SE HAI L'ATOMICA TI RISPETTANO (?!)
La lezione di Kim a tutti i Paesi del mondo: se hai l'atomica, l'America tratta con te (altrimenti, sei morto)
L'incontro di Trump con Kim Jong-un, quello di Putin con Netanyahu,
sullo sfondo l'abbattimento dei jet indiani in Pakistan. È successo
tutto in un giorno. E il denominatore comune è la bomba atomica. La
verità? Più che un deterrente, il nucleare è un modo per continuare le
guerre fredde del mondo
È accaduto tutto in un giorno, all'insegna del Dottor Stranamore, delle
guerre fredde e calde in corso, di una scena internazionale che
preoccupa e lascia alquanto perplessi. Trump ieri a Hanoi ha incontrato
sorridente e persino rilassato Kim Jong-un, in quel Vietnam una volta
scorticato e avvelenato dal napalm americano che oggi ha come uno dei
principali partner commerciali proprio gli Usa. Kim è il leader
nordcoreano con l'atomica in tasca, che soltanto poco tempo Trump fa
voleva distruggere “con fuoco e fiamme”.
Il messaggio è assai chiaro: se hai la bomba (e anche i missili per
lanciarla) gli altri ti temono e siedono con te al tavolo a negoziare.
Un incoraggiamento alla corsa nucleare e alla deterrenza atomica più
che un messaggio di pace e stabilità. L'equilibrio o lo squilibrio del
terrore continua a funzionare come ai tempi della guerra fredda
Usa-Urss, tornata sulla scena quando Trump ha annunciato il ritiro dal
trattato sugli euromissili firmato da Reagan e Gorbaciov bel 1987,
l'accordo che aveva segnato la fine della guerra fredda.
Nello stesso giorno a Mosca Putin ieri ha visto Netanyahu, premier di
Israele, potenza atomica non dichiarata e che non aderisce al trattato
di non proliferazione. Ma Usa e Israele minacciano guerra l'Iran, che,
sotto controllo dell'Aiea, nel 2015 ha firmato un trattato di rinuncia
all'atomica stracciato poi dallo stesso Trump. Ecco che cos'è il vero
doppio standard della politica internazionale. E a Mosca ci è toccato
sentire il solito ritornello del premier israeliano Benjiamin Netanyahu
che l'Iran e i suoi alleati (Siria e Hezbollah libanesi.n.d.r) è sono
la più grande minaccia alla sicurezza della regione“. Tanto è vero che
Netanyahu ha scaricato sulla Siria di Assad, che ospita i pasdaran
iraniani, più di duemila bombe in un anno. A scopo di prevenzione, ben
s'intende.
Avere la bomba atomica non risolve le crisi regionali incancrenite da
decenni come quelle in Medio Oriente. Lo dimostra il conflitto tra
Iran, Usa, Israele, rimasto finora una guerra per procura con scenari
come il Libano e la Siria, ma che può allargarsi all'Iraq e
all'Afghanistan. In realtà la bomba è uno strumento per continuare le
guerre fredde che circolano nel mondo e trasferirle in altri scenari
Due potenze nucleari, che al contrario dell'Iran la bomba ce l'hanno da
decenni, sono il Pakistan e l'India. Da ieri la tensione è altissima
perché il Pakistan ha abbattuto due jet indiani (Delhi sostiene uno
solo) che sarebbero entrati nello spazio aereo pakistano; l'episodio è
soltanto l'ultimo di un braccio di ferro cominciato con gli attacchi di
metà febbraio alle truppe indiane di un gruppo estremista basato nel
Kashmir pakistano. Dal 1947, anno della partizione della ex colonia
britannica e dell'indipendenza, ci sono state quattro guerre
indo-pakistane e ogni volta il mondo trattiene il fiato per il
potenziale atomico dei duellanti.
Come si vede avere la bomba atomica è un vantaggio perché la deterrenza
nucleare serve a non essere attaccati e a trattare da pari a pari con
gli Stati Uniti e l'Occidente. Per questo motivo l'Iran in passato ha
tentato di fabbricarsene una. E la Corea del Nord tiene al suo arsenale
atomico perché Kim Jong-un non vuole fare la fine del Colonnello libico
Gheddafi che nel 2003 rinunciò alla sue armi di distruzione di massa. È
interessante notare
che le centrifughe libiche per l'arricchimento dell'uranio finirono in
mano agli Usa e a Israele che le usarono per simulare un cyber attacco
a quelle iraniane. Dopo la simulazione si passò alla realtà e con
l'operazione Stuxnet, un virus inserito nella centrale nucleare
iraniana di Natanz, furono fatte fuori 960 centrifughe.
In realtà con la cyberwar, una guerra informatica, potenze come Usa,
Russia e Cina forse sono già in grado oggi di mettere fuori uso un
arsenale nucleare, più o meno direttamente.
Avere la bomba atomica però non risolve le crisi regionali incancrenite
da decenni come quelle in Medio Oriente. Lo dimostra il conflitto tra
Iran, Usa, Israele, rimasto finora una guerra per procura con scenari
come il Libano e la Siria, ma che può allargarsi all'Iraq e
all'Afghanistan.
In realtà la bomba è uno strumento per continuare le guerre fredde che
circolano nel mondo e trasferirle in altri scenari. Oppure come mezzo
per avviare trattative diplomatiche concrete come sta avvenendo tra gli
Stati Uniti e la Corea del Nord. Cosa che invece, dopo decenni, non è
ancora avvenuta tra Pakistan e India che alternano momenti di
distensione ad altri di scontro. Per questo la corsa all'atomica non si
ferma e continua a tenere il mondo nelle mani del Dottor Stranamore.
Alberto Negri
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ANNI DIFFICLI
Tre anni or sono sempre a febbraio ci fu l'arresto “per prostituzione
minorile aggravata con adescamento di minori attraverso internet” del
parroco di Solza, un microscopico paesino dell'Isola con la sindaca
piddina più nota d'Italia nonché della maggiore fabbrica di wurstel
italiana (a chi piacciono…). Solza, sostanzialmente una frazione di
Calusco, noto anche per la presenza della stazione di pompaggio del
sistema irriguo della zona dell'Isola (arrivato quando non
serviva più). Il bravuomo di 45 anni (allora), grande stazza, viaggiava
con una Lexus «Rx 450h» ibrida, coi vetri oscurati, il cambio
automatico e gli interni in pelle. Prezzo su Motori.it: 70 mila euro.
Maddalena Berbenni sul Corriere ne da un'immagine massacrante. Sette
mesi –ottobre 2016 -dopo si beccherà dal GUP di Brescia con rito
abbreviato assieme ad un presentatore di “TV7gold” due anni di galera
ma non andrà in carcere ma in una comunità di rieducazione dalle parti
di Potranga. Ponteranica. Una dozzina la combriccola dei condannati.
L'inchiesta, coordinata dal pm Ambrogio Cassiani, riguardava quattro
ragazzini, tre italiani e un ucraino, di età compresa tra i 16 e i 17
anni, disposti a prostituirsi, che venivano contattati via Internet
tramite un social network dedicato agli incontri online con uomini
adulti. Anche se i ragazzi dichiaravano di essere maggiorenni, i
“clienti” erano consapevoli della loro minore età. Le prestazioni
sessuali erano pagate in denaro o con regali (orologi, cellulari e
vestiti) e i rapporti a Bergamo venivano consumati nel piazzale del
cimitero, nel parcheggio sotterraneo dell'Iper a Seriate o nelle
abitazioni di alcuni degli indagati. Speriamo non in sacristia.
Di questi giorni invece la condanna a 6 anni di carcere (vero:
stavolta) all'ex curato di Serina. Siamo ormai ad una sentenza
confermata in Cassazione. Gli abusi a scuola e in sagrestia quando la
piccola aveva tra i 6 e i 10 anni. In primo grado, nel 2016, il
sacerdote di 44 anni era stato assolto perché “il fatto non sussiste”
dal collegio presieduto dal giudice Antonella Bertoja. Ma il sostituto
procuratore della Repubblica di Bergamo Gianluigi Dettori, che aveva
chiesto 12 anni di carcere, presentò ricorso in appello. In secondo
grado la sentenza venne ribaltata e arrivò la condanna a sei anni,
confermata poi in Cassazione dopo il ricorso questa volta da parte del
religioso, che sperava in una nuova assoluzione. Il caso era emerso
dopo che la giovane, ora 24enne, nel 2013, pochi giorni dopo essere
diventata maggiorenne, aveva trovato il coraggio di sporgere denuncia
ai carabinieri di Serina. In lacrime aveva ricostruito gli abusi subiti
quando aveva tra i 6 e i 10 anni da quell'uomo di cui si fidava,
avvenuti nella scuola dove lui insegnava religione, nella sagrestia
della parrocchia e tra le stanze dell'oratorio.
Due belle grane per il vescovo Beschi in pochi anni anche perché queste
condanne si portano dietro un risarcimento danni alle vittime che verrà
quantificato con successivo processo e provvedimento. Ed è proprio
questo aspetto che ingegnera sempre una qualche perplessità.
Scrisse la Chiesa di Bergamo che “le gravi accuse di cui deve
rispondere il parroco di Solza suscitano nel Vescovo e nella
nostra comunità diocesana stupore, sgomento e profondo dolore.
Desideriamo manifestare la nostra vicinanza a coloro che stanno
soffrendo per questa vicenda senza dimenticare nessuno. Siamo
consapevoli che situazioni di questo genere creano turbamento in molti
e vogliamo con tutto il cuore che la verità e la giustizia si
affermino, confidando nell'opera di coloro che sono chiamati a
garantirle. Sono molti i motivi che inducono la comunità credente a una
preghiera più intensa, alla quale ci disponiamo in questo
momento».
Insomma pochino pochino.
Si tratta di due casi -Solza e Serina- assai differenti quindi le cose
si prendono per come sono raccontate perché nella testa degli attori
non si può entrare. Non avremmo certamente voluto far parte della corte
chiamata a giudicare il caso di Serina.
Come abbiamo già scritto a proposito di don Piero Arrigoni da Vedeseta,
morto a 101 anni nel 2015, quello che manca nella vita dei preti è la
comunità e la fratellanza accompagnata spesso da una scarsa cultura.
Persone senza arte ne parte sbattute sole in mezzo alla gente e che si
arrangino. Le prime pecorelle da raccogliere sareb
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CHE DISPONI O MENO DELL'ATOMICALE GUERRE CONTINUANO
A quasi ottomila chilometri di distanza nelle ultime ore ci sono stati due eventi significativi. India/Pakistan ed Hanoi.
C'era stata la grande guerra del 1947 che ha diviso il subcontinente
indiano con un tragico parto cesareo; la guerra del 1965, quella del
'71 e il conflitto più limitato del 1999, nel distretto di Kargil,
lungo il confine del Kashmir. Non è un record confortante per due paesi
– India e Pakistan – nati la stessa notte di ferragosto di 72 anni fa,
divisi arbitrariamente e uniti da una comune storia millenaria. Il
giorno dopo il raid indiano contro un centro di addestramento di
terroristi in Kashmir, il Pakistan ha abbattuto due aerei
dell'aviazione indiana entrati nel proprio spazio aereo. Il portavoce
dell'esercito, Asif Ghafoor, aveva detto martedì a Nuova Delhi di
prepararsi a una sorpresa. "L'aviazione pachistana ha abbattuto due
aerei indiani dentro lo spazio aereo pachistano", ha scritto su Twitter
il portavoce dell'esercito, precisando che sono due i piloti indiani
catturati, di cui uno agli arresti e uno ricoverato in ospedale.
L'attacco "preventivo" di Nuova Delhi in territorio pachistano è stata
una risposta all'attentato terroristico del 14 febbraio scorso costato
la vita a 40 paramilitari indiani.
La questione è che il Pakistan -200 milioni di abitanti- è una potenza
nucleare dal 1998 e viene data come la terza potenza mondiale al
2025. L'India – un miliardo e 340 milioni di abitanti- è diventata una
potenza nucleare nel 1974 e adesso si stima possieda 130 testate
nucleari e dotata di missili capaci di colpire entro un raggio di
mille km.
Qualche ora più tardi degli scontri aerei indo-pakistani ad Hanoi
scattava un «no agreement» di Donald Trump verso Kim Jong-un. Non hanno
raggiunto un accordo, dice la Casa Bianca. Il problema, spiega Trump, è
che «Kim voleva la fine completa delle sanzioni e noi non potevamo
concedergliela».Incontrerà di nuovo presto Kim? «Non lo so, non c'è
niente di programmato, potrebbe passare molto tempo oppure no». Sono le
due del pomeriggio quando Trump parla, il vertice di Hanoi è stato
chiuso prima del previsto, non c'è stato un documento comune, nemmeno
vago come quello firmato lo scorso giugno a Singapore.” Franco
Venturini sul Corriere scrive di “Pesanti dubbi, alla luce del nulla di
fatto di Hanoi, pesano anche sull'atteggiamento cinese. Trump ha detto
nella sua conferenza stampa che «Pechino è stata di grande aiuto nella
preparazione del vertice» , pur sapendo che limitate forniture di
petrolio a Pyongyang erano continuate in barba alle sanzioni. Xi
Jinping è forse andato oltre, ha preferito che non si concretizzasse lo
scenario dipinto alla vigilia da Trump, di una Corea del Nord prospera
come il Vietnam (con il quale la Cina ha più di una controversia), ha
lavorato sottobanco per scongiurare la nascita negli anni ai suoi
confini di uno Stato filo-americano e stretto alleato della Corea del
Sud? Non ha voluto, in particolare, che finisse anche formalmente la
guerra di Corea, con un trattato di pace che avrebbe sostituito
l'armistizio del '53? L'ambiguità cinese è destinata forse a pesare
anche sui negoziati commerciali e tecnologici tra USA e Cina. Brutte
notizie per Trump, su tutti i fronti”.
Intanto che i nostri governanti duellano su quota 100 e il RdC il
nuovo asse Merkel-Macron è la vera rivoluzione sovranista europea.
Dopo il trattato di Aquisgrana, un manifesto per creare colossi
economici europei in grado di contrastare cinesi e americani, in aperto
conflitto con l'antitrust europeo e la Vestager. L'asse Berlino-Parigi
è il vero cambiamento, ed è sempre più in opposizione a Bruxelles.
L'Italia? Non pervenuta
A tutti quelli che stanno aspettando le elezioni europee del 28 maggio,
auspicando (o temendo) un cambiamento in Europa: sveglia, perché
l'Europa sta cambiando adesso, sotto al nostro naso, (non a caso) prima
del voto europeo. E i protagonisti di questo cambiamento, piaccia o
meno, sono sempre loro due: Angela Merkel ed Emmanuel Macron, il nuovo
asse franco-tedesco, che stanno procedendo spediti nel definire le
nuove regole del continente, attraverso una serie di nuovi accordi
bilaterali tra le due superpotenze del Vecchio Continente.
Il solco era stato tracciato lo scorso 22 gennaio, con la firma del
trattato di Aquisgrana, vera e propria architrave del progetto di
Europa 2.0, con l'istituzione di un Consiglio dei ministri
franco-tedesco, di un consiglio franco-tedesco di difesa e sicurezza,
di un consiglio franco-tedesco di esperti economici. Si è continuato
ieri, con la firma di un manifesto economico comune, che delinea una
strategia industriale europea in netta opposizione rispetto a quella
portata avanti in questi ultimi anni da Bruxelles.
In sintesi, l'epoca in cui l'Europa impediva la nascita di colossi
continentali, che minassero la libera concorrenza nel mercato comune,
salvo poi permettere l'ingresso ai colossi extracomunitari, è finita
per sempre. Francia e Germania,che solo poche settimane fa si sono
viste bocciare dal commissario europeo alla concorrenza Margrethe
Vestager la grande fusione tra Siemens e Alstom, hanno deciso che così
l'Europa soccombe. Che l'antitrust europeo è il miglior alleato di Usa
e Cina. E che da domani si cambia musica.
Il grande assente, in tutto questo grande gioco? L'Italia, seconda
manifattura del continente, che nessuno si è premurato di invitare a
firmare trattati e manifesti. Nulla di nuovo sotto il sole,
intendiamoci. Ma se c'è una grande, grandissima assente in questi primi
mesi di governo gialloverde, è l
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