Lo
schermo della propaganda si sta già abbassando. Sono bastate appena due
settimane per far calare il sipario della realtà sulla finzione dei
numeri gialloverdi. La legge di Bilancio non solo è stata approvata con
la vergogna di un dibattito parlamentare nullo, ma si mostra già come
una mistificazione agli stessi attori di quel teatro dell'assurdo.
Banalmente i conti non tornano. Perché la realtà è più testarda della
demagogia.
Sul cammino del governo Conte, infatti, si sono materializzate due
questioni che nessuno nascondeva ad eccezione dei ministri. Il rapporto
deficit-pil al 2 per cento (al 2,04 per la comunicazione di Palazzo
Chigi) è un obiettivo fallito, insieme alla riduzione del debito. Serve
una manovra correttiva in tempi piuttosto rapidi. Il denominatore di
questo rapporto fissato all'1 per cento, la crescita del Pil,
rappresenta un dato irraggiungibile.
Le previsioni più ottimistiche stimano per l'Italia una salita del
prodotto interno lordo dello 0,4 per cento. Il rapporto di Bank of
America di lunedì scorso sostiene addirittura che non andrà oltre lo
0,2 per cento. Nella sostanza significa che per mantenere fede al patto
con la Commissione europea, l'esecutivo gialloverde dovrà intervenire
con una correzione che si aggira intorno agli 8 miliardi di euro. Non
sarebbe una manovrina, ma una manovrona. E in queste condizioni trovare
così tante risorse senza nuove tasse non sarà affatto facile.
Significherà imporre nuovi tagli.
La frenata dell'economia non tocca certo solo l'Italia, ma il nostro
Paese è quello con gli anticorpi peggiori per affrontare un'altra
recessione. L'ultima Finanziaria lo espone più degli altri, senza
riserve. Basta leggere i dati sull'export - uno dei fattori che più
influenza il nostro Pil - per capire che negli ultimi cinque mesi si è
assistito ad un rallentamento. Da luglio a novembre il saldo tra export
e import, pur positivo, è comunque costantemente inferiore allo stesso
periodo del 2017.
Non solo. Il mondo reale sta trasmettendo a quello virtuale un altro
segnale: sulle banche. Dopo Carige, anche Mps - come sottolinea la Bce
- avrà bisogno di un sostegno. Il Tesoro detiene oltre tre quarti delle
azioni dell'istituto senese. Qualsiasi operazione avrà un costo per le
casse pubbliche. Così, mentre la coalizione M5S-Lega litiga sui fondi
da destinare al reddito di cittadinanza e alle pensioni con quota 100,
la tesoreria pubblica si prosciuga. Soprattutto demolisce tutti i
parametri del buon governo e il principio di realtà.
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Oh
santa ingenuità dei politici! Non sapevano che il preventivo per il
raddoppio della ferrovia da Montello a Ponte san Pietro era del 2000.
Avete letto bene: anno duemila. Anche qualcosa di meno. Meno male che
adesso è diventato maggiorenne e si scopre che nessuno dei
politici s'era preoccupato di verificare, di domandare, chi come quando
e quanto avesse compilato quella previsione di spesa. E di aggiornarla
perlomeno al 2017. Non si contano più in Lombardia gli errori in
queste previsioni di spesa per le opere pubbliche a finanziamento
nazionale. Intanto che stiamo altercando per la Treviolo-Paladina
(progetto ridotto all'osso e che costerà il doppio del previsto viste
le spese già affettuate senza che ne sia aperto un metro), stiamo
altercando per i lavori di apertura della galleria di Zogno e c'è da
scommettere che anche li, prima finiscano i lavori di… finitura
bisognerà metterci ancora qualche milione (visti i precedenti). Non
parliamo poi della Pedemontana oppure degli espropri non ancora del
tutto pagati della Brebemi dove già pensano di elettrificare nientemeno
che i TIR. Un paese che non ha nemmeno più una fabbrica di autobus e
deve comprare i bus elettrici in Polonia.
Dentro questa cacchiata dell'errore di previsione ci stanno tutte le
forze politiche. Tutte a spendere l'opera come già fatta senza che
nemmeno ne conoscessero il percorso. Tanto è vero che quando dei
progettisti veri hanno visto i ponti sulla Quisa e sul Brembo… oh! Ma
ci sono anche questi si sono detti. Ed hanno subito pensato a quei
rompiscatole della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio.
Quando hanno visto le villette democristiane costruite a ridosso
della ferrovia a Curno… oh! Ci sono anche queste!. Naturalmente
qualcuno a Curno aveva già intrallazzato per spostare la fermata
dei treni il più lontano possibile: tra il passaggio a livello di via
Fermi e la circonvallazione Leuceriano. Le giunte bottegaie di
Curno si che ci sanno fare.
Come finirà é impossibile prevederlo dal momento che nessuno ha un'idea
di come si possano raddoppiare i ponti sulla Quisa e sul Brembo visti i
vincoli architettonici che ci sono e viste soprattutto la lunghezza.
Gli starnazzamenti del PD e di FI come la santa ingenuità della Terzi
(alla sua ignoranza perlomeno si può credere un po' di più visto dov'è
stata finora) fanno ridere. Fanno venire voglia di prenderli a sberle.
Che poi in realtà non ci sarebbe nemmeno bisogno di raddoppiare davvero
tutta la linea se vi transitassero dei treni moderni con sistemi di
controllo e guida automatica, piuttosto che i rottami che circolano
adesso. No dico. Vero che ci sono ancora italiani che vanno in giro con
la panda di trent'anni or sono “che è un gioiello”. Ma forse coi treni
oggi si può avere di meglio del besanino e dei suoi bisnonni.
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In
quel pozzo senza fondo che è nuova scuola elementare Rodari
affonderanno presto altri 900mila euro e poi, messi assieme quelli
necessari per gli arredi attrezzi progetto e direzione lavori
potrebbe essere un milione e mezzo di euro. ‘na pacchia!
Ieri abbiamo letto il post di Daniele Belotti (onorevole leghista) ri
postato da Marco Belotti (segretario Lega Curno): “ dopo anni di attesa
finalmente arriva il finanziamento per completare la nuova scuola di
Curno: il Miur ha messo a disposizione ben 900 mila euro per la
palestra, la cui costruzione andrà a integrare il nuovo plesso
scolastico Gianni Rodari inaugurato nei mesi scorsi. “Quello di Curno è
uno dei 5 progetti finanziati in Lombardia per un totale di 6,6 milioni
di euro – dichiara Daniele Belotti, capogruppo Lega in Commissione
Istruzione, cultura, sport della Camera – su un totale di 93 interventi
per un investimento complessivo di 50 milioni di euro a livello
nazionale. In questa legislatura la Lega sta facendo un corposo lavoro
di squadra per cercare di rispondere nel miglior modo possibile alle
esigenze della nostra provincia. Non guardiamo al colore politico delle
amministrazioni comunali, ma alla qualità dei progetti e alle necessità
del territorio». «Il nostro lavoro di rilancio dello sport all'interno
della scuola italiana prosegue con costanza e determinazione - commenta
il Ministro Marco Bussetti -.
La Lega a suo tempo –Pedretti imperante- fece fuoco e fiamme CONTRO la
costruzione della nuova Rodari e ne fu causa principale del
blocco dei lavori. Quella scuola poteva e doveva già essere completata
da dieci anni.
Vediamo che adesso hanno cambiato opinione in vista delle prossime elezioni europee.
Peccato che tutti dimentichino che la nuova Rodari, a opera
finita costerà per metro quadrato almeno il 50% in più di una
villetta a schiera (le finiture non sono superiori) e l'insieme
costerà almeno MILLE euro al giorno tra manutenzione normale dei guasti
da uso quotidiano, pulizia, illuminazione, riscaldamento,
raffrescamento, mantenimento impianti e arredi.
E speriamo che, per farcela costare di meno, il nostro ufficio tecnico
faccia gareggiare le imprese interessate e poi dal centinaio di
concorrenti, ne ammetta solo due dozzine. Come ha fatto per la
rotonda davanti all'ingresso della scuola.
Da ultimo non si comprende a cosa servano tutti questi impianti
sportivi MANTENUTI da tutti i cittadini quando sono utilizzati da
minoranze pronte al ricatto ad ogni scadenza elettorale. C’è sperare
che a Curno non sorga una associazione di velisti o di golfisti,
altrimenti andiamo davvero a ramengo visto che qui, il primo che si
alza, PRETENDE di avere l’impianto che gli fa comodo a prezzi
agevolati «perché io ne ho diritto e pago le tasse». Che poi le tasse
le paghino solo pensionati e dipendenti quello è un accidente della
storia.
Per praticare uno sport come normale esigenza vitale non occorrono
impianti: bastano i sentieri sui colli e lungo il Brembo e basta
anche un bicicletta. Chi vuole il campo da tennis, quello di calcio,
quello della pallavolo li noleggi presso i privati pagando il dovuto
senza scroccare soldi agli altri cittadini.
Nel momento -primo decennio post guerra- in cui la società italiana da
contadina diventava operaia e impiegatizia era logico che si creassero
impianti sportivi pubblici (del resto NON esistevano centri sportivi
privati: tranne costosissimi club). Oggi non é più così. E non si
tratta di maggioranze o minoranze. Oggi chi vuole fare sport in un
impianto «speciale» se lo paghi col proprio reddito.
Ed anche la scuola INSEGNI che lo sport non è quello modaiolo nella
palestra pubblica «aggratis» ma bastano poche decine di euro per
abbigliamento e scarpe per correre nella natura. L’aria sarà sempre
inquinata ma almeno si vedono alberi cielo animali e non si ingeriscono
le scorr
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