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Pd, Martina si candida alla segreteria del partito: sfida a Zingaretti e Minniti.
L'ex segretario rompe gli indugi e trasforma la lotta per la guida del partito in un affare per tre. L'ufficializzazione della sua corsa verrà data giovedì in una conferenza nel quartiere San Lorenzo di Roma. Sarà sostenuto da diversi big dem tra i quali Graziano Delrio, Tommaso Nannicini e Debora Serracchiani
Maurizio Martina corre per la segreteria del Pd contro Nicola Zingaretti e Marco Minniti. L'ex segretario dem ufficializzerà la sua candidatura giovedì alle 13 in una conferenza stampa a Roma in un circolo del quartiere San Lorenzo, quello teatro dell'omicidio di Desirée Mariottini.
Rompe gli indugi, quindi, l'ex ministro dei governi Renzi e Gentiloni e trasforma le primarie in una sostanziale lotta a tre che vedrà presenti anche le mozioni di Cesare Damiano, Matteo Richetti, Francesco Boccia e del giovane Dario Corallo. (...)

IL BALLISTA ABDUANO
TANTE PAROLE NESSUNA PROVA
Maronna mia, come s'è incazzato il custode delLa Latrina di Nusquamia! A furia di precisazioni conferma tutto quello che ha scritto e noi abbiamo commentato. Il fatto è che lui non mostra mai nulla, chiacchiere (le sue) a parte.  Uno. Prima di tutto è stato lui che ha scritto di avere usato una cinquina della Angelo May (si scriviamo apposta Y alla fine) per preparare una conferenza in tema quando aveva una attività editoriale (anche per la Mondadori) , quindi come  mezzo  di auto rappresentazione e auto promozione della propria attività. La giri come vuole ma quando un privato usa un documento antico di proprietà pubblica per farsi pubblicità, che paghi l'onere dovuto dallo sfruttamento.Due. Non ha ancora spiegato com'è che un produttore autore per conto della Mondadori sia poi finito  come contitolare di una  impresetta produttrice (forse) di famigerati flayer ospitata in un negozio di fiorista (del padre del socio nell'impresa) e pubblicizzata in rete senza indicare partita iva e iscrizione alla camera di commercio. (...)E la cinquecentina è diventata una...cinquina.

CURNO: UNA PAESE DOVE TUTTO E' INVECCHIATO
Più passa il tempo e più il comune è costretto a fare i conti col proprio invecchiamento. Non invecchiano solo i Curnesi ma è invecchiato soprattutto il Comune inteso come insieme di  persone che lo governano (la politica), che lo gestiscono (il funzionariato) ed  anche i beni comunali: le scuole (edifici) , i servizi (illuminazione pubblica e fognature) ed anche la natura-qualità dei servizi che si sono via via sclerotizzati nel bilancio del comune. Per esempio quella sorta di reddito di cittadinanza che le varie categorie si inventano e propongono come scambio politico alle varie maggioranze sia nel campo della salute che della scuola. Poi c'è la carità minuta e finta parsimoniosa.(...)



































Pd, Martina si candida alla segreteria del partito: sfida a Zingaretti e Minniti


L'ex segretario rompe gli indugi e trasforma la lotta per la guida del partito in un affare per tre. L'ufficializzazione della sua corsa verrà data giovedì in una conferenza nel quartiere San Lorenzo di Roma. Sarà sostenuto da diversi big dem tra i quali Graziano Delrio, Tommaso Nannicini e Debora Serracchiani

Maurizio Martina corre per la segreteria del Pd contro Nicola Zingaretti e Marco Minniti. L'ex segretario dem ufficializzerà la sua candidatura giovedì alle 13 in una conferenza stampa a Roma in un circolo del quartiere San Lorenzo, quello teatro dell'omicidio di Desirée Mariottini.
Rompe gli indugi, quindi, l'ex ministro dei governi Renzi e Gentiloni e trasforma le primarie in una sostanziale lotta a tre che vedrà presenti anche le mozioni di Cesare Damiano, Matteo Richetti, Francesco Boccia e del giovane Dario Corallo.
A sostegno della sua candidatura, stando a quanto filtra da ambienti dem, si schiereranno diversi importanti esponenti tra i quali il capogruppo alla Camera Graziano Delrio, l'ex sottosegretario Tommaso Nannicini, nonché Carla Cantone, Debora Serracchiani, Chiara Gribaudo e Andrea De Maria.
L'obiettivo del segretario che ha traghettato il Pd dopo la sconfitta del 4 marzo è quella di coinvolgere soprattutto su una serie di segretari di circolo, che hanno apprezzato le sue scelte, compresa quella rischiosa di convocare la manifestazione contro il governo il 30 settembre scorso in Piazza del Popolo. Martina punta inoltre a coinvolgere l'elettorato democratico del Nord-Italia con una serie di proposte per l'economia del Paese, potendo contare su di una base forte nel Pd lombardo, specialmente quello giovanile.

Ma ai tesserati si rivolge anche Nicola Zingaretti, che proprio a loro vuole ridare un ruolo nel suo Pd. Oggi ha rilanciato una sua proposta: “Il nuovo Pd che vogliamo costruire deve diventare il partito dove i territori sono protagonisti e decidono e dove le persone partecipano davvero anche grazie al web. A partire dalla destinazione di parte del 2 per mille alle Federazioni provinciali”.

Marco Minniti da questo punto di vista, potendo contare sull'appoggio di 550 sindaci di centri presenti in tutte le province italiane, si sente di poter affrontare la fase congressuale tra i soli iscritti con le carte in regola. Moltissimi di questi sindaci sono renziani, mentre alcune tensioni ci sono tuttora con i dirigenti nazionali vicini a Renzi sulla questione dell'appoggio alla sua candidatura di una o di più liste per l'Assemblea nazionale. Minniti gode dell'appoggio di Luca Lotti e Lorenzo Guerini, i due deputati che più si sono spesi per raccogliere le firme in appoggio alla candidatura dell'ex titolare del Viminale.
Arrivando ai numeri, la candidatura di Martina rischia di livellare ancora di più la corsa alla segreteria, rendendo la soglia del 51 per cento ancora più difficile da raggiungere. A quel punto bisognerà capire se varrà la regola che decide l'assemblea o se la commissione congresso – che si riunisce giovedì intorno alle 12 – cambierà le norme e vincerà chi ha preso più voti, senza quorum da rispettare.

Il Fatto Quotidiano
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IL COMMENTO
Zingaretti, Minniti, Martina? Tre bravi ragazzi ma tre figurine troppo smorte per resuscitare un partito che proprio i maggiorenti hanno per primi affondato. Finchè il paese poteva fare debito su debito chiunque era in grado di governarlo di la o di qua. Adesso la pacchia di sopravvivere a debito è finita e quindi il patto tra chi ruba e chi vive di reddito di cittadinanza ante litteram: pensioni dopo neanche  quattro lustri di lavoro, invalidità a gogo, prepensionamenti pagati dalla stato o dall’Ue e tutta la miriade di lavori inventati per la qualità della vita... non c’é più trippa per gatti. Per molti non c’è stata perché questa Italia non ha mai compreso che un pezzo di se stessa era irrimediabilmente irrecuperabile. Del resto basta leggere cosa dicono-scrivono i tre maggiori candidati alla segreteria per rendersi conto che nessuno sa come rimettere in carreggiata il Paese. Anzi: nessuno può o vuole dirlo. Un paese che non riesce a viaggiare in treno per andare al lavoro. Un paese che non riesce a mandare i propri figli a scuola se abitano in cime alla valle. Un paese che si piazza un aeroporto sul sentierone. Un paese che per fingersi ricco ha creato una sovra offerta edilizia di un quarto ma non riesce a dare casa a un buon dieci per cento di italiani senza lavoro. Un paese che per fare un decreto per ricostruire un viadotto ceduto in fretta ai privati così son cazzi loro impiega 3, 4, 5 mesi. Un paese dove al nord il redito di cittadinanza è dato attraverso mille impieghi inventati dai Comuni e al sud non riescono neppure a pagare la TARI. Un paese dove scopri che la regione più ricca -Lombardia- a fine settembre non ha i soldi stanziati per pagare esami e ricoveri per gli altri tre messi e cerca di correre ai ripari più o meno. Poi ascolti e senti il trio di candidati suddetti e ti domandi se sei tu che vivi fuori dal mondo oppure sono questi che non conoscono dove vivi tu. Una cosa comunque è chiara: il segretario del PD lo vogliono scegliere «da soli» perché con tre candidati alla fine lo scegle l’assemblea nazionale. Cioè tra di «loro». Ciao statemi bene.
IL BALLISTA ABDUANO
TANTE PAROLE NESSUNA PROVA

Maronna mia, come s'è incazzato il custode delLa Latrina di Nusquamia! A furia di precisazioni conferma tutto quello che ha scritto e noi abbiamo commentato. Il fatto è che lui non mostra mai nulla, chiacchiere (le sue) a parte.  Uno. Prima di tutto è stato lui che ha scritto di avere usato una cinquina della Angelo May (si scriviamo apposta Y alla fine) per preparare una conferenza in tema quando aveva una attività editoriale (anche per la Mondadori) , quindi come  mezzo  di auto rappresentazione e auto promozione della propria attività. La giri come vuole ma quando un privato usa un documento antico di proprietà pubblica per farsi pubblicità, che paghi l'onere dovuto dallo sfruttamento.Due. Non ha ancora spiegato com'è che un produttore autore per conto della Mondadori sia poi finito  come contitolare di una  impresetta produttrice (forse) di famigerati flayer ospitata in un negozio di fiorista (del padre del socio nell'impresa) e pubblicizzata in rete senza indicare partita iva e iscrizione alla camera di commercio. Se tutto era regolare perché ha rimosso il sito? Tre. Quand'anche un tizio sia mio avversario politico, non mi permetterei mai di usare le notizie dei suoi problemi famigliari e nemmeno di presenziare alle sedute di giudizio al fine di “approfondire la psicologia del denunciante, tanto più che, di là dalla psicologia, lo stalking uxorio poteva porsi in relazione con casi di stalking politico, più volte documentati”. Il ragionamento è evidente: il soggetto in questione è un abitudinario dello stalking. Forse non si rende conto della vaccata che ha detto. Infine la trasparenza. Le parole del custode delLa Latrina di Nusquamia non dimostrano nulla tranne consumare banda. Lui dice di essere stato assolto? Fuori le sentenze di assoluzione. Anche: fuori la ricevuta di versamento dell'onere alla biblioteca.
CURNO: UNA PAESE DOVE TUTTO E' INVECCHIATO


Più passa il tempo e più il comune è costretto a fare i conti col proprio invecchiamento. Non invecchiano solo i Curnesi ma è invecchiato soprattutto il Comune inteso come insieme di  persone che lo governano (la politica), che lo gestiscono (il funzionariato) ed  anche i beni comunali: le scuole (edifici) , i servizi (illuminazione pubblica e fognature) ed anche la natura-qualità dei servizi che si sono via via sclerotizzati nel bilancio del comune. Per esempio quella sorta di reddito di cittadinanza che le varie categorie si inventano e propongono come scambio politico alle varie maggioranze sia nel campo della salute che della scuola. Poi c'è la carità minuta e finta parsimoniosa.
In mano alla destra, in mano alla sinistra, Curno finoieri era governato dai bottegai che per la loro storica furbizia si sono fatti fregare dalla trasformazione imposta dalla DC provinciale nel paese dei centri commerciali con la promessa di ben due CVI (Curno centro e Marigolda) , di una messe di appartamenti popolari (Via IV Novembre- Sant'Jesus) e di un ricco piano diritto allo studio e dei servizi sociali che avrebbero tacitato –secondo le promesse del tripartito dc-psi-pci che volle i centri commerciali- le esigenze e le eventuali proteste della cittadinanza esclusa “dal giro”. Anche l'edilizia “doveva” essere rigorosamente centellinata in nome di un ambientalismo  del tutto fasullo salvo che in paese dovesse fare schifo perché Mozzo e Treviolo vedessero una maxi serie di villone extralusso. Firmate magari anche da progettisti e imprese curnesi. Poi dal meccanismo ogni tanto fuggiva qualche pezzo hors series, ma succede con certi amministratori ignoranti o neofiti o troppo furbi. No qui perché mi notano, meglio li che non mi vedono troppo.

E così Curno si trova ad uscire dalla crisi dei primi anni del nuovo secolo con la prospettiva della decadenza e del degrado. Il suo luminoso futuro è stato annientato dal formidabile quartetto Caravaggio, OrioCenter, Ryanair e Commercio Elettronico. Adesso i geni locali immaginano una rambla al sole ed all'inquinamento di Curno. Che dire? meglio che in Riviera. Al confronto l'OrioCenter sarebbe una stalla. Forse il contrario ma è una questione di occhiali. 
Le sue scuole sono ormai vecchie  e da ribaltare da cima a fondo tanto è vero che una l'hanno addirittura dovuta abbandonare per le distruzioni indotte in primis da chi doveva usarla: basta vedere come la dipinsero per metterli in gattabuia. Un paese che adesso ha una scuola vuota ma non ha la proprietà di una scuola materna: per il servizio deve affidarsi in toto ai privati. Ma negano che abbiano privatizzato il servizio scolastico primigenio. La prima manutenzione e il primo mantenimento ed anche parte del rifacimento dei beni comunali sono dati a terzi in cambio di  generose rate mensili: finchè c'avranno  gli euro per pagarle.
Poi scopri che la gente a Curno –nonostante un ottimo servizio trasporto- non si stabilizza. Usa il paese come abitazione temporanea per 3-5-10 anni e poi scappa. Che non esiste una stazione ferroviaria nonostante i bottegai-amministratori la promettano ogni cinque anni. Che il paese è l'UNICO comune delle sponde destra e sinistra del fiume Brembo che non ha una pista pedociclabile  da Ponte alla sua foce nell'Adda. Ce l'hanno tutti i Comuni ma proprio tutti e non c'è a Curno. Tranne un pezzetto di un privato.
Scopri che il paese ha una dozzina di tratti di pista ciclabile ma che… non portano da nessuna parte perché non sono collegati tra di loro mentre  vi hanno speso uno-due-tre milioni di euro (o non li hanno versati al comune come oneri).
Adesso è arrivato a maturazione il bubbone tecno-politico della gestione dei CVI. La maggioranza s'è accorta che Cantone e l'Ue vigilano (si fa per dire). L'associazione che per prima è stata investita del problema e che già aveva preso l'abbrivio di utilizzare anche strutture di altri comuni ha fatto una risata in faccia al consiglio comunale via la sindaca: noi siamo una associazione storica del territorio e chiunque vinca l'appalto della gestione ci dovrà dare gli impianti a prezzi agevolati. Altrimenti cazzi vostri. Cazzi del Comune e del privato.
Il problema CVI è identico a tutti gli altri del comune ed ha lo stesso nome: invecchiamento, pochissima manutenzione, servizi proposti non più rispondenti alle esigenze dei cittadini. Insomma: mezzi ruderi rispetto alle attese. Vien da piangere nel fare un confronto tra il centro sportivo Gamba di via Fermi e i nostri due CVI. Una Ferrari contro due giardinette Fiat con la carrozzeria di legno. E i bottegai che governano il paese dal comune pensano –come già accaduto col bar del CVI1- di mettere le mani in tasca al futuro gestore. Per farlo scappare prima che fallisca così i quattro bar del centro continuano col proprio monopolio. Epperò  i Curnesi possono dirsi contenti: c'hanno uno spazio dove portare i cani a cacare e le zitelle a depositare la cogom