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CURNO: QUANDO MANCA LA POLITICA

C'è in rete una pagina intitolata dall'autore: ”Quattro passi per Curno. Sguardi distratti di un quasi-neoresidente” che  pubblica un breve resoconto fotografico di un giro nel nostro paese e territorio. E' l'immagine del nostro quotidiano. Un paese che non è sporco ma non è nemmeno pulito al minimo necessario ed obbligatorio. Un paese che non ha le buche stradali “Roma style” ma ci sta arrivando. Un paese che non è male manutenzionato ma si vede che lo fanno alla pene di cane e senza cultura urbanistica e dei lavori pubblici. Un paese dove trovi dei ruderi di proprietà pubblica e ti domandi “ a che servono?”. Un paese dove moltissimi scambiano   l'esposizione di casa propria come fosse l'accampamento degli extracomunitari di Rosarno. Un paese dove (aia!) non sai perché una pista ciclabile comincia qui e finisce li e non collega un bel niente di nulla. Una galleria pubblica stabilmente impestata 365 giorni all'anno di merde e piscia di cani (anche dei condomini del palazzo). Le aiuole pubbliche che paiono sono un deposito di fogliame e pattume vari. Dimenticando alla pavimentazione di via Roma. La carenza di parcheggi e verde della Merena. Le Crocette ridotte a vicolo napoletano. Le invisibili rotonde a fagiolo che vengono attraversate ogni notte da qualche automobilista. L'ingresso del municipio con una crepa presente dalla sua fondazione e il pavimento di dubbia pulizia. Quei buchi-tuguri che sono la segretaria, la ragioneria e i servizi sociali dove i  cittadino che s'affaccia teme escano rapaci. Un castello da qualche parte addobbato di improbabili oggetti raccattati nei mercatini delle pulci. Le due sindache e la  giunta che vanno in piazza di mercoledi con gli espositori a spacciare volantini come novelli Testimoni di Geova.
Questo democratico squallore fa il paio o fa rima con l'azione politico amministrativa. C'era da preparare il contratto per l'appalto di manutenzione dei beni comunali, una polpetta da almeno mille euro al giorno, e la sindaca Serra chiama una architetto femmina di un ignoto paesino in piena crisi politico amministrativa (per lo stesso tema…) per preparare il contratto. Uno immagina che a fronte di un contratto così impegnativo dal punto di vista economico (mille euro al giorno più tutto quel che viene di seguito…) il sindaco faccia una gara europea tra aziende di ingegneria di alto livello. Invece Curno si scambia per qualche mese con un altro micro comune una dipendente comunale (motivazione: risparmiare!) ed al costo del salario regolare si fa preparare il contratto. Poi la rimanda a casa.
Succede lo stesso per il contratto  per il rifacimento dell'illuminazione pubblica e la fornitura energetica. In questo caso un contrattino sui 175mila euro l'anno più quel che viene di seguito. Anche in questi caso fa venire un geometra di altro comune (che rapporto professionale ci sia tra l'agrimensura e l'elettricità bisogna chiederlo alla sindaca Serra), ci lavora per qualche mese e poi il dipendente comunale viene rimandato a casa.
Idem per l'appalto delle nettezza urbana. Bisogna trovare una giustificazione plausibile di passare da un normale appalto all'affidamento a una società pubblica diventandone comproprietari. La sindaca Serra chiama una architetto di un comune dove già opera tale società pubblica per la nettezza urbana, si fa preparare una relazione in cui si dice –tra l'altro- che i Comuni  meglio non facciano gare d'appalto perché sostanzialmente esiste una sorta di cartello tra le ditte concorrenti (concorrenti di che se fanno cartello? boh?) e con in mano una relazione che tranne i numeri andrebbe bene per tutti gli ottomila comuni italiani, fa decidere al comune di diventare comproprietario della società pubblica della nettezza urbana.
C'era di rimettere mano al PGT anche perché bisognava adeguarlo alle nuove leggi vigenti ed anche perché il comparto commerciale sulla via Fermi-Europa ormai  era-è al collasso sia perché gestito solo dalla rendita e quindi rimasto tal quale dalla sua creazione a partire da 50 anni in qua, sia perché sotto i colpi della coppia Caravaggio-Oriocenter. Una persona normale immagina che di fronte al pericolo di collasso di un settore dove -più o meno- lavorano duemila persone fa un bando tra studi professionali di rango internazionale. Il rifacimento del PGT viene affidato ad un architetto dello stesso partito della sindaca senza nemmeno avere l'avvertenza che uno spazio commerciale di carattere regionale  sotto i colpi di un concorrente di carattere internazionale “forse” ha bisogno di “cure e intelligenze”  superiori all'esperienza di un pur bravo professionista provinciale. Per di più ben targato politicamente. Va a finire che tutto finisce in cucina casalinga.
Fatte le varianti del PGT gli operatori -tra i quali spicca una “piccola” società che gestisce in quattro paesi europei oltre 25 grandi centri commerciali tanto per capire con chi si ha a che fare e che si presenta come “the Company is now one of Europe's most experienced property investors with a portfolio of shopping centres of €4.1 billion” e la giunta Gamba al momento di preparare la convenzione che t'inventa? Per disporre di un legale consulente degli uffici per la stesura della convenzione fa una gara d'appalto tra professionisti locali ed affida l'incarico ad un avvocato bergamasco per meno di mille euro di parcella.  Magari qualcuno più avveduto cercava uno studio di esperienza carattere internazionale oppure una Ada Lucia De Cesaris avvocato e già assessore all'urbanistica con la giunta Pisapia se proprio voleva stare nel pollaio piddino.

Ma il bello da vivere non è ancora terminato. Immaginate il Papa che chiama Ruhollah Khomeyni a dirigere la Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli. Immaginate la Fiat che fa progettare e fabbricare le sue auto alla Dacia (qui quasi ci siamo….) o alla Ford. Immaginate l'INPS che s'affida per la riscossione degli oneri previdenziali al gestore del campo di Rosarno.

A Curno andiamo assai meglio.
Il responsabile dei lavori pubblici fa il sindaco di una maggioranza FI+Lega in un altro comune.
Il titolare amministratore dell'azienda che manutenziona i beni comunali è stato consigliere provinciale per la Lega.
L'azienda emiliana che ha vinto l'appalto per il rifacimento della rete d'illuminazione pubblica e la fornitura dell'energia è governata da gente nominata dal centrosinistra ed affida la manutenzione e il rifacimento materiale dell'impianto ad una società locale di sponda leghista.
La raccolta e lo smaltimento della rumenta comunale viene affidata a una società pubblica governata da un CdA quasi tutto di  centrodestra a maggioranza leghista.
Invece.
Invece se vai nello spazio del sociale e della scuola dove girano due piani che fanno spendere oltre un milione di euro l'anno, li la fanno da padroni onlus società soggetti imprese tutti apparentati al centrosinistra. Una sorta di neoformigonismo senza le devianze di Formigoni and company. Per adesso. Sono due settori che proprio per loro natura sono continuamente sollecitati alla spesa sociale dove la furbizia se non il parassitismo sono  genetici. La stessa cultura che ha generato il reddito di cittadinanza e un calcio al ReI.

Quando nel 1990 il tripartito dc-psi-pci (ma non tutti i PCI e i DC ci stettero) fa partire l'operazione centro commerciale approvando  la famigerata delibera n.41 del 06 marzo 1990 sono al termine del mandato. Il maggio successivo ci sarebbero state le elezioni comunali. Davanti al profumo che veniva dall'operazione si creò in paese una lista dei “Verdi per Curno”. Il maggiore esponente della DC, Arnoldi Roberto,  strenuo sostenitore dell'avvento del centro commerciale decise di regalare a tutte le ragazze diciottenni una rosa (rossa). Sotterraneamente riuscì anche a farsi finanziare da una ditta privata un fascicoletto elettoral propagandistico per la DC. Al tripartito occorreva assolutamente impedire in tutti i modi che i Verdi arrivassero in consiglio o almeno disinnescarne la potenzialità. Se i Curnesi erano stati comprati ideologicamente promettendo coll'avvento del centro commerciale l'arrivo dell'albero degli zecchini d'oro per mantenere i CVI e i mega piani del diritto allo studio, la lista dei verdi venne «comperata» dal tripartito. Qualcuno ebbe posti di lavoro migliori, qualcuno decise di andare a fare il verde a… Brembate, qualcuno entrò all'ASL, qualcuno passò dal comune di Curno al comune di Bergamo e chi non poteva essere premiato perchè già godeva di un lavoro proprio venne minacciato di licenziamento. In consiglio comunale accadde come esito di questa operazione che il capolista non venne eletto, in compenso venne eletta una donna che fece la lampadina spenta in consiglio comunale.

Non fu un consiglio «durevole»: dopo meno di tre anni  si sfasciò, segue commissariamento e alle elezioni la Lega prese la maggioranza. Il finanziamento illecito della campagna DC venne denunciato da un eletto dc e Arnoldi, subìto il processo e condannato ( pare che il libretto sia costato  sui sei milioni di lire: un niente vista la ricchezza del suo promotore) se ne andò per altri lidi.

Insomma i soldi della Fiat -il primo centro commerciale era Made in Fiat via Rinascente- non avevano garantito il posto ai suoi burattini e del resto, non ce n'era più bisogno. Purtroppo -osservate le date- qualcuno di quei burattini ci ha lasciato in eredità la tremenda sentenza Leggeri.
PIOGGIA DI EURO SULLA GIUNTA GAMBA NEL 2019

Il 2019 comincia con grandi soddisfazioni per la giunta Gamba per il pieno di soldi che fa il Comune. Altro che le briciole con cui dovette fare i conti per un paio d'anni – forse anche tre- la predecessora Serra. La botta della sentenza Leggeri è stata assorbita a metà ottobre quando la Regione Lom­bardia ha autorizzato l'utilizzo di "spazi verticali' per Euro 520.000 per la copertura del debito fuori bilancio. Soldi nostri ovviamente. Pochi giorni or sono il governo Salvimaio per via di un intervento dell'on. Belotti ha promesso la dazione di 900mila euro aggratis per la realizzazione della palestra del mausoleo delle sindache Morelli&Serra (la scuola Rodari….). Adesso arriveranno anche molti euro per il contributo sul costo di costruzione relativo all'intervento di ampliamento del centro commerciale (ma si prevede vi sarà una rateizzazione). Poi ci sono ancora da farsi restituire i (quasi) 600mila euro della sentenza Leggeri, da quelli che l'hanno combinata così grossa. Ma per riscuotere questi saranno cavolacci amari.

La mezza tragedia è che gran parte di questi soldi andranno in “opere di regime” di scarsa o nulla necessità per i cittadini: dalla palestra della scuola in primis alla rotonda su via Lecco oppure la palazzina di via Gamba da assegnare alLeMuse. Senza contare un po' di soldi anche per la vecchia Rodari il cui destino resta in mano di dio visto che tutti ci vorrebbero fare i propri comodi coi soldi di… tutti gli altri. L'idea di mettere le mani sullo spazio inutilizzato dell'azienda regionale foreste di via Curnasco per cominciare a farci un VERO giardino non alloggia nella testa dei nostri amministratori mentre continua il sogno della pista ciclabile per l'ospedale, visto che  tutti i cittadini vanno  all'ospedale appunto… in bici. Soprattutto i malati per primi. C'è in vista anche qualcosa sul Brembo ma pare che anche li ci siano dei problemi con diversi proprietari nonostante le villette a schiera recentemente concesse. Proseguono molto lentamente i lavori per la biblioteca, lavori per adesso sostanzialmente cartacei e sebbene la promessa apertura per fine 2019 sia stata messa dalla sindaca in un post, il bel dì lo giudicheremo il giorno dopo. Il problema è che mentre con buona parte dei genitori che hanno i bimbi a scuola lo scambio spesa-voti è produttivo e diretto, coi quei “cancheri” di lettori della biblioteca egli studenti, quand'anche si aprisse la nuova sede, li non c'è speranza che caschino voti a centinaia nell'urna. I lettori di libri sono quelli meno comprabili dell'elettorato.

L'ultimo aspetto, peraltro già sottolineato senza troppa insistenza, sono le conseguenze che avrà l'apertura di quei 5mila mq di area food aggiunta nel centro commerciale. Domanda: quanta concorrenza metterà ko? Oltre all'occupazione nella ristorazione già esistente c'è di mezzo anche il debito che molti operatori hanno con le banche. Non ci sono  solo i 2milaposti di lavoro da tutelare nel commerciale di adesso ma ci sono anche qualche centinaio (1? 2? 3?) che si perderanno come si perderà la ricchezza investita in strutture e locali. Perché poi la tragedia è solo annunciata: questo ampliamento dettato solo sulle misure getterà in crisi l'esistente e non risolverà nemmeno la crisi del commerciale esistente: rimanderà la chiusura di qualche anno. L'attuale food disperso nel centro adesso verrà probabilmente concentrato nella nuova zona liberando gli spazi food attuali per nu