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 veri maschi coi calzamutandoni



















inverno in pentola
Di cosa parliamo in questa pagina.

MEGLIO RESTAURARE E RICOSTRUIRE ILVIADOTTO MORANDI CHE IL NUOVO PONTE DI PIANO
Non esiste finora il progetto esecutivo del nuovo viadotto sul Polcevera, che non potremo mai più chiamare “viadotto Morandi” ma presumibilmente prenderà il nome del suo progettista –l'arch. Piano – oppure quello del neo raggruppamento di imprese che lo realizzerà “Per Genova”. Vedremo.
Man mano che dopo la tragedia del crollo venivano alla luce i documenti inerenti la storia del viadotto Morandi ci siamo convinti vieppiù di diversi fattori:
1 – che sostanzialmente l'ANAS aveva mollato la struttura senza sapere nemmeno come stesse effettivamente e senza nemmeno il memo sui lavori già eseguiti sulla pila est (1993: prima della privatizzazione) che avrebbero dovuti essere immediatamente replicati anche sulle altre due pile. Per prima proprio quella crollata quest'anno.
2 – che nella logica italiana dell'assalto alla pubblica finanza “crollato un ponte se ne faccia subito un altro” sia per ragioni obiettive ma soprattutto perché i 500 milioni che l'insieme  del crollo metterà in moto complessivamente sono una polpetta irrinunciabile “in maniera politicamente corretta” propria dalla politica e dall'imprenditoria italica. Italica: non italiana.
3 – il commissario alla ricostruzione ha la possibilità di scegliere direttamente progettisti e imprese senza fare gare di livello europeo o internazionali per ogni tipo di intervento. Idea non proprio stupenda.(...)

Messo in gara d'appalto il progetto (e tutto quel che segue fino al collaudo finale) per la costruzione del famedio che sarà intitolato alle professoresse Morelli&Serra: la palestra della  scuola Rodari. Una delle infamie della politica curnese dove si  sono cimentati centrodestra leghista e centrosinistra (che l'ha inventata...) per svenare il Comune per un'opera inutile. Adesso sono al penultimo passaggio. L'ultimo sarà l'intitolazione del famedio alle due professoresse.

Segue un piccolo appalto anche per creare un cavallotto affinchè l'impianto di riscaldamento dell'edificio A riscaldi anche quello del B. Queste giunte c.d. arancioni (in 15 anni) hanno un'idea ambientale molto prosaica. Invece di pensare a ridurre i consumi ed i costi di gestione del riscaldamento e raffrescamento del comparto pubblico del CVI 1 e dintorni... sotto coi pezzetini del puzzle. Tanto paga pantalone.



























































































MEGLIO RESTAURARE E RICOSTRUIRE ILVIADOTTO MORANDI CHE IL NUOVO PONTE DI PIANO


Non esiste finora il progetto esecutivo del nuovo viadotto sul Polcevera, che non potremo mai più chiamare “viadotto Morandi” ma presumibilmente prenderà il nome del suo progettista –l'arch. Piano – oppure quello del neo raggruppamento di imprese che lo realizzerà “Per Genova”. Vedremo.
Man mano che dopo la tragedia del crollo venivano alla luce i documenti inerenti la storia del viadotto Morandi ci siamo convinti vieppiù di diversi fattori:
1 – che sostanzialmente l'ANAS aveva mollato la struttura senza sapere nemmeno come stesse effettivamente e senza nemmeno il memo sui lavori già eseguiti sulla pila est (1993: prima della privatizzazione) che avrebbero dovuti essere immediatamente replicati anche sulle altre due pile. Per prima proprio quella crollata quest'anno.
2 – che nella logica italiana dell'assalto alla pubblica finanza “crollato un ponte se ne faccia subito un altro” sia per ragioni obiettive ma soprattutto perché i 500 milioni che l'insieme  del crollo metterà in moto complessivamente sono una polpetta irrinunciabile “in maniera politicamente corretta” propria dalla politica e dall'imprenditoria italica. Italica: non italiana.
3 – il commissario alla ricostruzione ha la possibilità di scegliere direttamente progettisti e imprese senza fare gare di livello europeo o internazionali per ogni tipo di intervento. Idea non proprio stupenda.

Notizia di ieri che Bucci, sindaco di Genova e commissario del governo all'uopo, ha scelto Salini Impregilo e Fincantieri, insieme con Italferr (il raggruppamento di chiamerà "PerGenova"). L'attesa decisione della struttura commissariale di Marco Bucci è arrivata nel pomeriggio con la firma del decreto che fissa attorno ai 220 milioni la spesa per il solo viadotto. Renzo Piano collaborerà con Italferr come progettista dell'opera.
Lateralmente ASPI che avrebbe dovuto ricostruirlo a proprie spese (cui non è stata mai revocata la concessione delle autostrade) ha dichiarato che si opporrà alla scelta di Bucci senza chiedere però il fermo lavori.  Salini Impregilo è sempre stata la favorita. Cimolai, azienda di Pordenone super specializzata in ponti e opere in metallo, si era fatta avanti con quattro idee-progetti firmati dall'architetto Santiago Calatrava, piaciuti molto alla commissione incaricata di valutare ognuna delle 22 offerte giunte per la ricostruzione del ponte Morandi. Cimolai s'è però dichiarata disponibile alla collaborazione senza porre in atto alcun ricorso. Vedremo però cosa farà concretamente ASPI che quasi sicuramente metterà i soldi riservandosi ogni ulteriore diritto di rivalsa quando saranno  accertate le cause e le responsabilità del crollo.

In questo quadro condividiamo la proposta di Gabriele Camomilla che contrariamente alla Procura di Genova prima ed il Ministero delle infrastrutture poi hanno dichiarato necessaria la demolizione integrale dell'opera (lunga 1,2km) per ricostruirla sulla base di un disegno schematico dell'architetto Piano, tutto da progettare. Camomilla e gli altri tecnici  chiedono al Ministro delle infrastrutture di «acquisire un parere aggiuntivo di una commissione esperta nella valutazione di questo tipo di ponti» e, in particolare, di predisporre una perizia aggiuntiva sulla struttura esistente  per decidere le opere conservative per poi ricostruire il solo tratto caduto si ripristinando la viabilità in un tempo minimo. Con questa revisione e con l'integrazione del nuovo progetto e delle opere aggiuntive integrative il ponte vecchio dovrebbe essere più sicuro di quello nuovo perché comunque noto in tutti i suoi difetti avrebbe una affidabilità misurata e misurabile nel tempo, anche con l'aggiunta di sistemi di misura adeguati e gestibili; il ponte nuovo integrale, da questo punto di vista sarebbe una incognita, dato che ancora non sono definiti progettista esecutivo, materiali ed esecutore, né i punti deboli che anch'esso avrà. Il prof. Camomilla e il migliaio di colleghi ed esperti sono stati liquidati senza nemmeno un grazie. Un saluto. Solo dei matti rinunciano a 500 milioni per la decima parte.

Siamo del parere che il progetto di Morandi sia migliore del neo progetto Piano - Italferr. Migliore sia per il contenuto tecnico ma soprattutto per il disegno nel suo insieme, specie nelle tre pile «incriminate». Il disegno di Piano è il disegno di un personal computer decorato di molta retorica che cerca da un lato di fare dimenticare ai genovesi gli stralli (giudicati da quella popolazione tra le con-cause del crollo) e dall’altro di conservarne una memoria visiva: le 43 illuminazioni. Non c’è dubbio che oggi coi PC creare un progetto di un ponte in ferro fabbricato in massima parte in officina -come pezzi di una nave- e poi via via assemblato sul posto sia una soluzione tecnica ed economica vincente. Niente  a vedere col regolo calcolatore in legno e la fascia di bachelite bianca numerata con cui Morandi e i suoi collaboratori hanno eseguito i calcoli statici del «loro» viadotto.Il viadotto Morandi incorpora tre o quattro brevetti che oggi possono essere applicati con maggiore certezza precisione sicurezza rispetto al 1963. Allora fu necessario colare la boiacca di cemento nelle tubazione dove correvano i  trefoli  degli stralli. Oggi ci sono materiali che sostituiscono tubazioni trefoli boiacca e mezzi di controllo che consentono di verificare millimtero dopo millimetro  l’aderenza  tra trefoli e struttura.
Ma è proprio «il disegno» delle tre pile 9-10-11 che da sole  costituiscono un valore che il progetto di Piano non possiede. Il progetto di Piano è un ottimo prodotto industriale privo di anima. Gia i progetti di Calatrava possiedono un tratto così forte che la banalità del progetto di Piano fa piangere. Non basta ricorrere alla retorica della concretezza semplicità  volontà praticità che sarebbero caratteri propri dei Genovesi per dire che il gesto forte, il disegno forte sarebbero  segno in contrasto con una città e con un momento politico economico non propriamente adatto al segna di Morandi.
Quel mazzo di stile che creano le pile del viadotto Morandi furono probabilmente il segno di un’Italia che lavorava per crescere assieme. L’esile barra di Piano, con due  coppie di puntelli negli intervalli maggiori, sono il segno di un pensiero corto povero. Con meno cultura di quella messa da Morandi: nonostante i PC.
DUE PIATTI DI CUCINA CURNESE



LA NOTIZIA.
Determinazione n. 607 del 22-11-2018 a cura del responsabile settore patrimonio e lavori pubblici. il responsabile del settore (…) Premesso che: è nelle priorità dell'Amministrazione Comunale procedere all'affidamento - dell'incarico di progettazione definitiva-esecutiva, direzione lavori, contabilità e CRE dei lavori di realizzazione nuova palestra in via Gandhi;
Oggetto: determina a contrarre per l'affidamento del servizio di progettazione definitiva- esecutiva, direzione lavori e contabilità, coordinamento sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione e redazione del certificato di regolare esecuzione, dei lavori di costruzione nuova palestra scolastica in via Gandhi. (…)determina (…)di dare mandato alla Provincia di Brescia l'espletamento della procedura di gara in attuazione della convenzione per l'esercizio delle funzioni di stazione appaltante per conto del Comune di Curno (…)di stabilire che la modalità di scelta del contrante è la procedura aperta, (…) mediante l'utilizzo della piattaforma e-procurement SINTEL di ARCA (Agenzia Regionale Centrale Acquisti) messo a disposizione dalla Regione Lombardia. (…) di dare atto che la spesa del servizio posto a base d'appalto pari a euro 122.138,09 oltre contributo 4% e Iva 22% per totale di euro 154.968,81 di impegnare la somma pari a euro 2.384,97 a favore della Centrale Unica di Committenza Provincia di Brescia ripartita come di seguito specificato (…)

IL COMMENTO. La palestra è quella della nuova scuola Rodari situata in fondo ai 110 metri della scuola a ridosso di via Gandhi. Sicchè abbiamo una scuola senza palestra e resterà tale probabilmente per latri cinque anni (ma di sicuro, di più) perché il comune aspetta che la regione ne finanzi in massima parte (600mila euro?) ma c'è da dubitare che accada vista la differenza tra le maggioranze politiche della regione ed al comune (di Curno). Il buonsenso avrebbe consigliato di richiamare i progettisti della scuola se non altro per dare un'unità  stilistica al complesso. Non è detto che gli stessi presentino una proposta a prezzo (abbastanza) stracciato per aggiudicarsi il progetto e quanto collegato vista la somma pazzesca in ballo come compenso, che nessun privato col cervello a posto sarebbe disposto a mollare per un progetto del genere. Ma tanto vale. I danni della giunta Morelli Serra Conti Pelizzoli Bellezza proseguono ai danni dei Curnesi a distanza di qualche lustro e non termineranno prima dei prossimi due lustri.
Tra le altre cose questo progetto oltre ad occupare e distruggere quello che doveva essere il giardino della scuola media e della biblioteca, era un terreno con circa due metri di dislivello da cima a fondo. Un progetto come quello implementato lungo qualche centinaio di metri “avrebbe potuto” benissimo mantenere il pavimento con la leggera pendenza naturale del terreno in modo che il manufatto non assumesse la forma dell'interrato a nord (ed infatti venne allagata proprio da li…) mentre su via Gandhi avrà il pavimento almeno 150 cm al di sopra del marciapiedi. Vale a dire i ragazzini escono dalla palestra estraggono il pisello e innaffiano chi passa in via Gandhi. Bene bravi sette più.



LA NOTIZIA. Determinazione n. 673 del 11-12-2018 a cura del responsabile settore patrimonio e lavori pubblici. Oggetto: approvazione report proc sintel e affidamento alla ditta ARCA srl dei lavori di formazione bypass di collegamento alla centrale termica della palestra della scuola media Pascoli - impegno di spesa. Il responsabile del settore (…) considerato che si rende necessario procedere all'affidamento dei lavori di formazione bypass di collegamento dalla centrale termica al collettore di riscaldamento degli spogliatoi presso la palestra della scuola media Pascoli di via IV Novembre n. 25 al fine di mantenere in perfetta efficienza gli impianti di riscaldamento;(…) determina (…) di affidare i lavori di cui sopra alla ditta Arca Srl con sede a Bergamo in via Betty Ambiveri (…)  per l'importo pari a euro 2.750,00 oltre Iva 22% per un totale di euro 3.355,00 alle condizioni meglio specificate nella lettera di invito. Di impegnare la somma complessiva pari a euro 3.355,00 Iva 22% inclusa (…)
IL COMMENTO.
Il nostro comune che si picca di stare nel novero dei comuni virtuosi anche se quei maliziosi dei Lega Ambiente gli attribuiscono una raccolta differenziata al di sotto del 65% (nel 2017) e di conseguenza l'ineffabile assessore alla monnezza la  ex sindaca Serra abbia deciso di sbolognare la questione (dopo oltre 15 anni di consiliatura) ad un carrozzone pubblico sperando che il buondio metta a posto almeno le statistiche se non la differenziazione (si sa che le statistiche sono come la pelle dello scroto…) , chissà come chissà perché ogni terzo giorno ha dei problemi col riscaldamento di qualche edificio.La ragione è semplice: se fai ad ogni guasto un appalto e negli impianti ci mettono mano mille imprese diverse, puoi stare certo che quegli impianti non serviranno a riscaldare ma a fare business per le ditte. Ed infatti questa determina è una di quelle con l'aggravante che non è nemmeno compito della ditta lautamente pagata dal comune ma trattasi di lavoro extra contratto.
Così come ha cannato il problema della raccolta e smaltimento della monnezza il nostro comune ha cannato il problema energetico per il riscaldamento degli spazi pubblici perché nonostante da almeno dieci anni il tema sia all'ordine del giorno, tranne la sboronata dei pannelli solari laddove (in prevalenza) non servono (da soli) non hanno vauto il tempo voglia scelta politica di  riordinare TUTTO il tema del riscaldamento e raffrescamento degli spazi pubblici comela palazzina ASL il Bar del CVI1 e la mensa attigua, gli spogliatoi del CVI1, la palestra, la scuola elementare e media. Ci potremmo aggiungere –in una centrale unica o qualcosa di più ordinato- anche le case popolari, l'oratorio e la vecchia Rodari visto che stanno tutti nel raggio di 200 metri.
Uno immagina che dal 2008 in avanti il Comune abbia fatto un progetto ed abbia via via messo in rete tutto il sistema, comprensivo di pannelli solari e batterie di accumulo, in maniera che in dieci anni questi edifici pubblici siano ricondotti ad una “gestione unica e unitaria” del riscaldamento raffrescamento e siano dotati di una adeguata  rete di pannelli solari in alto o altissimo grado potenzialmente di autosufficienza. Basti pensare a quanto spazio disponiamo lungo l'asse interurbano per piantarvi dei girasoli solari e produrre energia. magari il progetto complessivo farlo fare a una Hoval o Siemens o Mitsubishi piuttosto che.
Invece siamo ancora qui, nell'anno 2018, a fare i cavallotti perché l'impianto A non  funziona e non basta nell'ambiente B. In Russia situazioni del genere verrebbero affrontate mandando qualcuno in Siberia a raccogliere fragole.