LA CURA DEL FERRO IN BERGAMASCA E' UNA BALLA
Sono trascorsi due anni da quando il 18 gennaio 2017 scrivevamo
(trattenendoci un poco) sulla pagina 313 di questo blog che “la cura
del ferro in bergamasca l'è una mezza bugia” e nel post sottolineavamo
come la presenza dei due viadotti sulla Quisa e sul Brembo – per
dimensioni e vincoli architettonici -avrebbe costituito un grosso
problema prima ancora che economico, dal punto di vista appunto
architettonico e storico. L'articolo su L'Eco di ieri 21 febbraio
2019, quand'anche si legga mettendosi davanti delle fettone di salame
agli occhi, non poteva nascondere che qualcuno – altro che un
“misunderstanding” : un fraintendimento come lo definisce Maurizio
Gentile, amministratore delegato di Rfi. Le FFSS nel tempo hanno
venduto molti dei lotti relitti lateralmente alla ferrovia (così a
Curno e quindi anche a Mozzo e altrove…) ai proprietari dei
fabbricati adiacenti il binario e sapevano perfettamente
dell'esistenza di questi due viadotti molto alti, grandi, di
ottima manifattura e in quanto tali sottoposti a vincolo storico ed
architettonico.
Alla superficialità se non alle balle delle ferrovie si aggiungono
quelle dei politici che hanno sempre fatto finta che “ergot,l'è mei che
negot”. Lo confermano anche stavolta. Peccato che da 70 (milioni) a 170
non stiamo parlando di poche noccioline… in più.
E comunque l'idea stessa nell'insieme di raddoppiare la linea
ferroviaria di Montello a Ponte san Pietro che proprio non regge (da
sola) dal momento che la ferrovia non è qualcosa a se stante ma per
farne una struttura davvero utile, va inserita nel contesto della zona
dove opera. Così come è fallita la fermata del Papa Giovanni (che serve
un centinaio di viaggiatori al giorno) è destinata a fallire anche
questo raddoppio dal momento che corre in parallelo all'asse
interurbano e nel contempo ci sono anche le linee regionali di
trasporto su gomma, ragion per cui la ferrovia viaggia (quasi) sempre
vuota mentre l'asse e i bus sono sempre incasinati. Politici nazionali
regionali provinciali non sono nemmeno riusciti a creare qualcosa come
“ la linea degli ospedali” visto che la tratta Ponte-Seriate intercetta
TUTTI i 4 nosocomi più importanti della provincia: segno di una
ignoranza e menefreghismo superlativi. Dei cazzoni appunto.
In Lombardia, proprio per lo sviluppo del Caravaggio, si pone come
determinante il raddoppio della linea da Brescia a Malpensa, argomento
che torna a galla ad ogni elezione provinciale regionale nazionale
salvo inabissarsi poche ore dopo la chiusura delle urne per le invidie
locali.
Da ultimo o da primo il problema del materiale rotabile. Basta vendere
anche i (passati, presenti e) futuri treni che verranno messi dalle
ferrovie sulle linee regionali per domandarsi chi siano gli ordinatori
e i progettisti. Sui binari delle linee locali basterebbero treni come
quelli delle metropolitane –leggeri veloci semplici- mentre invece ci
si trova davanti a convogli ideati per la campagna di Russia, salvo che
poi all'atto pratico sono ingestibili per gli aspetti elementari:
piccola manutenzione quotidiana e pulizia.
C'è infine bisogno anche di una rivoluzione culturale in ambito del
trasporto su ferro, ancora adesso ancorato alla prima tratta…
Napoli-Portici. In Italia far muovere i treni pare di muovere
l'artiglieria pesante campale.
Mentre la politica e gli ingegneri cascano dal pero scoprendo che ci
sono due viadotti da Curno a Ponte come d'incanto si
materializza il collegamento ferroviario tra il Caravaggio e la
stazioncina di Bergamo. Anche in questo caso noi abbiamo parecchi dubbi
sulle date (in esercizio per fine 2023?).
Se parti dall'idea che ci sono una dici cento mille realtà da collegare
sei ancora al MedioEvo (mica per nulla siamo diventati sovranisti)
mentre oggi devi progettare i trasporti immaginando tutto il nord come
un'unica città nella quale non ragioni pià coi treni AV, conl'AC (che
hanno caratteri nazionali e internazionali) ma con treni veloci locali
che debbono costare poco, consumare poca energia (quindi leggeri),
essere veloci, di facile manutenzione e mantenimento. Tutto il
contrario di quello che hanno fatto finora e intendono fare d'ora in
avanti. Poi: che credibilità hanno persone che cannano un preventivo da
70 a 170 milioni su una tratta di meno di venti km? Cambino mestieri
tecnici e politici.
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BISOGNEREBBE INVENTARLI
L'albo pretorio del comune è fatto in modo che chi abbia
necessità di fare una ricerca, deve aprire una dopo l'altra tutte le
pubblicazioni perché degli atti pubblicati vengono date solo le prime
2-3-4 parole del titolo 8che sono quasi sempre le stesse per via della
legge). Un sistema per essere il meno trasparenti possibile obbligando
i malcapitati lettori a sprecare un sacco di tempo quando basta dare
un'occhiata all'albo del Comune di Bergamo per trovare di ogni
pubblicazione l'intera denominazione. Ma si sa a Curno vige una legge
sulla trasparenza differente che in città. Vedi trasmissioni delle
sedute consiglieri o le riprese delle tlc comunali delle
pubbliche piazzep.e..
Essendo impossibile trovare una pubblicazione sull'albo pretorio
storico il 14 gennaio faccio una telefonata all' ufficio e chiedo se
riescono a darmi il numero della pubblicazione di una bene
individuata determinazione di quell'ufficio. Mi viene chiesto di fare
un accesso agli atti il cui testo (della domanda di accesso) conclude:
possibile conoscere il numero di pubblicazione oppure il testo della
determina o delibera? Logica dice: diamo il numero di pubblicazione
all'albo pretorio che se la legge o scarica da solo.
Il sei febbraio parte dal comune una raccomandata composta da: (1)
lettera di accompagnamento (2) copia della mia mail con protocollo
comunale (3)Copia delle determinazione(4) Visto contabile della
determinazione (cifra impegnata: 1.142,92 euro…) (5) certificato di
pubblicazione.
Capite adesso come mai di fronte p.e. ad un appalto da 1000 euro al
giorno (più molto altro che si aggiunge per un contratto colabrodo:
ogni anno quell'impresa incassa almeno 400-450 mila euro) partecipano
“solo” tre imprese? Capito come mai a fronte di un appalto cui si
candidano 130 imprese ne vengono scelte 25 e solo otto mandano
l'offerta e vince una con quasi il 24%di sconto perché nella gara
hanno dimenticato (anche) di indicare che si scarteranno quelle che
scontano più del tot percento?. Capito come mai approvano un progetto
di una rotonda e poche settimane dopo il progetto va aggiornato
perché nel frattempo (mica un anno, mica tre mesi, meno di due
mesi) è uscita una nuova disposizione che ne il progettista ne chi
dirige l'ufficio sapevano che sarebbe uscito (vista la fulminante
rapidità del Toni Nelli nazionale?). Capito perché fanno un progetto di
una rotonda e dopo si accorgono che le rotonde vanno anche…
illuminate?. Capito perché il 19 febbraio 2019 (avete letto giusto)
pubblicano i verbali di una seduta di un consiglio comunale del
27 novembre 2018 (avete letto giusto: tre mesi or sono meno otto
giorni?.
Intanto che detto questo testo sento alla radio che Formigoni si è presentato al carcere di Bollate.
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E' UNA QUESTIONE DI CLASSE, POI DI VIOLENZA
Non se n'erano accorti prima ne le madamine del consiglio comunale
(nonostante la famiglia stesse nella case comunali ) ci avranno
pensato, almeno?) e le c.d. pubbliche autorità sono arrivate tardi
nemmeno a metterci la classica pezza ma a mandarci un corona di fiori,
farci un bel funerale e perché no? Adesso la sindaca Gamba risuscita
anche la Commissione comunale Pari Opportunità” che non si riuniva
dall'ottobre 2017 (due anni or sono… quindi avevamo ragione che era
sostanzialmente inesistente). Segue mea culpa: “purtroppo il triste
evento che si è verificato e che ci ha toccato da vicino ha fatto in
modo che le persone si siano interessate a questo tema del contrasto
della violenza sulle donne”. Prosegue: “all'ordine del giorno c'era
l'idea di organizzare un percorso di accompagnamento alla cittadinanza
rispetto a quello che è successo”. “A grandi linee abbiamo già pensato
a dei percorsi possibili ma ancora non li abbiamo definiti nei
dettagli. Per il momento l'unica cosa certa è che il 2 marzo, di sabato
mattina, predisporremo questa panchina rossa. E' un evento che vogliamo
fare in modo partecipato con la popolazione, per cui tutti quelli che
interverranno avranno la possibilità di dare una pennellata e colorare
la panchina di rosso (…) l'evento sarà probabilmente accompagnato da
letture animate e da proposte musicali.(…) ci avvarremo della
collaborazione della compagnia “La Pulce” che ci sta aiutando nella
organizzazione degli eventi culturali di quest'anno. Stiamo pensando
con loro cosa fare”.
Volevo ben dire che non finise in una recita e una suonatina!
Per carità meglio una panchina dipinta a nuovo color rosso che quei
cessi di panchine che abbiamo in paese, che paiono relitti rubati alle
case Fanfani e vedi pure il berceau nella piazza del comune coi
gelsomini che hanno visto in Tunisia in una feria low cos.
Ci aspettavamo che le madamine del consiglio comunale sortissero con
quest'idea e ovviamente con dei “percorsi” come la pitturata in
compagnia, la seduta d'ascolto del pippone, lo stordimento del
complesso che si crede un pezzo dell'orchestra Agostino Orizio; la
compagnia La Pulce (speriamo gliel'abbia suggerita qualcuno delLe Muse).
IMHO le madamine del comune non hanno capito nulla della tragedia
ed ovviamente, proprio perché madamine, s'inventano percorsi che
servono solo a distribuire soldi agli amici e poi restano tanti
buchi nell'acqua.
Tipo la Maria Antonietta: regina, il popolo non ha pane! Dategli delle brioss!.
Bisognerebbe capire che quella donna non è stata ammazzata da un
maschio qualsiasi incontrato per caso dopo poco tempo: qui è un marito
che ammazza sua moglie. In questo caso la tragedia è stata
accuratamente costruita dalla miseria ed alla poca cultura e mi fermo
qui perché i giornali hanno benissimo squadernato la faccenda. Prima di
essere un episodio di violenza quello è una questione di
classe: di povertà miseria mancanza di educazione di scolarizzazione di
lavoro. Le madamine del consiglio comunale non hanno nemmeno la cultura
per capire che le loro ideuzze: pitturare la panchina, la recitazione e
la strimpellata, sono le soluzioni appunto da madamine. La brioss
all'affamato. Che però non accrescono cultura formazione
professionalità lavoro storia capacità di sopravvivere di chi ha subito
quel dramma in famiglia. Se getti un seme di frumento sul cemento stai
sicuro che lo beccano i colombi ma non nasce una spiga nuova.
L'assassino della signora sapeva benissimo che dopo cinque anni dal
matrimonio con una cittadina UE diventava italiano pure lui e
mentre lui è arrivato qui con volo aereo magari pagato dai futuri
suoceri senza rischiare la pelle su un barcone, ne la vittima ne
la famiglia hanno capito questo banale trucco. Quando una donna va
assieme al primo incontrato su una spiaggia, vuol dire che l'hanno
allevata abbastanza male. Dietro quell'omicidio ci sono tante manine
innocenti che invece di aprire bocca ed anche intervenire di
brutto, adesso si lamentano che i carabinieri hanno seguito
l'anda senza preoccuparsi troppo. Scuola lavoro educazione: altro che
“percorsi” “suonatine” “recite oratoriane”. Del resto sei il PD
ha perso le elezioni in maniera così rovinosa la ragione la leggi anche
in questo caso: sono fuori dal mondo. Vai a chiamare la pulce e prendi
il secchiello di pittura rossa. Dai. Dai va a pitturare di rosso
(il cervello). In attesa della prossima.
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BEPPE GRILLO MASCALZONE
"Dimmi tre volte esse...". Quanto è divertente lei, come è facile
prendersi gioco degli altri che attendono, per amore o per forza (per
lavoro) le tue parole. Beppe Grillo, carico dopo un faccia a faccia con
Casaleggio e Di Maio, non ha freni inibitori davanti a un giornalista
con la "zeppola" (dislalia alveolo-dentale), per cui la esse si sente
di più. "Dimmi tre volte esse...". Il giornalista, composto, ripete la
domanda già fatta: "Cosa succederà a chi voterà in dissenso sul
processo a Salvini?" Troppe s e il comico-fondatore affonda alla sua
maniera. La risposta è nulla, la maleducazione del potere, altrettanta.
Ma la risata non scatta, il tempo teatrale non c'era. Non era a teatro,
anche se tutto un po' sembra, pericolosamente, teatro. Ma non c'è
niente da ridere, per loro, per noi. Per tutti. Del resto nell'Italia
del tempo presente "dimmi tre volte esse..." è quasi amorevole nel
giorno in cui un imprenditore viene condannato per aver reiteratamente
dato del finocchio al suo manager o il ministro dell'Interno risponde,
alla legittima richiesta di giustizia di una madre che si ritrova
scritte, più volte, contro il figlio perché è nero, "rispetto lei, ma
lei rispetti la richiesta di sicurezza dei cittadini", come se un
ragazzo nero fosse un pericolo di per sé.
Come se fosse politically correct non essere insultanti, perbenisti
fasulli. "Dimmi tre volte esse...", potrebbe essere seguito da molto
altro se togliamo tutti i freni inibitori, come molta politica vorrebbe
scambiando l'insulto con la franchezza, il pane al pane con la
volgarità. Del resto, gli altri, quelli di prima, erano sin troppo
inamidati e, secondo la vulgata corrente, raggiravano con la vaselina.
Per cui sempre Beppe Grillo nell'ottobre scorso al Circo Massimo nel
suo comizio vaniloquio, per attaccare e deridere i politici ha
sdoganato ben altro, "siamo pieni di autistici, l'autismo è la malattia
del secolo. L'autismo non lo riconosci, per esempio è la sindrome di
Aspenghen..., c'è pieno di questi filosofi in televisione che hanno la
sindrome di Asperger. Che è quella sindrome di quelli che parlano in
quel modo e non capiscono che l'altro non sta capendo. E vanno avanti e
fanno magari esempi che non c'entrano un cazzo con quello che sta
dicendo, hanno quel tono sempre uguale. C'è pieno di psicopatici".
Grandi risate, quel giorno, tra la folla.
I regimi cominciano così. Ma quelli che un giorno ridevano, dopo, con
la stessa inconsapevolezza, si chiedono perché si sia arrivati a un
certo punto.
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