NEL PAESE BELLO DA VIVERE SONO MORTE DI MORTE VIOLENTA DUE DONNE -FORSE ANCHE TRE- IN UN ANNO.
Questo pezzo volutamente non é politicamente corretto, quindi chi non gradisce non lo legga nemmeno.
Dunque nel Paese Bello da Vivere (PBV) a distanza di un anno un'altra
donna è morta. Un anno or sono una anziana signora aveva deciso
di impiccarsi e stavolta due giovani donne sono state accoltellate dal
marito di una di loro. Una è morta e la seconda lotta per mantenersi in
vita. La notizia la leggete nell'articolo in testata.
Non siamo così ipocriti da mettere tutto a tacere per non offendere una
persona defunta: tanto anche facendo i falsi e gli ipocriti non tornerà
in vita e nemmeno si eviteranno fatti analoghi in futuro.
Quindi meglio parlarne. Meglio ancora in maniera chiara.
I genitori della vittima era arrivati a Curno con la piena del Brembo
da S. Omobono Imagna ed erano stati raccolti all' ”approdo su
fiume” e vivevano alloggiati nella case popolari del comune. Il che
significa che sono una famiglia in condizioni socio-economiche niente
affatto buone. Non si sa se in quella casa ci stessero anche le due
figlie, regolarmente registrate all'anagrafe comunali come residenti in
paese.
Queste case portano impresse stimmate non di poco conto. Prima
stimmate: sono arrivate al comune per via di una maxi speculazione
commerciale da cui dc, pci e psi hanno tratto larghe risorse. Seconda
stimmate. Vi sono stati investiti qualche miliardo di vecchie lire e
per il tempo dell'avvenimento erano tutti soldi presi a debito
dall'Italia. Sommariamente si può dire che quelle case sono costate
agli italiani almeno tre volte: primo per gli interessi pagati
sul debito, secondo per il costo maggiorato di costruzione, terzo
perché sommando affitti non riscossi e manutenzioni effettuate per
scarsa cura degli affittuari, si potevano ricostruire un'altra volta
(dal 1975 al 2019). Una politica minimamente attenta e non complice (di
voto di scambio) avrebbe fatto meglio a prendere in affitto delle case
e affittarle, garantendo al proprietario l'affitto e ciao stai bene:
gli sarebbero costate una volta sola invece di tre. Quando abbiamo
detto alla sindaca (Gamba) di vendere quel “ghetto”, ci ha risposto che
nemmeno per sogno le avrebbe vendute. Che sia un “ghetto” basta vederle
e basta sapere che è presente in forma stabile un servizio per curare
la convivenza tra gli affittuari presenti: con meno di due dozzine di
appartamenti manco fossimo alle Vele di Scampia. E' utile anche che sia
un “ghetto” perché così qualcuno prende l'obolo per curarlo: in fondo
meglio curare per sempre un malato che guarirlo una volta per tutte.
No?.
Un passo avanti. La vittima si era appena separata dal marito (il quale
si era ben guardato dal presentarsi in comune di S.Omobono
probabilmente temendo di trovarsi i caramba con le manette visto quel
che combinava…) e viveva dai genitori. Morale della favola:
non a aveva più una casa e quindi era tornata alle origini. Non si sa
nemmeno se pure l'ex compagno avesse ancora una abitazione propria.
Chissà se il Comune di Curno sapeva che in quella casa c'era anche lei e da quanto tempo.
La vittima Marisa si era trasferita da poco a Curno, era tornata a casa
dopo il fallimento del suo matrimonio con Ezzeddine Arjoun, quell'uomo
che aveva sposato giovanissima: a 18 anni. Lo aveva seguito anche in
Tunisia per tre anni.
Poi il ritorno in Italia, la residenza a Sorisole e a Sant'Omobono in
Valle Imagna. Tra loro era finita. Il 20 gennaio scorso Marisa e
Ezzeddine avevano appuntamento in municipio a Sant'Omobono Imagna per
mettere la parola fine alla loro relazione. Ma l'uomo non si era
presentato. Da allora erano iniziate le minacce della persona che aveva
amato.
Marisa aveva presentato denuncia qualche giorno fa, una denuncia
formale messa a punto dal centro antiviolenze Aiuto donna di Bergamo a
cui si era rivolta impaurita dopo le minacce del marito reso ancor più
aggressivo dalla scelta di separarsi.
E coi tempi che corrono, un minimo di attenzione meritava d'essere
tenuta, magari avvertendo i carabinieri di Curno che adesso lei stava
qui e che il tipo fosse tenuto sotto controllo visti i tempi che
corrono e visti i precedenti del soggetto. «Lui l'aveva minacciata più
volte e lei lo aveva denunciato. Era da sapersi che finiva così».
Queste le parole di sfogo di uno zio della vittima. Domani sapremo che
le “carte” erano tutte a posto ed hanno viaggiato alla regolare
velocità burocratica: salvo il fato che il tunisino è arrivato prima.
Prima delle carte.
Del senno di poi sarebbero piene le tombe: magari ce ne fosse un poco anche prima, non guasterebbe.
Scrive il mite Traina su L'Eco che Sul posto anche due amministratori
comunali: il sindaco Luisa Gamba e l'assessore Claudio Cavagna, che
hanno parlato con i carabinieri e i familiari delle due sorelle. «Una
tragedia - ha commentato il sindaco - che vede di nuovo vittime due
giovani donne. Procederemo ancora più convintamente con i lavori della
commissione pari opportunità che si sta occupando anche del contrasto
alla violenza di genere. Siamo vicini alla famiglia in questo momento
tragico». La consigliera fascio femminista Carrara ha chiesto sia
dichiarato il lutto cittadino. Non fosse altro che adesso ci sono i
cagnetti della vittima da accudire e riassegnare.
Insomma anche stavolta, a distanza di un anno dal precedente fatto, due
donne sono state accoltellate ed una è morta a Curno. Nel paese
bello da vivere.
La sindaca ha provveduto a pubblicare sul sito del Comune il suo bravo
compitino di una paginetta e mezza, tutto infarcito di banali
banalità da terza media e ad intonare con tono aulico “Oggi le bandiere
dell'Europa, dell'Italia e di Regione Lombardia, appese fuori dal
municipio, sono state ammainate in segno di lutto e il drappo rosso
appeso il 25 novembre scorso in occasione della "Giornata
internazionale per l'eliminazione delle violenze contro le donne" è
ancora più visibile. Il drappo è un simbolo del lavoro svolto
dall'Amministrazione e dalla Commissione Pari Opportunità che dal 2013
si sono attivate per contrastare la violenza sulle donne attraverso
percorsi culturali e di formazione rivolti a tutti l cittadini e
cittadine.
Il percorso "Alla pari" realizzato in collaborazione con i comuni di
Mozzo, Lallio e con il Consultorio "Mani di scorta" di Treviolo è
l'esempio più strutturato di quanto fatto. Lo scopo di questo percorso
culturale è quello di sostenere tutti noi, donne e uomini, nel
contrasto alla violenza maschile sulle donne, riconoscendone le radici
e le innumerevoli dinamiche, che attraversano indifferentemente culture
e popoli diversi. In questi giorni stiamo gettando le basi per proporre
all'Istituto Comprensivo di Curno un percorso di formazione contro gli
stereotipi di genere per far sì che le ragazze e i ragazzi delle scuole
medie non accettino la violenza, in qualunque forma sia veicolata, i
docenti siano aggiornati e formati su questo argomento e i genitori
coinvolti e pronti ad ascoltare e sostenere i propri figli e figlie.
L'Amministrazione dichiarerà il giorno dei funerali di Marisa giorno di lutto cittadino.
Alle madamine che scendono in stola e piumone al secondo mercoledì del
mese tra l'anziano popolo bove del mercato a illuminarlo del bene fare
della maggioranza contro le fake news degli web media e delle balle da
bar non è bastato toppare l'anno scorso ma hanno toppato di nuovo
quest'anno.
Loro pensano che tutto si risolva con una determina di assegnare
qualche soldino ad una onlus o un privato che soccorra l'abbiente. C'ha
avvisato per iscritto che è pronta l'ennesima determina per assegnate
un po' di soldini all'ennesima onlus o coop: “per proporre all'Istituto
Comprensivo di Curno un percorso di formazione contro gli stereotipi di
genere per far sì che le ragazze e i ragazzi delle scuole medie non
accettino la violenza, in qualunque forma sia veicolata, i docenti
siano aggiornati e formati su questo argomento e i genitori coinvolti e
pronti ad ascoltare e sostenere i propri figli e figlie”. L'albo
pretorio gronda letteralmente di queste mance e questi incarichi.
Pensano che il malessere di un paese si curi prima di tutto “con un
momento di preghiera” e sicuramente sempre e solo coi soldi distribuiti
a pioggia alle proprie clientele oppure “procedendo ancora più
convintamente con i lavori della commissione pari opportunità che si
sta occupando anche del contrasto alla violenza di genere” che non si
sa cosa faccia quanti se ne interessino salvo loro.
Infatti basta aprire la pagina web del Comune di Curno alla voce
“commissioni” per verificare che NON ESISTE questa commissione e NON E'
NEPPURE NOMINATA tra quelle possibili (arti 1, comma 2 del Regolamento
commissioni temporanee e speciali approvato con Delibera Consiglio
Comunale n. 74 del 26.10.2017)
Alle madamine non sfuggono solo questi fatti gravissimi – due forse tre
delitti in poco più di un anno- ma sfugge tutto quello che non è
passibile di voto di scambio.
In paese quante sono le persone malate di tumore o cancro senza
che le famiglie siano assistite? Quante sono le persone fuori di melone
e relative famiglie assistite dal comune? Quante sono le persone cieche
e sorde (non del tutto ma in buona parte) mandate ad una visita
specialistica e dotate di appositi apparecchi? Quante sono le persone
con problemi alla dentatura senza adeguata cura?. Potremmo continuare.
Non ha da meditare la sindaca Gamba sul fatto che nonostante quella
ragazza avesse denunciatole minacce NON sia stata difesa e
assistita e il suo persecutore arrestato. Per di più uno “armato” di
una taser e di un coltellaccio. Mica di una fionda.
Anche il fatto stesso che quella povera ragazza non si sia rivolta ai
Carabinieri ed al Comune davanti ad una situazione famigliare
complicata ne pericolosa anziché “risolversela da sola in famiglia”
fino alla tragedia (che era ben più che annunciata, ma prossima di
sicuro) indica non solo scarsa informazione della stessa ma anche
scarsa fiducia nell'istituzione cui la sindaca risponde con una
commissione … inesistente.
Il Comune di Curno viene da quattro mandati amministrativi con TRE
sindache donna ed un sindaco di ignota professione (fiorista?
flayerista? organista? maestro di cantante liriche, pianista, boh?) che
hanno creduto che una commissione e la distribuzione a pioggia di
denaro pubblico bastasse a mettere in piedi e regge un “pese bello di
vivere”. Non è stato così: senza cultura e politica non vai da nessuna
parte. Basta leggere le due paginette per capire la debolezza culturale
e politica di chi governa. Il Comune non è una chiesa e nemmeno uno
studio di ragioniere.
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