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SALVINI, IL SEGNO DEL COMANDO
di Claudio Tito
Una cambiale in genere ha una scadenza, una data a partire dalla quale il creditore la può incassare. Da ieri ne è stata inventata un'altra. Del tutto nuova e dai contorni indefiniti: la cambiale che non scade mai e quindi non viene mai incassata. È esattamente quel che è successo nell'accordo tra M5S e Lega sulla giustizia. Il blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado rinviato al 2020 e con il vincolo dell'introduzione di alcune modifiche al codice di procedura penale assomiglia infatti a una promessa politica sottoposta a condizioni senza tempo. Per due ordini di motivi: il primo riguarda il famigerato nuovo processo penale. Nessuno sa se e quando verrà approvato. Nessuno, nemmeno il Movimento 5Stelle che dimostra una costante subalternità alla Lega, è in grado di garantire un orizzonte certo a questa ipotetica riforma. (...)

MA NON CI PENSANO?
La telenovela si arricchisce. Nel senso che "siccome lo prevede il codice degli appalti" e siccome "ne abbiamo fatte altre così" la vicenda appare in tutta la sua chiarezza. Magari il bunosenso aiuta: qualche volta. Il nostro Comune applicando il Codice degli Appalti ha chiesto l'autocan didatura di alcune imprese che avessero i requisiti per compiere opere dell'ammontare  indicato (239 mila euro) e da questo elenco di 113 auto candidature valide ne ha estratte a sorte 25 le quali -e solo quelle- potranno partecipare alla gara d'appalto che verrà organizzata dalla centrale unica d'appalto presso la Provincia di Brescia. Noi prevediamo che le "scartate" non siano proprio d'accordo. (...)

LE ELEZIONI DEL SEGRETARIO PROVINCIALE E REGIONALE DEL PD
Curnesi speranzosi di porsi in vista. La mitica consigliera comunale delegata alla cultura Paola Bellezza e l'altrettanto mitico addetto alla comunicazione di Vivere Curno Marco Battaglia  sono in una lista per sostenere l'attuale sindaco di Scanzo- rosciate Davide Casati come segretario provinciale del PD. Massimo Conti invece è nella lista per sostenere il candidato regionale a segretario del PD Vinicio Peluffo della lista “Ricominciamo dal PD”. Alzi la mano chi abbia mai ascoltato la Bellezza, il Battaglia e il Conti fare un discorso politico compiuto dall’A alla Z. Pesci nell’acquario piddino.
Davide Casati –classe 1985- ragioniere e poi laureato in economia aziendale all'Uni- BG, è un dipendente della Regione Lombardia quale funzionario nella Direzione Generale Istruzione Forma- zione Lavoro con un contratto a tempo indeterminato presso l'ufficio ispettivo col compito di eseguire dei controlli in loco presso gli enti accreditati da Regione Lombardia per i servizi formativi e per quelli al lavoro al fine di verificare il rispetto delle normative ed il corretto utilizzo dei fondi pubblici erogati dalla Regione Lombardia ex Unione Europea, Stato, Regione. Un ragazzone da tenere buono. (...)



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SALVINI, IL SEGNO DEL COMANDO
Claudio Tito

Una cambiale in genere ha una scadenza, una data a partire dalla quale il creditore la può incassare. Da ieri ne è stata inventata un'altra. Del tutto nuova e dai contorni indefiniti: la cambiale che non scade mai e quindi non viene mai incassata. È esattamente quel che è successo nell'accordo tra M5S e Lega sulla giustizia. Il blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado rinviato al 2020 e con il vincolo dell'introduzione di alcune modifiche al codice di procedura penale assomiglia infatti a una promessa politica sottoposta a condizioni senza tempo. Per due ordini di motivi: il primo riguarda il famigerato nuovo processo penale. Nessuno sa se e quando verrà approvato. Nessuno, nemmeno il Movimento 5Stelle che dimostra una costante subalternità alla Lega, è in grado di garantire un orizzonte certo a questa ipotetica riforma.
Il secondo aspetto è ancora più concreto. La prescrizione “lunga” si applica solo ai nuovi processi. Il che vuole dire che passeranno almeno cinque anni per la sua attuazione concreta: va considerato questo primo anno di iato parlamentare, poi la scoperta del reato, tutte le fasi processuali e quindi la sentenza. Un lustro. Un periodo che ormai nelle fasi di questa politica assomiglia sostanzialmente all'infinito. Eppure si tratterebbe di una materia da affrontare senza i sotterfugi di un emendamento. Ma con la dignità di un disegno di legge autonomo. Capace di contemperare il diritto individuale dell'imputato a un processo rapido ma anche quello di un'intera collettività a vedere punito chi si macchia di un reato. Senza l'escamotage di un limite che si può superare con gli stratagemmi della burocrazia o della tattica legale.
La sconfitta dei grillini anche su questa vicenda assume dunque i contorni nebulosi del vuoto. Un vacuum di politica e di tecnica. Altro che « basta impuniti » , come vagheggia Di Maio. Questi sono solo slogan, parole. I fatti, invece, sono tutti dalla parte di Salvini. Il leader leghista assurge al ruolo di “capo decisore” di questo governo, non il partner minoritario. In questa corsa a chi propone il provvedimento peggiore, il vicepremier del Carroccio impone il decreto sicurezza subito e costringe i grillini a posticipare la prescrizione. Stabilisce la riforma della legge Fornero immediatamente, e il reddito di cittadinanza slitta se va bene in primavera. Il Tap riprende subito i suoi lavori, la Tav è in attesa di una verifica ma nel frattempo il suo iter — fortunatamente — non si ferma e nessuna disposizione è stata adottata. Al di là del giudizio sui singoli testi, si assiste allora ad una sorta di coazione a ripetere in cui il Carroccio incassa le cambiali, i pentastellati ne emettono altre senza scadenza. Senza considerare che il tempo non è una variabile secondaria. Tutti sanno — forse i grillini no — che esiste già almeno un termine per verificare la tenuta di questa maggioranza: le prossime europee. Se tutto non precipiterà prima, a maggio prossimo ci sarà la vera resa dei conti tra i gialloverdi. Quelle cambiali senza scadenza a maggior ragione non verranno mai incassate.
La verità è che il famoso “contratto di governo” di cui i pentastellati hanno spacciato le doti taumaturgiche non esiste più. Ed era prevedibile. Perché l'attività di governo non è un rogito notarile e soprattutto non segue un imperturbabile percorso: esistono gli eventi fisiologici e patologici imprevedibili in ogni Paese che obbligano qualsiasi esecutivo a plasmare i propri comportamenti. La politica, poi, non può materializzarsi semplicemente e banalmente in una serie di obiettivi programmatici, in questo caso poi elementarmente giustapposti e contraddittoriamente contrapposti. Prende invece forza da una visione complessiva, dall'indirizzo da assegnare al Paese, dal modello di sviluppo su cui far crescere la società. E tutto questo leghisti e grillini non lo condividono. Anzi il Movimento 5Stelle non ne è proprio dotato. È imprigionato nei suoi dogmi, nel mito dell'ortodossia di Casaleggio che altro non è se non cieca e fideistica obbedienza a una azienda fantasmatica. I valori sono un'altra cosa. Sono la direttrice lungo la quale si assumono decisioni e impegni. E allora quando tutto viene circoscritto nel perimetro angusto della propaganda, il
MA NON CI PENSANO?


La telenovela si arricchisce. Nel senso che "siccome lo prevede il codice degli appalti" e siccome "ne abbiamo fatte altre così" la vicenda appare in tutta la sua chiarezza. Magari il bunosenso aiuta: qualche volta. Il nostro Comune applicando il Codice degli Appalti ha chiesto l'autocan didatura di alcune imprese che avessero i requisiti per compiere opere dell'ammontare  indicato (239 mila euro) e da questo elenco di 113 auto candidature valide ne ha estratte a sorte 25 le quali -e solo quelle- potranno partecipare alla gara d'appalto che verrà organizzata dalla centrale unica d'appalto presso la Provincia di Brescia. Noi prevediamo che le "scartate" non siano proprio d'accordo.
L'operazione é una gesto geniale. Il meccanismo l'abbiamo appreso con l'appalto della biblioteca auditorium venti anni or sono. Se non ricordiamo male a quell'appalto parteciparono meno di 25 imprese (17?) e la regola prevedeva che tutte le imprese concorrenti facessero la loro offerta e che la vincitrice fosse quella che s'avvicinava  di più alla media dei ribassi proposti dalle concorrenti.
Alla seduta della gara partecipavano alcuni tecnici delle imprese concorrenti e man mano che il responsabile dell'appalto leggeva i ribassi proposti da ciascuna impresa, questi con un semplice calcolatore riuscirono a dire – commenti tra il pubblico- chi erano le due imprese potenzialmente vincitrici. La centrarono!. Non ci voleva molto a capire come bastava che una decina su 17 si accordassero sui ribassi da presentare per far decidere a loro (dieci) chi dovesse essere il vincitore dell'appalto salvo il fatto che “tra di noi non ci volgiamo del male: una volta a me e una volta a te”.
Il pericolo di “scentrare” la previsione e quindi l'impresa vincitrice e il relativo ribasso derivava dal fatto che non era prevedibile “prima” il numero di imprese che potevano partecipare alla gara.
Pochi calcoli bastano a far capire quante imprese si “debbono” accordare per determinare vincitore e ribasso rispetto al totale delle  potenziali concorrenti. Lo sanno fare anche  i ragazzi del liceo. In quel caso con sole 17 concorrenti, una decina -forse otto nove- che si fossero accordate bastavano.
Stavolta, applicando il Codice degli Appalti –l'appalto della rotonda tra via Carlinga e l'uscita dalla strada delle scuole- numero (25) e nome delle imprese sono certi e sicuri e quindi basta che …  Da notare che la normativa pare preveda che il numero fosse addirittura più ridotto: 15. Roba da segarsi gli attributi.
Basta che un gruppo di imprese del settore si mettano d'accordo e in questo modo si spartiscono gli appalti, i prezzi e i sub appalti alla faccia della concorrenza e del ribasso. Ah! dicono  i saggi: ma c'è la concorrenza!? Chi l'ha detto che le imprese (non) si mettono d'accordo?.  L'uccellino!.
LE ELEZIONI DEL SEGRETARIO PROVINCIALE E REGIONALE DEL PD


Curnesi speranzosi di porsi in vista. La mitica consigliera comunale delegata alla cultura Paola Bellezza e l'altret- tanto mitico addetto alla comunicazione di Vivere Curno Marco Battaglia  sono in una lista per sostenere l'attuale sindaco di Scanzo- rosciate Davide Casati come segretario provinciale del PD. Massimo Conti invece è nella lista per sostenere il candidato regionale a segretario del PD Vinicio Peluffo della lista “Ricominciamo dal PD”. Alzi la mano chi abbia mai ascoltato la Bellezza, il Batta glia e il Conti fare un discorso politico compiuto dall’A alla Z. Pesci nell’acquario piddino.
Davide Casati –classe 1985- ragioniere e poi laureato in economia aziendale all'Uni- BG, è un dipendente della Regione Lombardia quale funzionario nella Direzione Generale Istruzione Forma- zione Lavoro con un contratto a tempo indeterminato presso l'ufficio ispettivo col compito di eseguire dei controlli in loco presso gli enti accreditati da Regione Lombardia per i servizi formativi e per quelli al lavoro al fine di verificare il rispetto delle normative ed il corretto utilizzo dei fondi pubblici erogati dalla Regione Lom- bardia ex Unione Europea, Stato, Regione. Un ragazzone da tenere buono.
Vinicio Peluffo, classe 1971, già deputato PD fino a mar- zo 2018, ha fatto il classico e poi giurisprudenza  ma senza laurearsi. Sostanzialmente è un professionista della politica e si è fatto le ossa con Vel- troni e  prima come amministrare comunale a Rho.
Alle elezioni del segretario provinciale c'è una sola lista (quella a sostegno di Casati) mentre alla carica di segretario regionale concorrono due liste, quella di Vinicio Peluffo e quella di Eugenio Comincini attualmente senatore PD con passato vicesindaco nella giunta Pisapia.
Che dire? Tutta brava gente che conferma come il PD sia il partito di chi sostanzialmente se non sta benissimo, perlomeno sta discretamente bene e non ha grandi pensieri per il futuro. Gli va bene la TAV, gli va bene il Tap, gli va bene il jobsact, gli va bene l'abolizione dell'art.18 e la legge Fornero, gli va bene l' Ue, gli va bene il limite del 3% del deficit, gli vanno bene i 2300 miliardi di debito pubblico assieme ai 4300 miliardi di ricchezza finanziaria delle famiglie ed i 100 miliardi di evasioni varie ogni anno assieme ai miliardi di bonus beccati dal solito pacchetto di raccomandati: alla classe con più di 10 milioni di beneficiari si associa il 29% delle risorse. Il 2,3% dei soggetti si becca riduzioni oltre i 10 milioni. Seguono poi le misure che coinvolgono da 3 milioni a 10 milioni di beneficiari per una percentuale pari al 24%. Gli va bene che la scuola pubblica si privatizzi vieppiù con la riduzione dell'orario e degli spazi a favore delle private e soprattutto del privato sociale che pare ormai la “religione e la pratica” dei neo piddini (tutta roba nata seguendo in parallelo la scuola formigoniana).
Insomma nell'Italia 2018 a questi vanno bene troppe cose che non vanno bene ai cinque milioni di poveri italiani cui gettano amorevolmente delle bricioline del REI e compagnia cantante. La questione è che questa gente dice di preoccuparsi dei poveri ma gli importa più uno Junker.