UNA MANOVRA SENZA FUTURO
Ora che è stato raggiunto con Bruxelles l'accordo sulla Legge di
Bilancio è ora di alcune considerazioni generali sulla politica
economica di questo governo e sulla situazione economica del Paese.
Come è apparso chiaro sin dall'inizio il governo ha affrontato la legge
di Bilancio come una prova di forza nei confronti della Ue.
Nessun interesse alla sostanza, ridotta agli “zerovirgola”, ma una
sfida all'Europa, un grimaldello per rompere la sua fragile unità
politica e le sue regole. Entrati a muso duro nella trattativa al grido
di “non siamo la Grecia” ne siamo usciti umiliati dalla constatazione
che “non siamo la Francia”. Il governo deve ora affrontare la reazione
delle frange più vocali dei suoi elettori, che interpretano
quest'accordo sul bilancio come una ritirata o addirittura un
tradimento. Questo comporta il parziale isolamento degli esponenti
sovranisti della maggioranza, politici e commentatori senza scrupoli e
senza competenze le cui posizioni pubbliche tanto aggressive quanto
insensate sono state in buona parte responsabili dello spread nei mesi
scorsi. Meglio così. Ma ora, persa la prova di forza con la Ue, isolati
i No-Euro, e rinviata la crisi finanziaria, il Paese si ritrova con una
pessima legge di Bilancio e una pessima politica economica, del tutto
simile a quella che il Paese segue ormai da decenni e che non farà che
accellerarne il declino, incrinando i suoi vari punti deboli.
Innanzitutto il peccato originale, quel mal congegnato assistenzialismo
che colora da sempre la politica fiscale. A questo la legge di Bilancio
aggiunge regalie senza logica e struttura che stanno a reddito di
cittadinanza e Controriforma delle pensioni come il 2,4 di debito sta
al 2,04. Un “vorrei ma non posso” che getta spesa pubblica a pioggia
senza realmente aiutare, che per giunta favorirà il lavoro nero e con
ogni probabilità porterà ad un aumento della pressione fiscale dal
2020. E poi i mercati finanziari, inefficienti e protetti, tallone
d'Achille dell'economia italiana. Lo spread, cioè la perdita di valore
di mercato del debito sovrano, non ha fatto che peggiorare i già
precari bilanci delle banche che ne possiedono una larga quota. Gli
interventi della maggioranza sugli istituti di credito cooperativo non
sono che un trucco contabile per ritardare la contabilizzazione di
queste perdite senza agire sulla sostanza di un sistema finanziario
debole, che i governi precedenti così come questo non hanno fatto che
proteggere per interesse politico particolare, con la testa nella
sabbia. Il fatto che altri Paesi si comportino in modo simile non
dovrebbe rassicurarci: il comun denominatore non è mai buona regola di
politica economica. Infine, gli investimenti mancati, il futuro che
lascia sempre spazio al presente. Il Paese pare rassegnato a non
investire né in capitale fisico né in capitale umano, né direttamente
nel settore pubblico né incentivando quello privato. La “quadra” sul
bilancio con la Commissione sta qui, nel ridurre l'elemosina
precedentemente prevista per politiche di investimento, in accordo con
l'anima anti-modemista di questo governo No Tav, No Terzo Valico, No
negozi aperti, No tutto. Mentre la produttività è stagnante da decenni
l'unica occupazione della politica economica pare essere redistribuire
risorse dai settori produttivi a quelli improduttivi, da chi lavora a
chi non lavora, dai giovani ai vecchi, a disoccupati e pensionati. Sia
chiaro, questo non è welfare, ma piuttosto politica miope e senza
orizzonte perché non associa protezione sociale a investimenti e
incentivi alla riconversione. In queste condizioni il Paese non sarà in
grado di affrontare il rallentamento della crescita globale, sia esso
l'anno prossimo o in un paio d'anni. Il sistema finanziario rischia di
sgretolarsi davanti ad un'altra crisi, essendo uscito azzoppato
dall'ultima. Il bilancio fiscale non ha spazio per politiche espansive
anticicliche perché gli avanzi primari di questi anni non sono stati
sufficienti a compensare i costi di rifinanziamento dell'enorme debito,
che continua a crescere in proporzione al Pii. La politica monetaria
non ha effetti reali sostanziali al di là del breve periodo: la Bce ha
evitato la crisi finanziaria ma nessuna politica monetaria ha effetto
nel contrastare una politica fiscale irresponsabile e una economia
reale che non investe e non cresce. No, la situazione economica del
paese non è responsabilità di questo governo. È l'efFetto di politiche
economiche fallimentari ormai decennali. Ma questo governo continua e
peggiora quelle stesse politiche in im contesto in cui il redde
rationem si avvicina velocemente..
Alberto Bisin
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QUEL POZZO SENZA FONDO CHE E' LA NUOVA RODARI
Nel Comune di Curno pare abbiano deciso di mettersi a risparmiare
davvero. Adesso fanno addirittura le determinazioni in originale su
carta NON intestata dal Comune. Così risparmiano i costi di tipografia
(deve essere una acutissima manovra sotterranea per far calare il PiL
nazionale per fregare il governo pentastellato...). Che non hanno
ancora imparato ad usare le due facciate di ogni foglio? ma pare che la
sindaca Serra ieri e nemmeno la sindaca Gamba oggi si siano accorte che
ogni foglio c'ha due facciate una delle quali resta sempre... bianca
inutilizzata. Ecco quindi la determinazione n.754 del 20 dicembre 2018
dove come evidenziamo con un bel punto di domanda... non c'é
l’intestazione del Comune. Si erano accorti tutti i visitatori
fin dalla prima apertura del cantiere (della nuova Rodari: prima che
uno stravento la benedisse con un generoso allagamento) che
l'idea delle aule con uscita diretta nel praticello era una gran
cavolata ma quando venne sottolineato l'errore ci siamo presi una
cazzuolata da parte della Serra, la quale in ogni suo gesto e scelta
politico amministrativa è assistita dallo spirito santo. Invece adesso
ecco scodellata un'altra MEGA spesa di 48mila euro (se basteranno visto
che non c'è scritto da nessuna parte di quanti metri quadrati di erba
artificiale trattasi) per creare i praticelli artificiali dove
poggeranno le sacre chiappette i pargoli, cosi che non si sporchino
braghette gonnelle e scarpette. Non so se cogliete: nella
determinazione non c'é scritto nessuna misura e nessun riferimento ad
un eventuale progetto. La nuova Rodari è costata l'ira di
dio rispetto a quello che è prezzo di mercato di una
villetta di finitura analoghe salvo che nel prezzo della
villetta a schiera sono compresi il prezzo del terreno e degli oneri di
urbanizzazione e di costruzione oltre che le spese notarili che nel
caso non ci sono. Li va poi aggiunto anche il «prezzo di una vita
umana» visto che c'è stato un caduto sul lavoro (cui non hanno dedicato
nemmeno una targa sui muri della scuola....). La nuova scuola Rodari
oltre all'aspetto arcigno (per essere cortesi) dell'esterno e il colore
nero che non ci pare proprio stimolante per la gioventù che la
frequenta, oltre il mega cacatoio per cani che è l'aiuola verso
via Carlinga (ben presto abbandonata al suo destino come accade
per tutto il verde curnese), oltre ai lucernari costruiti a opera
finita nelle aule dopo che s'erano accorti che erano orbe, hanno dei
giardinetti interni che -per dirne bene- appaiono come quelli nei
conventi di frati di clausura: lo sguardo non può uscire all'esterno.
Questa scuola non è «aperta sul mondo» ma è una sorta di carcere
per coprire le (s)palle alle maestre dai danni che i ragazzini
potrebbero farsi se riescono a scappare. Oltre alla MEGA-palestra che
manca e che quasi sicuramente non verrà costruita dalla Gamba per una
evidente vendetta politica del centrodestra contro la giunta arancione
di Curno. Comunque c'è da sorridere vedendo l'ambientalismo del governo
Serra Gamba Rota and company che… finisce nei praticelli di erba
sintetica (!!!) dentro il “chiostro Rodari”. A quando l’innevamento
artificiale per fareil «Natale più bello»?
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BEL COLPO!
COME VINCERE LE ELEZIONI E PERDERE IL PORTAFOGLIO
Farò (è il nome di un comune) é un buon esempio del moderno modo di
fare gli inciuci in politica. Diciamo che è un modello istituzionale
vale a dire che si è creato nel pieno rispetto delle regole vigenti del
consociativismo. Basta con questa genìa di amministratori bottegai
artigiani industrialotti di estrazione nostranotta. Capponi senza
palle!. Sotto con le categorie sopravvenienti: un bel mazzo di liberi
professionisti, dipendenti e pensionati pubblici, giovani di incerto
futuro che forse la politica gliene farà guadagnare uno. Basta con
laureati del Politecnico di Milano, della Cattolica, della
Bocconi e sotto con laureati dell'università nostrana: UniCal the
first!. Unibas the first! Altro che il Trump di Usa the first! O quel
ministro dell'interno che magna la nutella a colazione mentre la mafia
ammazza uno sotto protezione. Non ci sono più i partiti storici o le
loro coalizioni in gara elettorale: ci sono le coalizioni ibride senza
dichiarare se siano di destra centro sinistra. In fondo se i 5S possono
affermare di non essere ne di destra ne di centro ne di sinistra, da
qualche parte nel Paese ci deve essere la semenza per questi
crimini. Ormai siamo nella vera democrazia. Cioè in quella
situazione dove tutti comandano, tutti godono dei vantaggi del
pubblico e del privato e –SOPRATTUTTO- c'è una gran massa di pecoroni
che pagano pagano pagano: irpef tari tasi imu ires consorzio di
bonifica, accise sulla benza gas elettricità, libri di scuola,
compartecipazione ai nidi ed alle materne, accesso agli impianti
sportivi, le lezioni al pomeriggio, scuola di musica, il CRE d'estate,
il CRE d’inverno, la scuola di musica, il burraco, di tutto di più...
Pure l'aria te la fanno pagare: bloccandoti l'auto in garage perché non
hai finanziato la culona comprando una W coi valori taroccati ma le
carte in regola. Forse ne abbiamo dimenticato qualcuno: scusate. Ma i
pecoroni, ci ricordano ogni 10x9 politici e giornaloni hanno sempre
ragione (quando votano). Affermazione che è un audace complimento: una
volta i preti ti minacciavano di cecità se praticavi la masturbazione.
Invece adesso ti lodano se t'infili da solo l'umbrella nel... . Fai da
te fai per quattro. Così il massimo della democrazia e della
partecipazione e del consociativismo è per esempio un comune
amministrato -parliamo di un comune nel collegio elettorale dove hanno
eletto l'attuale ministro dell'esterno - da una maggioranza
arancione col PD suo maggiore azionista che affida la manutenzione e il
mantenimento dei beni comunali ad una impresa messa in piedi da un ex
consigliere provinciale della Lega.
Invece la raccolta e smaltimento della rumenta comunale viene affidata
facendo diventare il comune arancione azionista di una società pubblica
governata da un CdA al 90% di nomina leghista.
La fornitura di energia elettrica e il rifacimento dell'impianto di
illuminazione pubblica viene vinto da una società di altra regione ma
finisce anche quello -sono partner in locale- per vie legalmente
perfette, ad un'altra impresa sempre proto leghista.
Le sindache –per essere politicamente correttissimi che c'é di meglio
d'avere un sindaco donna?- sindaci del comune, non contente di questa
scelta legalmente consociativa, fanno compilare la cacate carte per
fare gli appalti da due donne funzionarie di altri comuni, chiamate in
sede per la bisogna e poi rimandate a casa.
A governare organizzare e vigilare su tutto questo sta un dirigente
dell'ufficio patrimonio e lavori pubblici un uomo (capita che ci siano
anche dei maschi nel gineceo) che fa (anche) il sindaco –al secondo
mandato- in un comune vicino con una maggioranza forza leghista.
Recentemente questo funzionario è stato affiancato da un altro
professionista residente indigeno come assistente nella funzione di RUP
per un'opera pubblica da parte di un altro professionista che fa
l'assessore esterno dentro una giunta forza leghista di altro comune
della Locride. Vox populi danno questo professionista assistente del
RUP come il prossimo candidato sindaco del gruppo forza leghista semmai
esisterà ancora FI.
Che volete di più per il 2019!? Un Lucano.
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