L'ESTREMA DESTRA AL GOVERNO
C'è un "filo nero" che unisce, nello stesso giorno, la danza macabra di
Salvini sul luogo del martirio della povera Desirée e la festa
gialloverde al Senato per la nuova legge sulla legittima difesa. Quel
filo nero si chiama "estrema destra di governo".
E la Lega lo tesse con atroce sapienza, curando le folle affamate di
protezione con dosi omeopatiche di quotidiana paura. Lo tesse nel
silenzio inebetito ma ormai sempre più complice dell'alleato a Cinque
Stelle. Nel tripudio estatico del mitico " popolo" trasformato in massa
indistinta. Nello schiamazzo inconsulto dell'opposizione abitata solo
dalle anime perse del Pd e dagli smunti fantasmi di Forza Italia.
Cos'altro fa il tessitore Salvini che va in pellegrinaggio a San
Lorenzo, se non un atto di "estrema destra di governo"? Il ministro
degli Interni si precipita nel quartiere romano in cui una ragazzina di
16 anni è stata stuprata da un branco di spacciatori extracomunitari ed
è poi morta, e dice «la prossima volta torno con la ruspa » . La
famiglia di quella ragazzina e i cittadini di quel quartiere hanno
tutte le ragioni per essere addolorati e infuriati. Ma di fronte a loro
il capo leghista consuma solo il rito mediatico che da anni gli riesce
meglio: trasforma un luogo di degrado sociale in un pulpito politico,
la scena di un crimine in un set televisivo. Insomma, specula sul
dolore e sul rancore. Lo faceva quando stava all'opposizione. Continua
a farlo anche ora che sta al governo, e che invece di lanciare slogan
dovrebbe spiegare perché, dall'aprile scorso, nessuno ha mosso un dito
di fronte alle tante segnalazioni sul "pericolo per la collettività"
trasmesse alla Questura dal secondo municipio. Lo Stato riafferma la
legalità solo se è presente sul territorio ogni giorno, non se si
limita alla comparsata di un mercoledì mattina ad uso delle telecamere.
E cos'altro fa il tessitore Salvini che esulta per la "nuova" legittima
difesa, se non celebrare l'epifania di una "estrema destra di governo"?
Una legge che importa in Italia il modello Far West vagheggiato da
Trump. La difesa diventa "sempre legittima" nelle mura di casa. Non più
"solo di notte", come avevano stabilito i governi Renzi-Gentiloni con
forte sprezzo del ridicolo. Puoi sparare e uccidere anche di giorno,
indipendentemente dall'entità della violenza e della minaccia che
ricevi. Comunque non sarai "punibile", perché hai agito " in stato di
grave turbamento". Poco importa che una norma del genere sia
incostituzionale, come continua a ripetere Sabino Cassese, perché viola
il principio di proporzionalità tra offesa e difesa, che va valutata
caso per caso dalle procure e dai giudici.
L'importante è alimentare la psicosi permanente. Nutrire la belva
securitaria che vive in ognuno di noi. Spacciare per " emergenza" un
problema che esiste e va gestito con rigore e fermezza ma che, al pari
dell'immigrazione, emergenza non è. Negli ultimi quattro anni i
procedimenti iscritti in tribunale per " legittima difesa" sono stati
solo dieci, quelli per "eccesso colposo" di legittima difesa appena
cinque. I drammi del benzinaio di Vicenza Graziano Stacchio o del
chirurgo di Lanciano Carlo Martelli e sua moglie suscitano rabbia e
chiedono giustizia. Ma i numeri dimostrano che l'allarme sociale non
c'è, se non nello "storytelling" radical- xenofobo. Una narrazione che
è ormai egemonia culturale, come dimostra il comportamento di un Pd
allo sbando: a Palazzo Madama vota sì al solo articolo 2 della
controriforma leghista, "per coerenza" con quanto aveva fatto nella
precedente legislatura. L'ennesimo suicidio politico: proprio quei
cedimenti della sinistra di governo al canto della sirena populista
hanno contribuito alla disfatta elettorale del 4 marzo.
Il danno ormai è fatto. E la tela di Salvini si va ormai componendo. Lo
aiuta la volonterosa intendenza cripto- fascista di Angelo Ciocca, che
da bravo " ardito" compie a Bruxelles il suo salto nel cerchio di
fuoco, calpestando con la scarpa sovranista la lettera « dell'euro-
imbecille Moscovici». Lo sostiene la vergognosa "intelligenza" con il
finto nemico neo- fascista di Casa-Pound, che minacciando "un bagno di
sangue" si può permettere il lusso di respingere un'ispezione nella sua
sede (abusiva dal 2003). Il capo leghista tace, e probabilmente
acconsente. Il motore della ruspa salviniana si accende sempre se è
nera la faccia, mai quando è nera la camicia.
Massimo Giannini
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2018 UN ANNO MAGRO PER LA GIUNTA GAMBA
Il 2018 si avvia a concludersi e sarà davvero un anno magrissimo per la
giunta Gamba. Praticamente nessuna opera pubblica rilevante messa in
cantiere e terminata. Forse ma ormai si può dare per certo, non sarà
nemmeno aperto l’auditorium annesso alla biblioteca. Sfumato anche il
rondò tra la via delle scuole (medie e elementari) e la via Carlinga
con un progetto abbastanza tribolato tra modifiche decise dalla giunta
ed altri aggiustamenti di legge. Un’idea geniale al cubo della coppia
Serra&Conti: un rondò all’uscita di una scuola elementare!.
Un’opera utile ma errata come posizione. Seguendo il dettato di
giacchettina DiMaio, anche per la giunta Gamba chi la critica si
metta in lista e poi deciderà semmai venga eletto. La premessa l’ha
scritta l’assessore Conti in una replica anonima ad una osservazione al
piano lavori pubblici dei prossimi tre anni. La conclusione è
nostra. Da quello che si annusa in aria pare che questa maggioranza non
verrà nemmeno gratificata della regalia regionale per costruire la
palestra della nuova Rodari (ne quest’anno ne negli anni a venire) così
come salteranno anche i contributi regionali per istallare le (inutili)
telecamere anticrimine istallate -le ultime -sopratutto per fare
cassa. Gandi a Bergamo docet. la botta peggiore è arrivata con la
sentenza che obbliga il Comune a risarcire i privati cui nel 1990
venne occupata abusivamente la propria terra per la costruzione della
via Fermi. Soldi già versati. Non risulta che il Comune abbia iniziato
l’azione di rivalsa verso quei consiglieri della DC, PSI e PCI che
votarono quella delibera suicida e del resto la giunta Gamba non
potrebbe attivarsi così come neppure la minoranza forzista perché
quelli che votarono sono ancora in consiglio o sono tra i sostenitori
politici del consiglio attuali. Va avanti la piatta gestione del
gestibile coi normali alti e bassi di un comune le cui infrastrutture
definirle obsolete è un complimento. Forse, ma resta sempre un forse:
se ci saranno i soldi, l’anno prossimo comincerà la gestione
dell’illuminazione pubblica ormai privatizzata anche quella come quella
dei beni comuni. Vivere Curno e il Comune sono scomparsi dalla rete.
C’era un portavoce che non si sa più dove stia: sindaca e assessori
comunicano «fai da te». Per il resto l’oratorio -alias Comune- va
avanti sperando nell’italico stellone. Che Dio ci abbia in gl
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CASA POUND GLI UNICI NERI CHE SALVINI NON SGOMBERA
Leggiamo, con qualche ansia, sul Corriere della Sera, la seguente
frase: “Se entrate sarà un bagno di sangue”. Lo avrebbe detto, lunedì
pomeriggio, a Roma, un esponente di CasaPound, “quando la Finanza ha
bussato al portone di via Napoleone III, in zona Esquilino, nel
bellissimo palazzo del ministero dell’Istruzione, che da anni ospita
abusivamente famiglie e leader del movimento di estrema destra che ci
vivono senza versare alcun canone d’affitto”.
Quando abbiamo appreso che la GdF (guidata da un colonnello) “che
chiedeva solo di potere eseguire il mandato della Procura regionale
della Corte dei Conti”, per ispezionare l’edificio e “quantificare lo
spreco di questi anni”, ha ritenuto di fare dietrofront, il pensiero di
questo diario è corso, senza indugio, alla figura del valoroso ministro
degli Interni, Matteo Salvini. Un uomo che non deve chiedere mai, come
hanno imparato sulla loro pelle (nera) i naufraghi della nave ong
Aquarius, a cui fu interdetto l’ingresso nei porti italiani, nel nome
di un’apposita disposizione creata sul momento. E che permise loro una
gradevole crociera, sotto il sole del Mediterraneo, accolti infine in
un sinistrorso approdo spagnolo.
Parliamo del ministro tutto d’un pezzo che impedì a un gruppo di
pericolosi africani (subdolamente mescolati a donne e bambini) di
sbarcare nell’italianissima Catania dal pattugliatore della Marina
militare tricolore, “Diciotti”, malgrado le minacciose interferenze
della magistratura rossa. Sì, lo stesso vigile guardiano della legge
uguale per tutti che salutò l’arresto del sindaco di Riace, Mimmo
Lucano, con un tweet quanto mai arguto e beffardo (“Accidenti, chissà
cosa diranno Saviano e tutti i buonisti che vorrebbero riempire
l’Italia di immigrati”, ah ah).
Alla luce di queste ardimentose azioni, attendiamo con partecipe attesa
che il ministro, con apposito messaggio alla nazione, ingiunga ai
militanti di CasaPound (neri anch’essi) di lasciare il passo ai
rappresentanti dello Stato in divisa, nell’esercizio delle loro
funzioni. Vero è che coloro che si definiscono “fascisti del Terzo
millennio” non scherzano affatto, addestrati quasi militarmente a
difendere ciò che considerano loro (insomma questi menano). Anche se
puta caso di proprietà di un ministero, quello dell’Istruzione e
dell’Università, il cui poco marziale titolare siede nel governo
accanto all’impavida sentinella del Viminale.
Vero è che, ancorché pubblico, l’edificio (sei piani per 60 vani)
ospita da 15 anni, “diverse famiglie alcune imparentate con i vertici
del movimento”, e che dunque il sacrosanto diritto a un tetto non si
nega a nessuno. Vero è che, nella Capitale, in altra occasione si è
provveduto allo sgombero, con massiccio spiegamento di forze
dell’ordine e modi piuttosto spicci: però quel palazzo in via Curtatone
era occupato da eritrei, e non aggiungiamo altro. Vero è che i camerati
di CasaPound hanno sempre guardato con simpatia la Lega di Salvini,
offrendo perfino un sostegno alle ultime elezioni. Insomma, mandare la
polizia a casa di personcine sempre così disponibili non sarebbe
affatto cortese. Vero è, infine, che oltre al palazzo dell’Esquilino vi
sono, nell’elenco della questura di Roma altri 92 immobili occupati
abusivamente. Il che, onde evitare il “bagno di sangue”, potrebbe
suggerire all’invitto Capitano del Carroccio di posporre la pratica di
via Napolenone III. Per esempio, sotto le altre 91, sicuramente più
urgenti.
Del resto, ben altre emergenze premono sul ministro, costretto com’è a
controllare, senza sosta alcuna, che le sacre sponde non vengano
violate da certi pericolosi irregolari di pelle scura (e bene in carne)
che ne sanno una più del diavolo . Eh sì, la pacchia è finita. Lui tira
dritto.
Antonio Padellaro
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