PRIMARIE DEL PD? NO GRAZIE.
Nel primo paese se vado a votare per le primarie del PD mi troverei
assieme a due ex consiglieri –un ex DC e un ex PCI- che hanno inflitto
(assieme ad altri) una condanna da 630mila euro al comune. Meglio
scegliersi altre compagnie. Nel secondo paese –ci abita pure l'ex
presidente della provincia il piddino Rossi- ci sono state le elezioni
amministrative e il PD s'è travestito da due liste civiche. Ha
perso ovviamente. Con l'aggravante che il PD veniva da due mandati di
governo -10 anni- del comune assieme a Forza Italia. 'Na pacchia. Non
andrò quindi a votare per scegliere tra i tre candidati alla segreteria
nazionale del PD. Prima di tutto perchè sarà solo una legittimazione al
trio per farsi l'indomani i cavolacci loro. 'Na guera. Secondo perché
sono tre figurine rispetto a qualche gigante che fu del PCI e della DC
(un Martinazzoli). Terzo per non trovarmi in compagnia di certa gente
che vedrei ben volentieri a Ciuciano Ranza. Quarto perché condivido
poco o nulla dei c.d. programmi che hanno presentato. Aspirine
per un malato di cancro. Non l'ho suggerito a M.Giannini ma lo scrivo
da tempo. Qual'è il progetto politico, la piattaforma programmatica,
l'idea di società che la sinistra democratica, liberale e riformista
che il PD offre alla sua gente disorientata ma forse non ancora
rassegnata? Qui non ci siamo proprio. Purtroppo, e ancora una volta, la
campagna elettorale per le primarie si è esaurita in una guerra a bassa
intensità tra nomenklature, la cui scena madre è andata in onda all'ora
dell'aperitivo ad uso e consumo di pochi " tele-morenti" nel mesto
confronto su Sky. Il partito- non-più-di-massa, uscito a pezzi dalla
disfatta storica del 4 marzo di un anno fa, non sembra ancora in grado
di ricomporre la famosa e dolorosa " rottura sentimentale" con il suo
elettorato. Più che Renzi andrebbero scartate certe nomenclature
nazionali regionali provinciali comunali.
Del resto, visto che in Italia si da sempre ragione all'elettore, se
gli Italiani hanno scelto un SalviMaio e gli danno tutt'oggi il 60% di
consensi, che c'è da fare? Avete presente che casino sono stati i
governi Letta Renzi Gentiloni non solo per via di di Alfano ma per le
guerre che si sono fatti una dopo l'altra tra di loro?. Compagni di
che? Amici di che? Zingaretti, Martina e Giachetti vogliono apparire
diversi: in tutti e tre quella manca è la capacità di infiammare
di nuovo l'anima di chi crede in «un'altra idea dell'Italia » . Di
parlare al cuore e alla testa di un Paese incattivito ed abbastanza
instupidito. E poi quella massa di cretini ex elettori del PD che non
vanno a a votare o votano 5S o Lega «per dare un segnale». A chi?.
Bene: beccatevi un Salvini un DiMaio una Lezzi un Toninelli. Non
vi bastano?. Mettete uno spruzzo di Meloni e un tocco di cavaliere.
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'TALANTA? ZO ONA MANEGA DE BOTE
Non si deve mai ridere o sorridere quando girano legnate, ma stavolta
viene da pensare al proverbio cinese dove si raccomanda al marito
di bastonare sempre la moglie quando rientra in casa, anche se lei non
ha fatto nulla di male, perché di sicuro lei le merita proprio in
quanto moglie. E’ successo così anche ai notoriamente timidi educati
civili tifosi atalantini al ritorno della partita a
Firenze. I supporter bergamaschi hanno dichiarato senza mezzi
termini di essere stati vittime di un'aggressione premeditata da parte
delle forze dell'ordine, che a loro volta hanno fornito una versione
completamente diversa dell'accaduto. La società nerazzurra ha invocato
chiarezza sull'accaduto e il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha chiesto
che sia il ministro dell'Interno Matteo Salvini a fare luce su ciò che
è realmente accaduto. Resta infatti tutta da chiarire la causa di
quelli che inizialmente sono stati descritti come ordinari tafferugli
scoppiati tra la tifoseria ospite (in totale circa 3 mila supporter
della Dea) e gli agenti della polizia al termine del match finito col
punteggio di 3-3. Episodio conclusosi con circa 130 tifosi nerazzurri
identificati, altri da individuare e cinque poliziotti feriti. L'ex
reggente del Pd Maurizio Martina ha presentato un'interrogazione
urgente al ministro dell'Interno. «Si stanno facendo tutte le verifiche
del caso», ha risposto Salvini, senza però scendere nei dettagli e
senza prendere una posizione netta. Gli scontri si sono verificati
quando la colonna di oltre 20 pullman era ormai fuori città e stava
raggiungendo l'A1 dal viadotto Varlungo in rientro a Bergamo. Secondo
la questura, una cinquantina di tifosi avrebbe fermato il pullman su
cui viaggiavano scendendo in strada a volto coperto e con aste, mazze e
bastoni. Sarebbero stati fatti risalire solo grazie a un duro
intervento del reparto mobile in tenuta antisommossa. Nel parapiglia
tre agenti sarebbero stati trascinati nel bus rimanendo colpiti. Altri
tifosi sarebbero scesi da alcuni pullman che si trovavano alle spalle,
costringendo anche qui la polizia a intervenire per farli risalire. In
questa fase, un funzionario della questura avrebbe ricevuto un calcio
al volto, riportando ferite guaribili in 10 giorni. Da Bergamo, però, i
tifosi dell'Atalanta curva Nord hanno spiegato che «non c'è stato alcun
contatto con la tifoseria viola, né prima né dopo la partita, e il
clima era di assoluta tranquillità». La carovana è stata «separata e
divisa dalle forze dell'ordine per controllare un pullman che si stava
staccando». Poi però è scattata l'accusa alla polizia di Stato nello
stesso post: «Il reparto celere ha fatto accostare il primo pullman,
facendo aprire le porte e salendo in assetto antisommossa, colpendo e
ferendo indistintamente tutti gli occupanti e rompendo i finestrini
dopo aver divelto la porta anteriore».
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