schermata 2000 pixels














Di cosa parliamo in questa pagina

Abbandono scolastico, i dati tornano a crescere: a 18 anni il 14% dei ragazzi molla.
Peggio solo Malta, Romania e Spagna.


I dati sulla dispersione scolastica per la prima volta dopo anni invertono la loro tendenza: anziché decrescere aumentano. È quanto ci dice l’ultimo rapporto Istat sul benessere equo sostenibile in Italia. Un allarme che il governo è pronto ad affrontare con duemila nuove assunzioni di insegnanti previsti nella Legge di Bilancio. Un intervento che non basta secondo l’ex sottosegretario all’istruzione Marco Rossi Doria che, oltre ad essere maestro di strada, ha presieduto lo scorso anno la cabina di regia voluta dalla ministra Pd Valeria Fedeli sulla dispersione scolastica: “Se non sostieni dalla parrocchia, al centro sportivo, al volontariato, al dopo scuola informale dando loro dei finanziamenti e mettendoli in rete, non scenderanno mai i dati che conosciamo”.

La fotografia che ci consegna l’Istat è a tinte fosche. Nel 2017 il 14% dei giovani tra i 18-24 anni è uscito dal sistema d’istruzione e formazione rispetto al 13,8% precedente. La variazione è minima, ma è la prima inversione di tendenza in dieci anni. Peggio di noi vi sono solo, tra i Paesi Ue, Malta (17,7%), la Romania (18,1%) e la Spagna (18,3%). I dati raccolti dall’istituto di statistica non sono per nulla confortanti: le persone di 30-34 anni che hanno completato un’istruzione terziaria (università e altri percorsi equivalenti) sono state il 26,9%, una percentuale ancora distante dalla media europea (39,9%). Tra i Paesi Ue soltanto in Romania il valore è inferiore (26,3%). L’Italia non è in testa alla classifica nemmeno per quanto riguarda la percentuale delle persone tra i 25 e 64 anni che hanno almeno il diploma: il dato, 60,9%, è significativamente più basso di quello della media europea (77,5%). Anche in questo caso solo Spagna (59,1%), Malta (51,1%) e Portogallo (48%) hanno segnato percentuali più basse.

Un dato che balza all’occhio è che al Nord nel 2017 si interrompe il processo di riduzione di giovani di 18-24 anni che non sono inclusi nel sistema di istruzione e formazione e possiedono al più la licenza media. Numeri che peggiorano soprattutto nelle isole: in Sardegna e in Sicilia nel 2017 i giovani tra i 18 e i 24 anni con la sola licenzia media ormai fuori dalla scuola sono rispettivamente il 21,2% e il 20,9%. In altre regioni, invece, la percentuale di giovani che abbandona è inferiore al valore medio europeo: in Abruzzo (7,4%), in provincia di Trento (7,8%), in Umbria (9,3%), in Emilia-Romagna (9,9%), nelle Marche (10,1%), in Friuli-Venezia Giulia (10,3%) e in Veneto (10,5%). “Lo scorso anno – commentano i ricercatori dell’Istat – i principali indicatori dell’istruzione e della formazione in Italia si sono mantenuti significativamente inferiori a quelli della media europea anche se, in alcuni casi, il divario continua a ridursi”. Nel confronto con il 2010, a fronte di un quadro complessivamente in miglioramento, si segnala il peggioramento di tre indicatori: la partecipazione alla scuola dell’infanzia; la partecipazione culturale; la quota di giovani che non lavorano e non studiano.

A questi numeri il governo gialloverde ha risposto con un’azione mirata: “Nell’articolo uno comma 278 della manovra – spiega il presidente della Commissione cultura, scienze, istruzione della Camera Luigi Gallo – abbiamo previsto l’assunzione di 2000 insegnanti in più proprio per combattere la dispersione scolastica fin dai primi anni del percorso scolastico attraverso l’estensione del tempo pieno e del tempo prolungato nel primo ciclo. Si tratta di un numero strutturale di insegnanti in più che permettono l’apertura pomeridiana nei quartieri più a rischio” . Inoltre l’onorevole Gallo aggiunge: “Partiamo con duemila insegnanti ma a regime, attraverso un Decreto ministeriale, prevediamo di stanziare per ogni anno 80 milioni sul personale in più che serve per il tempo pieno. Ad oggi in molti territori arrivava la richiesta del tempo prolungato, ma non poteva essere soddisfatta dagli uffici scolastici regionali per mancanza di docenti. Ora siamo in grado di rispondere alle aeree più a rischio”. Un intervento apprezzato dal direttore della Fondazione “Giovanni Agnelli”: “L’allungamento del tempo scuola – spiega Andrea Gavosto – è ciò che funziona meglio in termini preventivi. I dati dell’Istat ci danno un quadro della situazione ma sapere che dei giovani di 18 anni hanno abbandonato la scuola è ormai tardi. Bisogna intervenire prima attraverso un monitoraggio da fare già nel primo ciclo, andando ad individuare chi è in ritardo o chi è stato bocciato in modo da fornire percorsi individualizzati e una reale inclusione scolastica”.

Ad essere allarmato è Marco Rossi Doria: “Il trend negli ultimi anni è sempre stato in decrescita se fosse vero che siamo di fronte al 14% è un segnale pessimo. Questi numeri vanno tenuti sotto osservazione”. Sul cosa fare l’ex sottosegretario risponde: “C’è un documento del Miur sulla lotta alla dispersione scolastica fatto da una cabina di regia da me presieduta: sono 57 pagine che dicono esattamente cosa si deve fare sulla base di trent’anni di esperienza con un’analisi puntuale e dettagliata”. Nella parte finale del rapporto presentato dalla cabina di regia vi sono una serie di indicazioni tra le quali: ricostituire, rafforzare o rilanciare e coordinare le esperienze italiane di seconda occasione sorte nel periodo 1990 – 2017 e ogni intervento tra scuola e territorio con i ragazzi in maggiore difficoltà dando stabilità alle reti contro la dispersione; riconsiderare i cicli di istruzione con attenzione allo snodo tra scuola media e biennio del successivo obbligo, in modo fortemente orientativo e con occasioni per il recupero dei ragazzi low performers; limitare, anche con forme di moratoria, le “bocciature” che non sono efficaci in termini di riuscita e di sostegno alla motivazione e su cui, in tutta Europa, ci si interroga. “Non basta la sola scuola. Ci dev’essere – aggiunge Rossi Doria – un coinvolgimento di tutti gli attori sociali del territorio”.

Alex Corlazzoli

IL COMMENTO
 a Curno? Non interessa. Già. Chissenefrega nel paese bello da vivere cosa fanno i ragazzi dopo le medie. Chissenefrega pure cosa fanno dopo le superiori semmai le finiscono tutti quelli che ci vanno. Qui si va per le spicce: se c’éla possibilità di scambiare a breve soldi per voti fila via tutto liscio, altrimenti che s’arrangino. Mai visto un Comune che non abbia compiuto un’inchiesta sul che facciano o che vogliamo i suoi over 14 e under 25. Giusto!. Se il Comune spende soldi -meglio tanti e il più possibile a pioggia- nella scuola dell’obbligo il ritorno elettorale è immediato . Con gli over 14 invece siamo nel mondo degli infedeli. O meglio: degli stronzi. Quindi nisba: che si arrangino. Basta un borsina di studio e un aiutino per il biglietto del bus.
LA SALUTE DEI LOMBARDI
TROPPI RICOVERI INUTILI  DEI BAMBINI
GLI ANZIANI SI VACCINANO MENO DEL 50%
IL CARTELLO DELLE FARMACIE E I FARMACI PIÙ CARI


LA NOTIZIA DA REPUBBLICA/MILANO.
Troppi bambini ricoverati in ospedale per banalità: 307 minori ogni ìoomila, contro i 38 della Toscana (8 volte in più), i 48 del Piemonte (6 vol­te in più), gli 84 del Veneto (4 volte in più) e i 129 dell’Emilia Romagna (oltre il doppio). La situazione della Lombardia è allarmante: c’è il tasso di ospedalizzazioni under 18 più alto d’Italia. Non c’entra nulla l’eccellenza del sistema sani­tario lombardo che attrae pa­zienti anche dalle altre regio­ni per cure onco-ematologi- che piuttosto che per malattie rare. Il problema è che i bam­bini finiscono ricoverati per asma e gastroenteriti, curabili nella stragrande maggioranza dei casi dal pediatra di fami­glia. II dato sulle elevate ospe­dalizzazioni pediatriche è, dunque, il segnale che non funziona come dovrebbe l’as­sistenza sul territorio oppure — ed è altrettanto grave — che gli ospedali fanno ricorso al ricovero anche se non è strettamente necessario per avere rimborsi più alti dal ser­vizio sanitario nazionale.
La graduatoria
I numeri arrivano dal ministe­ro della Salute e l’anno di riferimento è il 2017. Più in particolare l’alto tasso di ricoveri per i bambini è certamente la più grave.
I problemi da risolvere: nel 2016 venivano ricoverati 309 mino­ri ogni 100 mila e nel 2015 an­cora di più: 343. L’assessore alla Sanità Giulio Gallerà spie­ga: «Il problema dei ricoveri pediatrici sarà uno dei temi più importanti del 2019. Il no­stro obiettivo è continuare la­vorare per ridurre il numero di ricoveri pediatrici inutili che vengono eseguiti, miglio­rando sempre di più le rete di assistenza materno-infantile, rafforzando l’azione dei pediatri di libera scelta e la presenza di pediatri nel Pronto soccorso per valutare il bisogno dei bambini e indi­rizzarli verso il luogo di cura più idoneo».
Altro punto debole, le vac­cinazioni antinfluenzali per gli anziani, considerate fon­damentali dall’Organizzazio­ne mondiale della Sanità (Oms) per limitare le compli­cazioni anche mortali nelle persone più fragili. Nel 2017 la Lombardia non arriva al 50% contro l’obiettivo indicato dall’Oms del 75%.
Sotto accusa da parte del ministero della Salute finisce anche la volontà politica ul­tradecennale del Pirellone di favorire le farmacie, facendo­le guadagnare più del neces­sario, in cambio di una pre­senza capillare sul territorio. Una scelta denunciata anche di recente dal Corriere. Succe­de che più d’un farmaco che dovrebbe essere comperato a livello centrale dalle Ats in modo da strappare prezzi più bassi e poi semplicemente di­stribuito dalle farmacie, viene invece fatto acquistare diret­tamente alle farmacie. Così in Lombardia gli acquisti centra­lizzati delle medicine per i malati cronici sono solo al 60% contro il 95% del Piemon­te, il 91% dell’Emilia Romagna e l’89% della Toscana. In Lom­bardia, infine, vengono anco­ra fatti troppi cesarei che han­no un tasso del 20% soprattut­to nelle Maternità con meno di mille parti: un uso impro­prio che può danneggiare la salute della donna e del futu­ro bebé, ma comodo per l’ospedale che può program­mare l’intervento e non avere medici a disposizione I124 so­prattutto per l’epidurale.


IL COMMENTO. Troppi bambini condotti in ospedale per ricevere cure che potrebbero benissimo essere adotta te dai genitori e dal pediatra assieme a troppi anziani che non si vaccinano debbono far rizzare le orecchie an che ai nostri amministratori visto che il sin daco siede nel governo della salute. Il fatto è che il sindaco - che sia l’attuale come tutti quelli di prima- se la popolazione non si fa sentire sceglie di non vedere perchè è a corto di soldi. Non è vero ma il motivo speso è sempre questo. Genitori che figliano vieppiù anziani farebbero pensare ad una maggiore preparazione e informazione ed invece il ricovero  in ospedale è la soluzione. Paradossalmente uno dei motivi per cui gli anziani non si vaccinano sapete qual’è? Il tempo necessario per organizzarsi!. Ci vedono poco. Ci sentono poco. Non sanno usare il telefono. Non hanno pazienza di aspettare qualche decina di minuti in più in ambulatorio: pretendono di essere serviti secondo il comodo loro. E così restano a casa incollati sul divano davanti la TV che li rimbambisce: si commuovono davanti alle disgrazie altrui (quasi sempre inventate per audience)  e dimenticano di  evitare le proprie.

NOTIZIA. Grandi lavoratori al Comune di Curno. La delibera consigliare n.52  di approvazione della Settima Variazione di Bilancio 2018 - 2020 che venne votata nella seduta del 30 ottobre 2018 è stata pubblicata oggi 21 gennaio 2019 , cioè dopo quasi 85 giorni. Anche la seduta del consiglio comunale del 17 dicembre, quindi oltre un mese or sono, non è stata ancora pubblicata la video registrazione. Siccome abbiamo seguito (quasi) tutta la seduta, non riusciamo a capire cosa ci sia di così delicato da motivare se non addirittura la censura (già successo) perlomeno questo ritardo. Questa giunta spende e spande alla grande anche perchè è piena di soldi ma non sa che esiste un programma che consente di tradurre in scritto il verbo  dei consiglieri. Glielo consigliamo.
Già. A novembre c'è il ponte dei Morti. A dicembre c'è la Madonna e poi il Gesù Bambino. A gennaio la Befana e i saldi. Ragazzi: avete presente che fatica a stare dietro a tutto sto bailamme?!. E 'sto cazzone che vuole le delibere pubblicate!.

TUTTA CASA CHIESA E DELITTO
Venerdì, mezza giornata dopo l'omicidio, Chiara Alessandri si è alzata nella villetta di via San Rocco allo stesso orario di sempre. E come sempre si è messa davanti allo specchio del bagno. Qualcuno dalla strada l'ha notata intenta a truccarsi. Ha fatto colazione e ha accompagnato i suoi figli a scuola. Il più grande va in prima media, il secondo ha 7 anni, l'ultima 6.
L'assassina di Stefania Crotti '(leggi lintervista al marito della vittima) è una mamma di paese che dava una mano in chiesa e faceva la rappresentante dei genitori a scuola. Un po' criticata per via di quel carattere di «una che vuole sempre essere al centro dell'attenzione», la descrive un conoscente, ma che nessuno avrebbe mai immaginato capace di tanto. Per le strade di Gorlago da sabato è calato un silenzio di tomba. Dietro le porte, però, non si parla d'altro, ognuno a sviscerare il piano diabolico che, per gli inquirenti, Alessandri covava da settimane. Oggi dovrà ripeterlo al gip di Brescia Tiziana Gueli. In gran parte lo ha già ricostruito in fase di fermo dopo che i carabinieri l'hanno prelevata dalla casa della madre alle 6 del mattino, con lividi e graffi sulle braccia e al volto. I segni dell'ultimo, disperato tentativo da parte della vittima di scampare alla morte. Sì, ha persuaso l'amico Angelo a convincere Stefania a farsi bendare e trascinare a una fantomatica festa organizzata dal marito. E sì, l'ha uccisa. Ma lo avrebbe fatto al culmine di una lite e non avrebbe bruciato il cadavere. L'avvocato Gianfranco Ceci, che l'assiste, intende chiedere una perizia psichiatrica: «La mia assistita veniva da un periodo molto difficile — spiega —. Era provata psicologicamente dalla separazione dall'ex compagno e dai problemi dell'ultima figlia».
Omicidio di Gorlago, chi sono i protagonistiStefania Crotti, la vittima
Che la vita di Alessandri fosse segnata dalle vicissitudini era risaputo. Originaria di Rho, era arrivata a Gorlago bambina. Ha perso il padre ancora piccina, l'unico fratello è morto di overdose. Le resta la mamma, anziana e con problemi di salute. Sabato pomeriggio vagava sola per le strade del paese. Poco dopo si è sentita male e da allora è in ospedale. Dal compagno Giuseppe Cantamesse, di Trescore Balneario, invece, Alessandri si era allontanata circa un anno fa. Avevano stabilito di alternarsi nella villetta di San Rocco. Cantamesse non può guidare per via di un grave incidente sul lavoro. È il fratello Pietro che gli dà una mano e che ora si sta occupando dei bambini insieme alla nonna. I rapporti tra la coppia erano rimasti tesi, dal garage dell'omicidio i vicini sentivano spesso le urla delle loro discussioni forse, negli ultimi tempi, scatenate dalle relazioni di lei. Del Bello era stato più di una volta in via San Rocco. Dopo di lui, altri.
Venerdì, il giorno dopo l'omicidio, Alessandri ha condotto la vita di sempre. Ha portato i bambini a scuola, è andata a riprenderli e alle 16 si è fermata al distributore Eni dove la conoscono di vista. Ha chiesto che le pulissero l'auto, una Mercedes Classe B. Imaram, uno dei ragazzi pachistani addetti al lavaggio, si è occupato degli interni. Anche del bagagliaio, dove aveva caricato il corpo di Stefania. Non c'erano tracce di sangue evidenti, solo tanto sporco. Lei, nell'attesa, chattava con il telefonino. Ha dato una controllata alla fine, ha pagato i 15 euro ed è tornata a casa.
Maddalena Berbenni Corriere della Sera/Bergamo

I lettori curiosi possono leggersi in rete la delibera del consiglio comunale di Pontebba (1400 abitanti mucche pecore capre orsi e lupi esclusi)  con la quale decidono di affidare a una spa pubblica tra vari comuni per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Sostanzialmente la stessa decisione assunta dal nostro comune  per l'acquisto di azioni della Servizi Comunali spa ed affidarvi la raccolta e smaltimento della rumetta curnese. La delibera composta da diversi documenti e vale la pena di leggere sia la delibera stessa *:, che la  relazione accompagnatoria **: Già che ci sono diano una lettura anche alla seguente ***. Magari ne occorrerebbe uno anche a Curno oppure no? Gli indirizzi web per leggere le delibere sono alla fine di questi testi.
P.S.: non chiedetemi come mai sono arrivato al sito del Comune di Pontebba. Sledogg.

Dalle dichiarazioni della sindaca Gamba nella seduta consigliare del 30 ottobre u.s. pare che il Comune ricaverà 467mila euro quale contributo costo di costruzione dell'ampliamento food e  del neo parcheggio  al centro commerciale di via Fermi. Chi ha tempo di rileggersi la sintesi della convenzione tra Comune e società proprietarie che attuano l'intervento che abbiamo copia-incollato e riportiamo qui sotto perlomeno qualche dubbio gli viene. No dico: se uno per fare una ristrutturazione del proprio negozio si inventa un sacco di opere di urbanizzazione che servono solo a farsi al meglio i propri affari e la propria bellezza poi, d'accordo col comune grida che  spende un casino, magari un Comune gli risponde con un peto e gli chiede un pacco di euro sonanti per tutto l'ammontare delle opere di urbanizzazione secondarie (euro 427.596,40).
E nella convenzione, dopo lo schiaffone ricevuto dal comune col caso Leggeri, sarebbe utile mettere per scritto che tutti gli eventuali casini che dovrebbero sorgere (con l'universo mondo) per l'intervento saranno a carico degli operatori e MAI del Comune.

LA NOTIZIA(colta da FB). «Li lasciamo affogare fin­ché non smettono — com­menta sarcastica e amara Elena Fattori su Facebook —. In­tanto gli sbarchi diminuisco­no anche se le partenze continuano. Poi se non smet­tono le partenze comunque il mare risolve il problema e se si eliminano donne e bambini il problema è risolto alla radi­ce perché non rischiano di moltiplicarsi». Conclude la senatrice: «E questo costa meno di “aiutarli a casa loro” o rimpatriarli. E la coscienza è a posto perché è colpa della Francia e ci pensasse lei. Giu­sto?».
IL COMMENTO (di Salvini). Sarà una coincidenza che da tre giorni c'è una nave di una Ong, proprietà olandese, equipaggio tedesco, che gira davanti alle coste della Libia? Ed è un caso che in questi giorni gli scafisti tornano a far partire barchini, barconi e gommoni mezzi sgonfi che poi affondano e poi si contano i morti e i feriti? - domanda ancora Salvini -Se lo scafista sa che se mette in mare questi disperati c'è la possibilità che qualcuno possa tornare a fargli guadagnare quattrini torna a farlo. Più ne partono, più nei muoiono”.“

LA NOTIZIA. L'Intelligenza artificiale ha bisogno di profili umanistici. Non solo menti matematiche: l'Intelligenza artificiale ha bisogno di «profili umanistici». Lo diciamo subito: non stiamo segnalando posti di lavoro. Non ancora almeno. Ma, secondo gli esperti del settore, ci sarà necessità di «penne creative» per dar voce e «anima» non solo ai simpatici assistenti virtuali che stanno entrando nelle nostre case, ma anche ai chatbot sempre più «impiegati» da aziende dei più diversi settori, ad auto parlanti e tool simili che stanno prendendo piede nelle nostre vite. Non stiamo parlando del futuro. E' una strada già battuta. Non a caso Google già due anni fa ha ingaggiato autori della Pixar e del blog satirico «The Onion» per disegnare personalità e battute di Google Home. E ci sono anche società di dimensioni molto più ridotte che si stanno muovendo nella direzione. Pure in Italia. Per esempio Hej!, giovane agenzia creativa specializzata in chatbot personalizzati per i brand: nel suo team lavorano, insieme a sviluppatori e a chi si occupa di operations, due giovani freelance che scrivono anche per il cinema e il teatro. «Hanno una collaborazione costante con noi: le battute di questi bot sono scritte da loro» conferma Paolo De Santis, cofondatore della società. E' un fenomeno che sta crescendo e per laureati in Lettere & co (e voglia di scrivere) potrebbe essere un'opportunità. Iolanda Barera /ASFOR.
IL COMMENTO. Lo scrive anche il custode delLa Latrina di Nusquamia, tale ing. Claudio Piga, uno che ha fatto il classico dai preti dove già ci stette l'Antonio Gramsci (per sottintesa la proprietà transitiva sulla cultura e l'intelligenza…). Il custode delLa Latrina di Nusquamia, abduano di origini sardAgnole con ascendenze garibaldine in ValCamonica cominciò alla Olivetti  di Adrano per finire con una dittarella (senza indicazione di partita iva) produttrice di flayers alloggiata in un negozio di fiorista in un comune sgarruppato alle porte di Bergamo. “Che s'ha da fa' pe' campa'”.


http://www.comune.pontebba.ud.it/fileadmin/user_pontebba/delibera_c.c._62_-_ORGANIZZAZIONE_SERVIZIO_GESTIONE_RIFIUTI_MEDIANTE_NET_SPA.pdf  http://www.comune.pontebba.ud.it/fileadmin/_migrated/content_uploads/relazione_affidamento_servizio_igiene_urbana.pdf
http://www.comune.pontebba.ud.it/uploads/media/Regolamento_06.pdf