SI AL TAV, NO A QUESTO TAV
L’intelligente ministro Toni Nelli nel giorno in cui sbologna i due
documenti ufficiali «contro-TAV» non ha dimenticato di stanziare -con
tanto di elenco dei comuni percettori- 400milioni per il trasporto
locale. Un calcio agli attributi degli italiani e una mancia a
poveri degli enti locali visto che gli altri hanno i SUV ammortizzati
al 140%.
Dopo questo viene il bello: con due documenti ufficiali che trattano un
“modesto” argomento come la ristrutturazione e il nuovo facimento della
linea ferroviaria da Torino a Lione presentata senza intestazione
(del Ministero, di uno studio privato, dove ha sede la commissione che
firma, chi sono i commissari? ecc.). La relazione tecnico giuridica
anche questa senza intestazioni e redatta da un anonimo avvocato
Pucciariello di cui non viene detto nulla, esattamente come i cinque
che compaiono nella relazione tecnico commerciale.
Nemmeno al Comune di Curno riuscirebbero a fare meglio.
Poi naturalmente in Italia si sa sempre tutto, anche il numero di
scarpe dell’unico NON firmatario della relazione tecnico commerciale
tale Pierluigi Coppola classe 1972, laureato alla Federico II di
Napoli, professore associato di ingegneria dei Trasporti nel
dipartimento di Ingegneria dell’Impresa all’università di Tor Vergata a
Roma.
Chi sono gli esperti che, invece, hanno firmato la relazione? Sono
cinque, come scritto sopra: Marco Ponti, 77 anni, professore al
Politecnico di Milano e da sempre critico nei confronti della Tav (in
una intervista a Marco Imarisio aveva detto che «per noi della
commissione non va fatta, ma la decisione è dei politici»); Francesco
Ramella, 47 anni, docente a Torino e contitolare dello Studio
Alberto-Crotti-Ramella Ingegneri Associ; Paolo Beria, 40 anni,
professore di Economia dei trasporti al Politecnico di Milano; Alfredo
Drufuca, ingegnere e fondatore di Polinomia, società di ingegneria dei
trasporti; Riccardo Parolin, socio della TRT Trasporti e Territorio ,
società fondata da Ponti.
Diciamo che un paese con 3400 miliardi di debito e 4500 miliardi di
risparmio privato che si impunta di non costruire una linea
ferroviaria da cinque-sei miliardi fa sghignazzare l’intero pianeta ma
adesso siamo allos contro finale tra Lega e 5Stelle la prima appena
reduce da una mega risalita elettorale e i secondo da un dimezzamento.
Che non è una gran bella situazione da mediare: forse a questo punto
varrebbe davvero la pena di fare un referendum nazionale entro poche
settimane.
Aggiungiamo -questa la ragione del nostro SI-TAV e NON a questa
TAV- di non condividere per nulla le soluzioni planimetriche adottate
nonché gran parte delle opere esterne di costruzione completamento e di
riduzione dell’impatto. Basta andare sul posto per verificare come
l’impostazione dell’opera sia “aggressiva” rispetto all’ambiente, vale
a dire vi si legge la filosofia del “bisogna fare così altrimenti
l’opera costa troppo” mentre invece l’opera è stata progettata e creata
apposta perché costi il più possibile e generi costi supplementari –si
potrebbe dire- a iosa.
Che anzi lo peggiorano anche dopo parecchi anni. E’ un progetto
costosissimo (e si può capire) , finanziato a nostro avviso in maniera
capocchiosa (come ai tempi di Carlo Codega) quando bastava indicare le
percentuali per l’Italia e la Francia e il prezziario di riferimento.
Soprattutto occorreva che i due Paesi e l’UE nominassero uno studio
esterno che misurasse col metro da 100 centimetri la quantità delle
opere e con un laboratorio universitario la qualità dei materiali.
Invece basta leggere la relazione legale per comprendere come sia
stato fatto tutto a tarallucci e vino, quasi come le caravelle ad
attraversare l’Atlantico e poi vediamo l’effetto che fa.
Ovvio che a fronte di questo modo di operare si schierassero senza
difficoltà i NOTAV perché quando fai il bulletto che pretende sempre di
avere ragione su tutto e contro tutti, riesci a fare arrabbiare anche
la nonna. Si può ben dire che la TAV abbia creato e sedimentato
in Piemonte un movimento radicale che sarà difficile gestire e smontare
anche un domani.
Del resto uno dei motivi NO-TAV non detti si trovano sopra quelle Alpi
– pensiamo alla linea Grenoble Bardonecchia Albertville- che
dovrebbero essere sotto traversati dalla TAV. Adesso quelli controllano
massicciamente i movimenti turistici mentre con la new TAV diverrebbero
irrimediabilmente una periferia.
I francesi per primi hanno provato cosa significano i
collegamenti TGV per polarizzare le testate e periferizzare
l’intermedio. Cerchiamo di capirci: non stiamo sostenendo che gli
interessi dei demani sciistici franco italiani stiano dietro i NO-TAV
ma sicuramente l’azione di questi difende anche quegli interessi.
La Sezione Transfrontaliera comporta la realizzazione di 160 km di
gallerie . In particolare il tunnel di base si compone di due canne
parallele di 57.5 km ad ima distanza variabile tra i 40 e gli SO m,
collegate da 3 bypass per ogni chilometro, oltre a 3 discenderie in
Francia e 1 in Italia.
Completano l’infrastruttura le gallerie artificiali, i pozzi di
ventilazione, le caverne, le aree di sicurezza sotterranee e i due tubi
dell'interconnessione tra Susa e Bussoleno.
Rispetto a questo totale, il 15% delle gallerie è già stato scavato.
Sono stati altresì effettuati nel complesso oltre 65 km di sondaggi, se
comprendiamo anche i carotaggi e gli snidi necessari per la
progettazione.
Alla fine di agosto 2018 oltre agli studi e alle progettazioni, ditte
le opere principali sono state iniziate e in parte, completate:
•Discenderia di Modane (FR) - completata (4.036 mt)
•Discenderia di La Praz (FR) - completata (2.665 mt)
•Discenderia di Saint Martin la Porte (FR) - completata (2.350 mt + 1.S0S mt)
•Galleria geognostica di Saint Martin La Porte (FR) - scavo in corso (5.989 mt scavati su 9.000 mt)
Galleria geognostica de La Maddalena (IT) - scavo completato (7.021 mt).
Le gallerie geognostiche non sono fini a se stesse (verificare lo stato
della montagna da attraversare) ma diverranno le gallerie dove passano
gli eventuali soccorsi qualora fossero necessari.
Ultimata la prima fruizione geognostica, le discenderie costituiranno
parte integrante del tunnel di base in quanto essenziali alla sua
ventilazione, a interventi di manutenzione, a uscite di sicurezza
(funzione questa molto dubbia visto dove si trovano le uscite).
Rispetto al costo complessivo (Italia e Francia) di 1.397 milioni
(somme tutte impegnate) le contabilizzazioni ammontano (al 31/08/2018)
a circa 1.186 milioni di euro.
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IL
COMUNE DI CURNO HA RAMAZZATO NEL CORSO DEGLI ANNI TRE LEGNATE PER
DEMERITO DELLA SUA CLASSE POLITICA. PIÙ O MENO HA PERSO OLTRE UN
MILIONE DI EURO.
Il Comune di Curno ha ramazzato nel corso degli anni tre pesanti
legnate per merito della sua classe politica. Più o meno ha perso
oltre un milione di euro.
Quando Vivere Insieme sindaco Serra misero in piedi la revisione del
PGT conclusa con l'inserimento dei due piani TSI-TS2 per la
ristrutturazione e l'ampliamento delle zone commerciali lungo le vie
Fermi-Europa (TS1) e via Bergamo (TS2) ed altri sostanziosi e lussuosi
aggiustamenti edificatori residenziali che man mano vengono a galla
sulle vetrine delle immobiliari negli anni successivi, diedero
l'incarico al “vecchio” progettista del PGT di rifarlo con la
consulenza di un avvocato trovato mediante bando. La motivazione
di quelle due scelte provinciali (nel senso: professionisti che operano
perlopiù in comuni della provincia di Bergamo) è stata quella del
risparmio economico e della conoscenza consolidata del territorio. Noi
avevamo suggerito di fare un concorso internazionale (almeno) per
il TS1 perché divenisse davvero un polo concorrenziale
coll'OrioCenter. Ed avevamo anche sollecitato la sindaca Serra a
nominare l'avvocato Ada Lucia De Cesaris (vicesindaco di Pisapia ed
assessore all'urbanistica) come consulente del comune nella stesura
dell'insieme di regole e contratti.
Pure per la redazione dell'appalto di manutenzione e mantenimento dei
beni comunali, della fornitura di elettricità e rifacimento e
manutenzione della pubblica illuminazione come pure quella di
chi-come-perché scegliere la soluzioni “in-house” per la raccolta e
smaltimento della rumenta locale la giunta Serra –quindi anche
l'attuale sindaca che ne era autorevole assessore- hanno sempre scelto
professionisti locali. Una giovane architetta per i beni comunali, un
geometra di un comune vicino per l'elettricità (diciamo…) e infine un
architetto (già ex dipendente del comune) di una “città” della
ValSeriana come redattrice della relazione dell'appalto per la rumenta
“in house”. Vero è che queste due più uno professionista sono costati
il solo stipendio per i mesi in cui sono stati distaccati da noi ma
anche in questi casi, davanti a contratti di costo rilevantissimo –
mille euro al giorno per la manutenzione dei beni comunali oppure
duemila per la rumenta oppure 500 per l'illuminazione pubblica: più o
meno- noi avremmo fatto un bando riservandolo a società perlomeno
nazionali se non UE. Invece le nostre sindache ed assessore uscite
dall'UNIbg hanno preferito un basso profilo nella scelta e nella spesa
per questi importanti incarichi.
Insomma lo sguardo dei nostri amministratori nella scelta dei
consulenti per la stesura di gare d'appalto e contratti
milionari non arriva mai oltre l'Oglio e l'Adda salvo poi
verificare che gli appalti sono sostanzialmente dimenticati dalle
potenziali imprese perché tre sole imprese per un appalto da mille
euro al giorno, sempre tre sole imprese per un appalto da 500
euro al giorno oppure la soluzione in house per la rumenta perché il
comune –a lettura della relazione giustificativa- sostanzialmente
sarebbe soggetto privo di potere contrattuale significa che il mondo
produttivo non ha grande stima per noi.
Non bastasse questo modo di operare sicuramente legittimo ma
tutto sotto l'ombra del gonnellone dell'Assunta, vi sono altre
tre vicende su cui ragionare. L'anno scorso è arrivata al Comune la
sberla della sentenza Leggeri che, spese legali proprie a parte,
credo sia costata sui 550mila euro ed ha costretto la giunta a fare
salti mortali per aggiustare il bilancio. La sberla della sentenza era
il frutto di una delibera del consiglio comunale del 1991 con la quale
si autorizzavano i lottizatori costruttori del centro commerciale
(leggasi: Fiat e COOP) a fare una strada anche su dei terreni che…
erano ancora del comune. Non si sa se la giunta Gamba abbia fatto
tutti i passi perché chi ha approvato quella delibera rimborsino il
danno.
Sul finire della giunta Gandolfi (Lega, Forza Italia e Missini) arriva
in approvazione l'”ecomostro” sull'ex parcheggio dello Stop-Line e
l'operazione sostenuta da un impresario che era anche segretario
provinciale dell'UCD, fa scoprire che la giunta del leghista Bianchi
aveva dimenticato di fare e trascrivere la convezione per cui quello
spazio diventava uno standard privato di uso pubblico. Standard a
parcheggio che doveva essere realizzato dalla società della discoteca
Stop-Line (allora ospite dentro l'attuale AutoTorino). Come si avvererà
successivamente l'operazione Stop-Line era tutta realizzata in leasing
finanziato dalla CARIPLO e diventerà uno NPL per la banca, assieme
all'iniziativa del golf di via Longuelo. Dietro le due operazioni c'era
l'ex segretario di Aldo Moro, quello coinvolto nello scandalo petroli.
La vicenda dell'”ecomostro” sarà anche l'innesco che fa de-cadere il
sindaco Gandolfi, previa dimissione della maggioranza dei consiglieri.
Però l'ex sindaco Gandolfi avrà la soddisfazione di vedersi inserito
nelle liste UDC per le elezioni alla Camera mentre il suo sponsor
politico attraverserà parecchi problemi col cantiere della nuova
Montessori di Longuelo.
Quanto potesse valere l'area del potenziale “ecomostro” non si sa,
salvo che la volumetria edificabile fosse sui 30mila metri cubi.
Nel quinquennio 2003-2008*, governo della giunta di VERO centrosinistra
Morelli, con la Serra e Conti in giunta e l'attuale segretario PD
Pelizzoli assessore dei beni comunali, deve gestire un arbitrato tra il
Comune e la prima impresa che aveva iniziato i lavori per la
costruzione della biblioteca (struttura sempre particolarmente odiata
dal centrosinistra e dal centrodestra non leghista…) e il Comune viene
condannato a risarcire con 300mila euro** l'impresa. Erano tempi in cui
il comune incassava TIR di euro dagli oneri edificatori e quindi la
faccenda –che la Morelli liquidò con un “forse dovevamo gestire meglio
quell'arbitrato con un professionista più esperto” passò senza
troppo scazzo e clamore.
Buon ultima alla giunta Serra capita lo stravento del 26 giugno 2016
allaghi la ormai costruita nuova scuola Rodari. 160mila euro di
danni addosso al Comune. Noi facciamo presente alla giunta che siccome
il cantiere era in mano a un'impresa, questa doveva avere una
assicurazione anche per questi eventi eccezionali. Oltretutto facciamo
rilevare come –a nostro avviso- la relazione dei tecnici affermi una
strada e poi arrivi a conclusioni opposte. Niente da fare: la
Rodari si deve finire e la Rodari sarà finita anche riparando i
danni tutti a spese del comune. In attesa della carità regionale
che non si sa se sia mai arrivata.
Forse un po' meno provincialismo, un po' di maggiore esperienza ed
attenzione, non avrebbe fatto tutti questi danni al paese. Governano
come se il Comune fosse il pollaio di casa mentre hanno a che fare con
multinazionali che operano di diversi paesi dell'Europa. Combattono con
la cerbottana
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