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A sinistra: alla Fiera delle capre a Branzi 2018

Consiglio comunale di lunedi 17 dicembre
BILANCIO DI PREVISIONE 2019
Nessuna prospettiva di apertura della biblioteca nel 2019.
Non si sa che fine abbia fatto l’appalto dell’illuminazione pubblica.
Non sanno cosa faranno del CVI2.
Palazzina ASL?Boh.
La vecchia Rodari vuota a metà.
Continua la sequenza di beni da riparare non compresi nel mega appalto in corso.
Siamo arrivati tardi alla seduta del consiglio comunale di ieri sera quando  stavano dibattendo il finale del sesto punto all'odg: l'pprovazione nota di aggiornamento del Documento unico di programmazione 2019 - 2021 e dello schema di bilancio 2019 - 2021 e relativi allegati. Già spento il proiettore che è l'arma digitale nelle mani della sindaca. Scialbi i tre oppositori. Insomma una seduta famigliare. Mancava solo il panettone e l'asti spumante del Bibo.
Abbiamo fatto un giro per il paese per godere delle nuove luminarie costate un finanziamento di  3mila euro da parte del comune ai commercianti indigeni come rimborso delle spese di noleggio e installazione. Pochissime brutte vecchissime. Fondi di magazzino forse per meglio confacersi ai committenti.
Nessuna reazione anche al punto sette dell'odg: l'apposizione vincolo su parte delle entrate in conto capitale accertate e riscosse al 6.12.2018. Sostanzialmente del quasi milione (memoria…) di incasso ne avanzano 130mila che vengono rimessi a disposizione per l'anno venturo altrimenti diventavano inutilizzabili. E' la prima volta che questo problema viene affrontato in sede di consiglio anche se noi quella disposizione di legge finanziaria (2018) l'avevamo segnalata molti mesi or sono sia agli uffici che su queste pagine. Gli uffici comunali che nel comporre delibere e determinazioni sono particolarmente prolifici nell'inserire premesse visto che ecc. ecc. non hanno mai inserito la dizione legale. (...)

Pensioni più povere
Avere la badante e invecchiare a casa diventerà un lusso
Rosaria Amato

Auser-Cgil: la metà delle famiglie ha già ridotto i consumi per pagarsi l'assistenza domiciliare nel 2030 serviranno 2 milioni di operatori
I precari con retribuzioni basse e discontinue e i Neet, cioè i giovani fuori dai percorsi di studio e di lavoro, rappresentano un grave problema per l'oggi e una bomba a orologeria per domani. A lanciare l'allarme su una futura società di anziani poveri, non in grado di provvedere a se stessi soprattutto se non autosufficienti, è una ricerca pubblicata da Auser e Spi-Cgil dal titolo " Problemi e prospettive della domiciliarità. Il diritto di invecchiare a casa propria". I dati mostrano un numero crescente di anziani e una quantità decrescente di risorse destinate al welfare, in particolare all'assistenza, uniti a un aumento dei costi: il rischio è che già adesso gli anziani vengano abbandonati a se stessi, in case peraltro non sempre adeguate alle loro condizioni. (...)

















































consiglio comunale di lunedi 17 dicembre
BILANCIO DI PREVISIONE 2019


Nessuna prospettiva di apertura della biblioteca nel 2019.
Non si sa che fine abbia fatto l’appalto dell’illuminazione pubblica.
Non sanno cosa faranno del CVI2.
Palazzina ASL?Boh.
La vecchia Rodari vuota a metà.
Continua la sequenza di beni da riparare non compresi nel mega appalto in corso.


Siamo arrivati tardi alla seduta del consiglio comunale di ieri sera quando  stavano dibattendo il finale del sesto punto all'odg: l'pprovazione nota di aggiornamento del Documento unico di programmazione 2019 - 2021 e dello schema di bilancio 2019 - 2021 e relativi allegati. Già spento il proiettore che è l'arma digitale nelle mani della sindaca. Scialbi i tre oppositori. Insomma una seduta famigliare. Mancava solo il panettone e l'asti spumante del Bibo.
Abbiamo fatto un giro per il paese per godere delle nuove luminarie costate un finanziamento di  3mila euro da parte del comune ai commercianti indigeni come rimborso delle spese di noleggio e installazione. Pochissime brutte vecchissime. Fondi di magazzino forse per meglio confacersi ai committenti.

Nessuna reazione anche al punto sette dell'odg: l'apposizione vincolo su parte delle entrate in conto capitale accertate e riscosse al 6.12.2018. Sostanzialmente del quasi milione (memoria…) di incasso ne avanzano 130mila che vengono rimessi a disposizione per l'anno venturo altrimenti diventavano inutilizzabili. E' la prima volta che questo problema viene affrontato in sede di consiglio anche se noi quella disposizione di legge finanziaria (2018) l'avevamo segnalata molti mesi or sono sia agli uffici che su queste pagine. Gli uffici comunali che nel comporre delibere e determinazioni sono particolarmente prolifici nell'inserire premesse visto che ecc. ecc. non hanno mai inserito la dizione legale.
Sinteticamente. Dal 1 Gennaio 2018  l'articolo 1, commi 460-461, della legge 232/2016 prevede che i proventi e relative sanzioni siano destinati esclusivamente e senza limiti temporali alla realizzazione e alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria, al risanamento di complessi edilizi dei centri storici e delle periferie degradate, a interventi di riuso e di rigenerazione, a interventi di demolizione di costruzioni abusive, all'acquisizione e alla realizzazione di aree verdi ad uso pubblico, a interventi di tutela e riqualificazione dell'ambiente e del paesaggio, anche ai fini della prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico e sismico e della tutela e riqualificazione del patrimonio rurale pubblico e, infine, a interventi volti a favorire attività di agricoltura nell'ambito urbano.

E' stato reintrodotto un vincolo di destinazione dell'entrata. Il ripristino del vincolo è diretta conseguenza dell'obbligo di finalizzarla a una circoscritta tipologia di spese che contempla, tra gli altri, la realizzazione e manutenzione delle urbanizzazioni primarie (strade, fogne, illuminazione pubblica, rete di distribuzione energia elettrica e gas, aree per parcheggio, aree per verde attrezzato) e secondarie (asili e scuole materne, elementari, medie inferiori, istituti superiori, consultori, centri sanitari, edifici comunali, edifici per il culto, aree di verde attrezzato di quartiere). Dal 2018, quindi, gli oneri cesseranno di essere una entrata genericamente destinata a investimenti, per tornare a essere un'entrata vincolata per legge, con tutte le conseguenze del caso. I Comuni, infatti, non saranno più liberi di impiegare tali risorse per qualsiasi spesa del titolo II o III, ma dovranno dimostrarne l'utilizzo specifico per le casistiche previste dalla norma. L'aspetto interessante, tuttavia, è che il legislatore ha autorizzato in via permanente l'utilizzo degli oneri non solo per la manutenzione straordinaria di queste opere, ma anche per la loro manutenzione ordinaria, allocata tra le spese correnti, facilitando in questo modo la chiusura dei bilanci.
Come potete leggere a Curno si arriva a fine anno ad applicare la norma ed invece di usare quegli incassi p.e. per “manutenzione delle urbanizzazioni primarie (strade, fogne, illuminazione pubblica, rete di distribuzione energia elettrica e gas, aree per parcheggio, aree per verde attrezzato) e secondarie (asili e scuole materne, elementari, medie inferiori, istituti superiori, consultori, centri sanitari, edifici comunali, edifici per il culto, aree di verde attrezzato di quartiere)” si è scelto di svendere sostanzialmente i beni comunali a delle aziende private e invece di mettere a posto la vecchia Rodari ne hanno fatta una nuova impiegando quindici anni e restando col punto di domanda sul che fare (senza soldi) con l'edificio vecchio.
Il tragicomico è che  manco le minoranza hanno fatto domande.

La famigliare chiacchierata tra maggioranza ed opposizione (che suggeriva di finire prima le opere incompiute piuttosto che metterne in cantiere di nuove: leggasi rotonda su via Lecco) ha fatto comprendere alcune cose. Primo che la biblioteca NON verrà aperta nemmeno nel 2019 in quanto campa cavallo che l'erba cresce. Prima di tutto perché i pochi soldi messi a disposizione del lottizzatore del parcheggio ex Zebra non bastano all'opera. Secondo perché tuttora non hanno ben chiaro quanto costerà rimettere in funzione “fisicamente” quell'opera abbandonata da quasi vent'anni.  Pare che i 590mila euro   da riscuotere come contributo costo di costruzione per il neo-padiglione “food” del centro commerciale bastino di misura. Il nemmeno troppo vago senso si scazzo che percorreva i ragionamenti della sindaca e dell'assessore mentre parlavano  in tema hanno fatto comprendere anche ai defunti che in tema sono appunto… scoglionati. Vero che ormai le variazioni di bilancio ne fanno dozzine ogni anno ma è anche vero che nel bilancio 2019 non c'è un euro a destinazione vincolata per “far funzionare” questo nuovo servizio.

Del resto una maggioranza che ha come progetto il tipo di “cultura e socializzazione” che si legge nei programmi mensili (hanno talmente in schifo anche le loro manifestazioni che esitano PDf da brividi…), c'è poco da sperare che vogliano mettere in funziona la struttura: sono ancora fermi all'oratorio  alla festa degli Alpini e alla partita scapoli-ammogliati.

L'innocente (in apparenza) punto 8 dell'odg: modifica al Regolamento relativo alla Tassa occupazione suolo pubblico ha leggermente modificato il clima rilassato della discussione in quanto non si trattava di aumentare o diminuire il costo per l'occupazione del suolo pubblico ma di una decisone di forte importanza politica la cui spiegazione è stata affidata a quell'acquila (politica) che è la consigliera delegata alla cultura. Il problema consiste sostanzialmente nel fatto che chi chiederà di occupare il suolo pubblico dovrà sottoscrivere una dichiarazione antifascista della manifestazione. Breve scontro tra maggioranza e minoranza (che non ha partecipato alla votazione).

Non si è capita la ragione per cui il 17 dicembre 2018 fosse assolutamente necessaria questa decisione in cui MANCA ogni riferimento ai problemi posti dai nuovi arrivi in Italia. Con questo regolamento i musulmani possono fare una manifestazione per propagandare il niqab+l'abaya  alle donne basta che sottoscrivano di essere antifascisti.

Al punto 9 dell'odg c'era l' Approvazione protocollo d'intesa con la Provincia di Bergamo per l'attuazione dell'intervento di realizzazione nuova rotatoria su svincoli s.p. ex ss470dir con Via Lecco in Comune di Curno. L'ass. Conti si è prodigato in amplissimi elogi e sviolinate alla provincia e non si capisce perché visto che la legge prevede normale collaborazione tra enti. Si tratta delle rotatoria che “dovrebbe” essere  costruita di fronte al mobilificio Colleoni per consentire agli abitanti di Ponte san Pietro e della Marigolda di girare in sicurezza verso Ponte ed anche per consentire a chi scende da Curno (verso Ponte) di salire sulla Alme-Dalmine (la 470 dir) in direzione della Dorotina e di Dalmine.
In buona sostanza l'ass. Conti and company sostengono che la via Marche è troppo stretta (vero: ma è colpa del Comune di Curno…) e quando i veicoli arrivano prossimi alla 470dir non esiste la corsia di accelerazione per immettersi  verso Dalmine-A4.

Con la creazione di questa rotonda (che dovrebbe toccare in piccola parte anche il parcheggio di Colleoni Mobili: l'ha detto l'ass. Conti) chi scende da Curno e vuole andare verso Dalmine non utilizzerà più via Marche ma farà ¾ di rotonda e salirà sulla Almè-Dalmine utilizzando la bretella esistente davanti al mobilificio.
A parte che non si conoscono quanti siano i mezzi (meno di 200 al giorno) che usano via Marche per salire sulla Almè/Dalmine è evidente  che se modificano l'ingresso sulla 470dir dal via Marche, resterà sempre l'uscita su via Dorotina scendendo dalla valle mentre “dovrà” essere bloccato il pezzo di via Dorotina tra via Marche e la 470dir in salita sulla 470dir. Insomma creano un bel casino.

Oltre al fatto che non si comprende come mai il Comune di Curno DEVE-VUOLE realizzare una rotonda che servirà sia la Marigolda che Ponte san Pietro. Sarebbe interessante verificare QUANTI sono i cittadini di Ponte che per rientrare  nel loro paese debbono fare il percorso su Curno rispetto a quanti sono gli abitanti di Marigolda-Merena che fanno lo stesso percors Curno vuole fare di nuovo il bulletto  spendendo i propri soldi in vantaggio preminente per i cittadini di Ponte salvo che risponda al vero quanto s'è sentito a tavola in una trattoria dei muratori della Vitali (l'impresa che fa i lavori sulla 470 dir) i quali hanno raccontato che  sulla rotonda si sposterà ANCHE l'ingresso al mobilificio Colleoni. Chi vivrà vedrà.

All'11° punto dell'odg c'era la “Rettifica bonario accordo approvato con deliberazioni di C.C. n. 20/2010 e n. 113/2011 per l'acquisizione del parcheggio di proprietà dei sigg.ri Bettinelli/Dolci”. Questo parcheggio fu una delle invenzioni del mitico avv. Arnoldi –opera eseguita coi soldi del comune su terreni altrui senza esproprio o acquisizione…- e forse stavolta- alla terza o quarta puntata- la telenovela ha fine.

Non abbiamo resistito agli ultimi tre punti all'odg. Come abbiamo già scritto ormai questi non sono dei consigli comunali ma semplicemente dei voti di fiducia a maggioranza scontata. Dove ciascuno della maggioranza recita la propria parte assieme alla sindaca solista. Del resto noin sarebbe nemmeno necessario  il consiglio comunale: basterebbe che all'inizio mandato  dessero ordine agli uffici di replicare delibere e determine pari pari dei giorni settimane mesi anni precedenti e tutto funzionerebbe senza bisogno di questa “cosiddetta” politica.
Pensioni più povere
Avere la badante e invecchiare a casa diventerà un lusso
Rosaria Amato

Auser-Cgil: la metà delle famiglie ha già ridotto i consumi per pagarsi l'assistenza domiciliare nel 2030 serviranno 2 milioni di operatori


I precari con retribuzioni basse e discontinue e i Neet, cioè i giovani fuori dai percorsi di studio e di lavoro, rappresentano un grave problema per l'oggi e una bomba a orologeria per domani. A lanciare l'allarme su una futura società di anziani poveri, non in grado di provvedere a se stessi soprattutto se non autosufficienti, è una ricerca pubblicata da Auser e Spi-Cgil dal titolo " Problemi e prospettive della domiciliarità. Il diritto di invecchiare a casa propria". I dati mostrano un numero crescente di anziani e una quantità decrescente di risorse destinate al welfare, in particolare all'assistenza, uniti a un aumento dei costi: il rischio è che già adesso gli anziani vengano abbandonati a se stessi, in case peraltro non sempre adeguate alle loro condizioni. Nel 56% di case con anziani in edifici superiori ai due piani, infatti, manca l'ascensore, e nel 7% dei casi non c'è il riscaldamento. Il tasso di attività dei giovani tra il 2012 e 2016 si è abbassatodi quattro punti, ed è inferiore al 50%. I Neet italiani costituiscono la percentuale più alta in Europa. Come faranno tra 30 o 40 anni a permettersi una badante, e chi li assisterà se il welfare pubblico si ritrae? Già adesso lo Stato non garantisce l'assistenza domiciliare che sarebbe necessaria. Si calcola che in media il welfare " informale" costa 667 euro per famiglia. Solo il 31,4% delle famiglie riesce a ottenere un sostegno pubblico, in genere l'assegno di accompagno. Per il resto, il 48,2% delle famiglie pur di pagare un assistente ha ridotto i consumi, il 20,2% ha intaccato i propri risparmi, il 2,8% si è dovuta indebitare, percentuale che in futuro rischia di aumentare in modo consistente. Attualmente sono impegnate in Italia 1.655.000 badanti: le proiezioni sul numero crescente di anziani ci dicono che nel 2030 ne serviranno più di due milioni, ma le famiglie avranno sufficiente disponibilità economica per provvedere ai loro stipendi?
Al di là degli stipendi delle badanti, le famiglie fanno già adesso una grande fatica a provvedere all'assistenza degli anziani in generale: i tre quarti delle famiglie hanno dovuto fare gravi rinunce, dai consumi alimentari alle spese sanitarie. I dati del servizio sanitario svelano la contraddizione della spesa per il welfare in questi anni: a fronte di un numero crescente di anziani ( tra il 2009 e il 2013 sono aumentati dell'8,6%, passando da quasi 12 a 13 milioni, sono diminuiti del 21,4% gli anziani che hanno usufruito di un servizio di assistenza a domicilio. Secondo le proiezioni dell'Istat l'aumento degli ultrasessantacinquenni bisognosi di cure proseguirà: passeranno dai circa due milioni e mezzo del 2013 ai circa 3,5- 3,9 del 2045. Serviranno più servizi a domicilio, più badanti, più posti letto negli ospedali. Sta accadendo il contrario, e il 51% delle famiglie con persone non autosufficienti dichiara già adesso di non essere in grado di far fronte alle spese sanitarie ( contro il 30,5% della media delle altre famiglie). « Quella della non autosufficienza è una vera e propria emergenza nazionale che riguarda da vicino non solo tanti anziani ma anche e soprattutto le loro famiglie. – dice il segretario generale dello Spi Cgil Ivan Pedretti – Serve una legge nazionale, servono risorse e serve ripensare il nostro sistema di welfare che altrimenti rischia così di non reggere». Soprattutto, è da garantire un'assistenza a domicilio di livello adeguato, rileva il presidente dell'Auser Enzo Costa: « Invecchiare a casa propria è un diritto che va garantito con una rete efficace di servizi sul territorio nel rispetto della pe