IL VENTO FA IL SUO GIRO
I FISCHI AL VICEPREMIER,
LA VITTORIA DI MAHMOOD
Vedremo stanotte i risultati elettorali in Abruzzo per vari motivi. Il
primo è il solito sorriso in danno dei sondaggi elettorali e il secondo
è il risultato delle due forze al governo. Per quel che può contare
nelle ultime 24 orte sono successi due fatti che fanno pensare che il
vento abbia fatto il suo (primo?) giro. Leggiamo che sabato a Vicenza
Di Maio attraversando la piazza si è beccato fischi, insulti anche
pesanti, urla. Meglio essere chiari. Nulla di epocale. Ma ancora prima
che venisse data la notizia della piccola protesta nei confronti del
vicepremier penstastellato, gli addetti alla comunicazione di M5S hanno
cominciato a inviare messaggi alle redazioni negando l’accaduto. «Non
c’è stata nessuna contestazione a Di Maio». Poi sono arrivati i video,
piuttosto eloquenti. Allora la versione dei fatti da propinare ai media
è cambiata. «Sì, ma ce l’avevano anche con Salvini». Chiamiamola una
correzione di rotta in corsa, a voler essere benevoli. Succede sempre
più spesso. A ogni contestazione, che sia la visita al vecchio liceo
del capo politico di M5S, «Non è vero che è uscito dal retro!», oppure
i fischi a lui e ad Alessandro Di Battista durante un recente comizio a
Ortona per le regionali abruzzesi, puntuale arriva la rettifica
informale: non dovete credere a quel che vedono i cronisti presenti.
Certo, troncare e sopire fa parte del lavoro dei mastini di qualunque
ufficio stampa.
Leggiamo anche che il vincitore del Festival di SanRemo 2019 è Mahmood,
che in realtà si chiama Alessandro Mahmoud, è nato a Milano nel 1992 da
madre italiana e padre egiziano: la sua carriera musicale è cominciata
nel 2012, con la sua partecipazione alla sesta edizione di X-Factor, da
cui però fu eliminato alla terza puntata. Mahmood ha vinto il Festival
principalmente grazie al voto della giuria: il cantante più votato con
il televoto era infatti stato Ultimo (46,5 per cento dei voti), seguito
da Il Volo (39,4 per cento dei voti).
Già a inizio serata il ministro dell’Interno aveva fatto sapere da che
parte stava: «Moscow Mule (4,5 cl Vodka – 12 cl Ginger Beer – 0,5 cl
Succo di lime fresco – 1 fetta di lime) e patatine, io e Fedriga a
Trieste in attesa del vincitore di Sanremo», aveva cinguettato Salvini
ai suoi fan. E ancora: «Secondo voi chi vince? Io dico Ultimo». Seguiva
una faccina sorridente. Dopo la mezzanotte, seguito l’esito finale
della gara, il vicepremier ha espresso il suo disappunto con un gioco
di parole: «Mahmood... Mah...». E ancora più esplicito: «La canzone
italiana più bella?!? Io avrei scelto Ultimo, voi che dite???». Al post
sono seguiti in pochi minuti, nonostante la tarda ora, oltre 2 mila
risposte, naturalmente degli orientamenti più vari. Di Maio ci ha
risparmiato la sua acuta puntuale considerazione che noi ci permettiamo
di anticipare: la Giuria di Sanremo sappiamo benissimo come
sia espressione del vecchio governo. Amen.
A Roma c’è stata la prima manifestazione unitaria dei tre sindacati
dopo quella del lontano 22 giugno di sei anni or sono. Le gazzette
scrivono che fossero in 200mila: “rimettiamo al centro il lavoro”. Non
il reddito di cittadinanza, quota 100 e la flat tax.
Intanto il governo Conte Salvini e Dimaio hanno accumulato una serie di
problemi che sarà difficile risolvere prima dell’estate. Come
l’attacco alla Banca d’Italia. Come la lite con la Francia. Come il
bordello col Venezuela. Come le 135 crisi e le dimissioni del tutor
ministeriale Castano dell’ Unità di Gestione delle vertenze per
le crisi di impresa del ministero. Come il milione e mezzo di
lavoratori poveri che non avranno il reddito di cittadinanza in quanto
esclusi dalla misura nonostante il basso tenore di vita perché superano
di poco i requisiti richiesti . Come il violento attacco della coppia
Salvini-DiMaio a Banca d’Italia e Consob di cui intendono azzerare i
vertici per i mancati controlli sulla banche insolventi. Come la
votazione se mandare a processo Salvini o salvarlo dal processo.
Senza contare che ne potremmo avere dimenticati parecchi ed altri ne sorgeranno nel frattempo.
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VERZE E COSTINE
CUCINA NOSTRANA
Una mattina mentre scendiamo da città alta sul quadro della vettura si
accende la spia che segnala un guasto alla freccia destra posteriore.
Passando davanti alla ex Italauto mi fermo per un controllo e la
vettura mi viene restituita dopo pochi minuti con la diagnosi: “s'era
staccato il jumbo da cui parte l'alimentazione del localizzatore
satellitare”. Resto perplesso davanti a questa affermazione e siccome
non ho mai fatto istallare un localizzatore satellitare chiedo mi sia
mostrato l'oggetto. Che sta in un posto che non sapevo nemmeno
esistesse: dietro il rivestimento del baule fissato alla carrozzeria
sul passaruota. Chiedo che sia scollegato. Riparto cercando di
indivonare chi mai mi abbia istallato questo aggeggio e mentre viaggio
mi arriva una telefonata del tipo: ho visto che eri da Italauto ti si è
rotta la macchina? La telefonata arrivava da una delle quattro
persone che mi aveva chiesto, a macchina nuova, di provarla. Dopo una
lunga storia si è scoperto che il cellulare di controllo dei movimenti
della macchina era intestato a un... russo. Commento dei carabinieri al
tempo: c'è sempre di mezzo un russo che copre l'italiano.
Una mattina ho un appuntamento in comune per consegnare un documento a
una funzionaria. Consegnato il documento con un breve ragionamento
assieme alla funzionaria esco dalla porta laterale e scendo in
biblioteca. Rapida lettura ai quotidiani e poi ritiro un libro
prenotato. Cinque minuti? Dieci minuti? Facciamo un quarto d'ora visto
che ho letto anche tre articoli. All'uscita vedo scendere dalla scale
del municipio un ex sindaco con in mano una copia del documento che
avevo appena presentato alla funzionaria. Come faccio a sapere che era
la copia del “mio” documento? Se uno guarda la seconda pagina mostra…
la prima pagina. Noto (an)che l'ex sindaco ha parcheggiato l'auto nel
parcheggio interno del municipio. Come fa ad avere ancora il
telecomando per entrare visto che non è più nemmeno consigliere?.
Un palazzo del centro paese. Negozi belli e meno belli. Bar, banche
chiuse, banche fallite, banche rinominate, un veterinario, un
fruttivendolo, una lavanderia a gettone. Solito marciapiedi lordato
dalle cacche dei cani, anche di quelli che abitano il palazzo. Insomma:
di tutto, tipico paesaggio urbano curnese. Tutti i negozi hanno delle
finestre sul retro che guardano verso un parcheggio pubblico. Dietro
una di queste finestre c'è una telecamera che consente alle commesse di
un negozio di controllare le proprie auto parcheggiate. Siccome sono le
prime che aprono bottega al mattino, anche il parcheggio é
(prevalentemente) vuoto e quindi piazzano le vetture nel cono di
visione della telecamera. Pure il custode delLa Latrina di Nusquamia
quando viene a Curno piazza la propria vettura nel cono della visuale
di controllo della telecamera: le commesse sono infatti sue amiche. E
di chi gli ha pagato due mesi di stipendio coi soldi dei curnesi.
Mi debbo assolutamente svenare per comprare un paio di mutande
DSQUARED2. Senza mutande DSQUARED2 (di colore nero: per l'esattezza) mi
sento uno zero. Uno zero biotto. E pensare che quando ero piccolo mia
madre mi fabbricava i boxer usando le camicie bianche di cotone
dismesse da mio padre. Quando diventavano “lise”. Chissà se i ragazzi
d'oggi conoscono questo aggettivo. Chissà che emozione se ci fosse
stata una madamina della rumenta a darle il premio come “mamma
riciclona” prim'ancora de La Miniera. No, dico: un paio di mutande da
27 euro, mica paglia. Già uno da cinquemila lire mi parrebbe eccessivo.
I miei concittadini hanno “voltato la” anche questa storiaccia
dell'uxoricidio della signora Marisa Sartori e del tentato omicidio di
sua sorella Deborha da parte del marito Ezzeddine Arjoun. In
piazza c'era poca gente, complice la giornata di shopping per
riempire i frigo di casa. In compenso non mancava la politica che
schierava tre sindaci e qualche assessore e consigliera delegata: tutta
gente inutile ieri e inutile anche oggi visto che la loro cultura
dell'welfare contempla solo lo scambio politico elettorale –nato creato
inventato quando l'Italia cominciò a indebitarsi - e quindi, chi ha
dato ha dato e chi ha avuto (qualche coltellata) ha avuto. Togliendo i
politici, le forze dell'ordine e gli addetti ai lavori (becchini preti
stampa) restavano in pochini. Pensiamo alla sfortuna che ha
beccato sia il prevosto che il nuovo maresciallo appena arrivati a
Curno e subito mazzuolati da un assassinio.
Eccoli li, i tre sindaci, praticamente coetanei dei genitori della donna uccisa.
Facciano una qualche riflessione prima di tutto perché prima di
un “femminicidio” c'è stato un “uxoricidio” e un “tentato omicidio”.
Davanti alla morte anche la precisione delle parole ha un valore.
Uxoricidio è l'uccisione di una persona che è legata da forti vincoli
di parentela con l'assassino/a. Femminicidio quando un maschio
qualsiasi uccide una donna qualsiasi. Credo che ne derivino anche
condanne differenti: più pesanti nell'uxoricidio.
La famiglia Sartori è una famiglia cresciuta in una delle provincie più
ricche del Paese; ai tempi della scuola dell'obbligo; in comuni
tutt'altro che poveri e dotati di piani del diritto allo studio. Si
domandi la politica come mai tutto questo ha fallito. Si domandi la
politica se i problemi che hanno condotto ai due delitti siano
risolvibili col nastrino rosso e tutto il bla bla che c'é sta dietro.
Prima di una “questione di genere” qui c'è una “questione di classe” grande come una casa .
Che non si affronta come dice la sindaca Gamba “abbiamo fatto incontri,
serate, volantini, istituito la bacheca rosa per le donne, davvero non
riesco a capire come non abbiamo potuto intercettare questa follia che
ha distrutto la vita di una giovane donna e distrutto una famiglia”.
Prosegue la sindaca: il percorso "Alla pari" realizzato in
collaborazione con i comuni di Mozzo, Lallio e con il Consultorio "Mani
di scorta" di Treviolo è l'esempio più strutturato di quanto fatto. Lo
scopo di questo percorso culturale è quello di sostenere tutti noi,
donne e uomini, nel contrasto alla violenza maschile sulle donne,
riconoscendone le radici e le innumerevoli dinamiche, che attraversano
indifferentemente culture e popoli diversi”.” In questi giorni stiamo
gettando le basi per proporre all'Istituto Comprensivo di Curno un
percorso di formazione contro gli stereotipi di genere per far sì che
le ragazze e i ragazzi delle scuole medie non accettino la violenza, in
qualunque forma sia veicolata, i docenti siano aggiornati e formati su
questo argomento e i genitori coinvolti e pronti ad ascoltare e
sostenere i propri figli e figlie”.
No sindaca Gamba. Lei e le altre madamine della maggioranza non avete
compreso che qui non siamo in presenza SOLO della “violenza maschile
sulle donne, riconoscendone le radici e le innumerevoli dinamiche, che
attraversano indifferentemente culture e popoli diversi” ma del fatto
che ieri come oggi chi nasce e cresce povero corre maggiori rischi
(anche personali) di chi ha maggiori risorse.
Non solo economiche. Quella famiglia andava aiutata prima e il fatto
che oggi sia ospite delle case comunali non è che l'epilogo del
fallimento delle chiacchiere delle madam
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