Autostrade: "Non potete escluderci dalla ricostruzione del ponte"
Lettera al commissario. Aspi: "Da noi nessuna azione interdittiva"
Autostrade per l'Italia ritiene la ricostruzione della A10 "un obbligo
e un diritto", e "si riserva di adottare ogni azione a tutela", in caso
questi "obblighi e diritti fossero preclusi". E' parte saliente del
contenuto della lettera, firmata dal direttore generale di Aspi,
Roberto Tomasi, e inviata al commissario straordinario per la
ricostruzione Marco Bucci e alle strutture ministeriali preposte al
controllo della concessione in merito alla realizzazione del nuovo
viadotto sul Polcevera. Lo riporta il Secolo XIX.
Nello specifico, "quanto prospettato, oltreché doveroso ai sensi della
convenzione e rispondente agli obblighi dello scrivente, (fino a revoca
del governo, Aspi resta tenuta al ripristino della rete autostradale
danneggiata dal crollo, ndr), sia pienamente legittimo ai sensi del dl
109 del 2018", ovvero del decreto Genova. La missiva, inclusa nel
progetto definitivo per la demolizione e ricostruzione, rappresenta il
primo segnale di "ostilità" nei confronti del percorso deciso dal
governo che, di fatto, esclude la società dalla realizzazione del nuovo
viadotto. Se fosse davvero tagliata fuori, come prevede il decreto,
Autostrade non starebbe a guardare, anche alla luce del fatto che "le
cause del crollo sono ben lungi dall'essere accertate", scrive Aspi.
Se da un lato la lettera mette in guardia la struttura commissariale e
il governo stesso, Autostrade nel progetto definitivo ribadisce anche
la possibilità di ricostruire il ponte in 9 mesi al costo di 224
milioni, la disponibilità ad operare con altre imprese e la possibilità
di ritoccare il progetto in funzione delle preferenze del commissario.
"Interpretare" le lettere di accompagnamento dei progetti esecutivi che
Aspi ha inviato al Commissario per la ricostruzione Marco Bucci "in
data 15 ottobre 2018", in "esecuzione degli impegni previsti dalla
convenzione" come "azione interdittiva della ricostruzione del Ponte è
totalmente fuori luogo". Lo si legge in una nota di Autostrade per
l'Italia in merito "agli articoli comparsi stamani su Secolo XIX e
Stampa" nei quali si ipotizzava una 'diffida' informale al commissario
per scongiurare l'esclusione dalla demolizione e progettazione del
nuovo ponte. "Fin dai primi momenti dopo la tragedia - si legge nella
nota -, Autostrade per l'Italia ha lavorato a una soluzione di
ricostruzione in linea con le aspettative delle Autorità locali e che
garantisce tempi di ricostruzione molto contenuti".
"Io non ho visto nessuna diffida formale. Le notizie di questa mattina
mi hanno veramente sorpreso: Aspi dice che possono partecipare e hanno
mandato il progetto esattamente come tutti gli altri. Non vedo
problemi".
Lo dichiara il sindaco di Genova e commissario straordinario per la
ricostruzione del viadotto sul Polcevera, Marco Bucci, commentando la
lettera di Autostrade per l'Italia in accompagnamento al progetto
definitivo per demolizione e ricostruzione del viadotto. Nella missiva
si sosteneva che la ricostruzione del viadotto in A10 è "un obbligo e
un diritto" di Aspi e che la società "si riserva di adottare ogni
azione a tutela", in caso questi "obblighi e diritti fossero preclusi".
"La libertà di tutti di fare ricorsi c'è - ha commentato Bucci - però bisogna vedere se sono appropriati o no questi ricorsi.
Penso che nessuno avrà la determinazione per sospendere i lavori, altrimenti dovranno rispondere a 600mila genovesi".
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Dev'essersi
sollevato un pitinino l'animo il custode delLa Latrina di
Nusquamiaperchè dopo avere sbattuto nuovamente contro un “fuori le
carte a dimostrare quel che affermi” ecco che riprende la polemica con
Pedretti, già fondatore della Lega a Curno, più volte assessore, anche
consigliere regionale ed oggi nemmeno più iscritto alla Lega. Ecco cosa
smerda sulle pareti della Latrina di Nusquamia il suo custode:” Nemico
politico o nemico personale? Se un soggetto A (per esempio, un
agrimensore) in contrasto politico con un soggetto B (per esempio, uno
che ha studiato latino e greco) porta il contrasto dal piano dialettico
a quello giudiziario, e denuncia il soggetto B perché B sia sottoposto
a giudizio penale, in quanto B avrebbe attentato alla reputazione di A,
il contenzioso da politico diventa personale. Dunque B riconosce in A
un avversario personale. Se tale opinione è confortata da
un'assoluzione, a conclusione dell'iter giudiziario, l'opinione di B
diventa un giudizio fondato. Se poi A denuncia una seconda volta B,
sentendosi ancora offeso nella sua reputazione, e B è parimenti assolto
una seconda volta, non sarà alieno pensare che A sia un avversario
personale di B, non una, ma due volte.
Il fatto che B riconosca in A un avversario personale non impedisce che
B, che ha studiato latino e greco ed è un discepolo della mandria di
Epicuro (Hor., Epist., I, 4, 10) possa conservare imperturbabilità
nell'animo e sulle labbra il sorriso della ragione illuministica,
quella (si parva licet…) che Diderot raccomandava al pittore van Loo
che ne eseguiva il ritratto”.
Ovviamente non perde l'occasione di scrivere delle balle dal momento
che greco e latino l'ha studiato pochi anni (tre?) al liceo e
pretendere di essere un latinista e un grecista (si chiameranno così?
Boh) è una bella pretesa da spacciare appunto come balla. Una fake new
insomma.
Aggiungasi che finora non ha MAI mostrato uno straccio di carta da cui
si rilevi senz'ombra di dubbio che lui sia stato assolto nelle
sue beghine legali col Pedretti. Finchè non leggiamo non crediamo.
Avete presente che razza di faccia (solo tosta?) c'ha uno “che ha
studiato latino e greco ed è un discepolo della mandria di Epicuro
(leggasi: va a troie sui laghi della Brianza)” e notifica sul suo blog
di avere votato per il PD (ecco perché è crollato al 18%...) ma
dimentica di dire che ha fatto da portavoce pagato dal Comune di Curno
(per fortuna due sole volte… poi l'hanno interdetto…) di un sindaco di
destra sostenuto da FI Lega e la “fascio femminista”?.
No, dico, un minimo di coerenza e rispetto per la destra visto che s'é dichiarato quale ammiratore di Giannino.
Dev'essere però l'aria inquinata di Curno visto che mentre lui ammette
“sono un po' fuso” – va bene succede- ecco che l'ormai ex segretario PD
affigge un volantino di saluto sulle pareti delLa Latrina di Nusquamia.
Ditemi voi se non c'è qualche virus a Curno. Uno di destra portavoce di
una giunta di centrodestra con dentro i fascisti afferma di votare PD.
Va in bega con chi ha approvato politicamente di pagargli la
prestazione e il segretario PD uscente affigge il volantino dì'uscita
sulle pareti delLa Latrina di Nusquamia. Sono po' fusi. Quando c'era
“lui” sarebbero finiti entrambi in Siberia.
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NOTIZIA.
È andata male. La vigilia della decisione da parte di Bruxelles sulla
manovra economica del governo, bocciata due giorni fa, e le
fibrillazioni dello spread ormai stabile sopra quota 300 punti (ieri ha
chiuso la seduta a 309) hanno concorso al flop. La quattordicesima
emissione del Btp Italia si è conclusa ieri con una raccolta pari a 2,1
miliardi di euro. Un dato che restituisce la misura della freddezza nei
confronti dei titoli del debito pubblico italiano, vale ricordare che
la stima del Tesoro era di un incasso atteso tra 7 e 9 miliardi. Il
collocamento era destinato al mercato retail italiano, ma fin da
lunedì, primo di quattro giorni di offerta, le sottoscrizioni sono
apparse sotto tono con i risparmiatori e le famiglie poco disposti a
sottoscrivere l'emissione. Cautela confermata anche nelle sedute di
martedì e di mercoledì, tanto che il collocamento retail è stato
archiviato con un totale di 31 mila contratti (la metà rispetto al Btp
Italia emesso lo scorso maggio) per un controvalore di 863 milioni di
euro, record negativo di sempre per il Btp Italia che il Tesoro ha
riservato ai risparmiatori. Al di sotto delle aspettative anche la
raccolta tra gli investitori istituzionali nella giornata di ieri. La
domanda si è fermata a quota 1,3 miliardi, con 55 richieste di
adesione. Il bilancio, insomma, è di un'emissione del Btp Italia
conclusasi con il secondo peggior risultato di sempre, dopo quello del
giugno 2012, quando furono raccolti solo 1,73 miliardi. Un esito che
impone una riflessione al Tesoro sulla strategia da adottare nei
prossimi collocamenti. La raccolta per il 2018 ha già raggiunto il 90%
del fabbisogno, più problematico e costoso si annuncia il finanziamento
per il 2019.
Andrea Ducci
IL COMMENTO.
L’andamento assai negativo nella vendita di questo malloppone di BTPé
il miglior indice di gradimento dei cittadini verso il governo
SalviMaio. Vero che il pessimo andamento aumenterà il rendimento e farà
felici quelli che in gergo sono chiamati i cassettisti, vale a dire
quei pensionati che investono ed aspettano tranquilli che ogni sei mesi
arrivino sul conto gli interessi. Ma che non succeda lor di avere
bisogno prima della scadenza perchè la tosata sul valore potrebbe farli
piangere assai.
Non c’è bisogno che anche noi ci mettiamo nella processione di quelli
che stimano il diluvio prossimo venturo anche perché il coro di
chi annuncia disgrazie é già numeroso e non ha bisogno di
rinforzi.
Non sono solo gli italiani si stanno interrogando sul futuro ma che
anche le vecchie borbottose maestre europee sono in panne perché
nel Parlamento italiano non esiste un’altra maggioranza possibile e
l’auto-scommessa del cavaliere di tornare a un governo di centrodestra
deve immaginare un Salvini che si rimangia quota cento. Al punto in cui
siamo il massimo che può fare un governo Lega+FI+ qualche relitto
pentastellato è un mezzo condono (metà di quello in programma adesso) e
un dimezzamento della quota cento. Se non un accantonamento. Insomma
quando c’è di mezzo il portafoglio gli italiani se lo tengono ben
strettoe non lo mettono in mano ne a Salvini e nemmeno
al DiMaio.
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