Chi
abbia l'occasione di leggere la relazione della Responsabile del
Settore Urbanistica Ambiente Ecologia Arch. Roberta Maggioni del Comune
di Curno dal titolo: “Relazione illustrativa delle ragioni e della
sussistenza dei requisiti previsti per la forma di affidamento
prescelta (ex D.L. 18 ottobre 2012 n. 179, art. 34 comma 20 )”
approvata con delibera di giunta n. 168 del 15-11-2018 già alla seconda
pagina si domanda se sia una “relazione terza” oppure sia un elzeviro
alle padrone del vapore, vale a dire la sindaca Gamba e la sindaca
emerita Serra oggi consigliere delegata allo “sviluppo sostenibile e
tutela del territorio e dell'ambiente” molto prosaicamente ai problemi
della nettezza urbana.
Del resto questo tecnico le nostre due sindache l'hanno fatta venire
apposta dal Comune di Albino – e ci si domanda se non sia più titolato
dirigere l'UUTT di una “città” (Albino ha il titolo di CITTA')
piuttosto che l'omologo ufficio di un comune graziosamente definito
“sgarruppatato” dagli intellettuali sardAgnoli come Curno- proprio per
arrivare a mettere nero su bianco questa relazione che per il
contenuto e come è stesa si può utilizzare per il 99% dei comuni
(tranne qualche pezzo e qualche comune aggiustando quel pochissimo che
c'è da aggiustare).
Era già accaduto con qualcosa di analogo per la compilazione
delle regole per l'appalto di mantenimento e manutenzione dei
beni comunali. Anche in quel caso avevano fatto venire da Filago un
architetto – femmina anche in quel caso- che aveva compilato tutto il
malloppo necessario per essere mandato in appalto. Ed infatti il
compito era talmente bene compilato che a vincere l'appalto,
peraltro anche quello fieramente snobbato dalle ditte:
parteciparono solo in tre o quattro, lo vince la stessa azienda che già
l'aveva vinto a Filago dove il malloppo era stato compilato dalla
stessa architetta.
Leggendo la relazione Maggioni quando si arriva a pagina 14 e si legge:
“Sezione d1- motivazione economico - finanziaria della scelta D.l
ragioni economiche. Preliminarmente è utile qui ricordare che, per i
servizi in discorso, il mercato è costituito da un numero insufficiente
di competitors tale da minimizzare eventuali effetti distorsivi del
mercato. La presenza di pochissime imprese territorialmente ben
definite rende altamente probabile l'instaurarsi di un monopolio al
quale l'Amministrazione pubblica non può validamente opporsi, dopo
l'affidamento del servizio, mancando alternative percorribili”. Chi
legge fa un salto sulla sedia dal momento che chi ha scritto quella
frase, perlomeno dopo averla scritta “dovrebbe” avere spedito una PEC
alla procuratore Walter Mapelli ed un'altra al presidente dell'autorità
nazionale anticorruzione Raffaele Cantone perché da quella affermazione
appare evidente come gli enti locali che cercano una ditta per la
nettezza urbana, in realtà non hanno a che fare con una settore in
competizione ma in un settore monopolistico. Un settore dove è
inutile fare le gare d'appalto perché non vi é concorrenza.
I brividi raddoppiano e triplicano pensando che alla gara d'appalto per
la manutenzione e mantenimento dei beni comunali e alla gara per
manutenzione mantenimento illuminazione pubblica e fornitura energia
elettrica hanno partecipato MENO di QUATTRO aziende. Che dire o pensare
allora? Peggio che per la nettezza urbana.
A cornice di questo quadretto occorreva qualcosa di più diretto.
Un cazzotto tirato al momento giusto e nella direzione giusta.
Ecco che il giorno 17 (diciassette) novembre pubblicano sul sito
comunale l' “avviso di consultazione pubblica ai sensi dell'art. 5,
comma 2, del d.lgs. 175/2012 e s.m.i. per l'autorizzazione alla
sottoscrizione di azioni della societa' Servizi Comunali s.p.a” dove
viene precisato (il 17.11.2018) che “Ai fini dell'attuazione del
disposto di cui al secondo comma dell'art. 5 del D.Lgs. 175/2016, in
assenza di specifiche modalità di espletamento della consultazione
pubblica definite dal Comune, tutti i soggetti interessati, (cittadini,
imprese, organizzazioni sindacali, associazioni di imprese,
associazioni datoriali, professionisti, stakeholders, ecc.) possono
presentare osservazioni entro le ore 12,00 del giorno 24 novembre 2018
a mezzo di posta elettronica certificata all'indirizzo (…)”. Tra il
17.11 ore 12 e il 24.11 ore 12 forse ci sono sette giorni e nelle
bacheche comunali non si vede-legge nemmeno un manifesto.
Vero che l'ass. Conti ha dichiarato in un volantino anonimo allegato ad
una delibera si lavori pubblici che la maggioranza intende mettere in
atto il proprio programma e giudica proposte diverse come “mere
provocazioni” ma – se tanto mi da tanto- vuol dire che anche questa
“consultazione”è una presa per il culo dei cittadini e imprese perché
tanto è tutto deciso (dalla sola maggioranza).
CONCLUSIONE. Il modo di muoversi e le scelte della giunta Gamba a
partire da come hanno preparato l'appalto per i beni pubblici per
passare a quello dell'illuminazione ed arrivare a questo delle nettezza
urbana, per dirla in maniera elegante - pecca di approssimazione dal
momento che – visto le somme in ballo- sarebbe stato più opportuno
affidare a soggetti professionalmente più ESPERTI e preparati per
allestire le relazioni e le regole dei contratti.
Secondo che il numero ESIGUO delle imprese che hanno partecipato a
queste gare (meno di cinque) avrebbero dovuto far rizzare le antenne
alla giunta Gambaproprio applicando anche per i primi tre appalti la
medesima osservazione fatta per questo tema: “il mercato è costituito
da un numero insufficiente di competitors tale da minimizzare eventuali
effetti distorsivi del mercato. La presenza di pochissime imprese
territorialmente ben definite rende altamente probabile l'instaurarsi
di un monopolio al quale l'Amministrazione pubblica non può validamente
opporsi, dopo l'affidamento del servizio, mancando alternative
percorribili”.
Non c'è gara d'appalto quando non partecipano neanche cinque aziende!.
Si doveva sospendere tutto e ripensare il che fare coi piedi per terra.
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Potrebbe
apparire interessante quel che viene scritto e previsto al punto D4 di
pag. 12 che è un lungo elenco di buone intenzioni e speriamo anche
buone azioni tra le quali spicca in particolare questa speranziella:
“L'inserimento della gestione della tariffa puntuale attraverso la
misurazione delle quantità di rifiuto indifferenziato conferite da ogni
utenza. Tale servizio consentirà di meglio calibrare in futuro
l'articolazione della tariffa sull'effettiva produzione di rifiuti.
(…)”. L'asabeso dato in pasto al vecchietto per convincerlo che la
fregatura sarà ottima. Ma TUTTO il capitolo D4 da l'idea che il Comune
si spoglia sostanzialmente di tutto questo servizio e lo affida
interamente a carico della SA spa. Che da un lato è il segnale di una
totale fallimento del comune come amministratore (diventa un ufficiale
pagatore e mette il cittadino nelle mani della società) e mette nelle
mani di un soggetto esterno tutta una serie di responsabilità (anche)
di natura economica ed etica che spettano in primis al comune come
PRIMA istituzione repubblicana con la quale il cittadino si deve
confrontare o che ha occasione di incontrare.
Con questi passaggi a partire dal contratto sulla manutenzione dei beni
pubblici e via via, compreso anche il piano del diritto allo studio
oppure il piano per l'illuminazione pubblica fino a questo dei rifiuti
e il disegno di mettere all'asta l'assegnazione del CVI il Comune viene
SPOGLIATO della sua funzione istituzionale come struttura
statuale e viene TRASFORMATO in un prestatore di servizi
qualsiasi come se fosse un operatore telefonico, un fornitore di tv a
pagamento oppure il fornitore dell'energia elettrica o del
metano. Significativo –specie da parte di una giunta gamba che ha
letteralmente in odio la rete e la trasparenza di tutta
l'amministrazione – questa lode dell'”app” che addossa al cittadino
l'onere del mettersi in contatto con ARCA, con IREN, con SA
ecc. come se…”il comune non c'entra, che il cittadino si arrangi!”.
Che di questi tempi vede il cittadino piuttosto incazzato con qualunque
utenza dove non esista il contatto personale, specie per la popolazione
anziana.
Con tutta questa serie di processi di privatizzazione del comune, che
diventa il pagatore di rate mensili a dei privati, si semina la
disistima dell'ordine repubblicano sbolognando la palla di ipotetici
vantaggi. Se è vero tutta questa operazione di adesione alla SA spa
potrebbe concludersi con un risparmio di BEN 5.819,85 euro da parte del
Comune. O ci siamo oppure no: avete letto bene cinquemila ottocento
diciannove euro virgola ottantacinque centesimi.
Tre ragionamenti infine sempre nella medesima stanza.
Il Comune di Curno ha in ballo e sta mettendo in piedi un sistema di
“finanze bloccate” pericolosissimo dal momento che con questo tipo di
appalti deve versare ogni mese un cifra (piano diritto allo studio e
correlati, beni comunali, illuminazione pubblica, nettezza urbana
e domani manutenzione CVI1 e mantenimento biblioteca-auditorium) che
sostanzialmente ne bloccano gran parte delle finanze. Se per qualche
ragione vengono meno le entrate saltano anche quelle importanti e
generose rate.
In Italia vige l'abitudine per cui gli interessi dei cittadini vengono
rappresentati dalle forze politiche. Ragionamento di MedioEvo. Oggi la
nettezza urbana non è solo un debito a carico dei cittadini che
eleggono la maggioranza di governo del comune ma-più che probabile- di
un altro migliaio di soggetti. Sarebbe il caso che a rappresentarsi nel
cda della Servizi Comunali spa non ci fosse il solito consigliere
comunale o ex politico trombato ma che questo fosse eletto da chi “paga
le bollette” residenti e non.
Alla giunta Gamba è caduto addosso anche la questione delle convenzioni
con le due associazioni sportive che hanno in mano i CVI. Primo il
CVUI2 e tra pochi mesi anche il CVI1. Baristi e bottegai del paese
“odiano” questi centri come concorrenti e siccome i
bottegai-baristi governano “una volta da sinistra e un'altra
volta da destra” il comune, vige il principio di fare scambio
elettorale a seconda del momento.
Adesso però pare che i cittadini volontari nelle associazioni
sportive hanno capito che i CVI sono dei “beni comuni” e quindi
tocca al Comune mantenerli (esattamente come le strade le scuole
l'illuminazione la spazzatura) mentre a loro conviene –in quanto
associazioni storiche- avvalersi del diritto costituzionale di accesso
a tariffe privilegiate. La giunta Gamba sembra invece orientata verso
un appalto di gestione assai onerosa per il contraente che
“rimetta in piedi” queste strutture fisicamente stra-obsolete ed
follemente energivore. Ovvio che le due società sportive attendano al
varco la giunta per legnarla. Un bel di vedremo.
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