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Di cosa parliamo in questa pagina.
L'ESTREMA DESTRA AL GOVERNO
C'è un "filo nero" che unisce, nello stesso giorno, la danza macabra di Salvini sul luogo del martirio della povera Desirée e la festa gialloverde al Senato per la nuova legge sulla legittima difesa. Quel filo nero si chiama "estrema destra di governo".
E la Lega lo tesse con atroce sapienza, curando le folle affamate di protezione con dosi omeopatiche di quotidiana paura. Lo tesse nel silenzio inebetito ma ormai sempre più complice dell'alleato a Cinque Stelle. Nel tripudio estatico del mitico " popolo" trasformato in massa indistinta. Nello schiamazzo inconsulto dell'opposizione abitata solo dalle anime perse del Pd e dagli smunti fantasmi di Forza Italia. (...)

2018 UN ANNO  MAGRO PER LA GIUNTA GAMBA
Il 2018 si avvia a concludersi e sarà davvero un anno magrissimo per la giunta Gamba. Praticamente nessuna opera pubblica rilevante messa in cantiere e terminata. Forse ma ormai si può dare per certo, non sarà nemmeno aperto l’auditorium annesso alla biblioteca. Sfumato anche il rondò tra la via delle scuole (medie e elementari) e la via Carlinga con un progetto abbastanza tribolato tra modifiche decise dalla giunta ed altri aggiustamenti di legge. Un’idea geniale al cubo della coppia Serra&Conti: un rondò all’uscita di una scuola elementare!. (...)

CASA POUND GLI UNICI NERI CHE SALVINI NON SGOMBERA
Leggiamo, con qualche ansia, sul Corriere della Sera, la seguente frase: “Se entrate sarà un bagno di sangue”. Lo avrebbe detto, lunedì pomeriggio, a Roma, un esponente di CasaPound, “quando la Finanza ha bussato al portone di via Napoleone III, in zona Esquilino, nel bellissimo palazzo del ministero dell’Istruzione, che da anni ospita abusivamente famiglie e leader del movimento di estrema destra che ci vivono senza versare alcun canone d’affitto”.
Quando abbiamo appreso che la GdF (guidata da un colonnello) “che chiedeva solo di potere eseguire il mandato della Procura regionale della Corte dei Conti”, per ispezionare l’edificio e “quantificare lo spreco di questi anni”, ha ritenuto di fare dietrofront, il pensiero di questo diario è corso, senza indugio, alla figura del valoroso ministro degli Interni, Matteo Salvini. Un uomo che non deve chiedere mai, come hanno imparato sulla loro pelle (nera) i naufraghi della nave ong Aquarius, a cui fu interdetto l’ingresso nei porti italiani, nel nome di un’apposita disposizione creata sul momento. E che permise loro una gradevole crociera, sotto il sole del Mediterraneo, accolti infine in un sinistrorso approdo spagnolo.

































L'ESTREMA DESTRA AL GOVERNO



C'è un "filo nero" che unisce, nello stesso giorno, la danza macabra di Salvini sul luogo del martirio della povera Desirée e la festa gialloverde al Senato per la nuova legge sulla legittima difesa. Quel filo nero si chiama "estrema destra di governo".
E la Lega lo tesse con atroce sapienza, curando le folle affamate di protezione con dosi omeopatiche di quotidiana paura. Lo tesse nel silenzio inebetito ma ormai sempre più complice dell'alleato a Cinque Stelle. Nel tripudio estatico del mitico " popolo" trasformato in massa indistinta. Nello schiamazzo inconsulto dell'opposizione abitata solo dalle anime perse del Pd e dagli smunti fantasmi di Forza Italia.
Cos'altro fa il tessitore Salvini che va in pellegrinaggio a San Lorenzo, se non un atto di "estrema destra di governo"? Il ministro degli Interni si precipita nel quartiere romano in cui una ragazzina di 16 anni è stata stuprata da un branco di spacciatori extracomunitari ed è poi morta, e dice «la prossima volta torno con la ruspa » . La famiglia di quella ragazzina e i cittadini di quel quartiere hanno tutte le ragioni per essere addolorati e infuriati. Ma di fronte a loro il capo leghista consuma solo il rito mediatico che da anni gli riesce meglio: trasforma un luogo di degrado sociale in un pulpito politico, la scena di un crimine in un set televisivo. Insomma, specula sul dolore e sul rancore. Lo faceva quando stava all'opposizione. Continua a farlo anche ora che sta al governo, e che invece di lanciare slogan dovrebbe spiegare perché, dall'aprile scorso, nessuno ha mosso un dito di fronte alle tante segnalazioni sul "pericolo per la collettività" trasmesse alla Questura dal secondo municipio. Lo Stato riafferma la legalità solo se è presente sul territorio ogni giorno, non se si limita alla comparsata di un mercoledì mattina ad uso delle telecamere.
E cos'altro fa il tessitore Salvini che esulta per la "nuova" legittima difesa, se non celebrare l'epifania di una "estrema destra di governo"? Una legge che importa in Italia il modello Far West vagheggiato da Trump. La difesa diventa "sempre legittima" nelle mura di casa. Non più "solo di notte", come avevano stabilito i governi Renzi-Gentiloni con forte sprezzo del ridicolo. Puoi sparare e uccidere anche di giorno, indipendentemente dall'entità della violenza e della minaccia che ricevi. Comunque non sarai "punibile", perché hai agito " in stato di grave turbamento". Poco importa che una norma del genere sia incostituzionale, come continua a ripetere Sabino Cassese, perché viola il principio di proporzionalità tra offesa e difesa, che va valutata caso per caso dalle procure e dai giudici.
L'importante è alimentare la psicosi permanente. Nutrire la belva securitaria che vive in ognuno di noi. Spacciare per " emergenza" un problema che esiste e va gestito con rigore e fermezza ma che, al pari dell'immigrazione, emergenza non è. Negli ultimi quattro anni i procedimenti iscritti in tribunale per " legittima difesa" sono stati solo dieci, quelli per "eccesso colposo" di legittima difesa appena cinque. I drammi del benzinaio di Vicenza Graziano Stacchio o del chirurgo di Lanciano Carlo Martelli e sua moglie suscitano rabbia e chiedono giustizia. Ma i numeri dimostrano che l'allarme sociale non c'è, se non nello "storytelling" radical- xenofobo. Una narrazione che è ormai egemonia culturale, come dimostra il comportamento di un Pd allo sbando: a Palazzo Madama vota sì al solo articolo 2 della controriforma leghista, "per coerenza" con quanto aveva fatto nella precedente legislatura. L'ennesimo suicidio politico: proprio quei cedimenti della sinistra di governo al canto della sirena populista hanno contribuito alla disfatta elettorale del 4 marzo.
Il danno ormai è fatto. E la tela di Salvini si va ormai componendo. Lo aiuta la volonterosa intendenza cripto- fascista di Angelo Ciocca, che da bravo " ardito" compie a Bruxelles il suo salto nel cerchio di fuoco, calpestando con la scarpa sovranista la lettera « dell'euro- imbecille Moscovici». Lo sostiene la vergognosa "intelligenza" con il finto nemico neo- fascista di Casa-Pound, che minacciando "un bagno di sangue" si può permettere il lusso di respingere un'ispezione nella sua sede (abusiva dal 2003). Il capo leghista tace, e probabilmente acconsente. Il motore della ruspa salviniana si accende sempre se è nera la faccia, mai quando è nera la camicia.

Massimo Giannini
2018 UN ANNO  MAGRO PER LA GIUNTA GAMBA


Il 2018 si avvia a concludersi e sarà davvero un anno magrissimo per la giunta Gamba. Praticamente nessuna opera pubblica rilevante messa in cantiere e terminata. Forse ma ormai si può dare per certo, non sarà nemmeno aperto l’auditorium annesso alla biblioteca. Sfumato anche il rondò tra la via delle scuole (medie e elementari) e la via Carlinga con un progetto abbastanza tribolato tra modifiche decise dalla giunta ed altri aggiustamenti di legge. Un’idea geniale al cubo della coppia Serra&Conti: un rondò all’uscita di una scuola elementare!. Un’opera utile ma  errata come posizione. Seguendo il dettato di giacchettina DiMaio, anche per la giunta Gamba chi la critica  si metta in lista e poi deciderà semmai venga eletto. La premessa l’ha scritta l’assessore Conti in una replica anonima ad una osservazione al piano lavori pubblici dei prossimi tre anni. La conclusione  è nostra. Da quello che si annusa in aria pare che questa maggioranza non verrà nemmeno gratificata della regalia regionale per costruire la palestra della nuova Rodari (ne quest’anno ne negli anni a venire) così come salteranno anche i contributi regionali per istallare le (inutili) telecamere anticrimine  istallate -le ultime -sopratutto per fare cassa. Gandi a Bergamo docet. la botta peggiore è arrivata con la sentenza che obbliga il Comune a risarcire  i privati cui nel 1990 venne occupata abusivamente la propria terra per la costruzione della via Fermi. Soldi già versati. Non risulta che il Comune abbia iniziato l’azione di rivalsa verso quei consiglieri della DC, PSI e PCI che votarono quella delibera suicida e del resto la giunta Gamba non potrebbe  attivarsi così come neppure la minoranza forzista perché quelli che votarono sono ancora in consiglio o sono tra i sostenitori politici del consiglio attuali. Va avanti la piatta gestione del gestibile coi normali alti e bassi di un comune le cui infrastrutture definirle obsolete è un complimento. Forse, ma resta sempre un forse: se ci saranno i soldi, l’anno prossimo comincerà la gestione dell’illuminazione pubblica ormai privatizzata anche quella come quella dei beni comuni. Vivere Curno e il Comune sono scomparsi dalla rete. C’era un portavoce che non si sa più dove stia: sindaca e assessori comunicano «fai da te». Per il resto l’oratorio -alias Comune- va avanti sperando nell’italico stellone. Che Dio ci abbia in gl
CASA POUND GLI UNICI NERI CHE SALVINI NON SGOMBERA



Leggiamo, con qualche ansia, sul Corriere della Sera, la seguente frase: “Se entrate sarà un bagno di sangue”. Lo avrebbe detto, lunedì pomeriggio, a Roma, un esponente di CasaPound, “quando la Finanza ha bussato al portone di via Napoleone III, in zona Esquilino, nel bellissimo palazzo del ministero dell’Istruzione, che da anni ospita abusivamente famiglie e leader del movimento di estrema destra che ci vivono senza versare alcun canone d’affitto”.
Quando abbiamo appreso che la GdF (guidata da un colonnello) “che chiedeva solo di potere eseguire il mandato della Procura regionale della Corte dei Conti”, per ispezionare l’edificio e “quantificare lo spreco di questi anni”, ha ritenuto di fare dietrofront, il pensiero di questo diario è corso, senza indugio, alla figura del valoroso ministro degli Interni, Matteo Salvini. Un uomo che non deve chiedere mai, come hanno imparato sulla loro pelle (nera) i naufraghi della nave ong Aquarius, a cui fu interdetto l’ingresso nei porti italiani, nel nome di un’apposita disposizione creata sul momento. E che permise loro una gradevole crociera, sotto il sole del Mediterraneo, accolti infine in un sinistrorso approdo spagnolo.
Parliamo del ministro tutto d’un pezzo che impedì a un gruppo di pericolosi africani (subdolamente mescolati a donne e bambini) di sbarcare nell’italianissima Catania dal pattugliatore della Marina militare tricolore, “Diciotti”, malgrado le minacciose interferenze della magistratura rossa. Sì, lo stesso vigile guardiano della legge uguale per tutti che salutò l’arresto del sindaco di Riace, Mimmo Lucano, con un tweet quanto mai arguto e beffardo (“Accidenti, chissà cosa diranno Saviano e tutti i buonisti che vorrebbero riempire l’Italia di immigrati”, ah ah).
Alla luce di queste ardimentose azioni, attendiamo con partecipe attesa che il ministro, con apposito messaggio alla nazione, ingiunga ai militanti di CasaPound (neri anch’essi) di lasciare il passo ai rappresentanti dello Stato in divisa, nell’esercizio delle loro funzioni. Vero è che coloro che si definiscono “fascisti del Terzo millennio” non scherzano affatto, addestrati quasi militarmente a difendere ciò che considerano loro (insomma questi menano). Anche se puta caso di proprietà di un ministero, quello dell’Istruzione e dell’Università, il cui poco marziale titolare siede nel governo accanto all’impavida sentinella del Viminale.
Vero è che, ancorché pubblico, l’edificio (sei piani per 60 vani) ospita da 15 anni, “diverse famiglie alcune imparentate con i vertici del movimento”, e che dunque il sacrosanto diritto a un tetto non si nega a nessuno. Vero è che, nella Capitale, in altra occasione si è provveduto allo sgombero, con massiccio spiegamento di forze dell’ordine e modi piuttosto spicci: però quel palazzo in via Curtatone era occupato da eritrei, e non aggiungiamo altro. Vero è che i camerati di CasaPound hanno sempre guardato con simpatia la Lega di Salvini, offrendo perfino un sostegno alle ultime elezioni. Insomma, mandare la polizia a casa di personcine sempre così disponibili non sarebbe affatto cortese. Vero è, infine, che oltre al palazzo dell’Esquilino vi sono, nell’elenco della questura di Roma altri 92 immobili occupati abusivamente. Il che, onde evitare il “bagno di sangue”, potrebbe suggerire all’invitto Capitano del Carroccio di posporre la pratica di via Napolenone III. Per esempio, sotto le altre 91, sicuramente più urgenti.
Del resto, ben altre emergenze premono sul ministro, costretto com’è a controllare, senza sosta alcuna, che le sacre sponde non vengano violate da certi pericolosi irregolari di pelle scura (e bene in carne) che ne sanno una più del diavolo . Eh sì, la pacchia è finita. Lui tira dritto.


Antonio Padellaro