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Milano col cuore in mano. Mica sempre.









Di cosa parliamo in questa pagina.

Oggi é Santa Lucia: vi ha portato gli asabesi, i mandarini e le galetine?

A sinistra la barzelletta del giorno.Tra chi mette in vendita le prestazioni del cane e quelli che lo multano perchè ecc. ecc.

IL MALDIPANCIA D'EUROPA
Vale la pena di cercare il rapporto tra i contenuti delle quattro tabelle riunite perchè danno idea di molte cose in Italia ed Europa.

Passando ai testi.

RENZI RESTA PROBABILMENTE IL MIGLIORCANDIDATO DEL PD
Non si è compreso se sia stata l'Italia ad avere divorziato da Renzi il 04 dicembre 2016 e il successivo 04 marzo 2017 oppure non l'abbia affatto dimenticato. Non posso dire di volerti ancora bene ma non ti ho dimenticato. Difficile se non impossibile per il grande elettorato piddino innamorarsi delle figurine che si sono fatte avanti dopo il quattro marzo diciassette. Non ci crede nessuno tranne quelli che da sempre aspettano il grasso che cola dalla politica: sono tanti in Italia.
Sono andato a cercare la data di nascita  dei padri fondatori della Repubblica Italiana nel 1945: De Gasperi classe 1881, Andreotti classe 1919, Pertini classe 1896, Togliatti classe 1893, Moro classe 1916, Fanfani classe 1908, Zaccagnini (non c’era) classe 1912, Nenni classe 1891, Scalfaro classe 1918, Luigi Einaudi classe 1874, Enrico De Nicola classe 1877, Luigi Longo  classe 1900, Li Causi classe 1896, Emilio Sereni classe 1907, Pietro Secchia classe 1903. Togliamo i 23 anni di fascismo (1922-1945) il due più giovani erano Andreotti e Scalfaro di 27 e 26 anni e i due più anziani erano Luigi Einaudi 71 ed Enrico de Nicola 68. C'erano un Togliatti di 52 anni, un Nenni di 54, un Longo di 45 ed un Secchia di 42 anni. (...)

Da POLITICO.
Europe's best friend, Emmanuel Macron, handed Italian populists a helping hand by announcing a spending spree of his own.

During a 13-minute televised address to the nation on Monday night, the French president promised a minimum wage increase and tax cuts, including for low-income pensioners, in an attempt to appease the Yellow Jacket protesters. The announced measures could push France's budget-deficit-to-GDP ratio to 3.5 percent, well over the EU's 3 percent ceiling, according to an anonymous government source quoted by French daily Les Echos.

Because of those very same rules, Italy faces the prospect of the European Commission launching against it an excessive deficit procedure (EDP) based on Rome's exorbitant public debt. The country's populist government had announced that it would be increasing the budget deficit to 2.4 percent of GDP to fund election promises such as a basic income for all and a pensions overhaul. (...)

Ecco il succo del giorno successivo all'articolo di politico.

Salvini e Macron insoliti alleati
L'accordo che solo pochi giorni fa a Palazzo Chigi e al Tesoro si disperava di poter raggiungere, lo stesso che nessuno in Europa immaginava probabile, ora sembra a portata di mano. Juncker ha aperto a Conte. E per questo spiraglio Salvini e Di Maio, i due vicepremier, possono ringraziare il loro grande avversario, il presidente francese Macron.
Jean-Claude Juncker ha scelto di crederci, o almeno di fingere di farlo per il momento. Il presidente della Commissione Ue chiede all'Italia solo un po' di impegno in più perché un'eventuale scelta di prendere tempo nella procedura sui conti non appaia come un gesto di pura cosmesi. Ma l'accordo che pochi giorni fa a Palazzo Chigi si disperava di poter raggiungere, e nessuno in Europa immaginava, ora improvvisamente sembra possibile: nell'incontro di Bruxelles ieri è arrivata una prima apertura di credito per Giuseppe Conte, anche se i doni che il presidente del Consiglio ha portato alla Commissione europea erano ben poca cosa. Per questo spiraglio apertosi all'ultimo istante Luigi Di Maio e Matteo Salvini, i vicepremier , possono ringraziare il loro grande avversario: il presidente francese Emmanuel Macron che ora — malgrado lui stesso e malgrado loro — appare il principale alleato di fatto dei due leader italiani. (...)
































































RENZI RESTA PROBABILMENTE IL MIGLIORCANDIDATO DEL PD

Non si è compreso se sia stata l'Italia ad avere divorziato da Renzi il 04 dicembre 2016 e il successivo 04 marzo 2017 oppure non l'abbia affatto dimenticato. Non posso dire di volerti ancora bene ma non ti ho dimenticato. Difficile se non impossibile per il grande elettorato piddino innamorarsi delle figurine che si sono fatte avanti dopo il quattro marzo diciassette. Non ci crede nessuno tranne quelli che da sempre aspettano il grasso che cola dalla politica: sono tanti in Italia.

Sono andato a cercare la data di nascita  dei padri fondatori della Repubblica Italiana nel 1945: De Gasperi classe 1881, Andreotti classe 1919, Pertini classe 1896, Togliatti classe 1893, Moro classe 1916, Fanfani classe 1908, Zaccagnini (non c’era) classe 1912, Nenni classe 1891, Scalfaro classe 1918, Luigi Einaudi classe 1874, Enrico De Nicola classe 1877, Luigi Longo  classe 1900, Li Causi classe 1896, Emilio Sereni classe 1907, Pietro Secchia classe 1903. Togliamo i 23 anni di fascismo (1922-1945) il due più giovani erano Andreotti e Scalfaro di 27 e 26 anni e i due più anziani erano Luigi Einaudi 71 ed Enrico de Nicola 68. C'erano un Togliatti di 52 anni, un Nenni di 54, un Longo di 45 ed un Secchia di 42 anni.

Una generazione di sfortunatissimi giovani rispetto alla banda di scappati di casa che governano adesso già col colesterolo troppo alto. Mi interrogo: quella gente creò ed approvò quello “straccio” di Costituzione Italiana: vi aspettate altrettanto da un Salvini, un DiMaio, un Conte, un Renzi un Minniti uno Zingaretti una Boschi oppure quel bellissimo che risponde al nome di Giacchetti, alias sotramorcc ?.
Non è una lode del passato contrapposto al presente. Pure con tutta la sua nefandezza oggi non esiste un Andreotti. E' una riflessione su che cavolo abbiamo combinato noi che siamo stati  genitori e insegnanti della classe politica attuale. In massima parte cresciuta nella scuola dell'obbligo, nel tempo pieno, nell'università di massa dispersa sul territorio. Una strage di innocenti.

Vero che i giovani padri della repubblica governavano un mondo di tre colori: bianco rosso nero. Altrettanto vero che oggi  ci pare che pochi se non nessuno di quelli che governano, forse nemmeno gran parte dei cittadini, si rendono conto che -tranne l'infezione ancora purulenta dell'ex Jugoslavia che non siamo stati  in grado di curare e guarire- oggi non siamo più l'Italietta dell'8 settembre 1943 ma l'Unione europea si estende su oltre 4 milioni di km² e conta 508 milioni di abitanti. Un  niente che in termini di popolazione si colloca al terzo posto nel mondo, dopo la Cina e l'India. Da un momento all'altro, possiamo –col cellulare- fare un biglietto e decidere di passare i prossimi giorni in un paese lontano dove cercare amore fortuna benessere salute. Tutto: insomma.

L’abbiamo già scritto: oggi l’unico leader di livello nazionale ed europeo che possiede il PD resta solo Renzi. Ma è un PD di parte. Parecchia gente della corte di Renzi fa concorrenza a una Barbara Lezzi. Basta guardare alla pagina del Corriere sui finanziamenti elettorali e Gori candidato  presidente alla Regione Lombardia per capire come il PD sia il partito di quelli che stanno bene e benissimo. Di quelli che appartengono al novero di chi s’è anche arricchito durante la crisi e di chi -come dipendente pubblico- sebbene salari e stipendi non siano proprio brillanti almeno non rischia il posto. Basta  leggere i bilanci dei comuni di una certa consistenza nei paesi del nord per vedere come siano una «costruzione» per reggere quell’area di cui sopra. Anche Curno è tra questi.
Noi l’abbiamo soprannominata la copia del «formigonismo pulito» del PD. Dell’incollamento tra vecchi PCI e vecchi DC: una fetta a noi e due fette a voi. Pulite, però: speriamo.
Il PD non ha dimenticato i poveri ma ha dimenticato la sua ragione sociale. Non basta dare 80 euro oppure 500 euro di premio ai ragazzi facendo altri debiti. Non basta fare piani del diritto allo studio che nei comuni ricchi arrivano a distribuire  alle clientele dei partiti quasi 800 euro per alunno della scuola dell’obbligo in qualunque maniera camuffati.  Curno: quasi 700mila euro per 886 alunni.  Bisogna porsi l’obiettivo di portare in cinque anni di legislatura l’evasione e l’elusione fiscali a livello europeo. Bisogna porsi l’obiettivo perché l’Ue anziché fare il ragioniere del debito >3%:PiL imponga una legislazione ed una tassazione dei redditi e del lavoro identica in tutti i 28 stati. Altrimenti dobbiamo accettare che la Germania o il NordEst d’Italia usino la Polonia oppure la Slovenia come territori coloniali e  nel contempo pretendano di imporre le stesse paghe e condizioni agli operai italiani. Tre euro l’ora e che s’accontentino!.
Probabile che gli elettori del PD siano contenti di pagare 3 scatole di polpa di pomodoro - 1200gr-un euro in offerta facendo finta che quei pomodori non siano raccolti dagli uomini e donne del campo migranti di san Ferdinando o Monteroni o Marsala o Cuneo. Ma poi ci sono quelli che la pasta di pomodoro la debbono prendere nei low cost a meno ma viene dalla Cina e ricostituita in Italy. Una schifezza.
Insomma non tocca solo a Renzi di scendere da cavallo e raccogliere quelli che stanno gettati nel fosso. Fossero solo uno, due bastava il bel gesto: ti do ottanta euro. Adesso in Italia sono probabilmente 17 milioni le persone cadute nel fosso della povertà. Entrando più nel dettaglio c’è che un italiano su dieci è interessato da grave deprivazione materiale mentre il 20% circa ha un reddito inferiore del 60% del reddito medio nazionale . Infine, l’11,7% appartiene a un nucleo con intensità lavorativa molto bassa. Poi leggi dei finanziatori di Gori e... .

Europe's best friend, Emmanuel Macron, handed Italian populists a helping hand by announcing a spending spree of his own.

During a 13-minute televised address to the nation on Monday night, the French president promised a minimum wage increase and tax cuts, including for low-income pensioners, in an attempt to appease the Yellow Jacket protesters. The announced measures could push France's budget-deficit-to-GDP ratio to 3.5 percent, well over the EU's 3 percent ceiling, according to an anonymous government source quoted by French daily Les Echos.

Because of those very same rules, Italy faces the prospect of the European Commission launching against it an excessive deficit procedure (EDP) based on Rome's exorbitant public debt. The country's populist government had announced that it would be increasing the budget deficit to 2.4 percent of GDP to fund election promises such as a basic income for all and a pensions overhaul.

"But but but, Macron said he's cutting taxes and increasing public spending ... does [Economic and Financial Affairs Commissioner Pierre] Moscovici agree?" Claudio Borghi, a top League MP and chair of the lower house's budget committee, tweeted after Macron's announcement.

During a hearing at the European Parliament in Strasbourg on Monday, Moscovici said the Commission would be looking at the French plans very closely. He also noted that the situation was different to Italy's.

However, it would be a lot more complicated for the Commission to press on with its plans to punish Rome for its extra spending while sparing France. Macron's potential EU rules breach will also prove harmful for the ongoing negotiations on a eurozone budget, which France has spearheaded.


"Europe is facing a deep political crisis," said Tiziana Beghin, a 5Star Movement MEP. "We'll see how Macron's promises will be implemented, but one thing is certain: We will not accept that there are first-class and second-class citizens in Europe." Italy would not accept a discretionary application of EU rules, Beghin added.

The 5Stars have been among the most vocal supporters of the Yellow Jackets, which they see as a movement against the EU's elites and fiscal rules. "The French protesters' demands are exactly what we have included in our budget law," said 5Star leader and Deputy Prime Minister Luigi Di Maio last month.

Speaking before the Italian parliament on Tuesday, Prime Minister Giuseppe Conte said he would head to Strasbourg on Wednesday to explain why Italy was forced to review its previous commitments and increase public spending. "Italians voted to end policies that have impoverished citizens," Conte said.

The prime minister explained that while respecting EU rules, the government's main duty is to urgently address the needs of Italy's poorest citizens. Conte has been engaged in negotiations with the League's Matteo Salvini and Di Maio to lower the planned deficit to avoid the EDP.

But for now, Macron's moves have further emboldened the Italian populists.

"Obviously, Macron's speech helps us and will force the Commission, especially the French commissioner, to think twice before sanctioning us ... even the most liberal, elitist, establishment-friendly leader in Europe must perform a U-turn when the people demand so," one government official in Rome said.

Silvia Sciorilli Borrelli
Salvini e Macron insoliti alleati


L'accordo che solo pochi giorni fa a Palazzo Chigi e al Tesoro si disperava di poter raggiungere, lo stesso che nessuno in Europa immaginava probabile, ora sembra a portata di mano. Juncker ha aperto a Conte. E per questo spiraglio Salvini e Di Maio, i due vicepremier, possono ringraziare il loro grande avversario, il presidente francese Macron.
Jean-Claude Juncker ha scelto di crederci, o almeno di fingere di farlo per il momento. Il presidente della Commissione Ue chiede all'Italia solo un po' di impegno in più perché un'eventuale scelta di prendere tempo nella procedura sui conti non appaia come un gesto di pura cosmesi. Ma l'accordo che pochi giorni fa a Palazzo Chigi si disperava di poter raggiungere, e nessuno in Europa immaginava, ora improvvisamente sembra possibile: nell'incontro di Bruxelles ieri è arrivata una prima apertura di credito per Giuseppe Conte, anche se i doni che il presidente del Consiglio ha portato alla Commissione europea erano ben poca cosa. Per questo spiraglio apertosi all'ultimo istante Luigi Di Maio e Matteo Salvini, i vicepremier , possono ringraziare il loro grande avversario: il presidente francese Emmanuel Macron che ora — malgrado lui stesso e malgrado loro — appare il principale alleato di fatto dei due leader italiani.
In questa strana vicenda non importa tanto quello 0,04% in più che Luigi Di Maio ha preteso si aggiungesse all'obiettivo di un deficit al 2% del Prodotto interno lordo per il 2019: appena 700 milioni di euro, ma il vicepremier dei 5 Stelle li ha voluti aggiungere al disavanzo perché gli servono e un obiettivo del 2% gli pareva una capitolazione, dopo aver promesso di «abolire la povertà» con il deficit al 2,4%.
Ma appunto questi dettagli contano solo per la politica vissuta sui social network. Gli economisti e gli investitori ieri ne hanno preso atto, al più, con stupore. La sostanza è invece che ieri Conte ha presentato a Bruxelles un progetto di bilancio invariato o poco più. Né M5S, né la Lega rinunciano a un cent dei piani di spesa per il reddito di cittadinanza (9 miliardi l'anno) e per l'anticipo dei pensionamenti (7 miliardi l'anno); quanto a questo, la sola differenza è che la Lega ora accetta che il ritiro a «quota 100» (62 anni di età, 38 di contributi) resti possibile solo fino al 2021. Dopo, almeno in teoria, si tornerebbe al regime attuale.
Questa è una struttura di bilancio simile a quella che la Commissione Ue aveva definito «una violazione senza precedenti». Era chiaro da subito che i programmi di spesa non sarebbero partiti da gennaio, ma in primavera, dunque qualche risparmio rispetto a un deficit al 2,4% si sarebbe trovato. Il problema resta che le spese nel 2020 e nel 2021 viaggeranno comunque a pieno regime per tutto l'anno, inducendo Bruxelles a prevedere che il deficit superi il 3%.
A questo problema Conte ieri ha presentato a Juncker il rimedio che tutti i governi italiani hanno promesso dal 2013 e nessuno ha mantenuto: una clausola di salvaguardia che fa salire l'Iva e l'accise fra un anno. Castità, ma non subito. Quella clausola è già in bilancio per 13,7 miliardi ma ora — ha detto ieri il premier a Bruxelles — salirà a venti miliardi e oltre. La Commissione Ue crede così poco a queste promesse di aumenti dell'Iva (saltano sempre) che non ne tiene neanche più conto nelle sue previsioni sull'Italia. Juncker però ieri ha scelto di mostrarsi interessato perché ora, se riesce, vorrebbe rinviare il problema italiano alla primavera o a dopo le europee di maggio.
Il presidente della Commissione ha un motivo per rinviare la crisi: sa di non poter mettere anche la Francia sotto procedura, dopo che Macron ha annunciato spese fuori dai limiti per rispondere alla rivolta dei gilet gialli; ma Juncker sa anche che, se colpisse solo l'Italia, Salvini e Di Maio userebbero la discriminazione di Bruxelles come un'arma contundente nella campagna per le europee di maggio. Perché in fondo Macron e i due italiani sono nemici con troppi punti in comune: spesa o debito pubblico che faticano a controllare ed elettori irascibili che non arrivano a fine mese. Così nemici, ma con problemi così simili, da diventare alleati di fatto loro malgrado.

Federico Fubini