ESTRATTO DELL’ACCORDO TRA IL COMUNE E I F.LLI LEGGERI PER LA RIDUZIONE DEL DANNO AL COMUNE DI CURNO.
(...)
- il giudizio n. 2568/'14 R.G., nel quale il Comune di Curno si è
costituito chiedendo il rigetto delle domande dei signori Leggeri, è
stato definito con la sentenza n. 505/'18 con la quale il Tribunale di
Bergamo così ha statuito: “Condanna il Comune di Curno al pagamento in
favore di Leggeri Tullio e Leggeri Pietro, in solido, di euro195.945,19
oltre rivalutazione monetaria ed interessi al tasso legale vigente
nelle varie epoche di riferimento, da calcolarsi provvedendo a
devalutare alla data del fatto (26.2.1991) il credito risarcitorio
rivalutato ed a computare, quindi, gli interessi sulla differenza,
secondo i criteri di cui alla sentenza della Suprema Corte n. 1712/95.
dalla data del fatto a quella di pubblicazione della sentenza, con
esclusione degli interessi sugli interessi; oltre interessi da tale
ultima data di pubblicazione, sempre al tasso legale, sulla somma come
sopra determinata, fino all'effettivo soddisfo; condanna il Comune di
Curno alla refusione in favore degli attori delle spese di lite che si
liquidano in euro 17.075,00 per compensi professionali, euro 480,00 per
anticipazioni, oltre spese generali al 15% ed accessori di legge; pone
definitivamente a carico di parte convenuta gli onorari di CTU già
liquidati con decreto del 21.11.2017'.
(...)
- in corso di causa, dopo il pronunciamento della sentenza e anche in
epoca successiva alla proposizione dell'appello, il Comune di Curno e i
signori Tullio e Pietro Leggeri si sono confrontati al fine di valutare
la possibilità di definire, amichevolmente e in via definitiva,
l'insorta controversia;
(...)
-i signori Tullio e Pietro Leggeri hanno manifestato la disponibilità a
definire amichevolmente la controversia con il versamento, a titolo di
risarcimento/indennizzo, della somma di euro 400.000,00, al netto di
eventuali ritenute, imposte e/o tasse, oltre rifusione delle spese di
lite e CTU nella misura quantificata dalla sentenza n. 505/' 18 del
Tribunale di Bergamo, con espressa rinuncia ad ogni ulteriore somma
anche a titolo di interessi maturati dalla data del 28 febbraio 2018;
-i signori Tullio e Pietro Leggeri hanno manifestato altresì la
disponibilità a riconoscere formalmente l'intervenuta acquisizione al
patrimonio comunale dei fondi occupati o, comunque, a dichiarare
l'abdicazione a favore del Comune di Curno della proprietà degli stessi.
(...)
a) la somma di euro 400.000,00 (euro quattrocentomila/00), al netto
della ritenuta d'acconto del 20% ai sensi dell'art. 35 del D.P.R.
08.06.2001 n. 327, (e, quindi, complessivamente euro 500.000,00- euro
cinquecentomila/00) quale risarcimento/indennizzo per il danno patito
per l'occupazione e, di fatto, la perdita della risarcimento/indennizzo
per il danno patito per l'occupazione e, di fatto, la perdita della
proprietà dei medesimi signori Tullio e Pietro Leggeri così individuata:
Catasto Terreni foglio logico 9 (fogli di mappa 5) con i mappali
3654 di Are 01.00, mappale 3656 di Are 07.30, mappale 3657 di Are 03.50,
b) la somma di euro 29.359,36 per rimborso spese legali e CTU.
(...)
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Nel 2019 previsto il ripristino di altri due chilometri del tracciato
Altri due chilometri di roggia Curna saranno ripristinati nel 2019,
grazie a un nuovo intervento del Consorzio di bonifica. L'intenzione
è stata messa nero su bianco con lo stanziamento di circa 400 mila
euro nel bilancio di previsione. In attesa di un cenno di Regione
Lombardia, che ormai a breve dovrebbe chiudere la procedura di
Valutazione d'impatto ambientale (Via) per la realizzazione della
prima delle tre vasche di contenimento nella Valle d'Astino, i lavori
in programma l'anno prossimo permetteranno di ripristinare un altro
importante tratto della roggia Curna, recuperando così una capacità di
raccolta
dell'acqua piovana di altre migliaia di metri cubi.
Si amplia così il serbatoio nel quale l'acqua potrà trovare spazio
nell'eventualità di precipitazioni analoghe a quella del 26 giugno
2016, che di fatto allagò l'intero quartiere di Longuelo (ma anche
altre zone della città e dei paesi dell'hinterland), provocando danni
per milioni di euro. Il lavoro di messa in sicurezza del territorio
effettuato nel frattempo è servito per evitare altri straripamenti,
ma l'idea del Consorzio è di proseguire con il ripristino della roggia
Curna almeno fino allo scaricatore della Cascina Lupo, al confine tra
i Comuni di Bergamo e Mozzo.
In queste settimane il cantiere sta procedendo a sud di via Madonna
del Bosco; entro l'anno prossimo, l'obiettivo è di arrivare a ridosso
dei campi da golf. «A quel punto, si tratterà di valutare il da farsi,
soprattutto dal punto di vista idraulico», spiega il direttore generale
del Consorzio, Mario Reduzzi.
Il problema è che l'area dei campi da golf è privata e in quel tratto
il corso d'acqua (o quel che resta) è stato coperto e il tracciato è
tutto interrato. Bisognerà trovare accordi che interesseranno anche la
proprietà stessa della roggia, il Luogo Pio Colleoni, che continua a
disporre del diritto di passaggio lungo tutto il tracciato della Curna.
Negli ultimi 20 anni il Consorzio di bonifica ha speso oltre 3,5
milioni di euro per il ripristino del tracciato della roggia Curna,
partito nel 1998 dalla zona di via Borgo Canale. «Già allora si era
capito che questi lavori erano importanti - prosegue Reduzzi - ma si
pensava che fosse sufficiente ripristinare solo un primo tratto.
Bisogna invece andare avanti, compatibilmente con le capacità di
finanziamento del Consorzio e della Regione, perché i risultati ci
sono e serve dare una continuità al reticolo idrico».
Tutto quel che spenderà il Consorzio di Bonifica andrà a scomputo in
una futura operazione di acquisizione del canale dal Luogo Pio
Colleoni, il cui valore non è però ancora stato quantificato.
Si parla di ripristinare l'intero tracciato della Curna fino al fiume
Brembo, ma da Bergamo la roggia corre ancora per circa 7 chilometri,
quasi ovunque sottoterra, tra Mozzo e Curno, passando tra l'altro sotto
il sagrato della parrocchia del paese: «Sono lavori grossi - ammette
Reduzzi - per cui ci sono già degli studi di fattibilità e degli
accordi di massima con i Comuni. In alcuni casi si dovrebbe valutare
se mantenere il tracciato originale, oppure fare degli adeguamenti.
Ci vorranno comunque milioni di euro, noi intanto andiamo avanti a pi
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La NATO si allarga ancora verso est: questo può essere un problema
(con la Russia)
Le nuove sfide alla sicurezza in Europa richiedono nuove risposte e
maggiore presenza da parte della Nato. A dirlo è il segretario generale
dell’Alleanza atlantica Jens Stoltenberg, che ha sottolineato come “la
linea tra conflitto e competizione” con la Russia sta diventando sempre
più labile e sottile. Stoltenberg ha affermato che al momento non c’è
“alcuna minaccia imminente” da parte di Mosca o di qualsiasi altro
avversario “contro i nostri alleati” ma occorre prestare attenzione
alla Russia che ha “modernizzato le sue forze armate e usato la forza
militare contro i Paesi vicini, come l’Ucraina”.
“Per garantire che nulla di simile a quanto accaduto in Ucraina nel
2014 possa ripetersi a qualsiasi alleato della Nato, abbiamo aumentato
la nostra presenza militare nella parte orientale dell’alleanza”, ha
aggiunto, riferendosi ai militari schierati in Polonia, Estonia,
Lettonia e Lituania.
La Nato ai confini orientali con la Russia
“Abbiamo gruppi pronti a combattere nella parte orientale dell’alle-
anza, nei Paesi baltici e in Polonia, per la prima volta nella storia
della Nato per inviare un messaggio molto chiaro: non c’è alcuna
possibilità che quanto successo in Ucraina possa ripetersi in quei
Paesi”, ha ribadito Stoltenberg, aggiungendo che la Nato ha anche
aumentato la propria presenza in Bulgaria, Romania e Mar Nero.
Le forze della Nato, infatti, hanno notevolmente ampliato la portata
delle loro esercitazioni nell’Europa dell’Est negli ultimi anni,
avvicinandosi pericolosamente ai confini con la Russia. “Questa è una
sfida, il che significa che dobbiamo adattarci a un ambiente di
sicurezza nuovo e più esigente in cui vi è anche una linea più sfocata
tra pace e guerra”, ha aggiunto il segretario generale. Ad accrescere
le tensioni tra Nato e Mosca c’è la richiesta da parte di Varsavia di
installare una base militare statunitense in Polonia. E nei giorni
scorsi, i funzionari militari statunitensi hanno ispezionato l’area
disponibile per la futura e possibile base. “Al momento siamo nella
fase esplorativa” ha detto il Segretario alla Difesa James Mattis. “Non
abbiamo preso alcuna decisione definitiva”.
“Queste azioni espansionistiche della Nato – ha commentato in merito il
portavoce del Cremlino Dmitry Peskov -portano inevitabilmente a
contromisure da parte russa per bilanciare l’equilibrio che si rompe
ogni volta”.
Quella promessa fatta ai russi e non mantenuta
Per ricostruire il difficile rapporto tra Russia e Alleanza Atlantica è
bene fare un passo indietro con una testimonianza importante. “Quando
ebbe luogo la riunificazione tedesca, noi promettemmo al leader
sovietico Gorbacëv – io ero presente – che se la nuova Germania fosse
entrata nella Nato non avremmo allargato l’Alleanza agli ex Stati
satelliti dell’Urss nell’Europa dell’Est. Non mantenemmo la parola.
Peggio: promettemmo anche che la Nato sarebbe intervenuta solo in
difesa di uno Stato membro, e invece bombardammo la Serbia per liberare
il Kosovo che non faceva parte dell’Alleanza”. A testimoniarlo è
Jack Matlock, ambasciatore americano a Mosca dal 1987 al 1991 in
un’intervista rilasciata al Corriere della Sera del 15 luglio 2007 e
citata nel libro dell’ex ambasciatore Sergio Romano “Atlante delle
crisi mondiali” (Rizzoli, 2018).
La versione di Sergio Romano
Lo stesso ambasciatore nel suo libro ricorda come Occidente e Nato
abbiano provocato la Russia, contrariamente a quanto sostenuto dal
segretario generale della Nato nelle sue recenti dichiarazioni: “La
goccia che ha traboccare il vaso della rabbia russa è stata la seconda
crisi ucraina. Per i russi l’Ucraina non è un Paese straniero. È la
terra in cui sono depositate le radici culturali e religiose della loro
storia; e ha con la Russia, per molti aspetti, un rapporto simile a
quello della Scozia con l’Inghilterra” afferma Romano.
“Nelle manifestazioni di piazza contro le elezioni del dicembre 2004 e
nella nuova occupazione di piazza Maidan dieci anni dopo, Mosca ha
visto il denaro di George Soros e la mano organizzativa dell’Open
Society, la sua rete di fondazioni culturali. Nei ripetuti viaggi a
Kiev del presidente polacco Aleksander Kwaniewski, durante la crisi, ha
visto le ambizioni e lo spirito revanscista di Varsavia. Nelle
dichiarazioni degli Stati Uniti, ha visto l’intenzione di spingere
verso oriente la loro frontiera politico-militare”. Sono sciocche e
imprudenti, afferma l’ambasciatore, “le potenze che credono di potere
fare politica estera senza tenere conto di questi fattori. Gli
americani invece hanno preferito ignorarli”.
“L’allargamento della Nato è la radice del problema”
Secondo John J. Mearsheimer, professore di relazioni internazionali
presso l’Università di Chicago, il resoconto di Stoltenberg sulla crisi
in Ucraina è sbagliato e l’allarga- mento a est della Nato la radice
dei problemi: “Gli Stati Uniti e i suoi alleati europei condividono la
maggior parte della responsabilità di questa crisi” spiegò il
professore in un articolo pubblicato nel 2014 su Foreign Affairs. “La
radice del problema è l’allargamento della Nato, elemento centrale di
una più ampia strategia volta ad estromettere l’Ucraina dall’orbita
russa ed integrarla nell’Occidente. Allo stesso tempo, l’espansione
dell’Unione Europea verso est e il supporto dell’Occidente a un
movimento pro-democrazia in Ucraina – iniziato con la Rivoluzione
Arancione nel 2004 – erano altresì elementi critici”.
Dopotutto, scrive Mearsheimer, “l’Occidente si è mosso nelle vicinanze
della Russia minacciando i suoi centrali interessi strategici, punto
questo enfatizzato ripetutamente da Putin. Le élite negli Stati Uniti e
in Europa sono state prese alla sprovvista dagli eventi solo a causa
del fatto che aderiscono a una distorta visione della politica
internazionale”.
Roberto Vivardelli / Gli Occhi della Guerra
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