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3 dicembre 1968 -  Eccidio di Avola




Famiglia numerosa di Avola nel 1968








Di cosa parliamo in questa pagina.

Il reddito di cittadinanza e quella strana definizione di povertà.
I nostri media da giorni ripetono ossessivamente che “il governo e la Ue stanno trattando” sulla legge di bilancio 2019, manco fosse un negoziato sul disarmo atomico tra superpotenze mentre in realtà è la calata di braghe ed il tentativo di evitare che un ridicolo paese guidato da demagoghi che si sbracciano dai balconi finisca in bancarotta a stretto giro, perdendo l’accesso ai mercati finanziari.
Non sappiamo come finirà ma la certezza, ad oggi, è che la misura che “scazza” tutta la costruzione è Quota 100, nel senso che rischia di fare esplodere il debito pubblico italiano entro alcuni anni. Ma poiché le due “bandiere” dei partiti di maggioranza simul stabunt et simul cadent, resta da capire come uscire dallo stallo. C’è tuttavia da commentare sulla forma che starebbe prendendo il cosiddetto reddito di cittadinanza. (...)

Anziani esagerati
Basta scorrere le pagine di L'Eco per trovare ogni settimana la notizia che un grande anziano c'ha lasciato le penne o si é ferito per un incidente SEMPRE a causa di una sua (dell'anziano) gravissima imprudenza. In questa pagina diamo due notizie  degli ultimi due giorni. Tra giovani quarantenni e cinquantenni che schiattano per un infarto mentre sono in giro a bulleggiare con  portentose bici fuoristrada, l'ottantenne che biciclettando su un marciapiedi fa un cul-martello con una catena posta proprio a difesa dei pedoni e  resta secco dopo qualche giorno;  sempre il 75enne che va a funghi e precipita dentro una valletta e quello che va a passeggiare lungo una roggia e ci casca dentro… forse è il caso che qualcuno faccia un serio tagliando alla testa prima che al corpo.(...)

La messa comincia sempre allo stesso modo.
Il custode delLa Latrina di Nusquamia, l'ing. Claudio Piga abduano di origini sardAgnole con ascendenze in ValCamonica, uno che ha fatto il classico in un liceo dei preti dove ebbe a studiare pure l'Antonio Gramsci, uno che si titola aver studiato latino e greco (ma non è laureato in tali materie: si loda e s'imbroda da solo) ha dedicato un breve passaggio pomeridiano alla lettura del nostro blog e s’é scandolizzato -signora mia, ha letto cosa c'è scritto  a proposito della discesa delle due sindache in mezzo al popolo per ascoltarne i lamenti? Dico solo che sono basito. C'è modo e modo di criticare le due sindache: un modo urbano, il nostro, e un modo rozzamente contadinesco, quello di A GUARDARE ALLE COLLINE». Par blue ma l’è giallina. Con le dita ancora sporche dopo avere tracciato l'ennesimo post sulle pareti della Latrina, si lamenta del fatto che abbiamo ricordato alle due sindachesse che quando si cade con una sconfitta  elettorale si fa una brutta fine pure in tempi “politicamente corretti” quando le gogne non si usano più per non dover chiamare la Servizi Ambientali a pulire la strada. Per esempio anche un certo Renzi dopo essersi beccato pure il voto del custode delLa Latrina di Nusquamia, l'ing. Claudio Piga appunto, già portavoce di una giunta fascio leghista col sindaco suo socio in affari nell'aziendina dei flayers alloggiata dal fiorista di via Buelli.(...)





































Il reddito di cittadinanza e quella strana definizione di povertà
I nostri media da giorni ripetono ossessivamente che “il governo e la Ue stanno trattando” sulla legge di bilancio 2019, manco fosse un negoziato sul disarmo atomico tra superpotenze mentre in realtà è la calata di braghe ed il tentativo di evitare che un ridicolo paese guidato da demagoghi che si sbracciano dai balconi finisca in bancarotta a stretto giro, perdendo l’accesso ai mercati finanziari.
Non sappiamo come finirà ma la certezza, ad oggi, è che la misura che “scazza” tutta la costruzione è Quota 100, nel senso che rischia di fare esplodere il debito pubblico italiano entro alcuni anni. Ma poiché le due “bandiere” dei partiti di maggioranza simul stabunt et simul cadent, resta da capire come uscire dallo stallo. C’è tuttavia da commentare sulla forma che starebbe prendendo il cosiddetto reddito di cittadinanza.
Al momento, quello che sappiamo è che sarebbero stati definiti alcuni paletti per l’accesso alla misura, fermo restando che i circa sette miliardi ipotizzati per le erogazioni sono del tutto insufficienti per il famoso target di un reddito mensile di 780 euro, che sarebbe la soglia statistica di povertà relativa del nostro paese. Attenzione: parliamo di povertà relativa, che si misura come soglia pari al 60% del reddito mediano del paese, non di povertà assoluta, che è ben altra cosa, e nettamente inferiore a quella relativa.
Questo è il primo equivoco della misura, oltre al fatto che finanziariamente non quadra manco a piangere, ma tralasciamo per il momento questo punto. Quello che lascia perplessi sono i paletti al momento definiti per l’accesso alla erogazione. Che sono:
•    Un reddito Isee pari a 9.360 euro;
•    Un patrimonio immobiliare non superiore a 30 mila euro, oltre alla eventuale proprietà della casa di abitazione;
•    Un patrimonio mobiliare (conti correnti e titoli) non superiore a 10 mila euro, che salgono a 15 mila se in famiglia c’è un disabile;
Vediamo: con quella soglia Isee, in teoria, una famiglia potrebbe avere redditi pari a 21 mila euro annui. Che non è esattamente un concetto di povertà, anche se tutto dipende ovviamente dalla numerosità del nucleo familiare. Poi, aggiungere altri 30 mila euro di patrimonio immobiliare alla eventuale prima casa è piuttosto singolare, come concetto di povertà. Ovviamente, parliamo di valore determinato da rendite catastali che spesso sono ridicolmente basse rispetto ai valori di mercato. Analogamente, mettiamoci pure un patrimonio di liquidità e titoli di 10 mila euro. Mah.
Sono dei poveri piuttosto agiati, i nostri potenziali beneficiari del reddito di cittadinanza, si direbbe. Anche se si trovano intrappolati nella illiquidità del loro patrimonio immobiliare, che in Italia è problema assai serio. Forse sarebbe meglio arrivare a comprendere, dopo mesi, che occorre tenere separata la dimensione del collocamento e del mercato del lavoro con quella di politiche sociali vere e proprie, che trattano il tema del disagio e del reinserimento in società. Ne ha scritto in modo magistrale su quesi pixel, tempo addietro, Luigi Oliveri; lo ha ribadito in un commento altrettanto efficace Stefano Feltri, ieri.
Sin quando non sarà chiara la duplice distinzione tra politiche del lavoro e politiche sociali da un lato e, a monte, quella tra povertà assoluta e relativa, sarà impossibile ragionare sul tema in termini razionali, e di conseguenza dimensionare il fabbisogno finanziario della misura. Ma non si può pretendere che il pentastellato medio abbia pensieri così strutturati, dopo tutto. Anche per quello poi ci ritroviamo con autentici deliri tipo le tre proposte di lavoro rifiutabili in zone dove trovarne una autorizzerebbe ad una settimana di festeggiamenti pubblici.
Ma i tempi stringono, dopo aver buttato nello sciacquone sei mesi con stupidi proclami, e la concatenazione tra reddito di cittadinanza e controriforma pensionistica rende elevata la probabilità di un esito solo contabilmente soddisfacente, mentre l’essenza delle criticità non verrebbe neppure scalfita. Questo accade, quando al potere vanno dei demagoghi ignoranti il cui unico obiettivo è quello di fare debito da scaricare in testa alle generazioni future, fottendole definitivamente.

Phastidio.net

Basta scorrere le pagine di L'Eco per trovare ogni settimana la notizia che un grande anziano c'ha lasciato le penne o si é ferito per un incidente SEMPRE a causa di una sua (dell'anziano) gravissima imprudenza. In questa pagina diamo due notizie  degli ultimi due giorni. Tra giovani quarantenni e cinquantenni che schiattano per un infarto mentre sono in giro a bulleggiare con  portentose bici fuoristrada, l'ottantenne che biciclettando su un marciapiedi fa un cul-martello con una catena posta proprio a difesa dei pedoni e  resta secco dopo qualche giorno;  sempre il 75enne che va a funghi e precipita dentro una valletta e quello che va a passeggiare lungo una roggia e ci casca dentro… forse è il caso che qualcuno faccia un serio tagliando alla testa prima che al corpo.
Perché questi incidenti sono troppi e queste morti sono  troppe. Sono troppe perché dietro ogni morte ci sono famigliari che piangono ed anche problemi materiali da affrontare per chi resta (sola-o). Sono troppe perché non è ammissibile che un ottantenne schiatti d'infarto una giornata d'estate mentre fa la salita di Rossino o della Roncola o di Selvino. Sono troppe anche le morti per un infarto di persone abbastanza giovani -40-50 anni- mentre bulleggiano in bici –meno di corsa runner- su per i sentieri.
Nell'ultimo mese  ho incontrato in paese due signore di mezza età colpite da cancro al seno. Due belle tombolotte dalla stazza esattamente di quelle che le statistiche indicano come le più potenziali vittime di quella neoplasia: non ci avevano pensato prima?. Boh. L'idea che nel 2018 ci siano ancora persone che non sanno prevenire ed affrontare i propri problemi cardiocircolatori non fa ben pensare anche se –lo dicono le statistiche sulla lettura dei giornali- la media età è quella che legge di meno (tranne la Gazzetta dello Sport…) i quotidiani che ormai hanno tutti ogni settimana la pagina della salute. Idem per gli anziani che credono nei miracoli della chimica ragion per cui pensano che la pastiglia di statina  basti a salvargli la pellaccia.
In mezzo secolo siamo passati dalla paura matta di ammalarci perché non c'era la mutua e nemmeno le cure adatte alla certezza opposta che adesso si sistema tutto con un po' di chimica e chirurgia ragione per cui si sfida tutto. Tanto c'è il 118 e il Soccorso Alpino. O un minilocUlo in via IV Novembre.

Un discorso a parte merita questo  cacciatore ottantunenne preso a sberle –dice lui- da un giovine animalista. Stiamo dalla parte dell'animalista. Prima di tutto perché anche se la legge lo consente ciascuno stia a casa propria e sulle sue proprietà. Secondo perché a 81 anni non vai a dicembre nella nebbia di Badalasco a beccacce. Nonnino lascia stare le beccacce che non ti hanno rotto il ca**o. Sarà anche vero che passo per uno che tira plocade ai maestrini sardAgnoli e adesso che  prende a schiaffi gli ottantunenni ma in certe situazioni le soluzioni sono uniche: provate a far ragionare un asino ed essere gentile con lui. Mica ti da retta.
Morale della favola. Non c'è bisogno che gli anziani si rinserrino in casa a rimbambire 24h:24h davanti alla tivù esattamente come non c'è bisogno che vadano a schiattare in bicicletta sulla salita di Rossino alle tre del pomeriggio di un gio
La messa comincia sempre allo stesso modo. Il custode delLa Latrina di Nusquamia, l'ing. Claudio Piga abduano di origini sardAgnole con ascendenze in ValCamonica, uno che ha fatto il classico in un liceo dei preti dove ebbe a studiare pure l'Antonio Gramsci, uno che si titola aver studiato latino e greco (ma non è laureato in tali materie: si loda e s'imbroda da solo) ha dedicato un breve passaggio pomeridiano alla lettura del nostro blog e s’é scandolizzato -signora mia, ha letto cosa c'è scritto  a proposito della discesa delle due sindache in mezzo al popolo per ascoltarne i lamenti? Dico solo che sono basito. C'è modo e modo di criticare le due sindache: un modo urbano, il nostro, e un modo rozzamente contadinesco, quello di A GUARDARE ALLE COLLINE». Par blue ma l’è giallina. Con le dita ancora sporche dopo avere tracciato l'ennesimo post sulle pareti della Latrina, si lamenta del fatto che abbiamo ricordato alle due sindachesse che quando si cade con una sconfitta  elettorale si fa una brutta fine pure in tempi “politicamente corretti” quando le gogne non si usano più per non dover chiamare la Servizi Ambientali a pulire la strada. Per esempio anche un certo Renzi dopo essersi beccato pure il voto del custode delLa Latrina di Nusquamia, l'ing. Claudio Piga appunto, già portavoce di una giunta fascio leghista col sindaco suo socio in affari nell'aziendina dei flayers alloggiata dal fiorista di via Buelli.
Il custode delLa Latrina di Nusquamia, studioso di latino e greco come  frequentatore di un liceo classico già gestito dai preti, sia pure per soli tre anni, gli viene “casualmente” da citare “l'abate Lorenzo Mascheroni, poeta a tempo perso e soprattutto grandissimo geometra (nell'accezione nobile della parola: non era un agrimensore [**], ma professore di matematica e geometria a Pavia) si travestiva da pastore con il nome di Dafni orobiano e scriveva poesie alla contessa Paolina Secco Suardo, che in Arcadia aveva preso il nome di Lesbia Cidonia. Dove l'[**]: Tale era l'importanza attribuita da Platone alla geometria che il portale d'ingresso della sua Accademia — si dice — era sovrastato dalla scritta (in greco), cioè "Non entri nessuno che non abbia conoscenza della geometria". In antico "geometri" erano coloro che sapevano di geometria, perciò chiamare oggi "geometri" gli agrimensori è poco meno di un'infamia”.
Al Lorenzo Mascheroni (1750-1800) é intitolata una piazza di città alta posta all'esterno della cittadella. Da un articolo il cui contenuto non abbiamo potuto verificare, sembra che i locali della cittadella abbiano ospitato per qualche decennio delle aule del liceo (classico) prima delle radicali modifiche dell'arch. Angelini (ante1960). Chissà se la notizia sia vera oppure costituisca la solita ciliegia turistica.
Wikipedia o Treccani danno l'immagine del (prete? uno che scrive poesie ad una donna di costumi non proprio morigerati?)  Mascheroni delle sue opere e della biografia. Il custode delLa Latrina di Nusqumaia costruisce  una delle sue fake new facendo intendere che la professione di geometra (istituita 129 anni dopo la morte del Mascheroni) abbia qualcosa a che fare –in negativo- con quella di agrimensore e gli studi di geometria del Mascheroni. La faccenda è molto semplice dal momento che tutte le opere (di natura edile costruttiva) del Mascheroni risultavano GIA' abbondantemente superate dai Romani: basti pensare agli acquedotti  costruiti da quelli così come basti pensare alla cupola del Pantheon  creato addirittura 27 anni prima della nascita di Cristo. 18 secoli prima nascesse il Mascheroni, tardivo calcolatore. Quanto poi agli agrimensori basti pensare alla centuriazione  eseguita dagli agrimensori romani. Pure in terra bergamasca alle porte di Bergamo o nell'Isola o nella Bassa.

Rimessa in piedi la santella in onore di chi ha frequentato il classico, il custode delLa Latrina di Nusquamia, mette in ordine un altro altarino famigliare. Sarebbe quello dedicato al nipote della madre del custode delLa Latrina di Nusquamia, giovine collaboratore di una rivista fascista. “I bergamaschi urbani ed evoluti, per quanto conniventi con il fascismo (ma devo forse ricordare che furono conniventi con il fascismo i più bei nomi del successivo antifascismo?) scrivevano semmai su riviste cittadine, non buzzurre, come la Rassegna di cultura, emanazione dell'Istituto nazionale di cultura fascista, fondato da Giovanni Gentile: si veda per esempio il fascicolo n. 7 (novembre 1941), p. 195, dove un giovane bergamasco che sarebbe morto giovane, ed era considerato una speranza delle patrie lettere, pubblica un articolo dedicato ad Erasmo da Rotterdam». La “smerdata” che sparge il custode delLa Latrina di Nusquamia sta tutta nell'affermazione: ”devo forse ricordare che furono conniventi con il fascismo i più bei nomi del successivo antifascismo?”. Della serie: c'ho avuto in famiglia un collaboratore fascista ma siccome anche altri (non nominati, però) furono collaboratori, ne usciamo mondati.
La storia è sempre la stessa. C'è chi viene da una famiglia di uno dei fondatori di una cooperativa cattolica dei contadini poveri sulla traccia della Rerum Novarum e poi morì per le bastonature dei fascisti  chi invece c'ha avuto un collaboratore dei fascisti morto giovine non si sa se di tisi oppure di sifilide come il Colleoni o il Donizetti. Collaboratore certo delle camice nere ma… non buzzurro.