesso abilità(o trucco?) per massimizzare i costi ed
urbanizzare quanto più territorio possibile è stato messo a punto
nel progetto di Autostrade Bergamasche per la Bergamo Treviglio
che è stata localizzata del tutto ad ovest della ferrovia nel bel mezzo
delle aree “più libere” che quelle porzioni di territorio
dispongono “ancora”
Dallo scorso settembre (2018), invece, si punta su una superstrada più
agile e snella e soprattutto meno cara. Il costo preventivato adesso
sarebbe di circa 180 milioni. Il tracciato prevede ancora il punto
d'arrivo nel casello Brebemi di Treviglio, mentre a nord
l'infrastruttura arriverà fino al casello dell'A4 di Dalmine. Le corsie
sono scese da tre a due, ed stato cancellato l'autogrill previsto a
Pontirolo. È stato messo in standby anche il collegamento che da Osio
Sotto doveva arrivare al casello della Pedemontana. La superstrada, sul
modello delle tangenziali milanesi, è prevista con un pedaggio, ma solo
per chi la percorrerà interamente (1,8 euro circa). Non spenderà nulla
chi ne percorrerà solo un tratto intermedio. La formula per realizzarlo
è ancora quella del project financing ovvero il ricorso a capitali
privati in cambio della gestione, sul modello di Brebemi. Se l'arrivo
della Impresa Vitali è un segnale positivo, rimane aperto il problema
del finanziamento e della ricerca di un partner bancario, soprattutto
dopo che Banca Intesa, nel suo nuovo piano strategico, non punta più
sulle infrastrutture.
Appare evidente anche ai ciechi come l'operazione neoautostradale miri
sopratutto a mettere le mani sui profitti che i pedaggi futuri
consentiranno verificato che - il crollo del viadotto Morandi per
mancata manutenzione lo insegna- creano di fatto dei monopoli
garantiti e protetti dallo Stato mentre il rischio di impresa –il costo
di costruzione- è generalmente molto ampliato rispetto al vero e
soprattutto, in caso di crisi –vedasi Pedemontana lombarda- potrebbero
essere addossati ai cittadini. Non per nulla Banca Intesa si è ritirata
dal finanziamento di infrastrutture perché l'avvento del bail-in
le fa perdere clientela -specie quella che investe sul lungo periodo –
quando vede la banca in cui ha depositato e/o ne è azionista od
obbligazionista, investe in operazioni eccessive (come ammontare) e di
scarsa prospettiva. Anche il “danno etico” che l'investitore
istituzionale subisce finanziando un'opera assai contrastata dai
cittadini, viene tenuto conto dalla banca stessa.
Paolo Hutter nel suo articolo tira in ballo due temi che seppure
veri, hanno poco a che fare. Il tema delle fuel cel è del tutto mal
posto dal momento che saranno (già ci sono in linea!) proprio i treni
a farne uso e quindi di…binari ce n'è bisogno e ce ne sono
già usabili da locomotori alimentai da motori a idrogeno. Quanto poi al
problema delle esternalità dei cantieri di queste massicce opere
pubbliche c'è da dire che la manutenzione di tutte le opere, prima
ancora che nel periodo di costruzione, crea dei grossi problemi
di inquinamento. Addirittura a Genova hanno edificato un viadotto
segando piccole porzioni di grandi edifici per fare passare i sostegni
e adesso quegli edifici vanno abbattuti per demolire le pile del
viadotto. Tutto questo processo di “fare e disfare” è connaturato allo
sviluppo che è un fenomeno molto complesso: per esempio si può
distinguere il progresso nella medicina personalizzata del cancro
dai processi di trasferimento delle persone? Il progredire non è una
bocca sdentata ma una bocca con gli archi dentari ben messi ordinati
sani: tocca a noi fare in modo che i cantieri non diventino simi
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