L'EUROPA DEBOLE A GUIDA TEDESCA
Ho sempre avuto l’impressione che l’Europa fosse una grande costruzione
utile sopratutto alle imprese (per prime le banche) e che tutta questa
liberalizzazione del traffico merci e persone servisse solo a ridurre i
costi e produrre profitti. Poi la politica costruisce attorno agli
interessi degli altarini da spacciare al popolo bove che si commuove se
può attraversare una frontiera senza mostrare il passaporto oppure ci
sono i voli low cost. Tutto questo starnazzare nei pollai americani
europei russi cinesi mediorientali (un po’ meno) nasconde come perché
la NATO e l’UE siano penetrate negli ultimi 5-10 anni a tenaglia nei
c.d. paesi dell’ex URSS. A nord lungo il Baltico e a sud lungo il mar
Nero. Si è trattato di una versione low cost e low profile di quel che
invece avevano attuato drammaticamente in IRAQ, Libia e Siria. Tutti i
paesi ad est della Germania dell’ex impero sovietico sono diventati
paesi satelliti della Germania: la loro economia è strettamente legata
a quella della Germania che sfrutta il basso costo della manodopera e
gli aiuti che l’Ue destina a questi paesi per alimentare il proprio
massiccio surplus verso (anzi: contro) il resto del mondo. Alla
Germania non sono bastati e non bastano gli operai a basso
salario dell’ex DDR, della Polonia Lituania Estonia Cekia
Slovacchia Ungheria Ucraina Bulgaria e nemmeno di essere diventata
“padrona” della Grecia. Ha “importato” un milione di immigrati dalla
Turchia e dai paesi dalla stessa dominata scegliendoli come si fa con
le bestie al mercato.
Del resto qualcosa del genere lo fanno anche gli italiani visto che se
non ci fossero i neri immigrati irregolari da sfruttare a due dozzine
di euro al giorno alloggiati in tende nella palcia quel poco di PIL
utile al sud non sarebbe possibile. Così come il NE se non avesse alle
spalle tutta l’ex Jugoslavia Ungheria Slovacchia e Cechia non sarebbero
riusciti a “integrare” la propria economia con quella tedesca.
Intanto che la NATO e l’UE accerchiavano low profle l’ex URSS questa si
espandeva nel sud nel Mediteraneo ed è diventata la potenza che
sostanzialmente lo domina. L’ha dimostrato con quel missilino lanciato
dal mar Caspio ed arrivato in Siria. Col naviglio militare che scorazza
nel sud est del Mediterraneo. Con la basi e la guerra in Siria, dove
l’Occidente immaginava di ribaltare la situazione stile Iraq, Libia.
Con le relazioni privilegiate con Egitto e Haftar di Libia. Che se ne
dica mentre l’UE ha guadagnato a breve qualche paesello pieno zeppo di
ex nazisti, la Russia di Putin ha uno sguardo privilegiato su tutto il
MedioOriente fino all’Iran, Iraq, Turchia e tutto il micro caos attorno
al Caspio. Putin non disdegna nemmeno che in UE arrivino dei criminali
dell’ISIS e nella misura in cui l’UE e gli USA fanno i buoni nei paesi
ex satelliti URSS, anche l’ISIS molla la presa sull’UE.
Del resta basta mettere in ordine di grandezza la popolazione della
nazioni per capire chi comanda e chi segue. L’URSS di Putin include
circa 150 milioni di abitanti, la Germania unificata ne ha 83 milioni,
l’Italia 61 milioni, la Francia 68 milioni. L’UE a 28 ne ha 500
milioni. Gli USA 326 milioni, l’India e la Cina ne hanno 1,4 miliardi
ciascuna, la Turchia ne ha 80 milioni, l’Iraq ne ha 38 mentre il vicino
Iran ne ha 82 milioni.
Putin ha compreso benissimo che il capitalismo che regge le
economie occidentali fa il suo gioco mantenendo divise le varie nazioni
– basta vedere la mazzata che la Germania ha inflitto alla Grecia: un
tempo la Merkel sarebbe finita davanti al tribunale dei crimini di
guerra- e da parte sua (di Putin) non c’è bisogno di muover dito non
fosse altro che per i gasdotti e oleodotti che dalla Russia arrivano in
UE. Putin sa che la Russia ricorda la fame della guerra (e non è del
tutto uscita) ma sa benissimo che gli Europei non resistono senza
riscaldamento ed elettricità.
Conclusione. Ci vorranno almeno una decina di lustri ancora perché si
riesca a costruire una unità politica dell’UE e non c’è bisogno di
invocare che dalle ceneri attuali nascano teste e cervelli come Alcide
De Gasperi, Altiero Spinelli, Jean Monnet, Robert Schuman, Joseph
Bech, Konrad Adenauer, Paul-Henri Spaak
particolarmente dotati e creativi perché quelli nacquero con e dalla
guerra e l’olocausto mentre oggi debbono nascere con la pace (anche )in
parte guerreggiata. Manca la scuola della vita. L’unica certezza che
(forse) possiamo avere è che non ci saranno più grandi guerre.
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IL FUTURO DEI GIORNALI? SOLO CON BUONI GIORNALISTI
Oggi sui quotidiani ci sono tre pezzi apparentemente senza relazione
uno con gli altri ma che invece qualche relazione ce l'hanno. Il
primo è nell'articolo di E.G. della Loggia. Il secondo è un
articolo di Rampini sul futuro della Apple dopo gli Iphone mentre il
terzo é la trasmissione col ministro Buonafede dalla Gruber ieri sera
sulLa7 alla seconda puntata. Ci sarebbe anche l'editoriale di saluto
per l'ingresso del neo direttore di Repubblica, Carlo Verdelli ma
rimandiamo.
“I giornali sono destinati a sparire? Ma sono proprio i media
elettronici considerati da tutti come i sicuri vincitori a vivere in
pratica, se così si può dire, a ricasco dei giornali di carta” si
interroga EGdL e prosegue:” come mai ogni mattina per ore ed ore (ma
anche nel pomeriggio e la sera le cose non cambiano molto), in
qualunque trasmissione, radio e televisione — cioè proprio i media
elettronici considerati da tutti come i sicuri vincitori della contesa
con la carta — vivono in pratica, se così si può dire, a ricasco dei
giornali? Ne citano e riassumono gli articoli, li commentano, ne
intervistano gli autori, ne discutono gli editoriali, traggono spunto
dalle loro notizie per i propri programmi? E come mai, stando a quanto
si vede, se non ci fossero i giornalisti e i commentatori della carta
stampata sarebbe difficile organizzare anche uno solo dei cinque o sei
talk show televisivi che vanno in onda ogni sera oltre a non poche
altre trasmissioni?”.
Non l'abbiamo scoperto noi che organizzare e trasmettere i talk show in
TV sia il modo di fare televisione meno costoso possibile visto lo
scambio politica-TV che funziona benissimo. I talkshow sono le
trasmissione più democratiche –uno vale uno!- esistenti dal momento che
la massaia può stare in studio anche coll'onorevole se non
addirittura con un ministro e quindi… uno vale uno, selfie compreso.
Ci siamo sempre domandati se valga la pena per gli editori dei giornali
concedere ai propri giornalisti partecipare e sostanzialmente reggere
l'audience dei talk show senza chiedere compensi esattamente come li
pretendono giustamente da chi sfrutta economicamente gli articoli dei
giornalisti.
Questo tema si intreccia con la notizia –chiamiamola così – sul futuro
di Apple dell'articolo di Fubini dove si legge che al momento Apple
avrebbe un pubblico di 360 milioni di abbonati paganti per le varie
forme che propone e vorrebbe raggiungere il mezzo miliardo l'anno
prossimo. Tra i nuovi servizi che sta studiando, c'è un accordo con i
grandi giornali per offrire un abbonamento mensile cui si aggiunge un
miliardo di investimenti, già quest'anno, per produzioni
cinematografiche. Apple ha compreso, numeri delle vendite calanti in
mano e prezzi esosi rispetto alle prestazioni dei suoi iphone rispetto
alla concorrenza, che orma il telefonare è una funzione residuale di
quell'aggeggio che portiamo in saccoccia e che è abbastanza scomodo e
irrazionale vedere dei contenuti multimediali su uno schermo da sei
sette pollici. Un po' come accade per i SUV. Crediamo non ci sia grande
spazio nemmeno accentuando la multimedialità sugli scatolini in tasca
perché il successo in sala e sugli schermi fino a 75” dei film attuali
è senza concorrenti.
Ormai quel poco o tanto che può servire un comunicatore personale può
benissimo stare dentro una qualsiasi giacca con una placchetta grande
come un carta di credito e di spessore meno di 5 millimetri alimentata
da qualche cellula solare presente sulla giacca.
Non moriranno quindi i giornali di carta che restano il prodotto più
assurdo creato visto che ci guadagna più lo stato che tutta la
catena che li produce ma forse i giornalisti dovranno cominciare a
vendere da soli i propri articoli. Ciascun lettore si farà un bouquet
di autori e pagando un abbonamento riceverà i loro articoli che
ascolterà con qualsiasi mezzo. Secondo. Gli autori non debbono andare
in televisione nemmeno a pagamento: la TV deve allevarsi i propri
autori e pagarseli coi mezzi propri. Terzo: la politica deve pagare
l'accesso ai media (ed ai giornalisti che li supportano), esattamente
come la pubblicità del prostamol o del monge.
L'ultima battuta sulle comparsate del ministro Bonafede dalla Gruber
che potete ritrovare sul replay delLa7. Buonafede -classe 1976 da
Mazara del Vallo ed avvocato a Firenze nonché suggeritore di Conte come
PdC a DiMaio - è una copia di Toni Nelli. Non sai se sia stupido di suo
o se faccia finta di esserlo riuscendovi benissimo. In meno di un mese
Buonafede é approdato dalla Gruber per la seconda volta senza mai
smentire la sua stoltezza. Gli elettori hanno sempre ragione? beccatevi
l'Alfonso Bonafede uno che ride sempre anche quando è arrabbiato.eroe
che vuole il martirio. Oppure tutte e due.
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L'ING. CLAUDIO PIGA DA UN SAGGIO DI STORIA PATRIA. ECCOLO IN ANTEPRIMA.
E’ in via di approntamento un bigino di Storia Patria con ampi inserti
di greco e latinorum redatto dal custode delLa Latrina di Nusquamia,
noto ingegnere abduano di origini sardAgnole con ascendenze garibaldine
in ValCamonica, uno che ha fatto il classico in un liceo dei
preti dove già ci stette l’Antonio Gramsci (quindi per proprietà
transitiva la genialità del primo passò anche al secondo), poi il
Politecnico di Milano da cui uscì passando per la Olivetti, la
Mondadori, portavoce e redattore del giornalino del Comune di Curno
(per due numeri) ed alla fine fondatore col suo amico sindaco di Curno
di un’impresa di pubblicità produttrice dei famigerati flayer ospitata
nel negozio del padre del socio e pubblicizzata in rete dimenticando
l’indicazione della partita iva. Amen.
Qui di seguito vi diamo un piccolo estratto assolutamente originale del
Bigino di Storia Patria dell’ing. Claudio Piga come anticipato sulle
pareti della sua Latrina:
(...)
Fine del primo estratto.
Prosegue poi La Latrina di Nusquamia:
(....)
Non sapevamo di essere stati «ammiratori» del consigliere piddino Marco
Battaglia e ringraziamo il custode delLa Latrina di Nusquamia di averci
illuminato, tranne il fatto che essendo M.B. laureato alla Cattolica
piuttosto che nella modestissima UNIBG ne stimavamo e ne stimiamo
maggiore preparazione. Quasi se non meglio di uno uscito dal
Politecnico di Milano. Non crediamo che M.B. sia scomparso dalla scena
politica curnese per via dello «sputtanamento dell’Europa
nell’immaginario collettivo» ma non occorre essere aquile per capire
che quando ti hanno visto fotografato in compagnia di un Locatelli
Giuseppe e di un Giuseppe Pelizzoli che compaiono entrambi tra i
votanti a favore della famosa delibera di consiglio comunale del 6
marzo 1990 che è «costata» all’amministrazione Gamba (di cui il M.B.
sarebbe portavoce ormai ammutolito) una legnata di oltre 550mila euro
di condanna, più che probabile abbia compreso di avere sbagliato
compagnia politica. Da certi soggetti meglio stare lontani, compreso il
piddi renziano. Come meglio stare lontani da quell’altro soggetto che
il portavoce del sindaco del buongoverno Gandolfi accusa di avere
dilapidato 250mila euro per un softwhare tarocco e inutilizzato.
Adesso studiate latino e greco !.
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