Di cosa parliamo in questa pagina.
GERMANIA
Dopo Schäuble tocca alla Merkel
Un anno fa era toccato a Wolfgang Schäuble – classe 1942- ministro
degli interni volta dal 2005 al 2009 e ministro delle finanze dal 2009
al 2017 quando fu costretto a lasciare il ministero delle Finanze e
premiato alla presidenza del Parlamento tedesco, insediato il 24
ottobre.
Schäuble, 75 anni, il mastino dei conti dell’Ue e nei confronti della
Grecia Spagna e Portogallo, per non dire dell’Italia, era il membro di
più lungo corso del Bundestag, dove venne eletto per la prima volta nel
1972. Prese il posto del dimissionario Norbert Lambert, su richiesta
del cancelliere Angela Merkel e del capogruppo del partito, Volker
Kauder ma anche come chiesero i liberali alleati della cancelliera che
puntavano al suo dicastero.
Si chiude un’epoca per l’Europa, che ha vissuto gli anni in cui
Schäuble faceva l’arcigno controllore delle regole di bilancio di
ciascun Paese, e dettava i limiti invalicabili di spese e riforme. Con
Schäuble presidente del parlamento per Merkel si è risolto il problema
dell’incarico alle Finanze, richiesto dall’Fdp, i partner della
coalizione che hanno ottenuto il 10,7% alle elezioni.
I politologi dell’Eurozona hanno definito l’ultimo custode dell’ombra
weimariana nella coscienza economica tedesca, impregnata dalla paura
del debito, dagli anni in cui il pane, dopo la Prima Guerra Mondiale
costava un milione di marchi a sacchetto.
L'esperienza di affari parlamentari di Schäuble acquista particolare
rilevanza in un Bundestag affollatissimo (709 deputati, per effetto
degli aggiustamenti imposti dalla legge elettorale) e soprattutto dove
per la prima volta dall'immediato dopoguerra sarà presente un partito
di estrema destra, AfD, Alternativa per la Germania, che conterà su una
novantina di deputati, dopo aver ottenuto il 12,6% dei voti. AfD ha
annunciato di voler dare battaglia in Parlamento al Governo,
soprattutto sulla questione dell'immigrazione, e di voler chiedere una
commissione d'inchiesta sulla decisione del cancelliere Merkel di
aprire le porte ai rifugiati nell'estate 2015, decisione che ritiene
illegittima. Nei Parlamenti regionali dove sono entrate finora (13 su
16), le rappresentanze di AfD hanno fatto un'opposizione rumorosa.
Ieri pure Angela Merkel ha annunciato che intende lasciare la
presidenza dell’Unione cristiano-democratica per favorire un
rinnovamento del partito. Non solo, la cancelliera ha annunciato di
fatto il suo lungo addio alla politica, dicendo che intende rimanere
alla guida del governo fino alla scadenza naturale del mandato nel
2021, ma che dopo non si ricandiderà né alla cancelleria, né al
Bundestag e che non cercherà mai più un incarico politico, né in
Germania né in Europa. Vedremo se sarà sincera.
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GERMANIA
Dopo Schäuble tocca alla Merkel
Insieme hanno impiccato la Grecia, la Spagna, il Portogallo, l’Irlanda
e per interposta persona -Mario Monti- hanno tentato anche di impiccare
l’Italia. Hai voglia che Wolfgang Schäuble si presenti di fede luterana
e Angela Dorothea Kasner sposata Merkel che sia pure lei figlia
di un pastore luterano.In poco più di un anno in Germania se ne vanno
due mastini europei: il primo Wolfgang Schäuble uomo sincero, la
seconda Angela Merkel assai meno.
Un anno fa era toccato a Wolfgang Schäuble – classe 1942- ministro
degli interni volta dal 2005 al 2009 e ministro delle finanze dal
2009 al 2017 quando fu costretto a lasciare il ministero delle Finanze
e premiato alla presidenza del Parlamento tedesco, insediato il 24
ottobre.
Schäuble, 75 anni, il mastino dei conti dell’Ue e nei confronti della
Grecia Spagna e Portogallo, per non dire dell’Italia, era il membro di
più lungo corso del Bundestag, dove venne eletto per la prima volta nel
1972. Prese il posto del dimissionario Norbert Lambert, su
richiesta del cancelliere Angela Merkel e del capogruppo del partito,
Volker Kauder ma anche come chiesero i liberali alleati della
cancelliera che puntavano al suo dicastero.
Si chiude un’epoca per l’Europa, che ha vissuto gli anni in cui
Schäuble faceva l’arcigno controllore delle regole di bilancio di
ciascun Paese, e dettava i limiti invalicabili di spese e riforme. Con
Schäuble presidente del parlamento per Merkel si è risolto il problema
dell’incarico alle Finanze, richiesto dall’Fdp, i partner della
coalizione che hanno ottenuto il 10,7% alle elezioni.
I politologi dell’Eurozona hanno definito l’ultimo custode dell’ombra
weimariana nella coscienza economica tedesca, impregnata dalla paura
del debito, dagli anni in cui il pane, dopo la Prima Guerra Mondiale
costava un milione di marchi a sacchetto.
L'esperienza di affari parlamentari di Schäuble acquista particolare
rilevanza in un Bundestag affollatissimo (709 deputati, per effetto
degli aggiustamenti imposti dalla legge elettorale) e soprattutto dove
per la prima volta dall'immediato dopoguerra sarà presente un partito
di estrema destra, AfD, Alternativa per la Germania, che conterà su una
novantina di deputati, dopo aver ottenuto il 12,6% dei voti. AfD ha
annunciato di voler dare battaglia in Parlamento al Governo,
soprattutto sulla questione dell'immigrazione, e di voler chiedere una
commissione d'inchiesta sulla decisione del cancelliere Merkel di
aprire le porte ai rifugiati nell'estate 2015, decisione che ritiene
illegittima. Nei Parlamenti regionali dove sono entrate finora (13 su
16), le rappresentanze di AfD hanno fatto un'opposizione rumorosa.
Ieri pure Angela Merkel ha annunciato che intende lasciare la
presidenza dell’Unione cristiano-democratica per favorire un
rinnovamento del partito. Non solo, la cancelliera ha annunciato di
fatto il suo lungo addio alla politica, dicendo che intende rimanere
alla guida del governo fino alla scadenza naturale del mandato nel
2021, ma che dopo non si ricandiderà né alla cancelleria, né al
Bundestag e che non cercherà mai più un incarico politico, né in
Germania né in Europa. Vedremo se sarà sincera.
Le due carte che vedete in questa pagina danno maggiori informazioni
sulla crisi tedesca delle dichiarazioni della Merkel. Bisogna
comprendere come mai l’AFD: Alternative für Deutschland, 5,8 milioni di
voti alle elezioni federali 2017 col 12,6% e 94 seggi al
parlamento) un partito di destra assai prossimo al neonazismo- abbia
maggiori consensi laddove minore è la presenza di stranieri rifugiati o
immigrati. Come mai laddove la presenza dei democristiani CDU –in
Baviera- ci sia stato un travaso nella destra neonazista con una
presenza di stranieri col colore della pelle non bianco prossima al 16%.
Basta fare un viaggio in quella che era la Germania Orientale per
redensi conto che ogni paese “deve” avere il proprio Sud. UN proprio
Sud. E basta attraversare l’Austria ed arrivare in Baviera
per capire che un paese con la popolazione ricca anziana
cattolica è un paese sostanzialmente razzista se non addirittura
neonazista.
L’operazione di fare arrivare nel 2015 in Germania un milione di
immigrati è la seconda fase della strategia pensata dal governo di
Berlino in materia di immigrazione: dopo l’apertura ai rifugiati
siriani, è arrivato il momento di chiedere maggiore impegno e garanzie
anche agli altri Paesi europei. I siriani sono più facilmente
integrabili rispetto agli immigrati di altre nazionalità: sono
generalmente più ricchi, non a caso riescono a compiere il viaggio in
tempi minori perché hanno più possibilità di pagare i trafficanti,
hanno un livello di scolarizzazione più elevato e, quindi, possono
essere considerati anche una risorsa dal punto di vista professionale”.
Dopo questo passo in avanti, la Germania ha però avanzato le proprie
richieste: ha chiesto all’Europa di farsi carico di una parte degli
immigrati e all’Italia di rafforzare i controlli e identificare i
migranti che sbarcano sulla Penisola. “Così si è creato però una
sorta di scontro tra chi, come la Germania, vuole evitare che nasca un
flusso incontrollato che dall’Italia porti i migranti in Baviera e chi,
come il governo italiano, sa che identificare tutti gli immigrati senza
garanzie da parte degli altri Paesi dell’Unione vorrebbe dire farsi
carico di centinaia di migliaia di persone. La Merkel l’ha capito.
Salvini no: ed infati ogni settimana la Merkel ci spedisce un carico di
“indesiderati” e Salvini tace facendo finta di nulla.
Non interessa granche alla biografia personale della Merkel ma ne
inquadriamo l’azione politica nel fatto che –basta osservare una mappa
del surplus commerciale dei vari paesi UE- per capire come i paesi ad
est e sudest della Germania (la sua tradizionale zona di maggiore
influenza in Ue) siano sostanzialmente dei subfornitori della Germania
(con modesti o insignificanti surplus). Le differenze salariali
tra la germani e la Polonia o la Romania sono abissali. Viceversa
c’è un asse verticale in UE che va dalla Germania Belgio Olanda e
Italia che detengono un surplus enorme e di contro quelli ad ovest e
sud-ovest: Inghilterra Francia Spagna Portogallo sono in deficit. Nel
sudest della Germania invece Romania Bulgaria Grecia contribuiscono
alla ricchezza della Germania. Come pure il gruppo dei paesi dell’ex
Jugoslavia sono sostanzialmente al rimorchio della Germania e del
nord-est italiano. La ricchezza della vecchia Germania poggia quindi su
una particolare struttura dell’Ue del tutto sconclusionata in danno di
molti paesi “secondari” perché meno popolati o non aderenti all’Ue.
Sono le regole dell'Unione Europea - le stesse che hanno imposto
all'Italia di ridurre il suo rapporto deficit/Pil e portarlo sempre più
sotto la soglia del 3% - a stabilire che il surplus commerciale non
debba essere superiore al 6%. Quello della Germania è da anni intorno
al 9%: Berlino, in sostanza, esporta troppo creando un danno ai suoi
alleati - Ue in primis - e/o importa troppo poco.
L’inserimento degli immigrati in Germania è avvenuto proprio nella
prospettiva di mantenere quel surplus – teoricamente del tutto fuori
norma rispetto ai trattati Ue- così da mantenere alla Germania quel
ruolo guida economico che le consentiva di imporre la politica Ue
potendo nel contempo acquistare debito pubblico degli altri paesi e
conseguentemente di guidarne o ricattarne l’azione politica. Dalla
Grecia alla Spagna al Portogallo all’Irlanda per finire all’Italia.
L’Ue a trazione tedesco-merkeliana è stata la maggiore responsabile
della crescita nei paesi indebitati delle formazioni politiche
xenofobe ed alla fine questa politica se l’è ritrovata in casa perché
la concentrazione della ricchezza in poche aree e la desertificazione
economica morale sociale del resto non poteva essere nascosta a lungo.
Oggi le persone fuggono dalla guerre ma fuggono o passano anche da
paesi che in guerra non sono e vedono-confrontano la miseria e la
scarsa democrazia di casa propria con quel che brilla altrove.
La Germania e la Merkel hanno condotto l’Ue attraverso la crisi fino ad
una Europa ed un mondo che non è più quello che presero in mano nel
2005-2008 (la Merkel diventa Cancelliere federale della Germania nel
2005). L’hanno presa in mano, ma non hanno saputo darle una prospettiva
che non fosse puramente e formalmente contabile. Oggi nessun capo
di stato e nessun governo ha un’idea di come sarà domani il mondo. In
questo momento il mondo pare sospeso in attesa di qualcosa che
non si sa bene come oggettivare. Materializzare. L’unica certezza è che
mentre nel 2005-2008 il baricentro del mondo stava tra USA ed Ue oggi a
quei due centri si è aggiunta una Cina, un’India, l’Africa come
dipendenza della Cina e tutto questo ha creato flussi inimmaginabili
nel 2005-2008 di uomini e donne e risorse verso questi nuovi poli.
Non solo la Merkel ha guardato solo al proprio desco senza accorgersi
che al desco della fame della democrazia del potere stavano arrivando
altri popoli e che la storica struttura di potere imperialistico dei
paesi stava non dico sfaldandosi ma attenuandosi vieppiù.
L’Inghilterra ha risposto a questo evento con la Brexit di cui adesso
non sa bene come andrà a finire. Italia e Francia boccheggiano. La
Germania e il suo “impero” di sud-est si stanno colorando di nero. Di
la del mare ci stanno prendendo le misure.
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