Se DiMaio non esistesse bisognerebbe inventarlo. Ed infatti l’hanno fatto vicepresidente del consiglio.
TWEET di Davide Altieri
Leva obbligatoria, no ai vaccini, adesso anche via l'aborto. Non
vedo l'ora di andare a votare al referendum tra monarchia e repubblica.
"Ho letto le carte per tre mesi" ha detto #DiMaio aggiungendo "cartomante" al #curriculum.
Di Maio non sposta le lancette dell'orologio un'ora indietro: "Non è nel programma di governo".
Sapete se per sciogliere il contratto di Governo ci sono penali?
Non è per me, ma per il mio amico Giggino.
Con il ritorno dell'ora solare stanotte Toninelli si è concentrato un'ora in più.
Tra sabato e domenica l'orologio andrà spostato di un'ora
indietro. Così saremo a soli 4 secoli, 56 anni, 6 mesi, 4 giorni e 1
ora dai leghisti.
#orasolare #27ottobre
I parlamentari non discutono il decreto Genova perché giovedì partono per il weekend.
Visto che hanno fatto in fretta a fare il ponte?
Sono 15 giorni che non spuntano whatsapp imbarazzanti di Rocco Casalino.
Nel decreto fiscale ci deve essere la riduzione dei suoi giga, altrimenti non si spiega.
Savona: "Il #condono è una redistribuzione del reddito dai ricchi ai poveri”.
Questo era la prima scelta come ministro dell’economia del #governodelpopolo.
L'Europa condanna l'Italia per aver violato i diritti
umani di Provenzano.
(Scusate ma il mio smartphone si rifiuta di scrivere diritti,
umani e Provenzano nella stessa riga).
Segnalo ai difensori della libertà di satira sull'autismo di
Beppe Grillo che Grillo non è un autore di satira ma il fondatore
dell'attuale partito di governo. Il potere che fa satira sui poveri
cristi non è satira. È letame.
#Salvini: "Sgombero Casapound? Non è una priorità”.
Ci fossero stati dentro due poveri disgraziati extracomunitari, sarebbe
diventato un problema di sicurezza nazionale e di rispetto della
legalità.
L'Italia non faceva una manovra così disastrosa dai tempi di Schettino con la Concordia.
Giovane; della provincia di Napoli; parla un italiano non
impeccabile; ha cominciato la carriera giovanissimo negli stadi; è
manovrato da uno che pensa solo ai soldi; è spesso protagonista di
uscite infelici.
Penso che domani la ndrangheta denuncerá la Rai per essere stata accostata alla Juventus.
Dopo il discorso alla festa dei 5stelle, il Movimento scarica
Beppe Grillo: "ci dispiace, ma ormai fa più ridere Toninelli".
Si mormora di un Giuseppe #Conte sull'orlo di una #crisi di nervi.
È la conferma che il potere logora chi non ce l'ha.
#Salvini: “Non sono scemo”.
#DiMaio: “Non sono bugiardo”.
#Conte: "Sono il Presidente del Consiglio".
Il lettore trovi l'unica dichiarazione falsa.
Salvini porta la figlia di 5 anni al Consiglio dei Ministri. Serviva qualcuno che sapesse leggere e scrivere.
Non so voi, ma io quando sento parlare #DiMaio non riesco ad immaginare come fossero i suoi avversari alle #primarie.
Se si chiudessero i centri d'#accoglienza e si eliminasse
l'#emigrazione, in Italia si perderebbero 20000 posti di lavoro. 20001,
se contiamo anche #Salvini.
"Discuteremo una contro-manovra per tutelare i risparmi degli
italiani" ha detto la Boschi alla Leopolda distribuendo brochure di
Banca Etruria.
La situazione è talmente grave che stamattina invece dei
Testimoni di Geova mi hanno citofonato dei preti ortodossi greci.
Di Maio: "Moody's si candidi così vediamo quanti voti prende".
Il Governo non cadrà perchè Di Maio è già al secondo mandato e non c'è ancora il reddito di cittadinanza.
Conte leggeva, Di Maio scriveva, l'Italia falliva.
Crolla la #Borsa e lo #spread sale a quota 340.
Il Consiglio dei Ministri di domani si terrà ad Atene.
Di Maio non è il capo del M5S, come Salvini lo è della Lega.
Dunque cosa volete che rompa, se così facendo rischia fortemente di essere sostituito, al prossimo giro, da Casaleggio?
Presentata una proposta per intitolare una strada di Roma a Stefano Cucchi.
Ma forse sarebbe più appropriata una scalinata.
Di Maio non si è laureato perché gli hanno manipolato i testi degli esami.
Sul caso del testo della pace fiscale manipolato, Di Maio difende i leghisti: "Non sanno scrivere".
Quindi se ho capito bene adesso posso lavorare in nero, prendere
il #redditodicittadinanza e con quello pagare la #pacefiscale.
Riace e Lodi distano 1.200 km, per percorrerli ci vogliono 80
anni. Si parte da Riace che è il 2018 e si arriva a Lodi che è il 1938.
La manovra finanziaria italiana arriverà in ritardo a Bruxelles. Ha trovato traffico al tunnel del Brennero.
#Salvini: "Chi sbaglia paga".
E chi ruba rateizza.
I controllori dei tram salvano il bambino ebreo. Gesti che oggi sarebbero definiti "favoreggiamento" #Ulisse
Rassegnatevi, cialtroni.
Noi Compagni esistiamo e non molliamo.
Buonista un cazzo.
Come mandare a fanculo Salvini con tre parole.
Luigi Di Maio: "Ho fatto il rappresentante degli studenti per cinque anni".
Di asilo.
Per far contenti Salvini e Di Maio, investiró il mio reddito di cittadinanza in BTP.
twitter Davide Aldieri
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L’opinione.
Legge di bilancio, il problema non è economico. E Standard & Poor’s l’ha confermato.
Loretta Napoleoni
Standard & Poor’s non declassa il rating dell’Italia ma mette in
guardia i mercati su un possibile futuro incerto. In altre parole il
problema è politico prima che economico. E, infatti, ormai tutti si
sono accorti che il braccio di ferro tra Roma e Bruxelles è politico,
come d’altronde fu politica la decisione di non salvare la Grecia nel
2010. E vediamo perché.
In primis, la Commissione o chi da dietro le quinte la dirigeva nel
2010 (cioè l’asse Parigi-Bruxelles), ha lasciato che fosse la pressione
dei mercati a piegare la Grecia, pressione creata dalla esplicita
disapprovazione dell’Unione europea. Così lo spread saliva e a ogni
aumento il debito greco aumentava, le banche diventavano più povere e
la disperazione cresceva. La strategia di Bruxelles è stata non
intervenire e aspettare che la Grecia si piegasse e bussasse alla sua
porta sotto la pressione dei mercati. E così è stato.
La bocciatura della legge di bilancio italiana ci ripropone la stessa
strategia. L’idea è che durante le tre settimane concesse al nostro
governo la pressione dei mercati lo costringa a cambiare rotta e a
produrre un bilancio in linea con le direttive di Bruxelles. E qui ci
imbattiamo in un secondo punto fondamentale, i parametri che vengono
utilizzati per produrre tali direttive come è stato spiegato molto bene
questa settimana in un articolo del Wall Street journal.
Secondo gli accordi di Maastricht il tetto massimo di deficit concesso
agli stati membri è del 3% – al 2,4% quello proposto dall’Italia è ben
al di sotto – e un deficit del 60% per Pil. Il trattato di Maastricht
non è stato cambiato, tuttavia dal 2010 la Commissione ha introdotto un
nuovo concetto di deficit, il deficit strutturale, che esclude dalla
valutazione le tendenze cicliche dell’economia e gli eventi
straordinari, come i disastri naturali. Il tetto del deficit
strutturale viene suggerito annualmente da Bruxelles a ogni Stato
membro secondo alcuni parametri che vedremo qui di seguito. Per
l’Italia nel 2019 non deve superare lo 0,6% mentre la proposta del
governo lo porterebbe allo 0,8%. La differenza tra questi due valori è
il motivo della disputa tra Roma e Bruxelles.
Il vero problema è come viene calcolato il deficit strutturale, è
infatti la differenza tra il Pil reale e quello potenziale quando
un’economia è in piena occupazione, non ha spinte inflazioniste ed è
pienamente capitalizzata. Secondo gli italiani, Bruxelles ha usato
proiezioni troppo ottimiste per il nostro Paese e cioè uno scarto
positivo dello 0,5% tra i due valori, si tenga presente che le
proiezioni per la Germania danno uno scarto positivo dello 0,6%! Con
una scarto così piccolo, è facile per Bruxelles imporre all’Italia un
bilancio non espansivo ma che presenti una strategia di tagli per
ridurre il debito in una fase economica reputata positiva. Secondo
stime più realiste la differenza tra il Pil reale e quello diciamo
ideale dell’Italia oscilla tra il -4 e il -5%, siamo quindi
lontanissimi dalle proiezioni di Bruxelles e in un territorio economico
completamente diverso. La legge del bilancio, invece, ha utilizzato uno
scarto negativo dell’1,2%.
Al di là dei numeri e delle proiezioni il braccio di ferro tra Roma e
Bruxelles evidenzia politiche economiche opposte e impossibili da
conciliare. Per la seconda l’economia italiana non ha bisogno di
nessuno stimolo, al contrario è pronta per una riduzione del debito
attraverso tagli della spesa, aumento delle imposte, ad esempio l’Iva,
e prolungamento dell’età pensionabile. Per i due partiti al governo
invece le condizioni economiche del paese sono inaccettabili ed è
necessaria una spinta per rilanciare il volano della crescita. In fondo
è su questa piattaforma che sono stati eletti.
La domanda che tutti si pongono è chi la spunterà questa volta, se
l’Italia verrà presa di mira dai mercati e dovrà piegarsi sotto il peso
schiacciante di uno spread in salita o se invece le cose andranno
diversamente. Con la Brexit alle porte, un presidente americano
palesemente anti europeista, le guerre dei dazi sulle due sponde
dell’Atlantico e Putin che paradossalmente potrebbe diventare l’ago
della bilancia di nuovi equilibri internazionali, è possibile che i
mercati reputino la strategia italiana vincente nel lungo periodo e
scommettano proprio sul bilancio bocciato da Bruxelles.
Come dicono gli anglosassoni la finanziaria italiana del 2019 sarebbe
un game changer, un giro di boa spettacolare. In fondo, dopo il voto
della Brexit e l’elezione di Trump tutto è possibile anche una nuova
Europa.
Loretta Napoleoni
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