La commedia tra governo e Ue sulla manovra
Alla fine come previsto ha avuto la meglio Bruxelles. E Tria ha avuto
ragione su Salvini e Di Maio. Ma anche la Commissione si è fatta andare
bene i conti. Stretta tra nodo Brexit, caos francese e ondata populista.
La rivoluzione e il rigore anti-rivoluzionario sono entrambi come
Saturno: divorano i propri figli. E questa volta hanno fatto
davvero in fretta, meno di un mese. È successo con i “rivoluzionari”
del governo del cambiamento italiano, che ancora a inizio novembre a
sentir loro avrebbero messo in tavola un commissario europeo arrosto a
pranzo e uno lesso a cena, per poi dire in coro «sì signor commissario»
e tagliare le spese. Ed è successo con i rigorosi commissari Ue,
compreso il pluri-insolentito (da Matteo Salvini) Jean-Claude Juncker
dal bicchierino facile, che alla fine hanno chiuso chi l’occhio destro
e chi l’occhio sinistro e hanno dato il via libera (provvisorio, sia
chiaro, ma non è tutto provvisorio in questa vita?) a una manovra che
sicuramente farà aumentare il debito con i suoi eccessi di spesa e di
ottimismo sulla crescita del Pil italiano.
Hanno "ammorbidito" Salvini e DiMaio
Sui numeri di cui tanto si è parlato c’è poco da aggiungere: l’Italia
promette uno sforamento del deficit del 2,04% del Pil invece del 2,4 e
vedremo quanto sarà davvero alla fine perché se la ricchezza creata
(questo è il Pil) in Italia nel 2019 non sarà quella sperata il 2,04
rimane nel novero delle ipotesi sbagliate. Che cosa abbia spinto il
governo Salvini-Di Maio-Conte a cedere è chiaro. Non possono
permettersi una campagna elettorale per le Europee - si vota a fine del
prossimo maggio - con uno spread a 500 e il Paese allo sbando. E
Salvini soprattutto non può permettersi di deludere un elettorato
leghista che rimane in netta maggioranza favorevole all’euro, più per
sfiducia nella lira che per simpatia per la moneta europea e assai
“tedesca”, cosa che ha i suoi costi e crea la sua antipatia ma anche i
suoi vantaggi. Questo a parte gli ipernazionalisti dell’ultima ora ai
quali strizza l’occhio l’ex Fronte Nazionale Giorgia Meloni pronta a
servire qualsiasi piatto purché sia nostrano nazionale e nazionalista,
magari immangiabile ma, oh, così italiano!
Dopo le sparate leghiste ha vinto il mite Tria
Non era difficile prevedere che, arrivati a mettere le carte in tavola,
avrebbe vinto la mano il più forte. E le carte migliori ce l’hanno
quelli di Bruxelles non perché sono più bravi o astuti o sagaci ma
perché l’Europa, checché ne abbia detto Salvini, ci offre vantaggi che,
da soli, stenteremmo assai di più a conseguire. «Salvini e Di Maio
dovrebbero ripassare la lezione greca», scriveva Lettera43.it l’11
marzo, una settimana dopo il loro trionfo elettorale. Il premier Alexis
Tsipras era arrivato a Bruxelles nel luglio 2015 con il mandato degli
elettori a dire no alla durissima cura Ue, e dopo una notte alla vista
del baratro che gli si apriva davanti disse sì. Dopo tanto parlare di
“noi” e “loro” come se il nostro maggiore avversario fosse l’Unione
europea e i nostri amici migliori fossero guidati dalla Russia di
Vladimir Putin; dopo averci fatto sorbire (e non sono finite, ma hanno
ormai un altro suono) tutte le sparate dei vessilliferi
dell’indipendenza da Bruxelles come l’eurodeputato Marco Zanni e ancor
più l’italodeputato Claudio Borghi presidente commissione Bilancio alla
Camera, quindi uomo di peso; dopo tutto questo e dopo che
l’eurodeputato Angelo Ciocca (Lega) si era tolto una scarpa e lordava
con la suola il testo con i niet del commissario Pierre Moscovici
davanti all'europarlamento (23 ottobre 2018), alla fine chi ha vinto?
Ha vinto il mite professor Giovanni Tria, pugnalato alle spalle dai
suoi colleghi di governo, sbertucciato da Salvini e Luigi Di Maio, ma
che alla fine ha mandato a Bruxelles le cifre che lui voleva fin
dall’inizio proporre.
Se la politica ha la meglio su Maastricht
Che la Commissione le abbia accettate è l’altra scena comica di questa
commedia europea recitata con toni tragici e che poteva e ancora
potrebbe girarsi in tragedia. Il sì, o mezzo sì che sia, di Bruxelles
conferma che è la politica e non sono le regole di Maastricht a
determinare le scelte. Con il capitolo Brexit apertissimo, e che
potrebbe segnare sia un disastro europeo (certamente britannico) sia
una smagliante vittoria per la Ue nel caso di un sempre meno
improbabile secondo referendum dove vincessero i remain, con la
difficile situazione francese e il presidente Emmanuel Macron
nell’angolo, con il voto dell’europarlamento alle porte, con i
sovranisti in netta crescita anche se probabilmente non in grado di
stravincere al voto come invece spera Salvini in comune sentire con Di
Maio. Con tutti questi nodi da sciogliere, insomma, cosa restava da
fare alla Commissione? Fare finta che i numeri ci fossero.
Le fregnacce sono davvero inesauribili
Oh, Borghi subito ha battuto un colpo. Ha ricordato con un’intervista a
La Stampa che sui «numerini» poteva andare come è andata ma la Bce deve
ora garantire il debito sovrano, come lui disse da subito indicando i
250 miliardi da cancellare e dando così il via a maggio alla corsa
dello spread, altrimenti si riapre la questione dell’euro e torniamo a
una Bankitalia che ci garantisca. Insomma, se così non è faremo da
soli. Già, e chi garantirebbe Bankitalia che garantisce il debito
italiano? Possibile che le fregnacce siano così inesauribili?
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UN MILIONE DI POSTI DI LAVORO.
CAMPA CAVALLO
Il mazzuolatore Travaglio, quello che ormai deve lavorare per pagare i
danni per le condanne subito dalle cause vinte del padre di
Renzi, ieri sera dalla Gruber furiosamente eccitato asseriva che
Salvini&DiMaio erano arrivati nella corte europea ed avevano
avuto il coraggio di decidere un 2,4% di deficit e la corte s'era
dovuta adeguare. Sottolineava il coraggio della coppia ed asseriva che
se non avessero osato tanto, non avrebbero portato a casa quel 2,04%.
Della serie: ne ho prese un sacco ma ne ho anche date parecchie.
Decidere chi abbia vinto la partita è il mestiere dei giornali usi a
semplificare il messaggio per i lettori lazzaroni ma quel che ne
l'Europa ne il governo italiano possono decidere e nemmeno influire più
di un minimo irrisorio è che se non c'è lavoro, non puoi collocare i
disoccupati, non ci sono soldi che girano e quindi c'è povertà debito
arretramento. E il lavoro non esiste perché prima di tutto in Italia
evadono almeno cento miliardi di imposte all'anno e poi perché la
gggente è strapiena di oggetti inutili e mancano a moltissimi i beni
essenziali. Non c'è lavoro perché in Italia una scuola costa al metro
quadro come un appartamento di una villetta schiera… salvo che
mentre per la scuola il comune non ha pagato ne la terra ne gli oneri
ne degli interessi passivi, per la villetta a schiera… li hanno pagati
tutti. Quindi c'è qualcosa che non gira in testata.
Il sogno-promessa dei governi da quando è arrivato il cavaliere è
quello di creare almeno un milione di posti di lavoro nei cinque anni
del loro governo.
Mai accaduto dal 1990 in avanti.
L'idea che hanno in UE ed anche in molti da noi è che auto case strade
nelle loro peggiori declinazioni siano ancora gli unici motori
dello sviluppo. Quest'idea accompagna l'altra: il pareggio di bilancio
degli stati. Che nessuno riesce mai a realizzare perché non conviene a
nessuno tranne agli stati imperialisti.
Il mondo che abbiamo creato vede troppa fuffa da mantenere senza
che produca alcunche tranne inquinamento. Davvero serve una amazon per
avere in 24 ore una cosa che abbiamo già semplicemente perché monta una
CPU OCTA 2.8 GHZ PIUTTOSTO CHE UNA Octa Core Samsung Exynos 9 Octa
(8895) DA 2.3 GHz ? Davvero serve uno schiavo che corre in bici nella
notte zizzagando in mezzo alle auto per consegnarci una pizza tra
un'ora?. O forse non ci occorre di più non attendere settimane
mesi semestri anni una visita o un intervento all'ospedale?
Davvero al pensionato da 500€ occorre avere il telefono fisso da
30€ al mese e pure un cellulare che pure costa 10€ al mese per fare o
ricevere 100 minuti di telefonate mensili quando avrebbe piuttosto
bisogno di un buon paio di occhiali e di un buon apparecchio acustico?
Davvero è necessario per sopravvivere magnare una vaschetta di
lamponi che te òla porta a casa lo schiavetto in bici al modico presso
di € 27,92 al kg!?. Davvero non puoi frequentare una scuola se
non hai in cartella due dozzine di testi per una spesa da 300 euro che
poi non leggerai nemmeno del tutto? Oppure se non hai dieci quadernoni
in cartella in prima elementare? E se non indossi un jeans da
130€ con le sbragature, vero che non ti senti “realizzato”?.
Magari sarebbe il caso che invece di tanti commessi e commesse
che non sanno fare quel mestiere per lo straccio di paga che prendono e
servono pizzette in mille focaccerie prendessero pic e pala e si
mettessero a pulire canaletti ruscelli torrenti fiumi?. Magari sarebbe
il caso che ragazzi e ragazzi imparassero a usare la macchina da
cucire della nonna, oppure a mettersi un bottone, a cambiare la
cerniera della braghe. Sarebbe un modo per non sfruttare gli schiavi
dei paesi emergenti che consentono di comprare stracci a pochi euro
cadauno. Anche imparare a fare il ciabattino non sarebbero braccia
rubate alla finanza ma bene impiegate per l'uomo (e la donna).
Davvero progettare una TAV-TAC senza consumare il quadruplo del
territorio necessario semplicemente perché così allarghi il consenso a
tutte le categorie che poi sfrutteranno le nicchie di territorio
interposte tra binari corsie autostradali e superstradali?
Lavorare poco. Lavorare bene. Lavorare tutti e sempre. Pagare tutti le
tasse. Accontentarsi del necessario e lasciare perdere tre quarti del
superfluo. Poi ti arriva un cretinetti che ti promette il reddito di
cittadinanza per tenere in piedi i
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