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Di cosa parliamo in questa pagina.
AVERE LA FORTUNA DI VIVERE A NORD DEL PO
Nel rispetto della privatezza dei cittadini e imprese (come insegna la censura della sindaca Gamba sulle sedute del consiglio comunale) , si racconta il peccato ma non si dice il peccatore. Che in questo caso –carte alla mano- non è un peccatore. Nei giorni scorsi a un cittadino arriva una letterina del “settore economico e finanziario” del Comune di Curno in cui viene seccamente invitato a “consegnare al Comune di Curno copie degli avvenuti versamenti ai fini IMU e Tasi, rispettivamente per gli anni 2013, 2014, 2015, 2016, e 2017 e 2014, 2015, 2016 e 2017 per le sue proprietà immobiliari site in Curno come da visura catastale. Ecc. ecc.” Il tutto entro il 12 novembre segue minaccia che “non ricevendo alcun riscontro si procederà con l’emissione degli atti dovuti”. (...)

Lettera a Bruxelles, opportunismo come strategia.
Con la missiva il governo sembra accettare di giocare secondo le regole Ue. In realtà Salvini e Di Maio puntano solo a tenere lo scontro fino alle Europee)
A leggerla tutta d'un fiato può sembrare addirittura una battuta d'arresto nella lotta frontale con Bruxelles. In realtà, osservandola in controluce, la lettera con cui il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ha risposto alle critiche della Commissione Ue sulla manovra non è più né meno di un atto di banale opportunismo politico. Con la missiva, infatti, il governo non fa altro che cercare di prendere tempo e puntare tutte le sue fiche sulle elezioni europee del prossimo maggio. Sette mesi di campagna elettorale contro gli "euroburocrati" che affamano il popolo, nella speranza che quando la realtà dei dati economici l'anno prossimo verrà a bussare alla porta (leggasi crescita insufficiente per sostenere reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni) gli equilibri nel parlamento europeo saranno ormai spostati a favore delle forze populiste-sovraniste. E quindi al tavolo di palazzo Berlaymont si potrà trattare con una diversa forza contrattuale. (...)







erbacce anche qui!


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AVERE LA FORTUNA DI VIVERE A NORD DEL PO


Nel rispetto della privatezza dei cittadini e imprese (come insegna la censura della sindaca Gamba sulle sedute del consiglio comunale) , si racconta il peccato ma non si dice il peccatore. Che in questo caso –carte alla mano- non è un peccatore. Nei giorni scorsi a un cittadino arriva una letterina del “settore economico e finanziario” del Comune di Curno in cui viene seccamente invitato a “consegnare al Comune di Curno copie degli avvenuti versamenti ai fini IMU e Tasi, rispettivamente per gli anni 2013,2014,2015,2016,e 2017 e 2014,2015, 2016 e 2017 per le sue proprietà immobiliari site in Curno come da visura catastale. Ecc. ecc.” Il tutto entro il 12 novembre segue minaccia che “non ricevendo alcun riscontro si procederà con l’emissione degli atti dovuti”.

Peccato che quel cittadino abbia  venduto oltre dieci anni or sono  tutte le sue proprietà immobiliari site a Curno, mediante atto notarile registrato all’Agenzia delle Entrate e siccome il notaio non è un barlafuss vuol dire che da qualche parte qualcosa non ha funzionato. Per quel che sa il nostro, le stesse proprietà sono poi state vendute ad un’altra società –qualche anno or sono- sempre con atto notarile del medesimo notaio con atto registrato anche questo all’AdE.

Tra le altre cose quel cittadino ha abbandonato quei beni per andare ad abitare altrove. La società proprietaria di quegli immobili aveva presentato richiesta di varianti urbanistiche alla pubblicazione della prima variante del PGT e in campagna elettorale per la Gamba candidata di Vivere Curno, la sindaca Serra aveva annunciato che c’erano stati dei pour parler con quella società per arrivare alla conclusione che “quegli immobili sarebbero diventati orti urbani destinati alle produzioni a km zero”. Come dire: altro che condomini e centri commerciali!. Peccato che da quel che si vede, adesso quegli immobili siano di nuovo in vendita e di orti urbani non si veda traccia.

 

C’è invece traccia  nell’appalto –pochi giorni or sono- per l’acquisto di sbarramenti di legno vinto da un grossista di Mapello per la creazione  dell’”approdo al Brembo” che in base a filmati disponibili in rete (VEDI COLLEGAMENTO IN TESTATA) appare la sindaca Gamba a decantarne bellezze e virtù. Peccato che quel filmato sia realizzato proprio in casa altrui (cioè sui terreni della società di cui sopra) e del tutto casualmente sia PROPRIO pochi metri fuori casa della sindaca Gamba. Insomma  la giunta Gamba (nel filmato) vorrebbe creare una sorta di parco pubblico in casa altrui senza pagare gli immobili da occupare e “del tutto casualmente” su una sponda del fiume lunga oltre un chilometro “proprio” fuori casa della sindaca. C’ha già provato organizzando qualche volta delle scampagnate pubbliche.

 

Parimenti il cittadino che ha ricevuto la letterina del “settore economico e finanziario” del Comune di Curno in cui viene seccamente invitato a “consegnare al Comune di Curno copie degli avvenuti versamenti ai fini IMU e Tasi delle sue proprietà immobiliari chiese qualche anno or sono l’edificabilità di una casetta su un terreno di sua proprietà (quindi oltre dieci anni or sono) e la risposta fu negativa per via del Parco del Brembo (che tuttora esiste solo sulla carta). Del tutto casualmente la casa della “famiglia allargata” della sindaca Gamba –che come detto sta a pochi metri dalla zona del c.d. “approdo” voluto dalla stessa sindaca e dalla sua maggioranza- è stata ampliata pochi anni or sono (meno di dieci). Il fatto è che la casa della “famiglia allargata” della sindaca sta a distanza MINORE dall’alveo del fiume rispetto a quella del lotto cui è stata negata l’edificazione. Strani modi di concepire i parchi.

 

Intanto che commercialisti e fiscalisti stanno trattando la “letterina del “settore economico e finanziario” del Comune di Curno in cui viene seccamente invitato a “consegnare al Comune di Curno copie degli avvenuti versamenti ai fini IMU e Tasi” che pare ammontino a poche migliaia di euro nelle settimane  scorse il Comune ha pagato i 630mila euro per la condanna subita a seguito di una sentenza in danno di due cittadini cui il Comune invase le proprietà per fabbricare la via Fermi. In sintesi: il comune  con delibera consigliare autorizzò la costruzione della via Fermi senza essere proprietario di tutti i terreni su cui doveva essere fatta la strada. Votarono a favore di quella delibera consiglieri della DC, tutto il PSI e metà del PCI. Chi non volle votarla non si presentò nemmeno alla seduta consigliare.

 

La giunta Gamba ed anche la minoranza consigliare INVECE di attivare subito –fin da un’ora dopo la notifica ricevuta della sentenza di condanna- l’azione legale per farsi rimborsare da quei consiglieri che votarono la famigerata delibera assieme al segretario comunale ed al tecnico che istruì la pratica, tuttora non ha mosso un dito e la ragione è evidente: l’attuale consiglio comunale è l’erede politico di quei tre partiti che votarono la delibera costata 630mila euro di danno al Comune. Gli sponsor politici di Vivere Curno sono quelli che dovrebbero rimborsare il Comune dei 630mila euro pagati come condanna.

 

Ecco: Curno oltre ad essere un paese bello da vivere è anche questo. La Kasta si difende anche a Curno e mazzuola i cittadini. La sindaca Gamba e il suo gruppo di disperati, che nel 2018 non riusciranno a combinare nulla per via di quei 630mila euro scippati dalla sentenza, anziché diventare ragionevoli chiedendo la restituzione della MAXI somma ai responsabili del disastro finanziario, hanno preso una iniziativa sbrigativa immaginando di ricattare in un certo qual modo mentre con qualcun altro. «Questo maggioranza crede in quello che fa. E chi crede in quello che fa è nella ragione e non ha nulla da temere” ragiona la Gamba: sillogismo inattaccabile, non c’è che dire. Noi crediamo in quello che facciamo. Chi crede in quello che fa ha ragione.  Quindi tutti gli altri hanno torto.

Non è detto che adesso qualche cittadino prenda l’iniziativa di esercitare l’azione sostitutiva del consiglio e della giunta per la mancata difesa degli interessi del Comune contro chi, votando quella delibera, ha inflitto tale danno ai cittadini.

Lettera a Bruxelles, opportunismo come strategia
Con la missiva il governo sembra accettare di giocare secondo le regole Ue. In realtà Salvini e Di Maio puntano solo a tenere lo scontro fino alle Europee)


A leggerla tutta d'un fiato può sembrare addirittura una battuta d'arresto nella lotta frontale con Bruxelles. In realtà, osservandola in controluce, la lettera con cui il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ha risposto alle critiche della Commissione Ue sulla manovra non è più né meno di un atto di banale opportunismo politico. Con la missiva, infatti, il governo non fa altro che cercare di prendere tempo e puntare tutte le sue fiche sulle elezioni europee del prossimo maggio. Sette mesi di campagna elettorale contro gli "euroburocrati" che affamano il popolo, nella speranza che quando la realtà dei dati economici l'anno prossimo verrà a bussare alla porta (leggasi crescita insufficiente per sostenere reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni) gli equilibri nel parlamento europeo saranno ormai spostati a favore delle forze populiste-sovraniste. E quindi al tavolo di palazzo Berlaymont si potrà trattare con una diversa forza contrattuale.

La lettera, dicevamo. Ci sono alcuni passaggi che tradiscono una certa deferenza nei confronti delle istituzioni comunitarie, sia nei toni che nella sostanza. Prima di tutto, si riconoscono le regole europee e non le si rigetta, come tante dichiarazioni roboanti di Salvini e Di Maio hanno lasciato supporre anche nel recente passato. Insomma, sembra che il governo italiano accetti di giocare nel campo da gioco di Bruxelles, non ne chieda un nuovo perimetro né un nuovo regolamento. "Il governo italiano è cosciente di aver scelto un'impostazione della politica di bilancio non in linea con le norme applicative del Patto di stabilità e di crescita. [...] Il governo prevede di discostarsi dal sentiero di aggiustamento strutturale nel 2019 ma non intende espandere ulteriormente il deficit strutturale nel biennio successivo e si impegna a ricondurre il saldo strutturale verso l'obiettivo di medio termine a partire dal 2022. Qualora il pil dovesse ritornare a livello pre-crisi prima del previsto, il governo intende anticipare il percorso di rientro". E infine: "Qualora i rapporti debito/pil e deficit/pil non dovessero evolvere in linea con quanto programmato, il governo si impegna a intervenire adottando le necessarie misure affinché gli obiettivi indicati siano rigorosamente rispettati". In altri termini, l'Italia promette all'Europa che lo scostamento senza precedenti nei saldi dei conti pubblici - come lo ha definito la Commissione Ue nella lettera inviata a Roma giovedì scorso - varrà solo per quest'anno e se le previsioni si rivelassero fallaci, allora ci sarà l'anno prossimo una correzione di rotta. Come? "Tagliando la spesa pubblica", assicura il premier Conte.


Messa così, la lettera scritta da Tria, rivista da Conte e vidimata dai due vicepremier Di Maio e Salvini, può davvero sembrare un tentativo di dialogo, visto che per di più si chiude con un enfatico "il posto dell'Italia è in Europa e nell'area Euro". Tuttavia, si tratta di un modo come un altro per prendere tempo, cercare di diluire lo scontro per il timore di una reazione smodata dei mercati, poter fare campagna elettorale contro le élite europee e, in fin dei conti, cercare di sfangarla fino alle elezioni. Nella convinzione che dopo maggio a Bruxelles partirà una nuova era. Come facciamo a dirlo? Semplicemente facendo un ragionamento sui tempi. Domani, o al massimo in settimana, arriverà la risposta finale di Bruxelles e, al netto di clamorose sorprese, sarà negativa: la manovra verrà bocciata. A quel punto l'Italia avrà tre settimane di tempo per correggerla ma - sempre a meno di cambi di rotta dell'ultimo minuto - dovrebbe tenere il punto. Cosa succede col muro contro muro? A Bruxelles non resterà che avviare la procedura d'infrazione, presumibilmente a inizio 2019, proprio nel momento giusto per permettere sia all'Europa che all'Italia di fare propaganda elettorale. Salvini e Di Maio ovviamente disegneranno lo scenario per loro congeniale ovvero racconteranno la matrigna e arcigna Commissione Ue che vuol togliere ai poveri e ai disoccupati il reddito di cittadinanza nonché ai lavoratori il diritto di andare in pensione prima degli angusti paletti della Fornero. La Germania e i paesi del Nord dal canto loro potranno fare campagna proponendosi come argine al populismo, che rischia di far pagare a tutti gli europei i debiti fatti in passato e in futuro dagli stati-cicala, Italia in primis.

E la promessa di Conte e Tria di correggere la manovra se la crescita non andrà come previsto? Se mai ci sarà una manovra correttiva, questa avverrà solamente dopo l'estate, nella migliore delle ipotesi a settembre. E quindi, ancora una volta, dopo le Europee. Presumibile infatti che il governo vorrà aspettare l'andamento dell'economia per almeno i primi due trimestri prima di rivedere al ribasso le stime contenute nel Def. Siccome l'Istat diffonde le stime preliminari del secondo trimestre a fine luglio e il dato definitivo a fine agosto, ecco che si arriva come niente fosse a settembre. Quindi, come si vede, l'obiettivo del SalviMaio è tenere duro fino alle elezioni, poi si vedrà. Con un'unica grande incognita: il comportamento dei mercati. Solo uno spread impazzito, con tutto quello che può conseguire per i conti pubblici e soprattutto per il sistema bancario italiano, potrebbe far saltare questa strategia dell'opportunismo. Non è un caso che sia Di Maio che Salvini durante la mini-crisi sul condono fossero più preoccupati dal differenziale Btp-Bund che dagli strali in arrivo da Bruxelles.

Gianni del  Vecchio