schermata 2000 pixels













Di cosa parliamo in questa pagina.

In questo "comune bello da vivere" può succedere che in piccolo quartiere tutto composto da villette a schiera e qualche capannone artigianale... sorga un  condominio di 3,4, forse anche 5 piani. Ovvio che non dubitiamo sia fuorilegge: a Curno é sempre tutto più che a posto. Quel quartiere lo si può prendere come un modello di studio per gli studenti di architettura: specie per il disegno urbanistico dell'insieme.
Comunque solo a Curno ci sono meraviglie siffatte: una ad est ed una a sud.

DA BERLINGUER A BAGLIONI L'EUTANASIA DELLA SINISTRA
Che fine ha fatto la sinistra in mezzo alla gente, orgogliosa del suo essere popolare e popolana, guidata da una classe dirigente colta (spesso, non sempre) ma comunque radicata e rispettata? Il commento di Roberto Arditti
C'era una volta la sinistra in mezzo alla gente, orgogliosa del suo essere popolare e popolana, guidata da una classe dirigente colta (spesso, non sempre) ma comunque radicata e rispettata. Una sinistra di cooperative e sindacato, di lavoro e università, di fabbriche e uffici, di circoli culturali e sezioni. Era il '900, con i suoi sogni e le sue contraddizioni.
Un secolo di cui la sinistra è stata protagonista, aiutando la democrazia a crescere in tutto il mondo ma anche commettendo errori mostruosi, come quello di spaventare la piccola borghesia europea tra le due guerre finendo per consegnarla alla tragedia nazi-fascista. È la sinistra di Enrico Berlinguer, figlio purissimo del '900 e di quella concezione nobile della politica.(...)

IL RADDOPPIO DELLE FFSSS DA PONTE A MONTELLO: LA STAZIONE DI CURNO SARA' A BERGAMO. MEGLIO: A LONGUELO.
Chissà se la sindaca Gamba si è accorta (e si è domandata la ragione e si è datata una risposta) del perché il parcheggio della chiesa, dove si faceva il mercato, adesso è quasi sempre tutto occupato notte e giorno tanto da rendere obbligatorio la sosta regolamentata per una sua parte. Ed assieme alla sindaca chissà se quella domanda e la risposta se la sono posta e data anche il resto della giunta e il maggiore azionista  elettorale di Vivere Curno, quel PD segretariato da un ex barista ciclista gelataio nonché comunista che ha  ceduto il locale ai cinesi. L'aggettivazione è un omaggio alla sua creatività.
Negli ultimi cinque anni quel parcheggio che era decisamente vuoto lungo la giornata e la notte adesso è quasi sempre pieno.
La sindaca Gamba invece ci fa sapere via Corriere che in ordine alla ferrovia nel centro del paese: “Si entrerà poi a Curno, che ha strappato a Mozzo l'unica nuova fermata in zona: sarà in via Fermi, dietro l'Esselunga, «in modo da essere da servizio anche a chi fa la spesa — spiega il sindaco Luisa Gamba —. Qualcuno la voleva dietro il municipio, ma ci siamo opposti». La fermata sarà vicina al sottopassaggio che sostituirà il passaggio a livello della periferia, mentre quello di via Roma sarà l'unico del progetto a non essere toccato: «Un sottopassaggio in quel punto stravolgerebbe il centro del paese». (...)
























































DA BERLINGUER A BAGLIONI L'EUTANASIA DELLA SINISTRA


Che fine ha fatto la sinistra in mezzo alla gente, orgogliosa del suo essere popolare e popolana, guidata da una classe dirigente colta (spesso, non sempre) ma comunque radicata e rispettata? Il commento di Roberto Arditti

C'era una volta la sinistra in mezzo alla gente, orgogliosa del suo essere popolare e popolana, guidata da una classe dirigente colta (spesso, non sempre) ma comunque radicata e rispettata. Una sinistra di cooperative e sindacato, di lavoro e università, di fabbriche e uffici, di circoli culturali e sezioni. Era il '900, con i suoi sogni e le sue contraddizioni.
Un secolo di cui la sinistra è stata protagonista, aiutando la democrazia a crescere in tutto il mondo ma anche commettendo errori mostruosi, come quello di spaventare la piccola borghesia europea tra le due guerre finendo per consegnarla alla tragedia nazi-fascista. È la sinistra di Enrico Berlinguer, figlio purissimo del '900 e di quella concezione nobile della politica.
Il suo Pci aveva un'idea concreta della lotta di classe: poche chiacchiere (da qui la grande diffidenza verso il movimento “fighetto” del '68) e ricerca spasmodica di risultati tangibili: sui salari, le pensioni, i diritti dei lavoratori. A un certo punto però il '900 finisce, portandosi via anche il comunismo (e personalmente non ne sento la mancanza).
Ecco allora la sinistra annaspare per rinnovarsi, dovendo ammettere (in Italia soprattutto) che avevano ragione gli odiati socialisti: compreso il “Cinghialone” Bettino. Mentre detesta ferocemente Berlusconi (non a caso amico di Craxi) la sinistra italiana cerca una sua strada, che trova sposando la grande illusione di fine secolo, quella (Clinton, Blair, D'Alema) del nuovo che avanza inarrestabile e globale, dell'Europa senza se e senza ma (i comunisti invece non hanno mai amato Bruxelles), della rivoluzione digitale come futuro dell'umanità con poche o nulle conseguenze tossiche, del libero commercio planetario senza freni (la Cina entra nel Wto l'11 dicembre 2001), della totale assenza di controllo dei flussi migratori in nome del sacro principio dell'accoglienza.
Sembra così trovare un suo nuovo momento di gloria questa sinistra, anche perché da sempre si dimostra a suo agio nella dimensione internazionale, mentre a destra questo riesce piuttosto male (e spesso malissimo, se ne accorgerà anche Salvini).
Però nel frattempo la storia cammina e la realtà prende il posto dei sogni. La globalizzazione porta tanti vantaggi sul piano della vita sociale, ma mette a dura prova la tenuta del pianeta lavoro, facendo strage di imprese ed insediamenti produttivi. L'integrazione europea (con annessa moneta unica) vincola drammaticamente i governi, rendendoli sempre meno capaci di attuare politiche a difesa dei più deboli nei momenti difficili.
Inoltre alle porte della nazione (e dell'intero continente) si affacciano milioni di persone in cerca di una vita migliore, che vengono sostanzialmente incoraggiate a muoversi “tanto poi una soluzione si troverà”. Così nel giro di un decennio (complice anche la devastante crisi finanziaria del 2008-2009) le classi medie d'Europa precipitano in una profonda crisi d'identità, diventando così un'immensa platea di nuovi “proletari” con più paure che speranze, più rancori che sogni, più odio che amore.
Di fronte a tutto questo la sinistra risponde attonita, spaesata, quasi offesa per il fatto di non essere più ritenuta credibile. Si ritira nei quartieri più ricchi, cominciando ad osservare infastidita questo nuovo “popolo” che non comprende e che la tiene a distanza.
È la sinistra che sceglie Hillary Clinton, spingendo così uno come Trump (God bless America) alla Casa Bianca. È la sinistra che porta il candidato socialista alle presidenziali francesi del 2017 ad arrivare quinto con il 6 % dei voti.
È la sinistra classica, quella socialdemocratica, che prende mazzate elettorali in tutta Europa, dalla Germania all'Ungheria, dalla Polonia alla Grecia (dove Tsipras per vincere deve fare a pezzi lo storico partito socialista, il Pasok, che alle ultime elezioni si ferma al 6%).
In Italia è una sinistra in cerca di nuovi eroi, ancora incredula di fronte ai milioni di voti presi da Salvini e Di Maio, imbronciata per il fatto che la gente vota Raggi contro Giachetti o Appendino contro Fassino, annichilita nella sua incapacità di comprendere che il tema dell'immigrazione non può essere trattato come se tutti vivessero ai Parioli o a Brera, perché l'Italia è innanzitutto Tor Bella Monaca e Giambellino.
È la sinistra che abbraccia disperata le condivisibili banalità di Claudio Baglioni, che sembra però capace di dare un spiraglio di luce, come nella canzone: “vedrai strada facendo vedrai, che non sei più da solo, strada facendo troverai un gancio in mezzo al cielo” (Strada Facendo, Claudio Baglioni, 1981). Così però si imbocca la strada di una dolcissima, elegantissima, modernissima eutanasia.

Roberto Arditti

IL RADDOPPIO DELLE FFSSS DA PONTE A MONTELLO: LA BUFALA SIS GONFIA

Chissà se la sindaca Gamba si è accorta (e si è domandata la ragione e si è datata una risposta) del perché il parcheggio della chiesa, dove si faceva il mercato, adesso è quasi sempre tutto occupato notte e giorno tanto da rendere obbligatorio la sosta regolamentata per una sua parte. Ed assieme alla sindaca chissà se quella domanda e la risposta se la sono posta e data anche il resto della giunta e il maggiore azionista  elettorale di Vivere Curno, quel PD segretariato da un ex barista ciclista gelataio nonché comunista che ha  ceduto il locale ai cinesi. L'aggettivazione è un omaggio alla sua creatività.
Negli ultimi cinque anni quel parcheggio che era decisamente vuoto lungo la giornata e la notte adesso è quasi sempre pieno.
La sindaca Gamba invece ci fa sapere via Corriere che in ordine alla ferrovia nel centro del paese: “Si entrerà poi a Curno, che ha strappato a Mozzo l'unica nuova fermata in zona: sarà in via Fermi, dietro l'Esselunga, «in modo da essere da servizio anche a chi fa la spesa — spiega il sindaco Luisa Gamba —. Qualcuno la voleva dietro il municipio, ma ci siamo opposti». La fermata sarà vicina al sottopassaggio che sostituirà il passaggio a livello della periferia, mentre quello di via Roma sarà l'unico del progetto a non essere toccato: «Un sottopassaggio in quel punto stravolgerebbe il centro del paese».
Conoscendo l'assessore Conti dal lontano 1990 – Conti e Benedetti, sono imparentati tra di loro, sono i due  consiglieri/assessori più longevi transitati dalla prima alla seconda alla terza repubblica- sappiamo bene come in politica applichi la regola del “pelà la poia sensa fala cridà” vale a dire estrema attenzione agli interessi delle imprese e artigiani e bottegai indigeni senza che non ci siano mai pronunce pubbliche.
Il problema è che le giunte filo-bottegaie che dal 1970 governano il paese hanno sempre immaginato di sfruttare il commerciale di via Bergamo e Fermi per pagare e mantenere i vari  vizietti e i pochi diritti degli elettori di destra centro e sinistra mediando in questo modo il consenso. L'idea, la prospettiva, il solco venne chiaramente indicato a suo tempo dal mitico ass. Arnoldi: il grande commerciale a Curno sarebbe stata la gallina delle uova d'oro che avrebbe consentito ai curnesi di godersi “aggratis” due CVI, le case popolari, un sostanzioso piano del diritto allo studio. Insomma: un futuro lastricato d'oro. Su un punto fermo queste giunte però non mollano di un millimetro: l'asse delle vie Roma Piazza della Chiesa e Largo Vittoria: questo territorio è “cosa loro”. Non c'è lista che non prometta la rinascita del centro storico.
Questo principio contempla  la decisione che in centro al paese NON ci sia una fermata del treno e perché questo avvenga… è stato tutto edificato anche se di “fermata del treno” se ne parla da quando hanno tolto il tram Ponte-Bergamo. 1960.
Ecco quindi la trovata che la fermata del treno avvenga alla Esselunga, mica perché alla Slunga interessi farsi arrivare clienti a far la spesa col treno (andare a far la spesa al supermercato in treno o autobus è un ossimoro) ma perché se si fa una fermata in centro al paese, bar e botteghe nostrane non possono più uccellare i clienti del centro vecchio: che sono in massima parte dei pensionati, quindi tutt'altro che ricchi crapuloni spendaccioni.
L'idea della fermata del treno dalle parti della Slunga fa il paio con l'altra enorme cazzata della fermata all'ospedale, utilizzata nemmeno da quattro gatti ma da meno di due (gatti).
Parlare ancora di ferrovie nel 2019 su una linea dove dovrebbero correre delle metropolitane (mai fatto un viaggio in treno sulla Bg-LC? Potreste incontrare gli indiani non più a cavallo ma sui quad…) e vedere sia lo stato della linea che quello dei treni nonché la velocità di movimento degli stessi si comprende come questo servizio prima che essere utile all'utenza serve a mantenere in piedi il baraccone ferroviar- nazionale- regionale e  poi, semmai ci sia anche del servizio ai viaggiatori, tutto grasso che cola.
Non è detto nemmeno l'ultima parola e sarà un'altra gabola grande come il Mut dei Moss. Come risolveranno il fatto di fare transitare un treno ogni sei minuti (10 treni all'ora) sul binario unico dei ponti sulla Quisa e sul Brembo? Basta controllare coll'orologio in mano quanto impiegano adesso i treni per quel tratto e capire che un intervallo di sei minuti tra un convoglio e l'altro…ne occorrono perlomeno  il