schermata 2000 pixels











A sinistra le nuove dotazioni per i vigili urbani chieste della minoranza.

Di cosa parliamo in questa pagina.
UNA MANOVRA SENZA FUTURO
Ora che è stato raggiunto con Bruxelles l'accordo sulla Legge di Bilancio è ora di alcune considerazioni generali sulla politica economica di questo governo e sulla situazione economica del Paese. Come è apparso chiaro sin dall'inizio il governo ha affrontato la legge di Bilancio come una prova di forza nei confronti della Ue.
Nessun interesse alla sostanza, ridotta agli “zerovirgola”, ma una sfida all'Europa, un grimaldello per rompere la sua fragile unità politica e le sue regole. Entrati a muso duro nella trattativa al grido di “non siamo la Grecia” ne siamo usciti umiliati dalla constatazione che “non siamo la Francia”. Il governo deve ora affrontare la reazione delle frange più vocali dei suoi elettori, che interpretano quest'accordo sul bilancio come una ritirata o addirittura un tradimento. Questo comporta il parziale isolamento degli esponenti sovranisti della maggioranza, politici e commentatori senza scrupoli e senza competenze le cui posizioni pubbliche tanto aggressive quanto insensate sono state in buona parte responsabili dello spread nei mesi scorsi. (...)

COME VINCERE LE ELEZIONI E PERDERE IL PORTAFOGLIO A VANTAGGIO DELLA MINORANZA
(...)Così il massimo della democrazia e della partecipazione e del consociativismo è per esempio un comune amministrato -parliamo di un comune nel collegio elettorale dove hanno eletto l'attuale ministro dell'esterno -  da una maggioranza arancione col PD suo maggiore azionista che affida la manutenzione e il mantenimento dei beni comunali ad una impresa messa in piedi da un ex consigliere provinciale della Lega.
Invece la raccolta e smaltimento della rumenta comunale viene affidata facendo diventare il comune arancione azionista di una società pubblica governata da un CdA al 90% di nomina leghista.
La fornitura di energia elettrica e il rifacimento dell'impianto di illuminazione pubblica viene vinto da una società di altra regione ma finisce anche quello -sono partner in locale-  per vie legalmente perfette, ad un'altra impresa sempre proto leghista.
Le sindache –per essere politicamente correttissimi che c'é di meglio d'avere un sindaco donna?- sindaci del comune, non contente di questa scelta legalmente consociativa, fanno compilare la cacate carte per fare gli appalti da due donne funzionarie di altri comuni, chiamate in sede per la bisogna e poi rimandate a casa.(...)

LA NUOVA RODARI E' UN POZZOS ENZA FONDO.
Nel Comune di Curno pare abbiano deciso di mettersi a risparmiare davvero. Adesso fanno addirittura le determinazioni in originale su carta NON intestata dal Comune. Così risparmiano i costi di tipografia (deve essere una acutissima manovra sotterranea per far calare il PiL nazionale per fregare il governo pentastellato...). Che non hanno ancora imparato ad usare le due facciate di ogni foglio? ma pare che la sindaca Serra ieri e nemmeno la sindaca Gamba oggi si siano accorte che ogni foglio c'ha due facciate una delle quali resta sempre... bianca inutilizzata. Ecco quindi la determinazione n.754 del 20 dicembre 2018 dove come evidenziamo con un bel punto di domanda... non c'é l’intestazione del Comune.  Si erano accorti tutti i visitatori fin dalla prima apertura del cantiere (della nuova Rodari: prima che uno stravento la  benedisse con un generoso allagamento) che l'idea delle aule con uscita diretta nel praticello era una gran cavolata ma quando venne sottolineato l'errore ci siamo presi una cazzuolata da parte della Serra, la quale in ogni suo gesto e scelta politico amministrativa è assistita dallo spirito santo. Invece adesso ecco scodellata un'altra MEGA spesa di 48mila euro (se basteranno visto che non c'è scritto da nessuna parte di quanti metri quadrati di erba artificiale trattasi) per creare i praticelli artificiali dove poggeranno le sacre chiappette i pargoli, cosi che non si sporchino braghette gonnelle e scarpette. (...)






























UNA MANOVRA SENZA FUTURO


Ora che è stato raggiunto con Bruxelles l'accordo sulla Legge di Bilancio è ora di alcune considerazioni generali sulla politica economica di questo governo e sulla situazione economica del Paese. Come è apparso chiaro sin dall'inizio il governo ha affrontato la legge di Bilancio come una prova di forza nei confronti della Ue.
Nessun interesse alla sostanza, ridotta agli “zerovirgola”, ma una sfida all'Europa, un grimaldello per rompere la sua fragile unità politica e le sue regole. Entrati a muso duro nella trattativa al grido di “non siamo la Grecia” ne siamo usciti umiliati dalla constatazione che “non siamo la Francia”. Il governo deve ora affrontare la reazione delle frange più vocali dei suoi elettori, che interpretano quest'accordo sul bilancio come una ritirata o addirittura un tradimento. Questo comporta il parziale isolamento degli esponenti sovranisti della maggioranza, politici e commentatori senza scrupoli e senza competenze le cui posizioni pubbliche tanto aggressive quanto insensate sono state in buona parte responsabili dello spread nei mesi scorsi. Meglio così. Ma ora, persa la prova di forza con la Ue, isolati i No-Euro, e rinviata la crisi finanziaria, il Paese si ritrova con una pessima legge di Bilancio e una pessima politica economica, del tutto simile a quella che il Paese segue ormai da decenni e che non farà che accellerarne il declino, incrinando i suoi vari punti deboli. Innanzitutto il peccato originale, quel mal congegnato assistenzialismo che colora da sempre la politica fiscale. A questo la legge di Bilancio aggiunge regalie senza logica e struttura che stanno a reddito di cittadinanza e Controriforma delle pensioni come il 2,4 di debito sta al 2,04. Un “vorrei ma non posso” che getta spesa pubblica a pioggia senza realmente aiutare, che per giunta favorirà il lavoro nero e con ogni probabilità porterà ad un aumento della pressione fiscale dal 2020. E poi i mercati finanziari, inefficienti e protetti, tallone d'Achille dell'economia italiana. Lo spread, cioè la perdita di valore di mercato del debito sovrano, non ha fatto che peggiorare i già precari bilanci delle banche che ne possiedono una larga quota. Gli interventi della maggioranza sugli istituti di credito cooperativo non sono che un trucco contabile per ritardare la contabilizzazione di queste perdite senza agire sulla sostanza di un sistema finanziario debole, che i governi precedenti così come questo non hanno fatto che proteggere per interesse politico particolare, con la testa nella sabbia. Il fatto che altri Paesi si comportino in modo simile non dovrebbe rassicurarci: il comun denominatore non è mai buona regola di politica economica. Infine, gli investimenti mancati, il futuro che lascia sempre spazio al presente. Il Paese pare rassegnato a non investire né in capitale fisico né in capitale umano, né direttamente nel settore pubblico né incentivando quello privato. La “quadra” sul bilancio con la Commissione sta qui, nel ridurre l'elemosina precedentemente prevista per politiche di investimento, in accordo con l'anima anti-modemista di questo governo No Tav, No Terzo Valico, No negozi aperti, No tutto. Mentre la produttività è stagnante da decenni l'unica occupazione della politica economica pare essere redistribuire risorse dai settori produttivi a quelli improduttivi, da chi lavora a chi non lavora, dai giovani ai vecchi, a disoccupati e pensionati. Sia chiaro, questo non è welfare, ma piuttosto politica miope e senza orizzonte perché non associa protezione sociale a investimenti e incentivi alla riconversione. In queste condizioni il Paese non sarà in grado di affrontare il rallentamento della crescita globale, sia esso l'anno prossimo o in un paio d'anni. Il sistema finanziario rischia di sgretolarsi davanti ad un'altra crisi, essendo uscito azzoppato dall'ultima. Il bilancio fiscale non ha spazio per politiche espansive anticicliche perché gli avanzi primari di questi anni non sono stati sufficienti a compensare i costi di rifinanziamento dell'enorme debito, che continua a crescere in proporzione al Pii. La politica monetaria non ha effetti reali sostanziali al di là del breve periodo: la Bce ha evitato la crisi finanziaria ma nessuna politica monetaria ha effetto nel contrastare una politica fiscale irresponsabile e una economia reale che non investe e non cresce. No, la situazione economica del paese non è responsabilità di questo governo. È l'efFetto di politiche economiche fallimentari ormai decennali. Ma questo governo continua e peggiora quelle stesse politiche in im contesto in cui il redde rationem si avvicina velocemente..

Alberto Bisin
QUEL POZZO SENZA FONDO CHE E' LA NUOVA RODARI


Nel Comune di Curno pare abbiano deciso di mettersi a risparmiare davvero. Adesso fanno addirittura le determinazioni in originale su carta NON intestata dal Comune. Così risparmiano i costi di tipografia (deve essere una acutissima manovra sotterranea per far calare il PiL nazionale per fregare il governo pentastellato...). Che non hanno ancora imparato ad usare le due facciate di ogni foglio? ma pare che la sindaca Serra ieri e nemmeno la sindaca Gamba oggi si siano accorte che ogni foglio c'ha due facciate una delle quali resta sempre... bianca inutilizzata. Ecco quindi la determinazione n.754 del 20 dicembre 2018 dove come evidenziamo con un bel punto di domanda... non c'é l’intestazione del Comune.  Si erano accorti tutti i visitatori fin dalla prima apertura del cantiere (della nuova Rodari: prima che uno stravento la  benedisse con un generoso allagamento) che l'idea delle aule con uscita diretta nel praticello era una gran cavolata ma quando venne sottolineato l'errore ci siamo presi una cazzuolata da parte della Serra, la quale in ogni suo gesto e scelta politico amministrativa è assistita dallo spirito santo. Invece adesso ecco scodellata un'altra MEGA spesa di 48mila euro (se basteranno visto che non c'è scritto da nessuna parte di quanti metri quadrati di erba artificiale trattasi) per creare i praticelli artificiali dove poggeranno le sacre chiappette i pargoli, cosi che non si sporchino braghette gonnelle e scarpette. Non so se cogliete: nella determinazione non c'é scritto nessuna misura e nessun riferimento ad un eventuale progetto.  La nuova Rodari  è costata l'ira di dio rispetto a quello che  è prezzo di mercato di una villetta  di finitura analoghe salvo che  nel prezzo della villetta a schiera sono compresi il prezzo del terreno e degli oneri di urbanizzazione e di costruzione oltre che le spese notarili che nel caso non ci sono. Li va poi aggiunto anche il «prezzo di una vita umana» visto che c'è stato un caduto sul lavoro (cui non hanno dedicato nemmeno una targa sui muri della scuola....). La nuova scuola Rodari oltre all'aspetto arcigno (per essere cortesi) dell'esterno e il colore nero che non ci pare proprio stimolante per la gioventù che la frequenta, oltre il mega cacatoio per cani che  è l'aiuola verso via Carlinga  (ben presto abbandonata al suo destino come accade per tutto il verde curnese), oltre ai lucernari costruiti a opera finita nelle aule dopo che s'erano accorti che erano orbe, hanno dei giardinetti interni che -per dirne bene- appaiono come quelli nei conventi di frati di clausura: lo sguardo non può uscire all'esterno. Questa scuola  non è «aperta sul mondo» ma è una sorta di carcere per coprire le (s)palle alle maestre dai danni che i  ragazzini potrebbero farsi se riescono a scappare. Oltre alla MEGA-palestra che manca e che quasi sicuramente non verrà costruita dalla Gamba per una evidente vendetta politica del centrodestra contro la giunta arancione di Curno. Comunque c'è da sorridere vedendo l'ambientalismo del governo Serra Gamba Rota and company che… finisce nei praticelli di erba sintetica (!!!) dentro il “chiostro Rodari”. A quando l’innevamento artificiale per fareil «Natale più bello»?
BEL COLPO!
COME VINCERE LE ELEZIONI E PERDERE IL PORTAFOGLIO


Farò (è il nome di un comune) é un buon esempio del moderno modo di fare gli inciuci in politica. Diciamo che è un modello istituzionale vale a dire che si è creato nel pieno rispetto delle regole vigenti del consociativismo. Basta con questa genìa di amministratori bottegai artigiani industrialotti di estrazione nostranotta. Capponi senza palle!. Sotto con le categorie sopravvenienti: un bel mazzo di liberi professionisti, dipendenti e pensionati pubblici, giovani di incerto futuro che forse la politica gliene farà guadagnare uno. Basta con laureati del Politecnico di Milano, della Cattolica, della Bocconi  e sotto con laureati dell'università nostrana: UniCal the first!. Unibas the first! Altro che il Trump di Usa the first! O quel ministro dell'interno che magna la nutella a colazione mentre la mafia ammazza uno sotto protezione. Non ci sono più i partiti storici o le loro coalizioni in gara elettorale: ci sono le coalizioni ibride senza dichiarare se siano di destra centro sinistra. In fondo se i 5S possono affermare di non essere ne di destra ne di centro ne di sinistra, da qualche parte nel Paese ci deve essere la semenza per questi crimini.  Ormai siamo  nella vera democrazia. Cioè in quella situazione dove tutti comandano, tutti  godono dei vantaggi del pubblico e del privato e –SOPRATTUTTO- c'è una gran massa di pecoroni che pagano pagano pagano: irpef tari tasi imu ires consorzio di bonifica, accise sulla benza gas elettricità, libri di scuola, compartecipazione ai nidi ed alle materne, accesso agli impianti sportivi, le lezioni al pomeriggio, scuola di musica, il CRE d'estate, il CRE d’inverno, la scuola di musica, il burraco, di tutto di più... Pure l'aria te la fanno pagare: bloccandoti l'auto in garage perché non hai finanziato la culona comprando una W coi valori taroccati ma le carte in regola. Forse ne abbiamo dimenticato qualcuno: scusate. Ma i pecoroni, ci ricordano ogni 10x9 politici e giornaloni hanno sempre ragione (quando votano). Affermazione che è un audace complimento: una volta i preti ti minacciavano di cecità se praticavi la masturbazione. Invece adesso ti lodano se t'infili da solo l'umbrella nel... . Fai da te fai per quattro. Così il massimo della democrazia e della partecipazione e del consociativismo è per esempio un comune amministrato -parliamo di un comune nel collegio elettorale dove hanno eletto l'attuale ministro dell'esterno -  da una maggioranza arancione col PD suo maggiore azionista che affida la manutenzione e il mantenimento dei beni comunali ad una impresa messa in piedi da un ex consigliere provinciale della Lega.
Invece la raccolta e smaltimento della rumenta comunale viene affidata facendo diventare il comune arancione azionista di una società pubblica governata da un CdA al 90% di nomina leghista.
La fornitura di energia elettrica e il rifacimento dell'impianto di illuminazione pubblica viene vinto da una società di altra regione ma finisce anche quello -sono partner in locale-  per vie legalmente perfette, ad un'altra impresa sempre proto leghista.
Le sindache –per essere politicamente correttissimi che c'é di meglio d'avere un sindaco donna?- sindaci del comune, non contente di questa scelta legalmente consociativa, fanno compilare la cacate carte per fare gli appalti da due donne funzionarie di altri comuni, chiamate in sede per la bisogna e poi rimandate a casa.
A governare organizzare e vigilare su tutto questo sta un dirigente dell'ufficio patrimonio e lavori pubblici un uomo (capita che ci siano anche dei maschi nel gineceo) che fa (anche) il sindaco –al secondo mandato- in un comune  vicino con una maggioranza forza leghista. Recentemente questo funzionario è stato affiancato da un altro professionista residente indigeno come assistente nella funzione di RUP per un'opera pubblica da parte di un altro professionista che fa l'assessore esterno dentro una giunta forza leghista di altro comune della Locride. Vox populi danno questo professionista assistente del RUP come il prossimo candidato sindaco del gruppo forza leghista semmai esisterà ancora FI.
Che volete di più per il 2019!? Un Lucano.