MEGLIO RESTAURARE E RICOSTRUIRE ILVIADOTTO MORANDI CHE IL NUOVO PONTE DI PIANO
Non esiste finora il progetto esecutivo del nuovo viadotto sul
Polcevera, che non potremo mai più chiamare “viadotto Morandi” ma
presumibilmente prenderà il nome del suo progettista –l'arch. Piano –
oppure quello del neo raggruppamento di imprese che lo realizzerà “Per
Genova”. Vedremo.
Man mano che dopo la tragedia del crollo venivano alla luce i documenti
inerenti la storia del viadotto Morandi ci siamo convinti vieppiù di
diversi fattori:
1 – che sostanzialmente l'ANAS aveva mollato la struttura senza sapere
nemmeno come stesse effettivamente e senza nemmeno il memo sui lavori
già eseguiti sulla pila est (1993: prima della privatizzazione) che
avrebbero dovuti essere immediatamente replicati anche sulle altre due
pile. Per prima proprio quella crollata quest'anno.
2 – che nella logica italiana dell'assalto alla pubblica finanza
“crollato un ponte se ne faccia subito un altro” sia per ragioni
obiettive ma soprattutto perché i 500 milioni che l'insieme del
crollo metterà in moto complessivamente sono una polpetta
irrinunciabile “in maniera politicamente corretta” propria dalla
politica e dall'imprenditoria italica. Italica: non italiana.
3 – il commissario alla ricostruzione ha la possibilità di scegliere
direttamente progettisti e imprese senza fare gare di livello europeo o
internazionali per ogni tipo di intervento. Idea non proprio stupenda.
Notizia di ieri che Bucci, sindaco di Genova e commissario del governo
all'uopo, ha scelto Salini Impregilo e Fincantieri, insieme con
Italferr (il raggruppamento di chiamerà "PerGenova"). L'attesa
decisione della struttura commissariale di Marco Bucci è arrivata nel
pomeriggio con la firma del decreto che fissa attorno ai 220 milioni la
spesa per il solo viadotto. Renzo Piano collaborerà con Italferr come
progettista dell'opera.
Lateralmente ASPI che avrebbe dovuto ricostruirlo a proprie spese (cui
non è stata mai revocata la concessione delle autostrade) ha dichiarato
che si opporrà alla scelta di Bucci senza chiedere però il fermo
lavori. Salini Impregilo è sempre stata la favorita. Cimolai,
azienda di Pordenone super specializzata in ponti e opere in metallo,
si era fatta avanti con quattro idee-progetti firmati dall'architetto
Santiago Calatrava, piaciuti molto alla commissione incaricata di
valutare ognuna delle 22 offerte giunte per la ricostruzione del ponte
Morandi. Cimolai s'è però dichiarata disponibile alla collaborazione
senza porre in atto alcun ricorso. Vedremo però cosa farà concretamente
ASPI che quasi sicuramente metterà i soldi riservandosi ogni ulteriore
diritto di rivalsa quando saranno accertate le cause e le
responsabilità del crollo.
In questo quadro condividiamo la proposta di Gabriele Camomilla che
contrariamente alla Procura di Genova prima ed il Ministero delle
infrastrutture poi hanno dichiarato necessaria la demolizione integrale
dell'opera (lunga 1,2km) per ricostruirla sulla base di un disegno
schematico dell'architetto Piano, tutto da progettare. Camomilla e gli
altri tecnici chiedono al Ministro delle infrastrutture di
«acquisire un parere aggiuntivo di una commissione esperta nella
valutazione di questo tipo di ponti» e, in particolare, di predisporre
una perizia aggiuntiva sulla struttura esistente per decidere le
opere conservative per poi ricostruire il solo tratto caduto si
ripristinando la viabilità in un tempo minimo. Con questa revisione e
con l'integrazione del nuovo progetto e delle opere aggiuntive
integrative il ponte vecchio dovrebbe essere più sicuro di quello nuovo
perché comunque noto in tutti i suoi difetti avrebbe una affidabilità
misurata e misurabile nel tempo, anche con l'aggiunta di sistemi di
misura adeguati e gestibili; il ponte nuovo integrale, da questo punto
di vista sarebbe una incognita, dato che ancora non sono definiti
progettista esecutivo, materiali ed esecutore, né i punti deboli che
anch'esso avrà. Il prof. Camomilla e il migliaio di colleghi ed esperti
sono stati liquidati senza nemmeno un grazie. Un saluto. Solo dei matti
rinunciano a 500 milioni per la decima parte.
Siamo del parere che il progetto di Morandi sia migliore del neo
progetto Piano - Italferr. Migliore sia per il contenuto tecnico ma
soprattutto per il disegno nel suo insieme, specie nelle tre pile
«incriminate». Il disegno di Piano è il disegno di un personal computer
decorato di molta retorica che cerca da un lato di fare dimenticare ai
genovesi gli stralli (giudicati da quella popolazione tra le con-cause
del crollo) e dall’altro di conservarne una memoria visiva: le 43
illuminazioni. Non c’è dubbio che oggi coi PC creare un progetto di un
ponte in ferro fabbricato in massima parte in officina -come pezzi di
una nave- e poi via via assemblato sul posto sia una soluzione tecnica
ed economica vincente. Niente a vedere col regolo calcolatore in
legno e la fascia di bachelite bianca numerata con cui Morandi e i suoi
collaboratori hanno eseguito i calcoli statici del «loro» viadotto.Il
viadotto Morandi incorpora tre o quattro brevetti che oggi possono
essere applicati con maggiore certezza precisione sicurezza rispetto al
1963. Allora fu necessario colare la boiacca di cemento nelle tubazione
dove correvano i trefoli degli stralli. Oggi ci sono
materiali che sostituiscono tubazioni trefoli boiacca e mezzi di
controllo che consentono di verificare millimtero dopo millimetro
l’aderenza tra trefoli e struttura.
Ma è proprio «il disegno» delle tre pile 9-10-11 che da sole
costituiscono un valore che il progetto di Piano non possiede. Il
progetto di Piano è un ottimo prodotto industriale privo di anima. Gia
i progetti di Calatrava possiedono un tratto così forte che la banalità
del progetto di Piano fa piangere. Non basta ricorrere alla retorica
della concretezza semplicità volontà praticità che sarebbero
caratteri propri dei Genovesi per dire che il gesto forte, il disegno
forte sarebbero segno in contrasto con una città e con un momento
politico economico non propriamente adatto al segna di Morandi.
Quel mazzo di stile che creano le pile del viadotto Morandi furono
probabilmente il segno di un’Italia che lavorava per crescere assieme.
L’esile barra di Piano, con due coppie di puntelli negli
intervalli maggiori, sono il segno di un pensiero corto povero. Con
meno cultura di quella messa da Morandi: nonostante i PC.
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DUE PIATTI DI CUCINA CURNESE
LA NOTIZIA.
Determinazione n. 607 del 22-11-2018 a cura del responsabile settore
patrimonio e lavori pubblici. il responsabile del settore (…) Premesso
che: è nelle priorità dell'Amministrazione Comunale procedere
all'affidamento - dell'incarico di progettazione definitiva-esecutiva,
direzione lavori, contabilità e CRE dei lavori di realizzazione nuova
palestra in via Gandhi;
Oggetto: determina a contrarre per l'affidamento del servizio di
progettazione definitiva- esecutiva, direzione lavori e contabilità,
coordinamento sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione e
redazione del certificato di regolare esecuzione, dei lavori di
costruzione nuova palestra scolastica in via Gandhi. (…)determina (…)di
dare mandato alla Provincia di Brescia l'espletamento della procedura
di gara in attuazione della convenzione per l'esercizio delle funzioni
di stazione appaltante per conto del Comune di Curno (…)di stabilire
che la modalità di scelta del contrante è la procedura aperta, (…)
mediante l'utilizzo della piattaforma e-procurement SINTEL di ARCA
(Agenzia Regionale Centrale Acquisti) messo a disposizione dalla
Regione Lombardia. (…) di dare atto che la spesa del servizio posto a
base d'appalto pari a euro 122.138,09 oltre contributo 4% e Iva 22% per
totale di euro 154.968,81 di impegnare la somma pari a euro 2.384,97 a
favore della Centrale Unica di Committenza Provincia di Brescia
ripartita come di seguito specificato (…)
IL COMMENTO. La palestra è quella della nuova scuola Rodari situata in
fondo ai 110 metri della scuola a ridosso di via Gandhi. Sicchè abbiamo
una scuola senza palestra e resterà tale probabilmente per latri cinque
anni (ma di sicuro, di più) perché il comune aspetta che la regione ne
finanzi in massima parte (600mila euro?) ma c'è da dubitare che accada
vista la differenza tra le maggioranze politiche della regione ed al
comune (di Curno). Il buonsenso avrebbe consigliato di richiamare i
progettisti della scuola se non altro per dare un'unità
stilistica al complesso. Non è detto che gli stessi presentino una
proposta a prezzo (abbastanza) stracciato per aggiudicarsi il progetto
e quanto collegato vista la somma pazzesca in ballo come compenso, che
nessun privato col cervello a posto sarebbe disposto a mollare per un
progetto del genere. Ma tanto vale. I danni della giunta Morelli Serra
Conti Pelizzoli Bellezza proseguono ai danni dei Curnesi a distanza di
qualche lustro e non termineranno prima dei prossimi due lustri.
Tra le altre cose questo progetto oltre ad occupare e distruggere
quello che doveva essere il giardino della scuola media e della
biblioteca, era un terreno con circa due metri di dislivello da cima a
fondo. Un progetto come quello implementato lungo qualche centinaio di
metri “avrebbe potuto” benissimo mantenere il pavimento con la leggera
pendenza naturale del terreno in modo che il manufatto non assumesse la
forma dell'interrato a nord (ed infatti venne allagata proprio da li…)
mentre su via Gandhi avrà il pavimento almeno 150 cm al di sopra del
marciapiedi. Vale a dire i ragazzini escono dalla palestra estraggono
il pisello e innaffiano chi passa in via Gandhi. Bene bravi sette più.
LA NOTIZIA. Determinazione n. 673 del 11-12-2018 a cura del
responsabile settore patrimonio e lavori pubblici. Oggetto:
approvazione report proc sintel e affidamento alla ditta ARCA srl dei
lavori di formazione bypass di collegamento alla centrale termica della
palestra della scuola media Pascoli - impegno di spesa. Il responsabile
del settore (…) considerato che si rende necessario procedere
all'affidamento dei lavori di formazione bypass di collegamento dalla
centrale termica al collettore di riscaldamento degli spogliatoi presso
la palestra della scuola media Pascoli di via IV Novembre n. 25 al fine
di mantenere in perfetta efficienza gli impianti di riscaldamento;(…)
determina (…) di affidare i lavori di cui sopra alla ditta Arca Srl con
sede a Bergamo in via Betty Ambiveri (…) per l'importo pari a
euro 2.750,00 oltre Iva 22% per un totale di euro 3.355,00 alle
condizioni meglio specificate nella lettera di invito. Di impegnare la
somma complessiva pari a euro 3.355,00 Iva 22% inclusa (…)
IL COMMENTO.
Il nostro comune che si picca di stare nel novero dei comuni virtuosi
anche se quei maliziosi dei Lega Ambiente gli attribuiscono una
raccolta differenziata al di sotto del 65% (nel 2017) e di conseguenza
l'ineffabile assessore alla monnezza la ex sindaca Serra abbia
deciso di sbolognare la questione (dopo oltre 15 anni di consiliatura)
ad un carrozzone pubblico sperando che il buondio metta a posto almeno
le statistiche se non la differenziazione (si sa che le statistiche
sono come la pelle dello scroto…) , chissà come chissà perché ogni
terzo giorno ha dei problemi col riscaldamento di qualche edificio.La
ragione è semplice: se fai ad ogni guasto un appalto e negli impianti
ci mettono mano mille imprese diverse, puoi stare certo che quegli
impianti non serviranno a riscaldare ma a fare business per le ditte.
Ed infatti questa determina è una di quelle con l'aggravante che non è
nemmeno compito della ditta lautamente pagata dal comune ma trattasi di
lavoro extra contratto.
Così come ha cannato il problema della raccolta e smaltimento della
monnezza il nostro comune ha cannato il problema energetico per il
riscaldamento degli spazi pubblici perché nonostante da almeno dieci
anni il tema sia all'ordine del giorno, tranne la sboronata dei
pannelli solari laddove (in prevalenza) non servono (da soli) non hanno
vauto il tempo voglia scelta politica di riordinare TUTTO il tema
del riscaldamento e raffrescamento degli spazi pubblici comela
palazzina ASL il Bar del CVI1 e la mensa attigua, gli spogliatoi del
CVI1, la palestra, la scuola elementare e media. Ci potremmo aggiungere
–in una centrale unica o qualcosa di più ordinato- anche le case
popolari, l'oratorio e la vecchia Rodari visto che stanno tutti nel
raggio di 200 metri.
Uno immagina che dal 2008 in avanti il Comune abbia fatto un progetto
ed abbia via via messo in rete tutto il sistema, comprensivo di
pannelli solari e batterie di accumulo, in maniera che in dieci anni
questi edifici pubblici siano ricondotti ad una “gestione unica e
unitaria” del riscaldamento raffrescamento e siano dotati di una
adeguata rete di pannelli solari in alto o altissimo grado
potenzialmente di autosufficienza. Basti pensare a quanto spazio
disponiamo lungo l'asse interurbano per piantarvi dei girasoli solari e
produrre energia. magari il progetto complessivo farlo fare a una Hoval
o Siemens o Mitsubishi piuttosto che.
Invece siamo ancora qui, nell'anno 2018, a fare i cavallotti perché
l'impianto A non funziona e non basta nell'ambiente B. In Russia
situazioni del genere verrebbero affrontate mandando qualcuno in Siberia a raccogliere fragole.
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