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Di cosa parliamo in questa pagina.

TRUMP ARRIVA A PARIGI PER MARTELLARE  L'UEROPA VIA ITALIA
L'Europa a 28  stati membri conta 500 milioni di abitanti nel 2015 su una superficie di 4.463 km2. Il Il PIL dell'UE nel 2017 è stato di 15 326 miliardi di euro. Più o meno 17.500 miliardi di dollari.
Gli USA contavano 315 milioni di abitanti nel 2017 su una superficie di 9.834 km2. Il PIL degli USA è stato nel 2017 di 19390 miliardi di dollari. Più o meno 17.000 miliardi di euro.
Very insulting. Così il presidente Usa ha definito la proposta del collega francese in merito alla creazione di “un vero esercito europeo” per difendersi (anche) dagli Usa. Per Washington l’offesa è inaccettabile, e così arriva il richiamo all’ordine per gli alleati della Nato.  C’è poco da fare.  L’idea di Emmanuel Marcon per un “vero esercito europeo” che ci difenda, tra gli altri, anche dagli Stati Uniti non può starci. Il presidente americano l’ha addirittura definita “molto offensiva”, very insulting, rilanciando il tema del 2% del Pil da spendere per la Difesa entro il 2024, impegno preso da tutti i membri dell’Alleanza Atlantica.
Il tweet piccato del tycoon certifica ancora una volta non solo le distanze tra Washington e Parigi ma il presidente non si riferisce all’Unione europea, a Pesco o al Fondo predisposto da Bruxelles, ma alla proposta avanzata da oltre un anno da Macron per la cosiddetta European intervention iniziative (Ei2). Si tratta di un’iniziativa finalizzata a collaborare nella risposta rapida a crisi, militari e civili. A fine giugno vi hanno aderito nove Paesi, tra cui anche Regno Unito e Germania (non l’Italia). Questa settimana, alla lista si è aggiunta la Finlandia. (...)

IL CARAVAGGIO: UNA GALLINA DALLE UOVA D'ORO MA NESSUNO VUOLE IL RESTO
Quello che ha inventato le nuove rotte di decollo e di atterraggio al Caravaggio bisognerebbe metterlo dietro la lavagna in ginocchio coi due chicchi di mais sotto le ginocchia e picchiargli le sacre terga con mazzi di ortiche belle fresche e ben morbiose. Non è stata quindi una sorpresa che in commissione aeroportuale nella riunione di venerdì 9 novembre '18 abbiano dovuto certificare il fallimento della sperimentazione delle nuove rotte dello scalo di Orio al Serio. Un risvolto per certi versi inatteso – ma solo per gli ingenui - ma non per amministratori e residenti che lo avevano provato sulla propria pelle orecchio naso gola polmoni : le previsioni fatte da Arpa nel giugno 2016, infatti, sono state completamente ribaltate.
Questo dopo che, per anni, sia Arpa che Enac hanno sostenuto che il numero dei residenti esposti (sotto le nuove rotte) sarebbe stato inferiore al passato e che le nuove rotte sarebbero state la panacea per tutti i mali conseguenti all'attività dell'aeroporto “Il Caravaggio”. (...)



































TRUMP ARRIVA A PARIGI PER MARTELLARE  L'UEROPA VIA ITALIA


l'Europa a 28  stati membri conta 500 milioni di abitanti nel 2015 su una superficie di 4.463 km2. Il Il PIL dell'UE nel 2017 è stato di 15 326 miliardi di euro. Più o meno 17.500 miliardi di dollari.
Gli USA contavano 315 milioni di abitanti nel 2017 su una superficie di 9.834 km2. Il PIL degli USA è stato nel 2017 di 19390 miliardi di dollari. Più o meno 17.000 miliardi di euro.
Very insulting. Così il presidente Usa ha definito la proposta del collega francese in merito alla creazione di “un vero esercito europeo” per difendersi (anche) dagli Usa. Per Washington l’offesa è inaccettabile, e così arriva il richiamo all’ordine per gli alleati della Nato.  C’è poco da fare.  L’idea di Emmanuel Marcon per un “vero esercito europeo” che ci difenda, tra gli altri, anche dagli Stati Uniti non può starci. Il presidente americano l’ha addirittura definita “molto offensiva”, very insulting, rilanciando il tema del 2% del Pil da spendere per la Difesa entro il 2024, impegno preso da tutti i membri dell’Alleanza Atlantica.
Il tweet piccato del tycoon certifica ancora una volta non solo le distanze tra Washington e Parigi ma il presidente non si riferisce all’Unione europea, a Pesco o al Fondo predisposto da Bruxelles, ma alla proposta avanzata da oltre un anno da Macron per la cosiddetta European intervention iniziative (Ei2). Si tratta di un’iniziativa finalizzata a collaborare nella risposta rapida a crisi, militari e civili. A fine giugno vi hanno aderito nove Paesi, tra cui anche Regno Unito e Germania (non l’Italia). Questa settimana, alla lista si è aggiunta la Finlandia.
Il presidente USA  è arrabbiato non solo perché la creazione dell’Esco ma soprattutto perché l’Ei2 per un’Ue con quelle grandezze scritte in testata si pone come il più importante interlocutore mondiale nei temi strategici del mondo e quindi lede la volontà imperialista degli USA. Esattamente come un’Ue più “politica”. Trump si trova quindi davanti al quadro di non essere più inserito in una alleanza ma di potere essere considerato anche un rivale strategico dell’Ue. Cin una Francia avanti col bandierone, poi!.
L’Italia, ha scelto di non aderire all’European intervention iniziative. Le ragioni le hanno ben spiegate i ministri  Trenta ed  Moavero Milanesi lo scorso luglio. “Esiste un accordo in Europa che si chiama Pesco, e l’Ei2 altro non fa che prendere i Paesi che vi aderiscono più la Gran Bretagna e dargli una missione simile”, ha notato la titolare della Difesa. “È un’iniziativa parzialmente europea”, da guardare con “cauta e doverosa prudenza”, ha aggiunto il numero uno della Farnesina.

Non si escludeva allora la possibilità di una futura partecipazione, che dopo il nuovo tweet di Trump ci sembra tuttavia più remota. Se le distanze di Washington con Parigi si allungano infatti, quelle con Roma sembrano potersi ridurre, quantomeno per la condivisione delle medesime perplessità sull’iniziativa francese. Certo, oltre ai dubbi sull’Ei2 bisogna considerare anche l’invito Usa al rispetto della fatidica quota del 2%. Per essere davvero credibili di fronte agli alleati, bisognerebbe dimostrare di volerla raggiungere. In tal senso, gli annunciati tagli al bilancio della difesa non sono proprio un bel biglietto da visita.

Per questo nel "G8" degli 8 Paesi che sono esentati dalle sanzioni Usa a Teheran e che potranno temporaneamente continuare a importare petrolio dall'Iran. Gli altri Paesi sono Cina, India, Corea del Sud, Turchia, Grecia, Giappone e Taiwan. Ad annunciarlo è stato il segretario di Stato Usa Mike Pompeo e il segretario al Tesoro Steve Mnuchin. La Grecia è l'unico altro Paese europeo momentaneamente esentato.
Roma tira quindi molto più che un sospiro di sollievo. In ambito Ue, infatti, l'Italia è il principale partner commerciale dell'Iran, prima di Francia e Germania. Nel 2017 l'interscambio ha raggiunto i 5,1 miliardi di euro (in crescita del 97% rispetto al 2016). Parigi si è fermata a 3,8; Berlino a 3,3 miliardi. La bilancia pende a favore delle importazioni dall'Iran verso l'Italia, soprattutto di prodotti energetici.
Essere inseriti da Trump nel "G8" degli esentati (dalle sanzioni) non è comunque un risultato a "costo zero" per Roma. Perché con Washington sono ancora aperti dossier molto impegnativi. Due su tutti: F35 e Muos. Sul primo, anche nel corso della recente visita dell'"amico Giuseppe", al secolo Giuseppe Conte, premier italiano, l'inquilino della Casa Bianca ha chiarito che la sua amministrazione si aspetta che l'Italia rispetti alla lettera, o per meglio all'ultimo dollaro, il programma di acquisto degli F35. Senza sconti. Come nessuno sconto, Washington intende fare all'Italia per quanto concerne il "Muos", che sta per "Mobile User Objective System", un gioiello della tecnologia satellitare gestito dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, nella riserva naturale della Sughereta di Niscemi, in provincia di Caltanissetta. I 5 Stelle siciliani sono convinti che il vice premier, e loro leader politico, Luigi Di Maio annuncerà lo smantellamento del mega satellite, ma il ministero della Difesa, guidato da un'altra pentastellata, Elisabetta Trenta, frena. Quanto a Washington, il messaggio fatto pervenire a Roma è molto chiaro e netto: sul "Muos" non si scherza.
Trump è prodigo di encomi all’Italia ma non lo fa gratis. All'"amico italiano" chiede contropartite concrete, impegni precisi: il mantenimento della presenza militare italiana in Afghanistan, e su questo nessun problema, e l'assicurazione, questa meno scontata, sul completamento della Tap (Trans Adriatic Pipeline), il gasdotto che dovrebbe passare per la Puglia e che Washington ritiene di grande importanza per spezzare la dipendenza europea da Mosca. E poi, c'è un altro problema non da poco. Un problema da 31 miliardi di dollari: a tanto ammonta il deficit commerciale che l'Italia ha accumulato nei confronti degli Stati Uniti. The Donald non è uso fare sconti, ma, benevolmente, concede: "Lo risolveremo insieme". Con una aggiunta, però, molto significativa:"Abbiamo molto di cui parlare, che riguarda il commercio e il settore militare. Voi state ordinando aerei, molti aerei", ha insistito Trump- Tradotto: dovete onorare fino in fondo la commessa degli F-35. Ma queste sono quisquilie, oggi, di fronte al reclutamento che Trump fa dell'Italia gialloverde nel campo "sovranista".
E dire che i Cinque stelle volevano uscire dalla Nato e Trump ce la fa pagare di più. Volevano bloccare la Tap e Trump ci obbliga a farla. Tifano il presidente siriano Assad e Trump lo bombarda. Benvenuti nel mondo sovranista, dove anche i più piccoli sono sovrani e liberi di fare quello che vuole il più forte.

IL CARAVAGGIO: UNA GALLINA DALLE UOVA D'ORO MA NESSUNO VUOLE IL RESTO

Quello che ha inventato le nuove rotte di decollo e di atterraggio al Caravaggio bisognerebbe metterlo dietro la lavagna in ginocchio coi due chicchi di mais sotto le ginocchia e picchiargli le sacre terga con mazzi di ortiche belle fresche e ben morbiose. Non è stata quindi una sorpresa che in commissione aeroportuale nella riunione di venerdì 9 novembre '18 abbiano dovuto certificare il fallimento della sperimentazione delle nuove rotte dello scalo di Orio al Serio. Un risvolto per certi versi inatteso – ma solo per gli ingenui - ma non per amministratori e residenti che lo avevano provato sulla propria pelle orecchio naso gola polmoni : le previsioni fatte da Arpa nel giugno 2016, infatti, sono state completamente ribaltate.
Questo dopo che, per anni, sia Arpa che Enac hanno sostenuto che il numero dei residenti esposti (sotto le nuove rotte) sarebbe stato inferiore al passato e che le nuove rotte sarebbero state la panacea per tutti i mali conseguenti all'attività dell'aeroporto “Il Caravaggio”.

Basta infatti osservare le tre registrazioni delle rotte negli anni 2016-2017 e 2018 per capire che fare transitare il decollo degli aerei sopra le aree più densamente popolate nel sud ovest della città era del tutto cervellotico rispetto alle aree meno popolate nella direzione della pista da ovest verso est. Peraltro ad aumentare l'inquinamento dalle nuove rotte di decollo (verso ovest e poi verso sud) rispetto a quella verso est si aggiunge che gli aerei debbono virare di  novanta gradi proprio nel momento in cui i motori debbono  spingere (e quindi consumare …) al massimo.
Semplificando al massimo il discorso per com'è posizionata la pista del Caravaggio rispetto alle aree più abitate da sorvolare, la direzione è quella da-verso est e per l'atterraggio “anche” quella da ovest. Ovvio che nonostante la possibilità di ridurre il numero delle persone esposte al all'inquinamento (rumore e chimico) con la direzione est (e in parte minore l'atterraggio da ovest:in certe condizioni di ventilazione) gli aerei per i viaggi low cost “sono quelli che sono” e comunque c'è sempre una popolazione esposta.
Fa letteralmente “cacare” di come le rilevazioni del giugno 2016 siano state completamente ribaltate. Allora l'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente stimò in 3.185 unità il numero degli individui che la sperimentazione proposta dal Comune di Bergamo avrebbe potuto sottrarre al rumore superiore a 60 decibel LVA (Livello di Valutazione del rumore Aeroportuale ndr): si tratta sostanzialmente dell'indicatore del disturbo provocato dai voli, equiparando un volo notturno a 10 effettuati in fascia oraria diurna. Una stima che venne poi aggiornata nel febbraio 2017, in seguito alla validazione delle rotte da parte di Enav, a 2.526 individui. Dopo 9 mesi di sperimentazione, invece, il risultato è stato quanto di più lontano ci si poteva attendere: nessun miglioramento ma addirittura un peggioramento dei valori di impatto acustico quantificabili in circa 1.100 individui in più esposti ad oltre 60 decibel LVA.

Non c'era bisogno di tanta scienza: bastavano le carte dei comuni (e questo lo potevano fare i vari comuni ad est ed ovest sull'allineamento della pista del Caravaggio) con l'indicazione a celle di un ettaro cadauna (100x100 mt) e l'indicazione della densità di abitanti di giorno e di notte (dati del tutto disponibili anche se l'errore è compensato dalla casualità) per capire che se una rotta passa sopra dieci celle nere piuttosto che sei celle nere… meglio mantenere la seconda della prima e compensare in qualche modo gli abitanti (della seconda).
Begare sui cinque o due decibel di rumore è una stupidaggine propria di certi tecnici che… non vivono sotto la linea di decollo. Oltracciò perché la qualità dell'orecchio umano rende poco utilizzabili dei dati del genere: un ottantenne  sente anche venti db meno di un ventenne.

Bella anche questa. Avrebbe avuto un senso (la sperimentazione introdotta), è la tesi dell'Arpa, se le rotte proposte fossero state seguite. Mentre invece, hanno spiegato i tecnici alla Commissione, «vengono poco rispettate», e tra «il diverso tracciato seguito» e «lo sbilanciamento dei decolli su una rotta rispetto all'altra» si è avuto un «impatto diverso da quello previsto». La stessa Arpa ieri ha sottolineato che «la sperimentazione doveva verificare come funzionano nella complessa realtà aeroportuale le misure ipotizzate sulla carta». La differenza, cioè, fra tracciare una rotta su un foglio e poi eseguirla davvero. Per cui, «come mostrano chiaramente i tracciati radar, le traiettorie dei voli non sono state aderenti a quelle ipotizzate», con «un mancato rispetto delle procedure simulate». Della serie: l'intervento è stato perfettamente eseguito ma il paziente è morto. Magari se l'ARPA avesse domandato ai piloti com'è che fosse possibile mantenere alla lettera le rotte indicate sulla carta avrebbe evitato la figuraccia. L’abbiamo già spiegato.

Il Corriere ricorda »é il caso di Curno, dove, spiega il sindaco Luisa Gamba, «molti cittadini mi hanno portato video di aerei bassi, c'è anche paura e si teme l'inquinamento. Ci sono troppi voli notturni, capita di essere svegliati alle 3». Chissà se tra chi s'è lamentato c'era qualche pellegrino che è andato in aereo a Lourdes oppure all'udienza  papale del mercoledì con un volo voletto low cost in giornata. Oppure qualche figlio che é andato a lavorare altrove per guadagnarsi  una pagnotta con del companatico migliore rispetto alla paga di fedoora e del raccoglitore di pomate da salsa comprata da ALDI a un euro per 1200grammi.

Il Caravaggio per Bergamo  è una gallina dalle uova d'oro per i suoi proprietari  in forza dei bassi costi d'utilizzo alle compagnie per le quali funziona da handler che l'hanno scelto come base principale.  L'assemblea degli azionisti di SACBO, società che gestisce l'Aeroporto di Orio al Serio, ha approvato il bilancio del gruppo relativo all'esercizio 2017 che riporta un utile netto superiore a 13 milioni di Euro, in linea con l'esercizio precedente.
Il risultato netto della capogruppo Sacbo S.p.A. è risultato pari a 12,722 milioni che l'assemblea degli azionisti, accogliendo la proposta del Consiglio di Amministrazione, ha deciso di destinare nella misura di 6,34 milioni (pari al 50% circa dell'utile, equivalente a 1,79 euro per azione) a titolo di dividendo e il restante (6,38 milioni) a riserva straordinaria. Gli utili spettanti a SACBO, per un valore di azioni proprie pari al 3% e corrispondenti a 199.866,56 euro, verranno distribuiti agli azionisti in proporzione alle quote possedute.
Gli azionisti SACBO sono la S.E.A. spa col 30.98 %, il Comune di Bergamo col 13.84 %; la Camera di Commercio di Bergamo col 13.25 %; la Provincia di Bergamo col 13.19 % (riacquistate dalla SACBO); il Credito Bergamasco col 6.96 %; infine altri soci privati col 3.88 %.

Intanto che il bravo sindaco Gori aspetta  che arrivino gli aerei col silenziatore e il filtro FAP e che qualcuno decida finalmente di chiudere l’aeroporto almeno tra le 24 e le 6 (con tutta la relatività del caso: se un aereo fa un ritardo e non può arrivare all 23h59' ma all’01h e 24' che si fa? si manda a Linate o Malpensa o Chiari?
Insomma: la gallina delle uova d’oro può limitarsi a smettere qualche uova ma un aeroporto  messo in quel posto, cavolacci di tutti quelli ch