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Di cosa parliamo in questa pagina.

Col decreto sicurezza di Salvini ci troveremo con 700mila a girovagare per le strade. A Salvini non interessa risolvere i problemi ma tenerli e peggiorarli.
Per effetto delle nuove norme vi saranno altri 130mila stranieri senza titolo di soggiorno a cui andranno aggiunti i nuovi sbarchi. E rallentano gli accompagnamenti nei Paesi d’origine
Irregolari verso quota record: 700mila
Se tra il dire e il fare c’è di mezzo il Mediterraneo, vuol dire che sui rimpatri c’è ancora molto “mare” tra gli annunci e i risultati. Un vero flop che vede quest’anno un calo netto dei migranti irregolari tornati nei Paesi d’origine e che, secondo le previsioni, avrà un impatto sempre più insignificante sul totale degli irregolari che, al contrario, cresceranno per effetto del decreto Salvini arrivando ai livelli record del 2002, quando si contavano 700 mila stranieri senza permesso di soggiorno.(...)

Slavini aveva promesso mezoz milione di rimpatri. In un anno ne ha persi 1100 si meno di cinquemila.
«Ci sono mezzo milione di irregolari in Italia. Con le dovute maniere vanno allontanati tutti. Altrimenti si alimenta la confusione» così parlava a gennaio 2018 il futuro ministro dell’Interno (ma all’epoca già papà) Matteo Salvini. La cifra dei migranti da espellere è poi cresciuta poi fino a diventare 600 mila, da rimpatriare il prima possibile. Nel contratto di governo Lega-M5S si fa riferimento alla presenza di 500 mila i migranti irregolari e si legge che «una seria ed efficace politica dei rimpatri risulta indifferibile e prioritaria».

Quando Salvini diceva che bisognava espellere più di diecimila persone all’anno
A sei mesi dall’insediamento di Salvini al Viminale il ministro si vanta di essere riuscito a ridurre gli sbarchi. Una “riduzione” frutto di una politica disumana, quella della chiusura dei porti alle ONG, le stesse ONG che avevano firmato con il governo italiano il famoso codice di condotta voluto da Minniti e che quindi non si può certo accusare di essere dei pirati del mare (non che le altre lo fossero). Ma il Segretario della Lega non torna molto volentieri sull’argomento dei rimpatri. Il motivo è molto semplice: quella promessa da campagna elettorale è irrealizzabile, e Salvini lo sapeva bene.(...)

Il 43% delle chiamate dei bergamaschi al 112 sono fasulle.
I Bergamaschi si confermano nuovamente per quel che sono «civilmente»: degli emeriti stronzi. Dopo la notizia sulla grande quantità di visite ed esami sanitari mandati «fanculo» per dimenticanza o menefreghismo (c’hanno i soldi e quindi provvedono come meglio credono). Quasi la metà dei bergamaschi si diverte a far perde tempo a delle importanti strutture che loro stessi contribuiscono a tenere in piedi e che se venissero utilizzate in modo corretto, costerebbero  il 40% di meno. Naturalmente in questa elevata percentuale di presa per i fondelli all’isituzione non c’è nessun rapporto coi risultati elettorali della Lega.

Finiti i lavori in Piazza Duomo.
Fatti benissimo.
Bella schifezza che fecero i predecessori.
Sia quando hanno scavato per rifare il passaggio diagonale di Piazza Cittadella che anche stavolta quando hanno tolta la pavimentazione di questa piazza -che non viene mai raccontata come la piazza dove si sono confrontati/scontrati tre poteri : la chiesa di Roma, quella locale e il potere civile del comune- si è potuto verificare con quanta superficialità venne manomesso il sottosuolo cancellando (e-o distruggendo?) una parte importante di storia patria. Scoprire sotto piazza duomo che certi pezzi di fognatura erano di tubo di plastica infilati  in sezioni di muro di mille anni, beh... ha fatto una certa impressione circa l’incultura e la superficialità di chi operò meno di mezzo secolo or sono. Abbiamo già scritto che crediamo pochissimo alla teoria della fossa di fusione del primo campanone che oggi viene indicata col cerchio di mattoni (un espediente turistico...) così come parecchi umarelli -che sono i direttori dei lavori ad honorem- hanno rilevato un errore nella pendenza del pavimento all’esterno del cancello del vescovo. Una «gobba» che non ci doveva stare.  Ciò concluso, l’impresa cremasca ha lavorato davvero molto bene.











sarebbe  interessante sapere dove li cuociono e come li spellano...



































Per effetto delle nuove norme vi saranno altri 130mila stranieri senza titolo di soggiorno a cui andranno aggiunti i nuovi sbarchi. E rallentano gli accompagnamenti nei Paesi d’origine
Irregolari verso quota record: 700mila
Se tra il dire e il fare c’è di mezzo il Mediterraneo, vuol dire che sui rimpatri c’è ancora molto “mare” tra gli annunci e i risultati. Un vero flop che vede quest’anno un calo netto dei migranti irregolari tornati nei Paesi d’origine e che, secondo le previsioni, avrà un impatto sempre più insignificante sul totale degli irregolari che, al contrario, cresceranno per effetto del decreto Salvini arrivando ai livelli record del 2002, quando si contavano 700 mila stranieri senza permesso di soggiorno.

Secondo i dati dell’Istituto per gli studi politici internazionali (Ispi), basati sulle statistiche del ministero dell’Interno, sotto il governo Conte nel periodo da giugno a novembre del 2018 il calo nel numero di irregolari rimpatriati è stato del 20%. Erano stati quasi 3.500 nel 2017 (alla media di 577 al mese), per arrivare a 2.800 (463 al mese) nello stesso lasso del 2018. Fonti del Viminale parlano però di imminenti “correzioni” di questi calcoli per effetto di una temporanea accelerazione nei primi giorni di dicembre che farebbe ridimensionare, ma non annullare, il calo.

Nelle settimane scorse Matteo Villa, il ricercatore dell’Ispi che ha analizzato la forte contrazione nei rimpatri, aveva diffuso le prime stime dei migranti irregolari generati dalle norme varate per volontà del vicepremier Salvini. Complessivamente si arriverà, secondo «stime conservative » a circa 130mila.

Buona parte di questi sono stranieri in attesa della domanda di protezione umanitaria che, stando al 'decreto sicurezza', verrà respinta. Un’altra quota è rappresentata da quanti invece non beneficeranno del rinnovo della protezione e a cui non verrà data alcuna possibilità di regolarizzazione.

Previsioni definite «conservative» perché al momento non prendono in esame il numero dei migranti che arriveranno sulle nostre coste. Allo stato attuale vuol dire che agli irregolari stimati all’inizio del 2018, quasi 560mila, se ne aggiungeranno oltre 130mila già nelle prossime settimane, per un totale che sfiorerà la cifra record di 700 mila persone nel circuito dell’illegalità. Numeri che non si registravano dal 2002, quando il governo Berlusconi, sostenuto dalla Lega, fu costretto a una sanatoria. I rimpatri continuano ad essere una spina nel fianco di chi governa. Alcune settimane fa in un momento di realismo lontano dalle piazze, Matteo Salvini aveva ammesso che per rimpatriare tutti gli irregolari ci vorrebbero 80 anni.

Grazie al decreto sicurezza potrebbe volerci un secolo. Ieri tre carabinieri e due agenti della Polizia sono rimasti leggermente feriti nel corso di momenti di tensione avvenuti Centro per i rimpatri di Bari, mentre erano in corso le operazioni di rimpatrio di cnque cittadini di origini nigeriane. Persone non ancora identificate hanno dato fuoco a suppellettili che erano all’interno di due moduli abitativi nel tentativo di opporsi al rimpatrio. Sempre nel capoluogo pugliese un 20enne somalo è stato fermato con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo internazionale. Il materiale raccolto dagli investigatori confermerebbe la sua adesione all’ideologia jihadista: ad allarmare gli inquirenti, tra l’altro, lo scambio di immagini sul Vaticano via internet.


«Ci sono mezzo milione di irregolari in Italia. Con le dovute maniere vanno allontanati tutti. Altrimenti si alimenta la confusione» così parlava a gennaio 2018 il futuro ministro dell’Interno (ma all’epoca già papà) Matteo Salvini. La cifra dei migranti da espellere è poi cresciuta poi fino a diventare 600 mila, da rimpatriare il prima possibile. Nel contratto di governo Lega-M5S si fa riferimento alla presenza di 500 mila i migranti irregolari e si legge che «una seria ed efficace politica dei rimpatri risulta indifferibile e prioritaria».

Quando Salvini diceva che bisognava espellere più di diecimila persone all’anno
A sei mesi dall’insediamento di Salvini al Viminale il ministro si vanta di essere riuscito a ridurre gli sbarchi. Una “riduzione” frutto di una politica disumana, quella della chiusura dei porti alle ONG, le stesse ONG che avevano firmato con il governo italiano il famoso codice di condotta voluto da Minniti e che quindi non si può certo accusare di essere dei pirati del mare (non che le altre lo fossero). Ma il Segretario della Lega non torna molto volentieri sull’argomento dei rimpatri. Il motivo è molto semplice: quella promessa da campagna elettorale è irrealizzabile, e Salvini lo sapeva bene.

Ad agosto il numero due della Lega – nonché sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Giancarlo Giorgetti aveva ammesso che quella di Salvini era stata una balla: «Matteo l’ha sparata grossa, ora è importante che non ne arrivino più». Durante una riunione dei ministri dell’Interno dell’Unione Europea ad Insbruck il titolare del Viminale aveva dichiarato: «Negli ultimi anni sono arrivati dalla Nigeria 60mila migranti, nella stragrande maggioranza dei casi non-profughi e siamo riusciti ad espellerne 700. Quindi voi capite che l’Italia ha un pregresso di 500mila clandestini e se non riusciamo ad espellerne più di 10mila l’anno ci mettiamo cinquanta anni a recuperare il passato».

Il grande successo di Salvini sui rimpatri degli irregolari
Alla data del 1 gennaio 2018 erano 533 mila i cittadini stranieri privi di un valido permesso di soggiorno, pari all’8,7% del totale degli stranieri residenti. Quanti ne ha espulsi quest’anno il nostro Paese? Il Ministero dell’Interno fa sapere che «i rimpatri forzati aumentano. Dal primo gennaio al 31 maggio 2018 sono stati 2.833, mentre dal primo giugno al 9 dicembre 2018 sono saliti a 3.626». Per un totale di 6.459 rimpatri. Ben al di sotto dei 10 mila all’anno necessari a raggiungere, nell’arco di una legislatura, la mirabolante cifra di 50 mila rimpatri, un decimo di quanto promesso da Salvini. Facendo la media dei sei mesi di governo gialloverde si tratta di circa 600 “espulsioni” al mese.

Ma nel 2017 quanti rimpatri sono stati effettuati? Qualcosina di più di quanto fatto da Salvini: 6.514 rimpatri di cittadini stranieri presenti irregolarmente nel nostro Paese. Secondo il XXIV Rapporto Ismu sulle migrazioni 2018 invece il numero di irregolari che nel 2017 hanno lasciato l’Italia è pari a 7.045 unità (su 36mila che sono stati formalmente espulsi). Salvini potrebbe dire che se ci fosse stato lui al governo durante i primi sei mesi del 2018 questa cifra sarebbe più alta, ma come si vede dal grafico qui sopra il numero delle espulsioni non segue un andamento regolare e anche durante il secondo semestre del 2017 era aumentato rispetto alla prima metà dell’anno. Salvini del resto aveva promesso che avrebbe stanziato 42 milioni di euro per i rimpatri, nel decreto Sicurezza però ne sono stati stanziati appena 3 milioni. Un altro aspetto negativo del Decreto Salvini è che togliendo la protezione umanitaria farà aumentare il numero degli irregolari presenti in Italia. Un vero colpo di genio. Senza accordi bilaterali – la Tunisia qualche giorno fa si è opposta “categoricamente” ai rimpatri “unilaterali” – e senza soldi la promessa di superare i diecimila rimpatri all’anno rimarrà un miraggio. Anche perché i rimpatri costano e il massimo di migranti espulsi con lo stesso volo è stato di 43 persone, con questi numeri è evidente che espellere 500mila persone in cinque anni è come svuotare il mare con un secchiello.

Nello Sclavo
La centrale di Varese ha filtrato su Bergamo oltre 300 mila telefonate: solo il 57% erano vere emergenze. Attesa di 5 secondi. Oltre 74 mila richieste girate a carabinieri, 75 mila al 118, 15 mila ai pompieri e 10 mila alla polizia
Più di trecentomila telefonate in un anno, ovvero in media 25 mila al mese, oltre ottocento al giorno e 35 ogni ora. È il flusso – da record – dell'attività della centrale operativa del 112 unico per quanto riguarda il traffico su Bergamo e provincia nell'anno che sta per chiudersi.
Il 43% – ovvero 131.749 telefonate, 360 al giorno – sono state invece «filtrate» perché ritenute non idonee a un intervento d'urgenza. Un esempio su tutti: a casa salta la corrente e il cittadino chiama il 112. Prima del 2010, l'anno di attivazione del 112 unico, anche questa percentuale delle telefonate oggi filtrate sarebbero arrivate alle centrali – ora «secondarie» – di carabinieri, polizia, vigili del fuoco e 118.

I Bergamaschi si confermano nuovamente per quel che sono «civilmente»: degli emeriti stronzi. Dopo la notizia sulla grande quantità di visite ed esami sanitari mandati «fanculo» per dimenticanza o menefreghismo (c’hanno i soldi e quindi provvedono come meglio credono). Quasi la metà dei bergamaschi si diverte a far perde tempo a delle importanti strutture che loro stessi contribuiscono a tenere in piedi e che se venissero utilizzate in modo corretto, costerebbero  il 40% di meno. Naturalmente in questa elevata percentuale di presa per i fondelli all’isituzione non c’è nessun rapporto coi risultati elettorali della Lega.
Qquattro mesi di lavori, è finito il restauro di piazza Duomo, in Città Alta. Con una spesa di circa 250 mila euro, è stata sistemata e riqualificata la pavimentazione da 900 metri quadrati costituita da riquadri in acciottolato con percorsi in lastre di pietra di Sarnico. Uno spazio non enorme, ma di pregio: sulla piazza si affacciano il Palazzo della Ragione, la Basilica di Santa Maria Maggiore, il Duomo, la Cappella Colleoni e il battistero.
Durante il cantiere è stato anche segnato con un cerchio di mattoni il luogo in cui venne fuso il Campanone. Una scoperta dei mesi scorsi: dagli scavi era emersa un'enorme macchia scura di terra contenente gocce di bronzo fuso. Un particolare misterioso poi svelato andando indietro fino al 1600: quella buca fu la fossa di fusione della campana maggiore del Campanone. Lo scavo, dopo le analisi dei mesi scorsi, è stato ricoperto. «Visto che durante il cantiere abbiamo individuato il luogo in cui venne fuso il Campanone, abbiamo deciso di segnarlo con un cerchio di mattoni e, a breve — dice l'assessore ai Lavori pubblici Marco Brembilla —, verrà montata anche una piccola targa che ricorderà questa storia bellissima, ma che ci ha portato ad aumentare un po' tempi e costi».
Il Comune aveva deciso di sistemare piazza Duomo dopo aver riqualificato piazza Carrara, davanti all'Accademia, e piazza Cittadella, in Città Alta. Negli anni scorsi, sull'area davanti al Duomo erano stati fatti solo rattoppi parziali. Poi Palazzo Frizzoni aveva invece deciso di fare un intervento complessivo perché le pietre erano visibilmente danneggiate. Alcuni ciottoli e anche una parte delle lastre sono stati riutilizzati e posati di nuovo. Le parti più danneggiate, invece, sono state sostituite. Sotto la pavimentazione attuale è stato aggiunto un sottofondo per garantire una migliore tenuta della piazza. Prima di aprire il cantiere, l'amministrazione comunale aveva voluto incontrare tutti quegli enti che vivono ogni giorno la piazza, come la Fondazione Mia, la parrocchia della Cattedrale, il Luogo Pio Colleoni e la Curia, per organizzare il cantiere senza dover stravolgere del tutto la vita di una delle piazze più prestigiose della città.
Silvia Seminati /Corriere della Sera


Sia quando hanno scavato per rifare il passaggio diagonale di Piazza Cittadella che anche stavolta quando hanno tolta la pavimentazione di questa piazza -che non viene mai raccontata come la piazza dove si sono confrontati/scontrati tre poteri : la chiesa di Roma, quella locale e il potere civile del comune- si è potuto verificare con quanta superficialità venne manomesso il sottosuolo cancellando (e-o distruggendo?) una parte importante di storia patria. Scoprire sotto piazza duomo che certi pezzi di fognatura erano di tubo di plastica infilati  in sezioni di muro di mille anni, beh... ha fatto una certa impressione circa l’incultura e la superficialità di chi operò meno di mezzo secolo or sono. Abbiamo già scritto che crediamo pochissimo alla teoria della fossa di fusione del primo campanone che oggi viene indicata col cerchio di mattoni (un espediente turistico...) così come parecchi umarelli -che sono i direttori dei lavori ad honorem- hanno rilevato un errore nella pendenza del pavimento all’esterno del cancello del vescovo. Una «gobba» che non ci doveva stare.  Ciò concluso, l’impresa cremasca ha lavorato davvero molto bene.